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13-05-2005, 03.53.17 | #52 |
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Amica cara
rispondo di getto, non sapendo bene cosa gli altri hanno scritto.
Ti dico solo che il problema non è soltanto maschile, ma, con i dovuti distinguo, equivalentemente reciproco: dunque, ti attesto la mia totale solidarietà. Esco, infatti, allo scoperto, ed ora in poi sarò sincero: finiamola con le personalità multiple giocate nell'agone del caso. Sono un uomo schivo e riservato, non amo affatto le donne, eppure ne risulto tormentato, al limite delle molestie. Esco di rado allo scoperto, perchè prediligo il "vivere nascosto" della saggezza epicurea. In genere passo inosservato. Venti giorni fa, ad un convegno, ho corteggiato una ragazza. Abbiamo avuto un bellissimo rapporto. Nelle settimane seguenti ella mi ha raggiunto in tutti i week end, la mia volontà parendo ininfluente. Nella sola giornata di oggi la fanciulla mi ha chiamato 89 volte (non sto scherzando). Non è la prima volta che questo genere di assurdità mi perseguita. Amici cari mi rimproverano la mia incapacità di negarmi: "non sai dire di no", mi dicono. In effetti è vero: ma il sentire una profonda dolcezza, il darsi nell'onda di questa, non dico che escluda la "particolarità" dell'Altro che se ne fa oggetto, tuttavia non si circoscrive alla sua specificità. Amare è, per me, trascendere l'alterità dell'Altro, uomo o donna che sia. Regali, fotografie che odio, fino al punto di farmi sentire idiota: con la capacità, femminile, di tener testa ad ogni possibile contestazione. Essere oggetti di amore ci obbliga a prenderci cura di quel sentire: la cosa straordinaria sta nel fatto che nessuna donna, al contrario, si sente "responsabile" dei sentimenti che suscita. Personalmente, lo so, sono un uomo molto freddo: mi sono innamorato poche volte, e mai sono stato corrisposto. Molte donne si sono innamorate di me, e mai le ho realmente corrisposte. Ormai provo fastidio di questo genere di coinvolgimenti: non ho più voglia di mettermi in gioco, e mi avvilisce il fatto che qualcuna lo faccia con me. Mi avvilisce, siceramente, non mi gratifica. Eppure mi sento in qualche modo "impegnato" e "responsabile" dei sentimenti che suscito: mentre vedo e riconosco che nessuna donna si è mai presa cura di ciò che, a suo tempo, produceva in me. E' giusto? E' bene? Buona notte a tutti. Ultima modifica di Weyl : 13-05-2005 alle ore 03.55.47. |
13-05-2005, 11.00.13 | #53 |
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89 volte? che calcolando le 24 ore significa una volta ogni quarto d'ora. Se invece ti ha concesso 8 ore di sonno allora ogni 10 minuti! Immagino fossero telefonate brevi.
La differenza tra la tua storia e quella di cui stiamo parlando sta nel fatto che Rodi HA DETTO DI NO. E molto chiaramente. E che il personaggio di cui stiamo discutendo non moesta solo lei. Ovviamente esistono anche donne ossessionanti, se a te capitano sempre donne ossessionanti a cui nemmeno sai dire di no, allora è su di te che devi lavorare. Ma qui stavamo parlando proprio di un'altra cosa. |
13-05-2005, 13.11.10 | #54 | ||||||
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Se così fosse, che è come credo sia, come potrebbe una persona che non rispetta l’altro avere rispetto di se stessa? E se questa persona non ha rispetto per se stessa… la condanniamo vero? Ma se non rispetta se stessa è perché ci è nata così o perché, forse ha avuto una educazione per cui è diventata così? E perché allora non condannare anche chi ha fatto in modo che quella persona è diventata così? Citazione:
Ma questo niente toglie che il comportamento possa essere riprovevole, ma in qualsiasi caso in cui chi ha potere lo esercita con chi è più debole… Può il potere essere esercitato verso chi è più forte? Citazione:
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A quel punto l’incontro non l’altro non è scontro, ma unione di energie, muovendoci in relazione a come l’altro si muove… non potrà colpirci… E’ quello che forse è il concetto della danza della Vita… E noi siamo capaci di muoverci in armonia con la Vita? Forse continua… ciao |
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13-05-2005, 13.29.54 | #55 | |||||||||
Ospite abituale
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Se quello che tu dici fosse il limite delle stronzate credo potremmo anche accontentaci, ma temo che non sia l’unica, ne la la più grossa. Ma questa è solo una mia sensazione, e forse è come dici. Ciò che è rigido inevitabilmente si spezza, ma ciò che è flessibile si muove senza rompersi… La rigidità delle nostre convinzioni ci porta, forse, a stare male, ma se stiamo bene con noi stessi… come potremmo stare male? Ecco perché, forse ognuno vive la vita come sta… Anche se forse al momento sembra non la pensiamo allo stesso modo (forse è solo questione di modi) spero di continuare a leggerti, esponendo, ognuno per il proprio punto di vista che è in quel momento, le proprie riflessioni che l’altro stimola. ciao spada di fuoco |
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13-05-2005, 14.03.41 | #56 |
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1) ho quantificato perchè tu lo hai chiesto.
