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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 20-04-2008, 11.12.06   #1
arsenio
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Nel deserto dei sentimenti

“il maschio deve riscoprire il femminile che porta dentro di sè e stabilire un rapporto autentico con le donne”

(A. Carotenuto, Eros e Pathos)

In forma concisa è il concetto da me proposto in un 3d mesi fa e che solleva a tutt'oggi dissensi; in forme più oblique e sfumate pure dai nick femminili. Mai nessuna qui mi ha affiancato sostenendo o discutendo la mia tesi, ma hanno preferito, in forme oblique o implicite, schierarsi con la disapprovazione dei "neomoralisti" maschili.

Eloquente cartina da tornasole per la temperie affettiva della nostra società. Per conflitto delle identità di genere che impronta sempre i rapporti di amicizia e d'amore con l'altro sesso; per la progettualità educativa della scuola oggi piuttosto attenta alla scoperta delle emozioni, per la società anaffettiva che non comunica, ecc. E' una palese testimonianza del declino di certi valori umani. Tanto più significativa in quanto i topic del dissenso sono stati lanciati in un forum che si presume frequentato da cultori delle scienze umane.

Nessuna nick-donna ora oserà concedermi un'estrema parola di solidarietà avvalorando l'esigenza del maschio che ha imparato a far dialogare l'emisfero del Logos razionale-maschile con quello del Pathos- “femminile”. Sede dell'intuizione, dell'empatia, della sensibilità che,non è mai stata considerata dalla società occidentale. Che si conferma sempre più “liquida” e determinata dalle “passioni tristi”. L'universo maschile sempre più fragile e insicuro ha bisogno di arroccarsi in difensive rivendicazioni e posizioni di ostentata aggressività maschilista, prese ormai a modello pure dall'ideologia posfemminista che ha rinunciato a imporsi per equiparare la sua “differenza di genere a quella maschile. Salvo certe donne residuali considerate anacronistiche, al pari del maschio che riscopre il “femminile”

Nel deserto dei sentimenti

Le parole nostre
d'emozione pura
ci fanno capire
in forme di scrittura
quello che il pensiero
più non riesce a dire.

Dove per le comuni genti
s'è spento ogni calore
spogliare l'anima
per svelare i sentimenti
è diventato
un oltraggio al pudore

Sono interdette
l' espressioni della passione
e nessuno ha ormai il coraggio
d'usare il linguaggio
dell'amore.

Quale pena se denudare
il cuore
è un'oscena esibizione
da punire con la morale
della disapprovazione.

Arsenio


Nonostante le lotte le donne non hanno percepito l'importanza della loro liberazione che ora s'identifica con il diventare “uomini”ricevendo qualche compenso dal padrone.
Prendere l'uomo come modello della propria liberazione non è una scelta di autonomia né di originalità: è la cultura al maschile.
Ma diventare donne richiede di appropriarsi dell'identità femminile, che non è solo uno stereotipo sociale. Ma poche residuali lo sanno, come dicevo. Si tratta di elaborare un'identità culturale democratica nuova dove si rivalutino le sue capacità, sia nell'intimità che nella vita. Nella quale la donna sia portatrice di valori diversi perchè l'essere umano non è unico con una cultura al neutro.
La differenza non è solo biologica o sociale, ma si tratta di un modo di essere in relazione con sé, con l'altro, con il mondo, e ciascun sesso ha una sua identità relazionale. Quella femminile va coltivata per la felicità umana.
Vogliono trasformarsi in “uoma”? Ma ricordino che anche “uomo” è una dualità con una parte maschile e una parte femminile che hanno pari dignità che vanno valorizzate entrambe.
La civiltà occidentale ha sempre disconosciuto il Pathos dell'emisfero “femminile” per convenzione. Vi risiede l'intuizione, la comprensione, la comunicazione psicoaffettiva, ecc. Quali saranno le implicazione dell'avvento delle “uome”? L'uomo si irrigidirà ancor più mascherando la sua insicurezza da coniglio dietro la maschera grottesca del leone.
arsenio is offline  
Vecchio 20-04-2008, 12.28.08   #2
Scorpion
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Riferimento: Nel deserto dei sentimenti

