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23-01-2004, 22.32.21 | #72 |
iscrizione annullata
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No.
E' come al solito solo il mio parere. Mi viene spontaneo considerare l'omosessualità una caratteristica. Non tutte le caratteristiche rientrano in grandi gruppi, alcune riguardano una minoranza. Se consideriamo l'omosessualità un'anomalia dovremmo poi mettere nella stessa categoria degli anomali anche tanti altri individui che non rientrano nel gruppo 'di maggioranza'. Come stabiliamo ciò che è normale? E fortemente discriminatorio considerare la normalità degli esseri umani sulla base dei caratteristiche che hanno il numero più elevato di persone. Io lo sento troppo riduttivo. Poi non mi so spiegare bene e me ne rendo conto ma non condivido un'opinione che parte da quasto principio. Per quello che riguarda le cause non so dire. Ma mi sono resa conto vivendo che esistono forme diverse di omosessualità, una puramente 'fisica', l'altra più 'psicologica'. Un amico gay mi ha raccontato che la sua infanzia è stata pesante perchè lui aveva il corpo di un maschio e la testa di una bambina. Ha amato l'essere 'femminile' da quando ha coscienza di se stesso, pur avendo caratteristiche fisiche da maschio. Non sono argomenti da generalizzare, da cercare di inquadrare in schemi. L'essere umano ha caratteristiche così varie che è riduttivo. Mi associo al concetto di Fragola quando esprime che i problemi veri sono da altre parti, in altre situazioni. Credo che il più grosso problema degli omosessuali sia proprio l'atteggiamento che la società ha nei loro confronti e che la maggior parte dei loro problemi derivi da questo. |
23-01-2004, 23.03.36 | #73 |
Ospite abituale
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Messaggi: 375
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Anche per me la differenza tra omo ed etero è fondamentalmente solo una questione di gusti sessuali.
Non la considero assolutamente una patologia da curare, si tratta di un "sentire" la sessualità in modo diverso. Ed il condannare un sentire diverso appunto solo perchè diverso mi riporta ai tempi dell'inquisizione. Come dice Fragola, con la quale concordo pienamente, la patologia da curare è questa continua "caccia al diverso" che questa società ci fa fare. Anzichè coltivare le diverse inclinazioni personali presenti in ciascuno di noi ci spingono, sempre più spesso, a giudicarle per catalogarle ed infine tendere ad eliminare quelle che si discostano dal "giusto" inventato chissà dove. Siamo tutti d'accordo sul fatto che si condanna solo ciò che infligge danno e dolore al prossimo e questo mi basta. Tutto il resto è uno squisito minestrone di varietà comportamentali preziose in quanto genuine. Ho conosciuto (non molto approfonditamente debbo dire...) omosessuali veri ed omosessuali forzatamente finti, le classiche "checche". Quelli che realmente sentono l'omosessualità, se lasciati vivere secondo le loro inclinazioni, non hanno alcun motivo di contrasto con chi li circonda ed è diverso da loro. |
23-01-2004, 23.11.36 | #74 | |||||
può anche essere...
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Citazione:
la trovo un'interpretazione molto bella. Citazione:
perchè: "...non significa quindi che si nasce omosessuali...è impossibile..." ? Citazione:
ma è disturbo ciò che va contro natura? ...ma la psicosi va contro natura? ma noi siamo tutti esseri umani, no? e in quanto tali facciamo parte della natura, o no? tutti. anche Bin Laden. anche Elton John. anche Fabrizio Frizzi, sì, persino lui! il disegno della natura va molto oltre la semplice riproduzione, la natura non si esaurisce lì. Citazione:
...ecco, che ci sia "qualcosa di più dietro" è innegabile...almeno per gli uomini... Citazione:
anche l'eterosessuale rifiuta il suo stesso sesso. |
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23-01-2004, 23.15.47 | #75 | |
può anche essere...
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Citazione:
è una perversione perchè chiamata tale. prova a sostituire la parola "perversione" con "paradisiaci godimenti". no. per me non è un disturbo. per me disturbo è ciò che fa soffrire ("disturba" appunto) il soggetto stesso ..o le persone che lo circondano. direi piuttosto che si tratta di una devianza, nel senso che è qualcosa che non coincide con la normalità (anche Einstein in questo senso è un deviante, aveva un'intelligenza assolutamente fuori dalla norma). |
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23-01-2004, 23.18.24 | #76 | |
può anche essere...
