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15-05-2008, 10.25.10 | #32 | ||
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Citazione:
che ci si sta a fare in un luogo di dialogo se si ritiene il dialogo impossibile? Citazione:
Personalmente la rigetto! |
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15-05-2008, 11.14.19 | #33 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-05-2006
Messaggi: 143
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Citazione:
Anche tu ometti l'oggetto, il dialogo con chi? E poi iul, ma tu che dialoghi da anni, come mai leggo diversi utenti che hanno scritto (il concetto), "che tanto le rispettive posizioni ormai si conoscono in abbondanza per le volte che sono state ripedute (e il compromesso non è stata trovato) e che quindi, ognuno continua a rimanere della sua opinione.. Insomma, se questo è il risultato dei fautori del dialogo, ma allora, ma che dialoghi affà? Non è proprio perche' l'unico dialogo possibile tra le "false coscienze" e' il "falso dialogo" ? Dei monologhi camuffati da dialoghi? E allora , tanto vale fare due monologhi! Almeno non vi prendete per .... |
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15-05-2008, 14.27.00 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
..........in effetti.............. è oggettivamente possibile che i tentativi dialogo si risolvano in ..... casuale incrocio di monologhi.
Resta una differenza forse sostanziale tra il monologo che avrebbe voluto essere dialogo e il (diverso) monologo che nasceva consapevole d'essere monologo. E' una differenza sostanziale (e per me comica) quando entrambi si situano QUI. La differenza che vedo è questa, ATTESO CHE ENTRAMBI - SE QUI - SI COLLOCANO IN UN LUOGO DI POTENZIALE E SPERATO DIALOGO: - il monologo che avrebbe voluto essere dialogo.... e che certamente trova (ALMENO) audience.... non era accompagnato dalla presunzione di bastarsi nell'ipse dixit; - il monologo che nasceva consapevole d'essere monologo, INVECE, dovrebbe forse spiegare a se stesso..... perchè si ritrova bisognoso di audience a cui non sa dare, da cui non sa prendere, di cui - semplicemente - conta che "ci sia" ?....... forse concependola come palestra d'assertività altrove denegata ed irrisa?..... Più semplice: perchè scegliere luoghi di SPERATO dialogo per intortare monologhi |
15-05-2008, 15.05.35 | #35 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Citazione:
Accade, lo riconosco, che io possa mancare di sintesi (deriva dalla Fiducia nell'Altro, però). A scanso di equivoci propongo la sintesi di quel che ho cercaro di dire. Fare due monologhi credendo nel dialogo può equivalere a prenderSI per.... Fare UN monologo volendo e sapendo di far SOLO quello .... in un luogo di DIALOGO... equivale probabilmente (il probabilmente è di cortesia vergognosamente ruffiana) a prenderE per............... quella che si considera (forse UN PO' affrettatamente) PLATEA.... .........de che.... de chi..........? |
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15-05-2008, 15.52.29 | #36 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Citazione:
Cerchiamo di capire a cosa si pensa quando si utilizza il termine "dialogo": si tratta della comunicazione tra due o più persone, che si realizza indipendentemente dai risultati che si rende possibile raggiungere, con lo scopo di illustrare reciprocamente le proprie idee, convinzioni, informazioni (ma anche, in situazioni diverse, stati d'animo, sentito interiore etc.). In tema di "patologie del dialogo" tu sei l'ultima - io credo - che possa fare diagnosi agli altri o dare insegnamenti. Basta andare a rileggersi il topic sull'allumeuse, da cui nasce tutta la materia del contendere, per trovare le tue "volontà di dialogo", consistenti in assolute negazioni di stati di fatto. Io ho continuato a dialogare con te - nonostante tutto - mettendoti sotto il naso la realtà delle cose (non opinioni, dati di realtà) e tu vieni qui a discettare di monologhi altrui, quando la tua volontà di dialogo consiste nella pura e semplice negazione delle cose che non ti piace vedere. Mapperfavore........ Ciò che trovo straordinario - quasi fenomenale - è, invece, la persistente licenza di "monologo" concessa a tale arsenio, il quale sembra utilizzare questo forum come una sorta di edicola per le pubblicazioni personali, sordo ai commenti che non gli sconfinferano, assiso sui suoi topic come fossero luoghi privati, dedito a predicare il suo femminismo abulico sfornando decine e decine di argomenti tutti ricalcati l'uno sull'altro ed estraneo ad ogni altro contesto argomentativo che non sia da lui gestito come una proprietà personale. E tu, donella, vieni ad attribuire monologhi a me; io che ho perso intere pagine a dialogare con te, che intendi il dialogo come adesione a te stessa? Lo ripeto: mapperfavore......... |
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15-05-2008, 18.00.48 | #37 |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-07-2007
Messaggi: 343
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Il dialogo, sempre secondo la mia personale opinione, presuppone una cosa: l'ascolto.
