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02-11-2004, 15.43.50 | #32 |
iscrizione annullata
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un amico che tradisce la fiducia di un altro amico e gli crea un danno...
una persona che ti ruba il parcheggio tanto cercato... un consulente finanziario che ti convince a fare un investimento che si rivela poi buono per lui che l'ha consigliato e non per chi ha accettato il consiglio... una persona che soffia il lavoro ad un altro solo perchè è raccomandato... volendo si può proseguire... ma se non c'è scambio si può andare avanti all'infinito col rispondere a domande... diventa solo un'intervista |
02-11-2004, 16.03.37 | #33 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
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Citazione:
è successo ad una mia amica... la sorella è stata uccisa dal marito nel momento in cui ha chiesto il divorzio... mi da sempre molto da riflettere il suo atteggiamento, come quello dei suoi familiari...un dolore enorme...eppure una grande pace e consapevolezza e voglia di proseguire con la vita... e non rancore nei confronti di questo uomo... voglia di voltare pagina e di non avere a che fare con lui... dà un grande senso di pace questa donna, di serenità, di voglia di vivere... non so spiegare perchè... |
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02-11-2004, 18.22.11 | #34 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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e l'intervista continua senza risultato...
un amico che tradisce la fiducia di un altro amico e gli crea un danno...
(descrivi la natura del danno ed il danneggiato) una persona che ti ruba il parcheggio tanto cercato... (descrivi la natura del danno ed il danneggiato) un consulente finanziario che ti convince a fare un investimento che si rivela poi buono per lui che l'ha consigliato e non per chi ha accettato il consiglio... (descrivi la natura del danno ed il danneggiato) una persona che soffia il lavoro ad un altro solo perchè è raccomandato... (descrivi la natura del danno ed il danneggiato) |
02-11-2004, 22.31.17 | #37 | |
Ospite abituale
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Citazione:
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03-11-2004, 00.04.52 | #38 |
Utente bannato
Data registrazione: 03-01-2004
Messaggi: 0
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Messaggio originale inviato da FantasiaFinale Allora, la discussione si fa difficile perchè continuo a non comprendere quello che stai dicendo... Proviamo ad essere meno sintetici e a metterci in gioco(anche io sono stato eccessivamente sintetico) -------------------------------------------------------------------------------- Ti ringrazio, mi dai così l’opportunità di mettere in evidenza le mie lacune… modificando eventualmente ciò che penso… riferimento: -------------------------------------------------------------------------------- Comprendere quello che è successo e che ha portato al misfatto è essenziale per prendere una decisione consapevole sul da farsi. (Intendevi questo per comprendere?) -------------------------------------------------------------------------------- Forse, comprendere vuol dire giudicare? O semplicemente capire il processo con il quale l’altro si è comportato in quel modo e, come noi, soprattutto, ci siamo sentiamo feriti… Possiamo capire giudicando? Dal momento che giudichiamo, credo, possiamo solo vedere tutto in funzione di come giudichiamo. Dunque proviamo a rispondere.... Secondo me comprendere non significa giudicare anzi la comprensione dovrebbe precedere il giudizio... Continuando, mentre considero positiva la comprensione (In quanto ci permette di scegliere le nostre razioni) considero come minimo superfluo il giudicare se non deleterio... In quanto nella mia povera etica non c'è nulla di sbagliato se questo non influisce sulla mia sfera personale. In quel caso non considero questa azione malvagia (se intendivi questo per giudicare), ma dannosa... Infatti l'offesa non è un'azione malvagia è una azione dannosa è un ferire.. (lo dice la parola stessa) E non mi aspetto ad esempio danni da coloro a cui ho dato fiducia. Un rapporto credo che si basi sulla fiducia e una volta che questa è stata completamente tradita è scomparasa e a mio parere per sempre... Ed qui che mi chiedo, è possibile, quando la fiducia è stata distrutta, ricostruirla? riferimento: -------------------------------------------------------------------------------- Ovviamente anche la comprensione del motivo interno a noi che ci ha portato ad offenderci è essenziale per due motivi, il primo per comprendere quello che è successo il secondo per metabolizzare il tutto e per usarlo in futuro. (A questo punto mi sembra che stiamo concordando) -------------------------------------------------------------------------------- Quoto Certo, capirne i meccanismi mentali per i quali ci siamo sentiti offesi… Ma capire questi meccanismi, è comprendere