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da quello che scrivi, mi sembra di capire che i concetti di natura e di contronatura che usi siano eufemismi per dire normalità ed anormalità: il continente della normalità è natura, quello che sta oltre i suoi confini è contronatura...se è così, spero di no, è un errore che è stato commesso con frequenza inquietante in tutte le epoche.
(in sostanza concordo con il punto di vista di rodi) Citazione:
...quasi..quasi...tra l'altro ti abito vicino, se ora ti sporgi sul davanzale, puoi scorgere un gorilla dalle lunghe ciglia che ti manda dei bacetti ...sono io... |
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24-01-2004, 01.02.13 | #77 | |
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Citazione:
Tu sai spiegarmi tutte le cause dei tuoi gusti, sessuali e non? Anche per le patologie vere non è possibile individuare delle cause univoche, valide sempre. Figuriamoci per le preferenze. Per ogni singola persona bisognerebbe trovare la singola causa. Perchè è possibile cercare una causa per tutto, anche per il fatto che prendo sempre la pizza con le acciughe. Cercarla è possibile, ma non sempre ha senso. Quello che ha senso cercare secondo me non è la causa della singola omosessualità ma quella del "fenomeno omosessualità" e cioè del perchè l'idea di omosessualità turbi così la nostra società. Tu vedi nell'omosessualità un rifiuto dell'altro sesso, io no. Ho amici omosessuali che hanno molte amiche donne, le stimano, so che mi vogliono bene, non mi sento rifiutata da loro. ho troppo sonno per dire di più, magari ci torno domani. ciao |
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24-01-2004, 01.11.06 | #78 | ||
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Messaggio originale inviato da r.rubin
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Se l'uomo scompare dalla faccia della terra, nonostante la cosa sia naturale - in assoluto - , è contro la natura stessa dell'uomo - in maniera relativa la sua condizione nella Natura - ; questo credo sia ovvio. Ciao, Marco . |
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24-01-2004, 01.18.12 | #79 | ||
Vivi!
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Messaggio originale inviato da Fragola
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Ciao, Marco . |
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24-01-2004, 02.46.24 | #80 |
Vivi!
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Sesso e Genere : Cenni
Freud, per la prima volta, ha postulato una differenza psicologica, oltre che biologica, tra i sessi, proponendo una teoria dello sviluppo psicosessuale. Ha notato che esistono consistenti differenze nella personalità maschile e femminile e che il genere maschile e femminile hanno un’origine diversa e un percorso di sviluppo che segue linee specifiche. Per Freud, il riconoscimento della distinzione tra i sessi, da parte dei bambini, avviene con la scoperta della differenza anatomica tra il maschio e la femmina, che costituisce una svolta nello psichismo infantile, in quanto i bambini cominciano ad attribuire speciali significati alle loro esperienze relazionali, sia attuali che passate, che vengono riorganizzate che vengono riorganizzate alla luce dei nuovi costrutti di mascolinità e femminilità. Money introduce la distinzione tra “l’identità di genere” e il “ruolo di genere”: la prima è l’esperienza di sé come individuo maschio o femmina (o come ambivalente) e comprende anche il conseguente comportamento sessuale, così come l’espressione personale del comportamento maschile o femminile; il ruolo di genere è invece la manifestazione pubblica dell’identità di genere e racchiude l’insieme di quei comportamenti e attività che indicano agli altri l’appartenenza a uno dei due sessi (o all’essere ambivalente), comprendendo il comportamento sessuale. Robert Stoller sottolinea che il “sesso” si riferisce all’essere maschio o all’essere femmina ed è legato alle caratteristiche e ai fenomeni connessi al sesso e alla sessualità, mentre il “genere” descrive in modo più ampio la mascolinità o la femminilità come costruzione psicologica, culturale, sociologica e antropologica. Introduce il concetto di “identità nucleare di genere” : un sentimento precoce di identità che, entro i primi due/tre anni di vita è già stabilito in modo irreversibile. Questo tipo di identità si sviluppa per effetto della convergenza di fattori biologici, fisiologici e di componenti psicologiche, di natura emotiva e cognitiva, e designa il mondo conscio e inconscio di sentirsi e di riconoscersi appartenenti ad un sesso. In questa fase precoce dello sviluppo l’assunzione di identità “nucleare” di genere non comporta una dimensione conflittuale ed è originata da