2) ho specificato che io non usavo un abbigliamento provacante per spiegare che non è quello a far "entrare in anzione" i molestatori. 3) Le ragazzine forse adesso sono più sgamate, ma quelle della mia generazione a 11 anni non avevano gli strumenti per difendersi. Non mi metterei qui a discutere di quanta colpa ha una bambina che non si sa difendere da un adulto che abusa di lei, se permetti! Non è solo questione di coraggio, ma anche una non completa comprensione di quello che ti succede. 4) No, ai ragazzini non succede nella stessa misura e nella stragrande maggioranza dei casi, quando succede sono uomini a molestarli e non donne. Ci sono anche casi in cui è una donna, ma sono più rari e in situazioni ben diverse, come gli abusi famigliari. Ma non voglio entrare in questo campo perchè ora è fuori tema ed è molto più complesso. (anche molto più grave e doloroso per la vittima) Se non ci credi, esistono studi e statistiche. Ti puoi documentare. |
13-05-2005, 14.37.06 | #57 |
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'Penso tu voglia dire, correggimi se sbaglio, che il perverso è quella persona che non riesce a relazionarsi in modo rispettoso con chi ha di fronte… indipendentemente se maschio o femmina…
Se così fosse, che è come credo sia, come potrebbe una persona che non rispetta l’altro avere rispetto di se stessa? E se questa persona non ha rispetto per se stessa… la condanniamo vero? Ma se non rispetta se stessa è perché ci è nata così o perché, forse ha avuto una educazione per cui è diventata così? E perché allora non condannare anche chi ha fatto in modo che quella persona è diventata così?' Non si tratta di condannare si tratta di non condividere modi di comportarsi e cercare di far si che la persona che li adotta smetta di farlo. Sulle ragioni che hanno portato a quello non discuto ma lì non posso arrivare...un po' perchè i genitori sono morti...un po' perchè non conosco le donne con cui ha avuto a che fare in passato. Può essere che sia pure nato così...ma anche io sono nata fatta come sono. 'Allora perché non vedere le ragioni per cui quella ragazzina è imbranata… è nata imbranata? O ci è diventata?... Ma questo niente toglie che il comportamento possa essere riprovevole, ma in qualsiasi caso in cui chi ha potere lo esercita con chi è più debole… Può il potere essere esercitato verso chi è più forte?' Già avevo accennato da qualche parte che andavano bilanciate le due azioni. Per esercitare il potere massimo ci si può provare anche con tutti, ma poi si rischia di farsi male se non si sono valutati bene gli equilibri. 'Perché questo, credo avrebbe dimostrato la nostra incapacità di poter controbattere con il ragionamento a qualcosa che istintivamente sentiamo essere ingiusto ... E’, forse, la differenza tra potere e potenza… A quel punto l’incontro non l’altro non è scontro, ma unione di energie, muovendoci in relazione a come l’altro si muove… non potrà colpirci… E’ quello che forse è il concetto della danza della Vita… E noi siamo capaci di muoverci in armonia con la Vita?' Tendo in quella direzione ma è un imparare continuo e la potenza è ben lontana da me...potente non lo sono...speriamo che un po' di armonia sia lasciata pure a noi... Ma non è una danza che puoi ballare da solo, nè puoi obbligare l'altro a ballarla con te...di sicuro non puoi provare a ballarla con chi esercita il potere in quel modo. ...a te... |
13-05-2005, 15.18.59 | #58 |
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Ciao Rodi, ciao a tutti.
