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11-11-2002, 16.21.31 | #27 |
M'illumino d'immenso.
Data registrazione: 08-11-2002
Messaggi: 36
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nn è proprio così...
passeggiando quà e là x il sito ho notato questo messaggio che già dal titolo mi ha subito colpito...
...allora, inizio dicendo che non sono del tutto d'accordo su quello che ha scritto inizialmente tammy e ladyvampirie...secondo me il suicidio non è un atto di coraggio e di responsabilità...bensì il contrario. il gesto del suicidio è portato da una mancanza di responsabilità e coraggio nell'affrontare i problemi. Lo si può fare solo per due motivi: per curiosità o per disperazione.... cominciando dal primo, si può dire che è un motivo stupido rischiare la propria vita solo per provare "un brivido" o per dire di averlo fatto . Riguardo al secondo, riconferma la mia affermazione iniziale. |
11-11-2002, 17.50.45 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 92
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Mamma mia...che dire...concordo perfettamente col solito VISECHI e con TAMMY...e con quasi tutti gli altri...
NEVERFOREVER mi ha girato lo stomaco dalla tristezza...stefy che dirti...non devi avere sensi di colpa...ma questo razionalmente già lo sai...è l'inconscio che schiaccia e per alleviare, anche se di niente, ti abbraccio...è una banalità ma forse l'uomo ha sempre avuto "solo" bisogno di solidarietà e amore... Vi scrivo una paesia che ho letto nel libro "il rifiuto di vivere": Educare. Voleva sempre spiegare le cose. Ma nessuno gli dava retta. Allora disegnò. Altre volte avrebbe voluto farlo ma non c'era niente da disegnare. Voleva inciderlo sulla pietra o scriverlo nel cielo. Avrebbe voluto sdraiarsi sull'erba e guardare su nel cielo. E ci sarebbe stato solo lui ed il cielo e le cose dentro di lui che voleva dire. E fu dopo ciò che dipinse il quadro. Era un quadro stupendo. Lo teneva sotto il cuscino e non lo avrebbe lasciato vedere a nessuno. E lo avrebbe guardato tutte le notti e avrebbe pensato a lui. E quando era buio e i suoi occhi erano chiusi riusciva a vederlo lo stesso. Ed era tutto per lui e lo amava. E quando cominciò ad andare a scuola lo portò con sè. E non per mostrarlo a qualcuno ma solo per averlo con sè come un amico. Era curioso della scuola. Si sedette in un banco quadrato marrone uguale a tutti gli altri banchi quadrati e marroni ed egli pensava che avrebbero dovuto essere rossi. E la sua aula era un'aula quadrata e marrone. Come tutte le altre aule. Ed era stretta e chiusa e rigida. Odiava tenere in mano la matita e il gesso. Con il braccio rigido e i piedi piatti sul suolo. Rigido mentre la maestra guardava, guardava. La maestra si avvicinò e cominciò a parlargli. Gli disse di mettere una cravatta come tutti gli altri ragazzi. Lui rispose che non gli piacevano. E lei disse che ciò non le importava niente. Dopo di che egli disegnò. Disegnò tutto di giallo e ciò che sentiva di quella mattina. Era un disegno bellissimo. Venne la maestra e gli sorrise. "Che cosa è questo?" domandò. "Perchè non ne disegni uno come quello di Ken? Non è bello?". Dopo ciò sua madre gli portò una cravatta. E lui disegnò sempre razzi e piante come tutti gli altri. E getto via il vecchio quadro. E quando lui si sdraiava da solo a guardare il cielo questo era grande e blu e tutto di tutto. Ma egli non c'era più. Era quadrato dentro.E marrone e le sue mani erano rigide. E le cose dentro di lui che volevano essere dette smisero di volerlo. Non premevano più. Erano rimaste schiacciate. Rigide. Come tutto il resto. Richerd era un bambino nero di 11 anni, viveva nel Bronx di New York; si è tolto la vita pochi mesi dopo aver scritto questa paesia. L'unica cosa che non si può fare riguardo al suicidio è del moralismo... |
13-11-2002, 17.07.07 | #29 |
Clandestina di Argo
Data registrazione: 29-07-2002
Messaggi: 39
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Mmh, sarà che quando si parla di cose che mi colpiscono non riesco mai a tenere la bocca chiusa.
Beh, in un certo senso anch'io mi sono dovuta confrontare con questo "argomento", sia indirettamente e sia in modo piuttosto diretto e personale. Credo che ilsuicidio sia l'atto più estremo che un uomo possa commettere e che, in quanto tale, richieda molto coraggio. Ma non saprei dire se, dal punto di vista etico, sia un atto di viltà o un atto di coraggio. Non posso stabilirlo e non ci provo nemmeno, perchè sono d'accordo con voi quando dite che è il gesto più personale e intimo che possiamo compiere nei confronti di noi stessi. Credo che nessuno possa togliere il diritto a un uomo di agire sulla propria esistenza, anche quando questo diritto consiste nello sceglere di privarsene. Ho una concezione molto laica del suicidio, come dell'eutanasia. Ma mi ha colpito una frase in un libro, che mi ha aiutato a farmi una personale idea in merito a questo agromento. Il concetto era che il suicidio è un atto poco creativo; perché se una persona è abbastanza disperata da decidere di compiere un gesto così drastico come togliersi la vita, allora sarà abbastanza disperata da compiere un qualsiasi altro atto estremo, ma un po' meno drastico del suicidio....come svaligiare una banca e andare a vivere per sempre in un altro paese senza lasciare traccia di sé. Magari questa è una fesseria, ma una volta (per fortuna parlo di molti anni fa), quando anch'io mi sono trovata a viverlo quell'attimo fatale in cui stai per abbandonarti all'idea che tutto intorno e dentro di te cessi definitivamente, beh, mi è venuta in mente questa frase. Non so cosa sia successo, ma in quel momento ho smesso di guardare verso il basso, ho richiuso la finestra e....ho acceso la mia prima sigaretta. E' così che ho iniziato a fumare. Adesso continuo a fumare (ed evito accuratamente le finestre nei momenti neri ); ma gli anni che probabilmente non avrei vissuto se quel momento fosse durato un secondo di più mi hanno insegnato una cosa: che valeva la pena di accendersela, quella sigaretta, in quel momento. |
14-11-2002, 17.37.04 | #30 |
Nuovo iscritto
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Messaggi: 1,287
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come dire
evitiamo di morire subito, ma di prolungare l'agonia con un cancro da qui a venire (evitando la finestra e cominciando a fumare o a bere o a drogarsi o....ecc.ecc.) Dov'è la differenza? Che nn si muore all'istante e si aspetta l'inesorabile "trapasso"? Non per "nostra" volontà, ma perchè fatale o inevitabile? (diranno gli altri) Mah! In un modo o nell'altro chi ha deciso di morire (lasciarsi andare) prima o poi troverà la Sua pace, in un modo o nell'altro.
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