Quando il dialogo cessa, cessa perché essenzialmente non c'è ascolto. Perché ci sia vero ascolto bisognerebbe creare uno spazio dentro di sé per accogliere l'altro. Ormai frequento pochissimo questo forum perché mi sono resa conto che non mi faceva bene. Se a volte battagliare per le proprie idee può essere un esercizio interessante, me alla lunga stanca, specialmente se diventa un esercizio di potere. Stancano le risposte aggressive, stancano gli atteggiamenti giudicanti... Dietro ogni cosa scritta c'è sempre una persona, e spesso le cose che più ci appassionano o ci ossessionano nascono da un particolare vissuto. Non tenendo conto anche di questo, spesso possiamo ferire la persona che sta dietro a questo schermo, possiamo attaccarla nei suoi punti deboli, possiamo anche allontanarla se siamo bravi ad argomentare senza, appunto, avere la benché minima capacità di ascolto. Alla fine le discussioni degenerano e vengono chiusa, oppure vengono disertate per sfinimento. Certo, mi si obietterà, qui si discute e bisogna saper accettare anche il dissenso, anche quando questo assume toni beceri o ricorre ai mezzucci del sarcasmo o dell'insulto velato. Ma per quanto mi riguarda sono disposta ad accettare il dissenso solo da chi prima ha avuto la pazienza e la capacità di ascolto necessarie per capire quello che dico e magari la persona che ci può essere dietro a quello che dico. |
15-05-2008, 20.01.02 | #38 |
Ospite
Data registrazione: 04-05-2008
Messaggi: 25
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Dopo tanto patire sono giunto alle seguenti conclusioni :
l'uomo e la donna sono: 1 un male necessario l'uno per l'altra 2 come i cavoli a merenda 3 due rette parallele destinate a non incontrarsi mai se non all'infinito, e hai voglia ad aspettare l'infinito 4 due esseri estranei che la forza della natura spinge l'uno sopra l'altra per la procreazione 5 uno strano caso di 'meglio male accompagnati che soli' quali che siano le conseguenze 6 la dimostrazione di un assurdo : l'incompatibilità. come se un una sfera combaciasse con un cubo 7 eppur si cercano: dimostrazione che il cervello va in pappa e fa tutto lui. chimica cerebrale , null'altro. i poeti lo chiamano "amore" |
15-05-2008, 22.09.38 | #39 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Citazione:
Vedi - kore - la prima cosa che mi è venuta in mente leggendoti ora, è stato (ad es.) ritornare a quell'argomento intorno al rettore di Harvard ed alle differenze tra l'intelletto maschile e quello femminile. Ricordo che, nel contesto di quella discussione - di fronte all'evidenza del fatto che quel tale rettore Larry Summers fosse stato costretto a dimettersi per avere espresso la propria convinzione sull'intelletto femminile - la tua posizione è stata di "negazione" pura e semplice della cosa, in quanto quell'informazione non corrispondeva, evidentemente, allo scenario della realtà ed ai princìpi di libertà d'espressione che a te piace configurarti in quanto donna emancipata e (presumibilmente) democratica. "Si è dimesso - ripetevi - si è dimesso"; intendendo che lo aveva fatto per conto proprio, non costretto dalle circostanze. Non volevi riconoscere che era stato "fatto dimettere" dalle polemiche e dagli interventi politici, per avere intaccato princìpi ideologici di "politically correctness", cogenti e vincolanti come "comandamenti morali" del nostro tempo in favore della "donna" e dell'ortodossia dell'eguaglianza sessuale. Ecco, senza inoltrarmi ancora nella questione, mi piacerebbe che tu ripensassi al tuo commento attuale in questo topic alla luce di quella tua modalità di dialogo di allora, che chiama in causa, in ordine alla "capacità d'ascolto", tanto te, quanto me, quanto tutti gli altri. ......e chiama in causa, io aggiungerei, anche la correttezza e l'onestà intellettuale delle posizioni che si intende sostenere. Poi, se lo riterrai, ne riparliamo senz'altro; quantomeno la mia personale disponibilità al dialogo - a differenza di altri - rimane inalterata. |
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16-05-2008, 09.08.30 | #40 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Quando il dialogo cessa
Citazione:
Esempio da manuale di mancato ascolto con allarmante sintesi... del CONTRARIO ESATTO di quanto ho cercato di dire. (è tutto scritto, quindi verificabile; solo che non basta scriverlo e saperlo scrivere.... effettivamente bisogna anche leggerlo e saperlo leggere) Traduzione: riguardo al "dialogo" ero e resto completamente d'accordo con quel hai scritto TU SUL DIALOGO. Peccato non poter essere d'accordo sulla percentuale in cui lo applichi quando passi dalla teoria alla pratica. -------------- Poichè manualisticamente utile ai fini di ogni "dialogo sul dialogo" , torno volentieri alla da te ricordata discusione sull'allumeuse, la quale era diventata (a mio personalissimo giudizio) un guazzabuglio schizzatello per almeno tre ragioni che, volendo, possono tutte ricondursi ai TUOI interventi lì: 1) accapigliamento sugli usi e costumi del Brasile (!) 2) dissertazione OT sul REATO DI VIOLENZA con tanto di aneddotica e giurisprudenza... che poteva anche essere interessante, solo che non c'entrava un tubo; 3) schermaglie al maschile sul modo più figo si sostenere la questione maschile. Quelle di cui al punto 3 sono le stesse RIesplose in questa (a proposito di edicole, manifesti e assertività impermeabile e sorda anche al semplice ALTRUI interesse, probabilmente determinante quando si desidera dialogare). RIesplose QUI con cotanta virulenta energia ... da legittimare il dubbio che la prima "questione" cara ad alcuni .... più che "maschile".... sia prettamente INDIVIDUALE. |
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