che si tratta di reazioni dovute al giudizio che noi diamo alle azioni dell’altro… Rispondo Infatti io le giudico favorevoli, non dannose e dannose... In questo caso la mia fiducia viene tradita e quindi... Ho scritto sopra il dubbio.... Quoto Se non giudicassimo, come potremmo sentirci offesi? Rispondo Ci sentiamo offesi quando sentiamo dolore per un azione altrui... Cosa intendi se no per offesa? Quoto Come dunque giudichiamo? Sulla base di cosa giudichiamo? Forse secondo un patrimonio genetico? O più semplicemente secondo quello che la nostra cultura, le regole sociali, le regole morali e quanto altro ci hanno detto debba essere? Rispondo Qui stiamo entrando nell'etica, la cosa fa paura soltanto a pensarci... Discutere sull'etica è come discutere sul sesso degli angeli.... Per me il perdono si riferisce al dolore causato dall'azione di chi ci ha feriti.... Non all'azione stessa..... Credo di aver capito dove non siamo d'accordo.... Tu anteponi il giudizio alla comprensione, io la comprensione a una reazione. Sei d'accordo? Spero di aver compreso... Spero di non aver sdragionato... .) riferimento: -------------------------------------------------------------------------------- Quotando "Dal momento che perdoniamo, forse... non condanniamo il comportamento dell'altro e assolviamo il nostro? E come possiamo comprendere noi stessi se giudichiamo?" Qui iniziano le dolenti note, non ti seguo più... Mi sembra di intravedere un salto logico... Perdonare non significa accettare quello che ci ha fatto, non significa non condannare moralmente l'artefice del misfatto... E' qui che il mio giovane cervellino non riesce ad andare oltre... So dire che il perdonare non è il non condannare (in quanto se non condanniamo quello che ci è stato fatto vuol dire che lo consideriamo giusto)... Ma non so dire cosa è! -------------------------------------------------------------------------------- Perdoniamo per ciò che ci è stato fatto… Possiamo perdonare qualcuno se riteniamo che ci abbia fatto del bene? Perdoniamo invece chi riteniamo ci abbia fatto del male, vero? Concordo Quindi giudichiamo il comportamento dell’altro come qualcosa di male, negativo… Se così non fosse non avrebbe senso perdonare… Non di male di dannoso.... e non è un giudicare in base al mio codice morale... Ma di risposta agli stimoli Per poter giudicare negativamente l’altro, contestualmente giudichiamo il nostro comportamento positivo… Infatti se giudicassimo il nostro comportamento negativamente potremmo perdonare l’altro che si è comportato negativamente come ci siamo comportati noi? Non per forsa io devo aver fatto qualcosa... Cercherò di comprendere se il mio comportamento è stato negativo nel modo più pregiudiziale possibile (per quanto mi è concesso) nel caso penso di aver fatto qualcosa di male confronto le due cose... Dal risultato scelgo se assolvermi e condannare lui... Se condannare entrambi... E che ne so magari condannare me e assolvere l'altro... Quotando Ecco allora che il perdono dipende da come noi giudichiamo il comportamento… Possiamo comprendere il comportamento giudicando quel comportamento? Rispondo Possiamo giudicare un comportamento senza averlo prima compreso? No non credo.... Lo possiamo fare ma il rischio del pregiudizio è molto ampio... Quotando Cosa mai potremmo comprendere? Credo che comprendere il comportamento sia comprendere come giudichiamo… Come si è formato il nostro giudizio… Rispondo Qui continuo a non capirti.... Perchè credi che comprendere il comportamento sia comprendere come giudichiamo? Quoto E’ sulla base di ciò che crediamo debba essere, il giudizio, che reagiamo interiormente con quell’emozione di sofferenza e che ci porta a condannare il comportamento altrui in maniera negativa… Mmmmm stavo rispondendo man mano che leggevo.... E qui sinceramente non riesco a risponderti... Mi sembra che tu abbia ragione.... O forse arrampicandomi sugli specchi potrei risponderti... Che noi stiamo bene quando le cose stanno al loro posto, e stiamo male quando questo ordine è sballato... I codici morali si sono sviluppati su questo... Preservare un ordine che permetta il quieto vivere di tutti (o del maggior numero di persone)... riferimento: -------------------------------------------------------------------------------- Continuando a Quotare "Se ci fosse comprensione perchè dover perdonare? se lo si è compreso... il problema non esiste..." Anche qui non ti seguo... Perchè una volta compresi i motivi per i quali il malfattore ha compiuto il misfatto, e i motivi per i quali il misfatto ci ha fatto così male il perdonare è qualcosa di così istantaneo? Perchè il comprendere quello che è successo non fa sussistere il problema? E soprattutto cosa intendi per problema? -------------------------------------------------------------------------------- Forse perché comprendere significa scendere nel profondo di ognuno e vedere ciò che siamo, sebbene crediamo di dover essere… Ha senso perdonare una situazione per quello che crediamo