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08-10-2002, 22.49.08 | #2 | |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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sì
Citazione:
ed aggiungo che nn sempre il suicidio è un'atto "compiuto", ma è sufficiente perdere la voglia di vivere e di lasciarsi morire "lentamente". "il peggio è la morte"?, nel suicida è un sollievo, "attendere" la morte è la fine di una sofferenza. Ciao Discorsi più allegri nò eh! |
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09-10-2002, 10.49.15 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2002
Messaggi: 78
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La cosa peggiore non è la morte, ma perdere ogni speranza.
Suicidarsi non è un atto di coraggio nè di viltà, è una rinuncia. Ci sono stati periodi in cui pensavo al suicidio e periodi in cui pensavo a quanto avrei perso se avessi seguito i miei propositi. Ci sono vari tipi di desideri di morte... ad esempio, in una certa fascia di età (di solito giovanile) si pensa al funerale, alla gente che piange e si pente... è principalmente una forma di sfogo, un modo per immaginarsi al centro dell'attenzione... poi ci sono suicidi fatti per disperazione o per senso di inutilità... si pensa che l'unico modo per uscirne sia quello di darsi la morte. Ma se una cosa ho imparato è questa: la vita è imprevedibile. Si passa dalla gioia al dolore continuamente, a volte si vive felici per anni e il giorno dopo si è nella disperazione e viceversa... darsi la morte vuol dire precludere ogni possibilità. Per tutti quelli che hanno neri pensieri: non perdete mai la speranza, per quanto sia duro e lungo il periodo di m.... che state passando non disperate mai, dopo ogni salita c'è una discesa... dovete resistere con tutti i mezzi, la vita è troppo preziosa per essere buttata via. |
09-10-2002, 11.41.08 | #4 |
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eh si che belle cose
suicidio: a 18 anni quando mi sentivo troppo sfigato, prima di cominciare l'opera di risanazione che avanza tutt'ora, che fondamentalmente si basa sulla legge dello sbattersene i coglioni, ci pensavo anche io, in quei momenti del cazzo, in cui sembra non avere senso nulla....con un po' di pratica sui miei neuroni deficenti le cose sono migliorate, di molto (micnhia come cazzo stavi allora?? gia' vi sento) anche io non lo considero un atto vigliacco, tutt'altro....per qualcuno e' questione di sopravvivenza....quando il materiale uccide la parte spirituale e cosciente, a poco a poco, forse e' la soluzione giusta no??....no mi associo a tammola argomenti piu' allegri no??? susu lady dai che sei una bambina allegra se ti impegni |
09-10-2002, 12.11.00 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
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nun c'è provà io nn l'ho detto!!!--
cmq lo penso Ma ripeto nn sono proprio nella posizione di giudicare nn ho mai provato tanto disagio esistenziale. Si posso aver detto basta facciamola finita, ma mai tanto da farlo mio. So solo che quando l'ho pensato era perchè nn avevo più il coraggio di andare avanti in una certa situazione. Tutto qui! |
09-10-2002, 12.17.36 | #8 |
Messaggi: n/a
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beh anche io come te dopotutto....spesso erano solo pensieri e basta (si parla comunque di parecchi anni fa); servivano quasi come appiglio, come se potesse aiutare sapere che non si deve vivere per forza, almeno era cosi per me....pero' se capisci questo prova ad elevare alla potenza e immaginati stare veramente ma veramente male e forse puoi capire che il suicidio non e' necessariamente un atto vile, ma forse un atto di forte consapevolezza (io mai detto che sia coraggioso)
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09-10-2002, 14.44.35 | #9 |
F&D'ers
Data registrazione: 14-05-2002
Messaggi: 25
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Suicidio, era una cosa a cui non pensavo e non ho mai pensato personalmente, ma l'ho vissuto da vicino e posso dirvi che in quell'atto è raccolto tutto e niente.....
Farsi domande, darsi risposte, è inutile. Ci sono troppi meccanismi che entrano in azione. Io ne ho analizzati parecchi, ma non sono mai abbastanza per spiegarlo. Le domande che ci poniamo rimangono senza risposta, rimane solo l'atto in sè. coraggio, forse solo questo ho capito, un gran coraggio, nonostante il dolore provocato. |
09-10-2002, 14.59.17 | #10 |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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bè.... sì....
a volte per viltà a volte per coraggio chi lo sà?
Chi può dire con certezza che suicidarsi sia un atto di viltà o di coraggio? Concordo che ci voglia più coraggio a vivere che a morire, ma a volte il distacco da tutto il resto del mondo è talmente ampio che nn te ne frega niente di morire, e non fregandotene niente nn ti poni nemmeno la domanda se stai compiendo un atto di coraggio o di viltà...chi se frega? Ai posteri l'ardua sentenza...e i sensi di colpa. Eh, sì! anch'io ho avuto un'esperienza tipo Lady..... un collega di lavoro 25 anni, timbra il cartellino, esce dall'ufficio, ciao, ciao. L'indomani mattina la bella/brutta notizia...si è sparato. Perchè? Sua madre ancora se lo chiede e qualche collega/amico/a si chiede: se solo gli avessi parlato..chissà; nn mi sembrava così stranito da arrivare a tanto; certo che il suicidio è proprio un attimo...nn lo pensi nemmeno, lo compi. Non sono una psicologa, ma credo che proprio chi nn sfoga i suoi sentimenti, i suoi problemi sia la persona più a rischio nel "lasciarsi andare", nel non voler più credere in niente e nel non avere più scopi in niente. Questo fa tristezza. Avere solo una persona che a volte ti ascolti, anche un forum o una chat, credo che possa aiutare per nn sentirsi così soli ed incapaci di reagire all'enormità del mondo. Non siamo tutti uguali e nn tutti abbiamo avuto le stesse esperienze per esserci fatti "due coglioni così" da sopportare tutto e di più, a volte siamo proprio stufi di sopportare e non se ne ha più voglia, ma non si ha nemmeno il "coraggio di spararsi"...allora ci si lascia morire, sperando che qualcosa accada, ma se nn accade allora sei morto.. di inedia, di alcool, di droga, di abulimia o anoressia. Non serve solo spararsi, basta lasciarsi morire, ciò che cambia è l'agonia. ciao |