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
“il maschio deve riscoprire il femminile che porta dentro di sè e stabilire un rapporto autentico con le donne”

(A. Carotenuto, Eros e Pathos)

In forma concisa è il concetto da me proposto in un 3d mesi fa e che solleva a tutt'oggi dissensi; in forme più oblique e sfumate pure dai nick femminili. Mai nessuna qui mi ha affiancato sostenendo o discutendo la mia tesi, ma hanno preferito, in forme oblique o implicite, schierarsi con la disapprovazione dei "neomoralisti" maschili.

L'uomo si irrigidirà ancor più mascherando la sua insicurezza da coniglio dietro la maschera grottesca del leone.
Al riguardo non ho la tua preparazione, pero', da giovane uomo ti chiedo: gli uomini hanno solo da imparare dalle donne? Oppure credi che il discorso valga anche al contrario? E nel riferirti alle insicurezze maschili, fai riferimento anche a te stesso?
Scorpion is offline  
Vecchio 21-04-2008, 00.39.59   #3
gyta
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Il Deserto Dei Tartari

Citazione:
Originalmente inviato da Scorpion
Al riguardo non ho la tua preparazione
E meno male!!
Stereotipare è l'esatto contrario di reale criticità capace di indagine profonda,
e quando mascherata dal filosofare si rivela un vero e proprio sfascio di soddisfazione autoerotica.. perché l'autentica indagine dovrebbe, a mio avviso, su stessi porre basi e luce, prima di tutto da se stessi partire affinché il fine delle generalizzazioni risieda nel gioco a specchi della nostra stessa anima..

Come essere umano.. potrei indignarmi di fronte classificazioni seriali.
Come donna.. potrei indignarmi di fronte classificazione seriali.
Come Saggezza.. mi diverto ( a volte) al teatro delle maschere.


Arsenio, ti mai chiesto se in questo tuo modo di scrivere ci fai o ci sei (ad accarezzare immense classi di superfici)?
Attenzione che a forza di maneggiare le superfici non ti scappi maldestramente anche qualche verità realmente autocritica.. che magari ti porti malgrado la strada intrapresa ad una qualche consapevolezza reale di sorta..

Mi dai (e non penso di essere la sola ad aver avuto questa impressione!) l'impressione di chi tocchi tutto e di tutto e da nulla si voglia far toccare.. se non nella mera apparenza di un apparente filosofare: ciò che all'inizio mi parve un tuo buon procedere analitico si rivelò (ai miei occhi) ben presto una semplice tua volontà di dipinto privo di reale partecipazione attiva.. Allora, meglio i copia-incolla lontani dalle pretese di reale interazione comunicativa..

Altro che "deserto dei sentimenti"! Titolerei più che altro "Nel deserto dei Tartari".. dove il nemico tarda a venire (e mai verrà!) ed i piccoli mostri interiori prendono le più disparate forme.. sotto dichiarate e comode categorie contro cui schierarsi facile si aggira il mostro imperante di se stessi..

Vedi, non avrei nulla da ridire contro le tue argomentazioni, se queste fossero sostenute da una prima persona che si affaccia e si <sporca> di suo nell'argomentarle.. I concetti che fondamentalmente abbraccio anch'io in toto
attraverso questo tuo "nemico fuori dalle mura" diventano invece astrattismo ideologico che porta all'esatto contrario di dove la presunta direzione d'inizio indicherebbe: la partecipazione profonda e reale, la messa in gioco diretta di sé stessi, dei propri sentimenti, del proprio intimo sentire ed essere.
Allora, sì, potremmo dire: nessun femmile/nessun maschile che non sia simbolica rappresentazione di concatenamento stesso dell'essere in se medesimi.

Buon teatro!