debba essere? Perdoniamo perché giudichiamo in un certo modo, ma dal momento che comprendiamo come giudichiamo… e che questo è il frutto di condizionamenti sociali… cosa perdoniamo? Forse… tutto dipende da come noi interpretiamo ciò che accade nella Vita, e se lo interpretiamo… allora può non essere ciò che è, ma, forse, ciò che crediamo debba essere… Ciò che è…. è quello che accade, e l’interpretazione che noi diamo è la reazione interiore a ciò che accade…. Quindi, credo, il problema sia l’interpretazione, il giudizio con cui noi vediamo ciò che accade… Ma una sua oggettività questa cosa che accade c'è l'ha... Cioè o questa azione è dannosa per noi, e non è stata meritata... Oppure questa azione è dannosa per noi ma ce la siamo meritata.... In questo caso, se riesco a comprendere il mio ruolo e ad accettare senza pregiudizi la mia colpevolezza... si il problema non sussiste... non sensto di aver nulla da perdonare.... Ma se nella comprensione senza pregiudizi, riesco a vedere la cosa per come è, e noto che mi è stato fatto dle male senza nessun motivo valido... Bhe il problema del perdonare sussiste.... Oddio.... Spero di non aver follegiato.... Mi sa che mi sono perso.... riferimento: -------------------------------------------------------------------------------- Aspetto la tua risposta FantasiaFinale -------------------------------------------------------------------------------- Fatto!, anche se forse ci saranno punti non comprensibili dovuti a miei limiti espositivi che, spero, attraverso il confronto di poter superare, se fatti notare con argomentazioni adegate.... ciao spada di fuoco Speriomo che la discussioni continua... anche se sta diventando abbastanza mastodontica.... FantasiaFinale |
03-11-2004, 09.07.23 | #39 | |
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Re: e l'intervista continua senza risultato...
Citazione:
...forse e dico...forse... se tu invece di continuare a chiedere agli altri...e provassi ad interrogare un po' te stesso... vedi per me non è un problema risponderti all'infinito... un'utilità ce la potrebbe avere comunque... rispondendoti chiarisco con me stessa ciò che provo... però la comunicazione tra due esseri adulti è fatta attraverso la partecipazione attiva di tutti i partecipanti... che senso ha altrimenti? io non credo di avere nulla da insegnare a nessuno... ho delle idee, giuste o sbaglite che siano per te, e queste manifesto... non avere così tanta paura di esporti da non avere mai il coraggio di manifestarti... è per te che non è bene... io la mia strada la seguo in ogni caso... prova ad esercitarti a fare altrettanto... senza paura... che qui stiamo solo riflettendo... nessuno ha intenzione di mangiarti se provi a manifestare il tuo pensiero... al massimo qualcuno può dissentire...ma solo perchè la pensa in maniera diversa dalla tua... coraggio! |
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03-11-2004, 09.38.13 | #40 |
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intervista da: "Liberà dal conosciuto"
Per comprendere qualcosa dovete viverci insieme, dovete osservarla, dovete conoscerne il contenuto, la natura, la struttura, il movimento. Avete mai provato a vivere con voi stessi? Se sì, comincerete a vedere che non siete statici, ma una fresca cosa vivente. E per vivere con una cosa viva anche la vostra mente deve essere viva. E non può essere viva se è intrappolata da opinioni, giudizi e valutazioni.
Per poter osservare il movimento della vostra mente e del vostro cuore, del vostro intero essere, dovete avere una mente libera, non una mente che è d'accordo o no, che prende posizione nelle dispute, discutendo sulle semplici parole, ma piuttosto una mente che segua con l'intenzione di comprendere - una cosa ben difficile da fare poiché molti di noi non sanno come guardare o come ascoltare il nostro stesso essere più di quanto non sappiano come guardare la bellezza di un fiume o ascoltare la brezza tra gli alberi. Quando condanniamo o giustifichiamo non possiamo vedere chiaramente, e neanche lo possiamo quando le nostre menti ciarlano senza fine; allora noi non osserviamo ciò che è; guardiamo solamente le proiezioni di noi stessi che abbiamo creato. Ciascuno di noi ha una immagine di quello che crediamo di essere o di quello che dovremmo essere, e quella immagine, quel ritratto, ci impedisce nel modo più assoluto di vedere come realmente siamo, È una delle cose più difficili del mondo guardare qualcosa in modo semplice. Siccome le nostre menti sono molto complesse abbiamo perso il pregio della semplicità. Non intendo semplicità nell’abbigliamento o nel cibo, indossando solamente una fascia intorno ai fianchi o battendo il primato del digiuno o queste sciocchezze immature che i santi coltivano, ma quella semplicità che permette di guardare direttamente le cose senza avere paura - che permette di guardare noi stessi come realmente siamo senza alcuna distorsione - di riconoscere quando mentiamo di mentire, e non di nasconderlo o di fuggirne. |