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09-06-2006, 10.23.01 | #22 | |
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Citazione:
Cara Klein, vorrei farti notare che, come è scritto sulla pagina iniziale, "questo forum non offre consulenze professionali". Nessuno di noi è un professionista. E se qualcuno di noi per caso lo è, comunque non hai nessun modo per verificare le sue credenziali. Chiunque si può iscrivere in forma anonima e chiunque può dire di sé qualsiasi cosa. Non mi risulta che Weyl sia un dottore. (nel senso di medico, forse è laureato, non saprei). Lui stesso non dichiara di essere medico. Per quanto ne sai, Weyl potrebbe aver visto tutti quei "casi" che descrive come portantino o non averli visti affatto. (agli epilettici trattati con l'analisi io non credo proprio!!!!) O magari è il superprimario del più importante ospedale del modo! Non so. Insomma, la cosa importante è che non lo so! E che nemmeno tu lo sai. Fai molta attenzione a prendere per oro colato i paroloni!!!! E fai soprattutto molta attenzione a chi critica con forza l'operato di medici e professionisti che ti hanno vista e visitata sulla base di poche parole su un forum. Non è certo un comportamento professionale!!!! La tua psichiatra potrebbe aver usato con te il termine "depressione post partum" perchè è un termine molto noto, usandolo nell’accezione che ha nel linguaggio comune, ma potrebbe anche pensare che non soffri di una vera forma depressiva. Questo lo sa lei, no lo può sapere chi ti legge in forum!!! Chi ti legge in forum, come ti leggo io, di te non sa nulla. Non hai nemmeno dato un quadro dei tuoi sintomi. Hai detto di soffrire di insonnia e di avere tachicardia notturni, non di più. Basandosi sulle categoria diagnostiche attualmente usate in psichiatria (mi riferisco al DSM-VI), non sono dati sufficienti per capire se hai o meno una forma di depressione. E nemmeno che tipo di depressone. L'unico dato certo che abbiamo è che uno psichiatra vero, che ti ha avuta un cura in carne ed ossa, ti ha prescritto lo Xanax!!! La tua prima domanda era, infatti, sul farmaco. Bene, tutti ti hanno risposto che lo xanax è una benzodiazepina. Io chiederei a Sapceboy, che credo sia davvero un medico, di spiegarti con parole semplici cos'è e come funziona una benzodiazepina. Non lo chiedo a Weyl perchè se anche fosse davvero un medico, so che è incapace di usare parole semplici E ora torniamo a te. Perchè se in tutto questo c'è una cosa a cui credo davvero, è che tu stai soffrendo. Se vuoi, possiamo parlare di questo. Se non vuoi, no. un abbraccio |
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09-06-2006, 10.29.47 | #23 | |
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Re: Note informative
Citazione:
Non è che è auspicabile, è obbligatorio per legge!!!! La legge stabilisce l'iter formativo di uno psicoterapeuta, la legge stabilisce i requisiti indispensabili per l'iscrizione all'albo, e l'iscrizione all'albo è ovviamente l'unico modo per esercitare legalmente. Ho già descritto diffusamente e dettagliatamente il'iter formativo di uno psicoterapeuta in almeno un centinaio di discussioni, quindi eviterò di farlo per l'ennesima volta qui. |
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09-06-2006, 12.44.26 | #24 |
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Ho letto il post di Weyl e di Fragola, interessanti entrambi, pero' non mi sembra il caso in questo frangente di addossarsi responsabilita' che nessuno in questo forum puo' avere, scrivo da inesperta in materia, non mi professo ne' psichiatra ne' psicologa,
soltanto amante di questa scienza, e credo che in un forum chiunque possa suggerire dei consigli, e' nella mente di Kleine capire cosa e' piu' giusto fare per se stessa...e mi sembra che si stia gia' muovendo nella direzione giusta... Vaniglia |
09-06-2006, 13.21.45 | #25 | |
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Re: Re: Note informative
Citazione:
Sai benissimo, cara amica, che ciò che affermi non corrisponde al vero. Gli albi degli psicoterapeuti abbondano di laureati in ogni possibile disciplina, per effetto di sanatorie variamente intercorse. La maggioranza di quelli che sono almeno psicologi non è, tuttora, in possesso di una specializzazione Clinica, come previsto solo per i "nuovi" richiedenti l'accesso all'Albo. Nessuno si è preoccupato e nessuno si preoccupa di testare, quanto meno, le competenze tecniche degli iscritti. Non esiste, in Italia, alcuna verifica periodica dell'aggiornamento e della preparazione dei professionisti. Non vi sono moratorie che sanciscano e sanzionino deontologicamente e chiaramente la malpratica. Tutto questo, a fronte di una Legge che prescrive l'iscrizione all'Albo come requisito esclusivo all'esercizio della professione terapeutica. Si tratta di incongruenze e insufficienze legislative che ciascuno può commentare da sè. |
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09-06-2006, 13.51.36 | #26 | |
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Re: Re: Note informative
Citazione:
Mi permetta, cara Juliette, di precisarle e ribadirle che la maggioranza degli psichiatri sono, a tutti gli effetti, degli psicoterapeuti, che hanno cioè seguito lo stesso iter formativo di ogni altro psicoterapeuta. Se, poi, sul suo cammino, per sua sfortuna, ha incontrato colleghi superficiali e poco attenti, sinceramente me ne dispiaccio. Ma sappia che tali incidenti avrebbero potuto occorrerle in ogni altro caso, qualora avesse scelto un qualsiasi psicoterapeuta: le ragioni di ciò sono precisate nel mio post qui sopra, in risposta a Fragola. Il mio consiglio è, infatti, quello di ricorrere al passaparola, in caso si decidesse di scegliere un percorso psicoterapeutico: la miglior credenziale di un professionista sono i suoi pazienti. Mi creda. Quanto all'uso del farmaco, anche in questo caso lo psichiatra non è l'unica figura autorizzata a prescriverli: lo può fare qualsiasi medico, e la stragrande maggioranza delle prescrizioni psicofarmacologiche non sono eseguite da psichiatri. Non dico, naturalmente, che ciò sia sbagliato. Sottolineo, però, che la complessità della psicofarmacologia moderna richiede conoscenze talmente sofisticate e vaste, da selezionare drasticamente i veri competenti in materia. Dico, spesso, che nei vent'anni della mia professione la psicofarmacologia e le neuroscienze in generale (le quali ne compongono la "base") sono cresciute da sole più di quanto non si sia evoluto tutto il resto della medicina. Il settore è talmente complesso che, persino tra gli psichiatri, molti "scelgono", oggidì, se destinarsi al versante farmacologico oppure a quello psicoterapeutico, non essendo possibile mantenere un'adeguata competenza in entrambi i settori. Ma quando si riceve una terapia corretta, razionale e ben monitorata nel tempo, le posso garantire che i risultati sono oggi davvero sorprendenti. Che si possono ottenere vere guarigioni da patologie che, fino a pochi decenni or sono, risultavano drammaticamente gravi. E che tali risultati si possono conseguire in tempi infinitamente più ragionevoli e con costi inconfrontabili con quelli di un follow up strutturato in psicoterapia. Detto ciò, le aggiungo che la massima parte degli psichiatri sono oggi orientati, in genere, verso le cosiddette terapie integrate, le quali combinano, in modo sequenziale o parallelo, l'una e l'altra forma di cura. Si preferisce, in genere, separare le professionalità, in modo che il setting psicoterapeutico rimanga disgiunto da quello farmacoterapeutico. Naturalmente, i modi e le forme, e le rispettive preminenze, dipendono dalla diagnosi, precisa, della patologia di cui è affetto il paziente e non possono essere generalizzati. Riguardo al fatto che pazienti epilettici siano stati trattati in ambito analitico, non c'è tanto da stupirsi. Vi sono forme di epilessia, come le parziali complesse, che si manifestano quasi solo con sintomi comportamentali. Altre forme, parziali semplici, possono mostrare sintomatologie identiche ad un attacco di panico o ad una crisi d'ansia generalizzata: altre ancora con fenomeni dispercettivi o disforici. Uno psichiatra è tenuto ad essere anche un buon medico, come qualsiasi altro specialista, ma per quanto concerne la neurologia, quella deve conoscerla bene ed aggiornarvisi anche. |
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09-06-2006, 13.59.42 | #27 | |
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Re: Re: Re: Note informative
Citazione:
Legge 56/89 - Ordinamento della professione di psicologo Articolo 3. Esercizio dell'attività psicoterapeutica 1. L'esercizio dell'attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia, attivati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti con le procedure di cui all'articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica. 2. Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica. |
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09-06-2006, 14.02.18 | #28 | |
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Re: Re: Re: Re: Note informative
Citazione:
Debbo riscrivere il post o posso limitarmi a chiederti di leggerlo tutto? |
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09-06-2006, 14.23.39 | #29 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Note informative
Citazione:
Prima dell'entrata in vigore della legge he ho citato, (vent'anni fa, più o meno!) era sufficiente una laurea qualsiasi. Non starò a discutere sul fatto che sia giusto e che non sia giusto. Ho la mia opinione in merito ma qui è fuori contesto. Ma da molti anni non è più così e non ci sono sanatorie. Ce n'è stata una iniziale per tutti coloro che già esercitavano secondo la legislatura precedente e basta. Ma anche prima era comunque necessaria la scuola di specializzazione di 4 anni, e queste scuole forniscono una preparazione teorica e pratica di tutto rispetto. La scuola che frequento io, ad esempio, prevede, tra le altre cose innumerevoli cose, ogni anno un esame di psicopatologia generale e uno di psichiatria e farmacologia. Ovviamente questo non abilita i non medici ad utilizzare i farmaci, ma forinsce conoscenze che è assolutamente necessario affiancare a quelle psicodinamiche e pratiche. E' fondamentale per uno psicoterapeuta essere in grado di riconoscere i casi in cui occorre inviare il paziente ad uno psichiatra! Il codice deontologico, inoltre, prevede l'obbligo alla formazione continua. |
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09-06-2006, 14.47.30 | #30 |
può anche essere...
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secondo la mia opinione ed esperienza personale, le figure del medico e dello psicoterapeuta dovrebbero essere sempre affiancate, almeno in fase di diagnosi. Successivamente all'identificazione della natura del problema, si può intraprendere il percorso, medico o psicologico, o complementare, più idoneo. Ma se questa collaborazione viene a mancare, il professionista del suo campo rischia di leggere i sintomi dalla sua prospettiva, senza considerare altre possibilità di diagnosi più convincenti, per il semplice motivo che non rientrano nelle sue conoscenze.
Dico questo a partire da una visione olistica della persona: il fisico interagisce sul psichico e viceversa. Ad esempio, una persona potrebbe sentirsi stanca, e siccome la stanchezza la porta a non riuscire nelle sue attività, potrebbe iniziare a sviluppare degli stati d'animo depressivi, che la potrebbero portare a ragionamenti connessi, fino a sviluppare un idea di sè pessimistica eccetera. Uno psicoterapeuta potrebbe vedere in quei pensieri la casua del suo malessere. Ma un esame medico potrebbe verificare qualche squilibrio organico, risolvibile con qualche riassestamento farmacologico, che eliminando la stanchezza organica porta ad eliminare anche gli annessi psicologici. |