fattori biologici (ormoni sessuali fetali), anatomici e fisiologici (genitali) su cui si fonda l’attribuzione a un sesso o a un altro da parte dei genitori, che a loro volta improntano la relazione con il figlio sulle loro convinzioni e aspettative relative alla mascolinità e alla femminilità, sui personali conflitti di genere e sui loro modelli culturali. L’identità di ruolo di genere indica l’attitudine psicologica ad adottare comportamenti interpersonali che sono tipici del maschio e della femmina. Qui entra in gioco una dimensione conflittuale connessa ai processi di identificazione, all’autorappresentazione pubblica come maschio e come femmina e ai comportamenti maschili o femminili. Le diverse componenti dell’identità di genere, seppur interconnesse, hanno configurazioni a linee evolutive diverse. Fondata sull’identità nucleare di genere, l’identità di genere si consolida tra i 3 e i 4 anni con il concorso di componenti multiple, biologiche e psicologiche di natura affettiva e cognitiva, relazionali, identificatorie e socioculturali. Registra l’autoimmagine come maschio o come femmina, connotata psicologicamente da un sentimento di mascolinità o femminilità che si confronta con gli standard e le aspettative socioculturali ed è accompagnata da sentimenti e convinzioni che aspetti femminili e maschili possono essere presenti sia in un maschio che in na femmina. L’identità di ruolo di genere si riferisce ai “pattern” di comportamento sesso-tipici e alle attitudini personali. La sperimentazione di comportamenti sesso-tipici nell’infanzia è funzionale alla corretta autoidentificazione di sé come maschio o come femmina. In adolescenza, questi comportamenti vengono revisionati nel momento in cui si deve negoziare una maggiore o minore corrispondenza della propria mascolinità e femminilità alla codificazione culturale, selezionando comportamenti di ruolo di genere maggiormente corrispondenti al senso oggettivo del genere. Si chiarisce così l’orientamento sessuale, la consapevolezza e l’autodichiarazione di sé come eterosessuale, omosessuale o bisessuale, in accordo con ciò che costituisce un’attrattiva sessuale. Questa consapevolezza consolida l’identità sessuale riferibile a fantasie e comportamenti sessuali che fanno sentire maschile o femminile un individuo e che devono essere integrati stabilmente nell’autoimmaginazione di sècome individuo sessuato. Disturbo d’identità di genere. Cauldwell fu il primo a determinare psychopathia trans-sexualis una condizione atipica di psicosessualità di quegli individui che volevano vivere e ricoprire i ruolo del sesso opposto. Con il termine transessuale, si definì – in seguito – un individuo di un sesso biologico che manifestava disagio per questa appartenenza, desiderando essere del sesso opposto. Viene definito un individuo biologicamente maschio che avverte il contrasto tra il sesso biologico e quello psichico, “male-to-female”(MF), e nel caso delle donne, “female-to male”(FM). Il disturbo d’identità di genere si identificava, all’inizio, esclusivamente con la condizione di transessualismo e non era adatta a descrivere i differenti pattern comportamentali e motivazionali del disturbo e i vari gradi di non corrispondenza tra il sesso biologico e quello psichico.successivamente venne creato il termine “sindrome di distrofia di genere” per descrivere una più ampia gamma di disturbi nell’ambito dell’identità di genere. Le caratteristiche del disturbo d’identità di genere si riferiscono a varie aree del funzionamento del bambino, dell’adolescente e dell’adulto: l’affermazione di essere del sesso opposto, il modo di vestire, la preferenza per alcuni giocattoli, l’assunzione di ruoli sesso-tipici, la relazione con i pari, i manierismi e i modi di parlare, la penosa inquietudine anatomica in relazione ai propri genitali e a tutto il corpo, l’evitamento nei bambini in giochi turbolenti, ecc.. In sintesi, questo disturbo intende un’intensa e persistente identificazione con il sesso opposto e un forte disagio di appartenere al proprio sesso. In adolescenza si manifesta con il desiderio di essere del sesso opposto, di adottarne i comportamenti e di essere considerato e trattato dagli altri come un individuo del sesso opposto in quanto persiste la convinzione interna di avere sentimenti e reazioni tipici dell’altro sesso. È accompagnata dall’avversione verso il modo di vestire e le attività sesso-tipiche, si mostra un’incapacità ad adattarsi al contesto ambientale, hanno difficoltà nelle relazioni sociali, nel lavoro, nella scuola e ad adottare modelli comportamentali connessi con il proprio genere. ECC...ECC…ECC… Maggiori informazioni - se interessano - rimandate, causa crisi di estremo sonno... ... Ciao, buona notte o buon giorno, Marco. |