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Ma chi ci ha mai promesso... (riproposta)
Ma chi ci ha mai promesso che nella nostra vita ci sarebbe stato l'amore?
Treni.
Poi brandelli della mia pelle sparpagliati sulla banchina. Il tuo abbraccio, mentre mi riconsegni alla solitudine del mio cammino, a sostenermi fino al primo gradino di un viaggio di cui ormai a stento intuisco il significato.
Sul calendario esiste una casella che indica domani.
Poi mille altre. Quante volte vedrò il sorgere del sole?
E quelle, consumate dal tempo, custodite come tesori inutili. Monete fuori corso.
Ma chi mai ci ha promesso che nella nostra vita ci sarebbe stato l’amore?
Le canzoni dei quindici anni?
Siamo cresciuti nutriti di sogni.
Abbiamo viaggiato tra dentifrici, biscotti e parole comprate.
Ma la vita è quel rivolo di sangue che traccia la strada tra la banchina della stazione e il sedile del treno.
Le chiavi che girano nella serratura di una casa troppo silenziosa.
E quella casella con scritto domani, quando nessuna promessa verrà mantenuta.
E la grigia teoria di identici giorni trascorsi vendendo il susseguirsi dei respiri per denaro. Per comprare altri sogni omologati a prezzo fisso. Canone annuale. Consumare preferibilmente entro il.
Megaschermo, dvd, multisala, registrazione digitale, gsm e connessione in fibra ottica.
Mentre i brandelli della mia carne, sparsi lungo i binari, brulicano di vermi.
Ovvero...
MA CHI CI HA PROMESSO CHE NELLA NOSTRA VITA CI SAREBBE STATO L’AMORE?
Perché noi ce lo aspettiamo, l’amore. Ci illudiamo di trovarlo ad ogni svolta della strada. Salterà fuori e ci dirà, eccomi, ti aspettavo da sempre e rimarrò con te per sempre. E se questo non succede (e posso garantire che non succede mica a tutti!) siamo arrabbiati con la vita e stiamo male.
Poi ci capita di trovare un amore temporaneo. E allora crediamo di essere felici. Gratificati. Soddisfatti.
Fino a che dura. E non dura mai se crediamo che sia nostro per diritto. Se non lo accogliamo ogni giorno come una sorpresa, nuova e gratuita.
Poi, quando finisce, ricominciamo a camminare guardando attentamente dietro a tutti gli angoli. Aspettando l’Amore, quello destinato a noi, che ci accompagnerà per sempre e grazie al quale non saremo soli mai più. E se non lo troviamo siamo arrabbiati, arrabbiati, arrabbiati.
Parlo dell’amore. Ma può essere un’altra cosa: la carriera, il denaro, il successo.
Perché siamo cresciuti credendo che fosse un nostro diritto.
Perché ce lo hanno promesso. Senza che ce ne rendessimo conto ce lo hanno promesso. Il lieto fine.
A quelli della mia generazione lo hanno promesso i film di Walt Disney e le canzoni sentimentali. Ma soprattutto, soprattutto la televisione.
Per farci sognare sogni omologati, standard, che non suscitino scompiglio nel buon ordine sociale.
Perché non fossimo più capaci di sognare da soli.
Perché la cosa più importante fosse avere il denaro per accedere ai sogni in vendita.
E allora via, a lavorare, solo per avere i soldi per comperare sogni.
Ascoltate attentamente gli stacchetti degli spot pubblicitari. Guardate le immagini. Ci promettono che quel detersivo, quella crema, quel dentifricio, quella merendina ci daranno la chiave per accedere alla felicità. E ci forniscono un’idea precisa di come questa felicità debba essere. Guardate le fiction televisive con altri occhi. Cercate la promessa implicita che contengono.
DOMANI NESSUNA PROMESSA SARA’ MANTENUTA SEMPLICEMENTE PERCHE’ NON C’E’ MAI STATA ALCUNA PROMESSA.
L’amore e la felicità non sono un “diritto”, non ci spettano per il semplice fatto di esistere. Bisogna costruirli. Con fatica e sudore. E con la consapevolezza che la vita comprende il dolore. Inevitabile. Quello si che è garantito, promesso a tutti gli esseri che condividono la condizione umana.
E allora che cosa facciamo nei momenti in cui il compimento della “promessa occulta” pare lontano mille miglia dal realizzarsi?
Urliamo: “No, non è giusto! Non voglio questa vita!”
Oppure neghiamo che sia così e ci comperiamo un televisore nuovo, per sognare meglio. O una crema miracolosa che ci toglierà dieci anni di età. O una macchina. La moto. O semplicemente, se non ci possiamo permettere altro, cambiamo bagnoschiuma e facciamo incetta di merendine al cioccolato.
Ma mai, mai rimaniamo fermi ad osservare il dolore. Ad ascoltarlo. Per capirlo. Chiudiamo gli occhi ed il cuore così tanto, vogliamo essere così ciechi di fronte a ciò che si muove dentro di noi, che c’è addirittura chi teorizza che le emozioni, i sentimenti e tutto ciò che caratterizza la vita interiore di un essere umano debba essere esiliato persino dalla poesia, dall’arte. Da quella forma di espressione nata proprio per esprimere l’indicibile.
DOMANI NESSUNA PROMESSA SARA’ MANTENUTA SEMPLICEMENTE PERCHE’ NESSUNA PROMESSA E’ STATA FATTA.
Questo non significa che non ci sarà un futuro, che non ci sarà mai la felicità.
Ma non sarà domani e non sarà il compimento di ciò che ci era dovuto.
Potrebbe essere, se ne siamo capaci, in questo momento esatto. E non è assolutamente detto che abbia l’aspetto che noi desideriamo. Anzi è veramente poco è probabile che lo abbia.
E mentre cerchiamo affannosamente la felicità che ci hanno promesso, lasciamo che la nostra vita marcisca lungo la strada.
E io? Io sono invischiata in questa situazione come quasi tutti gli esseri umani.
La promessa fasulla cui io mi aggrappo è proprio l’Amore Eterno. Per questo parlo in prima persona.
Ho incontrato l’amore nella mia vita. Molte volte. E tante, tante volte mi ci sono aggrappata con le unghie e coi denti perché non finisse, uccidendolo.
E adesso mi chiedo chi mi aveva promesso che lo avrei trovato?
E chi, ancora, che lo avrei trovato in un uomo?
E chi che sarebbe durato per sempre?
Perché mi pare che da nessuna parte ci sia scritto che l’unica forma che l’amore può assumere è quella di due persone che si rotolano nello stesso letto.
ciao
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