Gyta
gyta is offline  
Vecchio 21-04-2008, 13.43.25   #4
arsenio
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Riferimento: Il Deserto Dei Tartari

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
E meno male!!
Stereotipare è l'esatto contrario di reale criticità capace di indagine profonda,
e quando mascherata dal filosofare si rivela un vero e proprio sfascio di soddisfazione autoerotica.. perché l'autentica indagine dovrebbe, a mio avviso, su stessi porre basi e luce, prima di tutto da se stessi partire affinché il fine delle generalizzazioni risieda nel gioco a specchi della nostra stessa anima..

Come essere umano.. potrei indignarmi di fronte classificazioni seriali.
Come donna.. potrei indignarmi di fronte classificazione seriali.
Come Saggezza.. mi diverto ( a volte) al teatro delle maschere.


Arsenio, ti mai chiesto se in questo tuo modo di scrivere ci fai o ci sei (ad accarezzare immense classi di superfici)?
Attenzione che a forza di maneggiare le superfici non ti scappi maldestramente anche qualche verità realmente autocritica.. che magari ti porti malgrado la strada intrapresa ad una qualche consapevolezza reale di sorta..

Mi dai (e non penso di essere la sola ad aver avuto questa impressione!) l'impressione di chi tocchi tutto e di tutto e da nulla si voglia far toccare.. se non nella mera apparenza di un apparente filosofare: ciò che all'inizio mi parve un tuo buon procedere analitico si rivelò (ai miei occhi) ben presto una semplice tua volontà di dipinto privo di reale partecipazione attiva.. Allora, meglio i copia-incolla lontani dalle pretese di reale interazione comunicativa..

Altro che "deserto dei sentimenti"! Titolerei più che altro "Nel deserto dei Tartari".. dove il nemico tarda a venire (e mai verrà!) ed i piccoli mostri interiori prendono le più disparate forme.. sotto dichiarate e comode categorie contro cui schierarsi facile si aggira il mostro imperante di se stessi..

Vedi, non avrei nulla da ridire contro le tue argomentazioni, se queste fossero sostenute da una prima persona che si affaccia e si <sporca> di suo nell'argomentarle.. I concetti che fondamentalmente abbraccio anch'io in toto
attraverso questo tuo "nemico fuori dalle mura" diventano invece astrattismo ideologico che porta all'esatto contrario di dove la presunta direzione d'inizio indicherebbe: la partecipazione profonda e reale, la messa in gioco diretta di sé stessi, dei propri sentimenti, del proprio intimo sentire ed essere.
Allora, sì, potremmo dire: nessun femmile/nessun maschile che non sia simbolica rappresentazione di concatenamento stesso dell'essere in se medesimi.

Buon teatro!

Gyta

Cara gyta, sei perfetta per il mio copione, insperata comparsa, e ti ringrazio. Aspettavo proprio qualche commento del tipo da te espresso. Sarai l'unica, e io non ne prevedevo alcuna. Ma mi vai bene perchè credo che tu rappresenti ciò che pensano le altre ragazze del forum su di me. Con il tempo il pensiero di group vi assimila un po' tutte anche se non ve ne accorgete. Per mia fortuna ci sono alcune eccezioni. Nelle fiction più riuscite c'è infatti sempre una soccorritrice che salva l'...eroe ( piuttosto antieroe nel mio caso) il cui cuore di sasso cela inusuali tenerezze ... Bello il “deserto dei Tartari” ... se riesci a rammentarne qualcos'altro, io m' idenfichirei non tanto in Drogo ( ma mi piace anche lui, che muore guardando le stelle in un paese straniero ed ostile), ma nel tenente Angustina. Se non lo ricordi più, buona rilettura, e casomai ne riparliamo.
Mi spiace vederti un po' confusa. Ma è un po' l'effetto dell'assiduità dei forum virtuali
che assimila e fa assumere a tutte un linguaggio un po' rarefatto,ma non sempre lieve. E a me piacciono le ragazze un po' più giocose, che sanno recitare vari copioni, per ogni stagione.


