mi trovo d'accordo con Herzog
'E' sempre una stella irraggiungibile che noi amiamo.
E ogni amore è sempre nella sua profonda essenza una segreta tragedia, ma proprio per il fatto di esserlo, riesce ad avere effetti così potentemente produttivi".
Lou Andreas-Salomè '
sarà....ma questo è l'amore languido e decadente ,amare qualcosa che si sa irragiungibile; ma bada, c'è consapevolezza di amare non tanto l'oggetto del desiderio(che eventualmente raggiunto viene soppiantato da qualcos'altro di più esterno, un po' più irragiungibile)per quello che è ma di amare solo il sentimento di tragedia e di intimo disagio che si prova ad amarlo....E' un po' un amare il rincorrere in se piuttosto che la meta ,un girare suu se stessi di cui si è consapevoli all'atto del disprezzo della possibilità concreta di raggiungimento e conoscenza dell'oggetto del desio....un amore con connotati adolescenziali, a ben vedere, simile a quello per i divi cinematografici o musicali.....
'Disattese aspettative di una vitale e reciproca comunicazione erotico-affettiva sono all'origine dell'aumento di separazioni e divorzi senza più le remore tradizionali a sciogliere il vincolo "finchè morte divida". Escludendo gl'indugi che derivano da eccessive penalizzazioni materiali.
Il connaturato bisogno d'amore induce a investire nell'altro anche superando l'individualismo e il timore di vincoli stabili tipici della nostra epoca. Ma non ci si aspetti troppo perchè anche le esperienze ritentate sono spesso le repliche di un copione deludente. '
sarà....(secondo me alla fine canteremo que sera sera, whatever will be , will be
)
Non c'è nulla di sbagliato nel bisogno di amore; dipende dalle motivazioni che lo reggono, poi, renderlo sano o meno...Volere una persona al proprio fianco perchè è arrivata l'età, ci si sente soli,serve qualcuno che protegga o qualcuno da dominare, il principe azzurro o la principessa azzurra o, per converso, l'uomo che non deve chiedere mai o la donna con i pantaloni......di cosa si ha bisogno?cosa motiva questo bisogno?
in parte il bandolo del tuo discorso è nello iato intercorrente tra la aspettativa personale che si ripone nell'altro, del tutto fantastica (quello che tu chiami il 'troppo' dell'investimento affettivoch cosigli giustamente di non operare), specchio dei desideri segreti che i due singoli ed egoisti formulano più o meno inconsapevolmente, più o meno sinceramente con se stessi e con l'altro e la vera , reale, prosaica vita in comune della coppia che non è deludente di per se , ma è tale in relazione alla proiezione fantastica che si era formulata.E' la definizione della aspettativa del singolo,completamente irreale che falsa il giudizio sulla quotidianità...
Io non la vedrei così tragica:dopo il sogno di due persone che non si conosconoo meglio, che credono di conoscere l'altro e invece si sono costruiti un immagine dell'altro a proprio piacere c'è una fase di reciproca conoscenza e una valutazione delle possibilità di convivenza;se ci sono le qualità di rispetto reciproco ed interesse all'altro, credo si possa convivere , altrimenti queste unioni si risolvono in teatri di esercizi di potere , dell'uno sull'altro o di entrambi con conseguenze non sempre coincidenti con le scissioni della coppia....A volte ci sono coppie che vanno avanti così, con una sorta di piacere non solo di chi domina ma anche della parte dominata o il piacere di reciproca dominazione alternata, ingarbugliata ecc che esulano da ogni giudizio di merito, ma che pur sempre coppie sono;è amore, questo? per loro sì.
'Si dovrebbero valutare sia le rispettive somiglianze che accomunano sia le differenze che allontanano; la propria capacità di amare attraverso l'autoconoscenza che viene approfondita dopo ogni relazione; quanto s'intende aspettare la persona giusta'.
Sarebbe maglio conoscere se stessi PRIMA di intavolare delle relazioni, e non usare gli altri come banco di prova psicanalitica.Lo rtrovo più semplice per se stessi e per gli altri,più rispettoso;certo se non si prova a interrelazionarsi con gli altri è difficile saggiarsi e saggiare, tuttavia esistono molteplici gradi di rapporti,non necessariamnte di coppia, e al loro interno si ha cmq un buon margine di elementi su cui andare ad operare sia auto analisi che analisi...in parte è la spinta biologica che fa confondere nei primissimi anni la necessità di protrarre la specie umana con l'istaurare rapporti di coppia , con l'effetto di vedere ragazzini inesperti di se e del mondo dell'altro mettersi insieme , con istanze ancora adolescenziali(le aspettative che di cui sopra, molto romantiche e molto ormonali
) e, nel bailame degli eventi, del chiodo scaccia chiodo(orrenda ritualistica) a volte non trovano il tempo materiale di capire cosa stanno facendo, chi sono, cosa vogliono da se stessi e poi dagli altri col risultato che a 40 anni sono ancora ragazzi,affettivamente parlando......
E' strano, ma credo che quanto prima e quanto più una persona riesca a diventare il più possibile indipendente dal lato affettivo, cioè, quanto meno ha bisogno degli altri per stimarsi e per sentirsi felice di cio che è, tanto maggiore è la possibilità di fare un buon incontro, duraturo nel tempo..In una coppia il rispetto delle sfere di azione nella vita del partner e dei limiti ad essi connessi credo sia un punto niente male;pretendere di più è da adolescenti, a volte
quanto al concetto di persona giusta ho delle perplessità altalenanti; che ci sia una maggiore affinità con alcune persone credo sia abbastanza evidente.....ma che esista in assoluto LA persona GIUSTA ho molti dubbi.
Credo che l'altro non potrà essere mai perfettamente conosciuto, come il se ,d'altrocanto; per cui il compagno o la compagna che si ha di fronte rimarrà sempre una persona diversa da noi, in una parte sempre estranea a noi cui si deve innanzitutto rispetto, stima.Non credo nelle intime fusioni tra coniugi, non credo nella possibilità che abbiano luogo.Si può stare nella stessa stanza, sentire la persona che si lamenta ma non si sente il suo dolore, così come non se ne percepisce la sua gioia...; è un atto di volontà cercare di farlo almeno nella parte in cui si può esserne partecipi, volontà che trae il suo fondamento dal piacere di farlo.E la sensazione di piacere è personale,non definibile con un legame giuridico religioso in modo automatico,nè col senso del dovere perchè 'è giusto così tra coniugi'