Comincio col dire che la discussione è molto interessante e la seguo da un po’. Ho riflettuto sul cosa dire a mia volta, o sul se avessi avuto qualcosa da dire. Sul tuo comportamento, Rodi, mi sono fatta l’idea che sia forse simile al mio di qualche momento. In un mondo disabituato all’educazione si scambia quella che è gentilezza per interesse di altro tipo. Ad esempio spesso mi è stato contestato che trascorro troppo tempo a parlare con chi non mi interessa sessualmente (“scusa ma se non ti piace che ci parli a fare?”).. ovvero tra uomo e donna non esisterebbe possibile conversazione da effettuarsi per il semplice amore del dialogo, piuttosto che per cortesia (se mi rivolgi la parola o mi fai domande tendo a rispondere, almeno fino a che il tuo modo di porti non diventa maleducato). Ora, questa gentilezza evidentemente ormai non più presente nella società è spesso fraintesa. La gentilezza, però, se accompagnata da un carattere determinato o sicuro si trasforma facilmente in fermezza: se ho detto no è no, se ti fa piacere te lo ripeto all’infinito, anzi più ci riprovi e più mi diverto a dirti no… se poi, dopo aver detto no, mi sento poggiare la mano sul fondoschiena, la mano te la stronco! Non è per tutti così. Esempio pratico, ad una festa un perfetto sconosciuto mi si avvicina e – senza neppure presentarsi – mi dà una leccata da S. Bernardo sulla guancia (azione) io alzo il braccio e senza starci a pensare troppo gli mollo uno schiaffo con tutta la forza che ho (reazione). Esempio numero due. In un bar una mia amica viene avvicinata da un viscido che inizia a baciarle la spalla (azione), lei rimane immobile (reazione). Eppure parlandone dopo emerge che lo schifo provato è stato lo stesso, se non intervenivo io che la strattonavo dicendo “mi sono rotta di star qui andiamo via” non so quanto avrebbe continuato. Il punto è che alle volte, per carattere, non si ha il coraggio di dire mi fai schifo o di tirare un calcio, o uno schiaffo e la situazione può diventare pericolosa. Certo è importante far sapere che circola un maniaco, però è anche vero che in assenza di segnale contrario un uomo può ritenere che la cosa piaccia (parlo dei casi da me citati).. ora di solito la reazione ad un certo punto arriva e da lì nasce tutta la problematica dello stupro, su cui non mi soffermo adesso. Il punto è che la persona che non si sa difendere continuerà a non sapersi difendere e quindi deve lavorare su se stessa, non perché sia colpevole (ci mancherebbe) ma perché è a rischio… non si può eliminare il male, ma si può educare a riconoscerlo. Più in generale, perché molte donne si sentono attratte da certe tipologie di potere maschile, spesso incarnate da figure esteticamente repellenti? Me lo sono sempre chiesto ma non ho mai trovato risposta. Saluti Neve |
13-05-2005, 21.18.52 | #59 | |
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Belle le tue considerazioni... Però riguardo alla gentilezza scambiata per altro a me accade molto di rado da quando son cresciuta...quando me lo posso permettere (cioè nell'ambito privato e del tempo libero) sono abbastanza aperta e socievole anche nel contatto fisico, eppure ste cose non mi succedono. A stare a cio' che esterno l'istruttore di arti marziali (a cui tocco i dorsali ogni volta che lo vedo perchè a furia di maneggiar spade ce ne ha due da manuale) avrebbe duvuto saltarmi addosso. Eppure lui come quasi tutti capisce che c'è cameratismo...è lo scemo che è partito in quarta perchè non gli ho voltato la faccia quando mi parlava dei suoi problemi di prostata... In ogni caso non so proprio rispondere alla tua domanda... che ci troveranno? bò! alle giovani dò la giustificazione dell'inesperienza... alle adulte che ci cascano dò delle sceme. |
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13-05-2005, 22.12.41 | #60 | |||||||
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Tu affermi io affermo e continuiamo ognuno con le proprie affermazioni. Ma cosa potremmo discutere in questo modo? Le affermazioni, forse, si discutono? Ma, a prescindere dalle statistiche, suppongo tu abbia una tua idea e che tu sia anche in grado di motivarla con parole tue, o forse no? Certamente ognuno qui può dire quello che pensa e nel modo che ritiene più opportuno, decidendo o meno di motivare ciò che dice e questo per rendere la discussione più comprensibile, per chi legge, che non le mere affermazioni che, in questo caso, sono come aria fritta se non sostenute da argomentazioni valide. Quello che le affermazioni sembrano dire è che non si sa motivare come vorremmo quell’argomento per dimostrare ciò che sinceramente crediamo sia la verità. Questo crea in noi un senso di frustrazione per non poter dimostrare ciò, che, a sua volta, genera l’irritazione visibile nei conseguenti post. Mi sembra, inoltre, che tu abbia preso solo alcune parti del mio post tralasciandone altre… che forse se discusse ci avrebbero consentito ad entrambi di chiarire meglio il nostro pensiero e valutare poi se fosse o meno giusto. Ma dal momento che non lo hai fatto, forse, ritieni di non dover dire niente in proposito. Nessun problema. Peggio sarebbe, e spero sinceramente per te che non sia così, se non avessi niente da dire perché non hai argomentazioni per sostenere le tue idee, dimostrando anche agli altri che ciò che pensi è solo frutto di pregiudizi… Ma sono certo che non è così.. dal momento che se mi ha detto che posso documentarmi, tu ti sarai certamente documentata e quindi fatta delle idee su ciò che hai letto… Citazione:
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