A gyta

Oh! Gyta ricercata
alfine t'ho trovata.
Se la vita è teatro
la recita mia non t'è piaciuta?
eppur non è finita.

Forse non l'hai capita
o qualcosa t'è sfuggyta ...
ma non ne farò tragedia.

E' una commedia la vita
ed' è musica di lode per me
la tua critica scontata

Gyta amica mia, dài
qui ancora un po' rimani
chissà, se prima o poi
da te otterrò ...
...un bel battimani.

arsenio



X scorpion : leggimi meglio: ho sempre detto che la maschilità è un valore di pari dignità e da valorizzare come le qualità che per convenzione la nostra civiltà identifica con una certa sensibilità di genere femminile. Maschilità, che comprende tratti tipici di genere: Logos, ma che non disconosce il Pathos, Se poi le ragazze qui apprezzano più i maschi che rifiutano quella conoscenza del mondo che concede l'accostarsi all'educazione e intelligenza emotiva, non è colpa mia. Auguri.
arsenio is offline  
Vecchio 21-04-2008, 13.57.00   #5
vero
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Riferimento: Nel deserto dei sentimenti

estratto di un libro di Raffaele Morelli "Le piccole cose che cambiano la vita" appena letto, da condividere con voi.

E la donna che cambierà il mondo

Ma dov'è finita l'interiorità,dove si è rifugiata?Perché passiamo ore davanti alla tv a guardare programmi demenziali,dove il banale,l'inutile,conduce la sua danza?Perché consumiamo droghe,psicofarmaci,analgesici e farmaci in generale,come fossero caramelle e come mai nessuna epoca ha fatto?
Perché,secondo i sondaggi,il sentimento più sgradito,più temuto,più sofferto è la solitudine?
Perché non sappiamo stare da soli?Quali mostri temiamo di incontrare quando siamo con noi stessi?
Siamo diventati "esterni",guardiamo solo la superficie,e crediamo che i nostri pensieri siano tuuto cio' che c'è dentro di noi.E cosi,pensiamo,pensiamo...
Siamo diventati "grandi programmatori",abbiamo sempre in mente grandi progetti,mete da raggiungere.Ma,ammonisce Alan Watts:"un mondo che s'interessa solo di "arrivare in qualche posto" il più rapidamente possibile,diviene un mondo senza sostanza"
Quando siamo da soli,non facciamo che ragionare,quasi mai ci lasciamo andare alle fantasie,alle immagini,al silenzio interiore,al vuoto.Crediamo che senza pensieri non siamo niente e...ci sbagliamo.Ci sbagliamo per davvero.Pensiamo che il mondo sia tutto qui: pieno di cose da dire,da fare,pieno di "efficenza" da dimostrare.Dobbiamo sempre essere all'altezza...Essendo diventati solo esterni,ci sembra di non avere più risorse interne,di non possedere soluzioni se non quelle che ci arrivano dai rotocalchi,dal gossip,dove i nostri modelli,gli attori,i politici,le star della tv sono tutti centrati sull'apparire,sull'essere belli,sull'artificiale,sul lifting.Crediamo che il mondo sia solo quello che vediamo fuori di noi...
Insomma:siamo diventati stranieri a noi stessi,non sappiamo più chi siamo,dove andiamo,qual'è la nostra via,il nostro destino.
Siamo fragili come non mai,e i disaggi collettivi come l'ansia,la depressione,il panico,insonnia,obesità vengono a trovarci,ad assalirci,ad anientarci.
La nostra anima è scontenta di noi,le nostre forze interiori sono stanche,sfinite dal continuo pensare e ripensare alle cose,dai continui giudizi e critiche che facciamo su noi stessi.Eppure,dentro di noi esiste,nel silenzio,qualcosa che ci vuole aiutare,che ci vuole portare via da tutto questo,che ci vuole ridare la vita,che ci vuole restituire cio' che non sappiamo più di avere o che abbiamo perduto.
