Ho sempre desiderato discutere di questo argomento.
Ho anche pensato di aprire un thread apposito.
Mi fa piacere osservare di essere stato preceduto.
Sono quasi convinto che un po’ tutti, chi più, chi meno (Ok, Cecil… tu no… forse sei l'unico escluso), nel corso della propria vita, ha pensato alla possibilità di rinunciare a quello che comunemente è definito il bene più grande. Sono certo che molti di noi si sono dovuti misurare, direttamente o indirettamente, con questa tragedia. Amici, affetti o semplici conoscenti che hanno volontariamente chiuso i conti con la propria esistenza.
Ogni qualvolta qualcuno se ne va in questo modo, lascia un vuoto e tanti pensieri, tante recriminazioni. Quante volte ho anch'io vissuto periodi bui, neri… mi sono trovato all'interno di un tunnel, il mio personalissimo tunnel. La paura degli altri. Poi, piano piano, avvertire il frastuono della vita che riprende a scorrere e ti cattura. Intravedi una piccola luce. La insegui…
Ho perso amici. Li ho visti lasciarsi morire. Ho avvicinato persone che hanno perso così il marito o la madre. Li ho visti cambiare. Oggi ho un profondo timore e provo dolore per quelli che restano.
A posteriori, quando tutto è finito, resta un rammarico; averli ascoltati per tempo! Riuscire ad impedirsi di avvertire il fastidio e la noia per i loro lamenti… è stato crudele…
Capire … dopo … quando tutto è finito, quando l'atto è compiuto e non c'è proprio nulla da fare, che avresti potuto, che forse chiedeva un aiuto. Son cose che restano e segnano, ti cambiano; alle volte migliori, più spesso ti resta un amaro sapore.
Ho una collega … due anni nello stesso ufficio … da soli … ha perso la madre … sono trascorsi oltre 10 anni .. ancora non riesce a parlarne … l'ho vista piangere decine di volte … che cosa puoi dirle? Ogni volta che legge notizie del genere, piange … oramai ha il carattere profondamente minato … è fragile … volendo la uccidi allo sguardo, anche un soffio di vento per lei si trasforma in problema. Che fai?
Ho un'amica, il marito, mio collega per anni, impegnato in politica, due figli bellissimi, si è ucciso! Una volta ha detto a mia moglie <ha preferito uccidersi, piuttosto che restare con noi!>. Che le dici? La vita scorre? Fatti forza? E' in paradiso? Non è semplice rialzarsi da soli; non è semplice trovare la forza.
Una volta ho letto che il suicidio è l'atto più personale che si possa compiere. Forse è dettato anche dall'egoismo (forse!), ma quando una persona soffre non vede che intorno a sé tutto il suo mondo avverte il disagio. Un disagio profondo, riempito, spesso, di vaniloqui, di buoni propositi e null'altro. Il suicida cammina in compagnia della fine di ogni speranza, e quando la speranza muore, i vaniloqui e le parole perdono significato (anche se io ne pronuncio molte… forse troppe).
Ok! Schiepp…, hai ragione, inutile star qui a dire belle parole o piangere in diretta - lacrime virtuali - è solo uno sfogo… a sproposito, ma sei sicuro di non avere fra i tuoi avi qualche sassarese? Molte 'zeta' nel tuo discorso… tipico della mia città!
Ciao
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