Rieccomi! Dunque, ieri sera avevo deciso di raccontarti il mio di sogno, in cambio. Ma per tre volte il forum non mi ha permesso di inserire la risposta. Mi viene quasi da pensare che è meglio se non lo racconto qui. In fondo sono sempre stata restia a scrivere i fatti miei sul forum. Però una cosa te la voglio dire, che è vero che ci sono dei sogni importanti che non ho potuto fino ad ora realizzare e che non so se riuscirò mai a realizzare, anche se ci provo, ma "l'impedimento" che mi ha limitata era a sua volta la realizzazione di un grande desiderio, quello di mettere al mondo un figlio. E che forse è anche per questo che non riesco ad avere rimpianti.

Cosa intendi per "autoappoggiarsi"?

Tu,

Non sò s'è per causa di una chissà quale scuola di pensiero a cui appartengo o per un'esperienza vissuta oppure per una predisposizione naturale di vederla così, ma penso che il desiderio di trasmettersi, sottinteso organicamente, sia il desiderio più profondo che un'essere umano possa nutrire, il desiderio che ci muove tutti quanti. Lasciando da parte il: chi n'è consapevole e chi no, vedo tutto 'sto accanimento in giro di trasmettere - diffondersi - insegnare e viceversa: attese di grandi occassioni - condivisioni sotto quest'ottica. Per quanto mi riguarda, apprezzo molto chi si è realizzato in tal senso, sto prestando senz'altro maggior attenzione e ascolto...nonostante me, che ammetto: parlo solo in vece di figlio.

E già che stiamo parlando di 'sta cosa fondamentale: i restanti desideri diventano automaticamente nient'altro che compensazioni di mancanze, illusori problemi tecnici da risolvere pur di assicurare protezione e stabilità alla discendenza. Paure fasulle, direi...quindi, molto spesso, desideri devianti perche troppo centrati sull'Io.

Mi fà un giorno un tipo, un ex-coinquilino lamentandosi: mia madre mica ha vissuto. Ha dovuto badare a due bambini, far da mangiare etc...i soliti discorsi fatti dalle solite persone che vogliono indicarmi come dai 20 ai 30 (e 40anni ancora) bisogna VIVERE. Al che lo guardavo: arrotolarsi la canna alle 7 di mattino, tra un'occhiata e l'altra al sugo che cuoceva sul fuocarello...per carità un bravissimo ragazzo, però l'ottusità...Lui che ammette: scappato dalla realtà che lo ha toccato dalla nascita (la campagna e pettegolezzi campagnoli), rifugiandosi in città per imparare nelle varie discoteche, Pub e centri sociali cosa vuol dire VIVERE...Maddai !!!
E che avrebbe dovuto fare la sua madre: darsi alla vita, provando questo assagiando quello, tra una Birra e l'altra, un posto e l'altro...sai che esperienza, e detto da uno libertino come me...invece così è arrivata a 40anni: c'ha tutta l'ha vita davanti per divertirsi, e con testa anche.

...Sì, sono stanco..ho girato..ho visto e udito ho toccato e percepito...tra guerre e paci..che non sia l'ora di tornare a casa......solo.....: dov'è???


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Bella domanda! Questo a volte non la sa nemmeno chi da "casa" non si è mai mosso.
Sai, quando ero una ragazzina, avevo scritto una storia che volevo intitolare "nessun luogo è lontano". Ci sono rimasta malissimo quando ho scoperto che il titolo era già occupato
Immaginavo di partire per fuggire a qualcosa che mi faceva male, e quando ero lontanissima scoprivo che quella cosa mi aveva seguita perchè ce l'avevo dentro. La casa può essere ovunque se ce l'hai dentro, credo. O in nessun luogo se non sai farti un nido. Non mi sono mai mossa dalla mia città, io non voglio tornare a casa. Io vorrei riuscire a costruire la mia casa. Che sia mia, che sia calda, che sia accogliente, che sia aperta sul mondo. Che sia un rifugio intimo e caldo. Ma forse non ne sono ancora del tutto capace. O frose ci sono viaggi che non finiscono mai. E per qualcuno la casa è una rulotte (si scrive così?)