Non stiamo male perché sono tramontati i "valori di una volta"(coppia,matrimonio,famig lia,figli),ma perché ci ostiniamo a ritenerli perenni,perché ci sforziamo a voler essere sempre uguali,sempre identici ai nostri padri,ai nostri nonni.
Di questo gli uomini hanno fatto il loro credo fondamentale:figli di un'idea antiquata di virilità,di dominio e di possesso,hanno concepito e fissato dentro di loro dei condizionamenti atavici,ereditati,da cui non riescono ad allontanarsi,di cui non riescono a fare a meno.
Quando una civiltà,una cultura,un'epoca si ripiega sulle sue certezze,l'evoluzione si arresta,e allora gli dei scendono in campo:ci "prendono per mano",spazzano via cio' che di vecchio ci si è attaccato adosso,ci preparano al cambiamento,alla trasformazione.
Trasformarsi significa ampliare la coscienza,essere più "ricchi",più liberi,meno ancorati all'esterno,meno prigionieri delle gabbie in cui siamo chiusi.
Che ne sarà di noi se siamo solo pensieri ripiegati sull'esteriorità,sull'apparire ,sulla credenza che il mondo che vediamo è tutto quello che c'è?
La donna è infelice
E allora la Dea tra le dee,la signora del mondo per eccellenza,quel feminile dal volto misterioso e senza tempo,scende in campo e chiama a raccolta le donne,le invita a prendere parte alle cose del mondo,a cambiare il maschile,a farlo diventare e ritornare utile all'evoluzione.
"Dove sono i veri uomini?" si chiedono le donne di oggi.
Significa che la loro donna interiore è scontenta,che la Donna di tutte le donne che abita ognuno di noi,maschi e femmine indistintamente,è infelice.Si,l'anima del mondo si sente relegata dalla vita,inaridita,allontanata,sco nfitta.Come chiamare questa Donna senza volto e senza tempo di cui nessuno è mai riuscito a sollevare le vesti,a toglierle il velo?
Apuleio,autore delle Metamorfosi e di quella fiaba magistrale che è Amore e Psiche,la chiama Iside,la sola vera unica Dea che sia mai esistita.E sempre lei che,cambiando forma e nome nei luoghi e nei tempi,si trasforma in Venere,in Minerva,in Giunone,in Proserpina..sino ad arrivare alla Maria e alla Maddalena dei cattolici,alla Miriam degli ebrei,alla Sofia dei filosofi.Iside ha tante sfumature,tanti volti,tante faccie,tante anime,e tutte sconosciute,tutte misteriose.
In qualsiasi forma Iside si presenti,la Dea tra le dee incarna tutto il feminile del mondo,e la carattersitica che la rende unica è la sua inafferrabilità...Vive nel mistero,nel buio,nella notte,eppure illumina i nostri atti;anche se per pochi bagliori.

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vero is offline  
Vecchio 21-04-2008, 14.06.44   #6
vero
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Riferimento: Nel deserto dei sentimenti

segue..

Iside non ama gli uomini "miopi",che vogliono trasformare le donne in "regine della casa".Lo accettava un tempo,quando gli uomini erano i sovrani incontestati del mondo.Li subiva,e solo grazie a Eros,il dio che decide le attrazioni fra gli uomini e le donne,riusciva a far perdere loro la testa,a confonderli,a indebolirli.
Si,gli uomini dominavano il mondo,ma il feminile di Iside li portava comunque alla follia d'amore,rendendoli fragili,persi;era la sua vendetta.
Ma oggi,gli uomini dominatori non l'interessano più.Le chiavi del mondo che aveva loro consegnato,solo per un certo tempo,adesso Iside vuole riprendersele.Non è soddisfatta la "dea splendente immersa nel buio più totale"di come i maschi hanno condotto e conducono il mondo.Pensa che senza il feminile non ci sarà più evoluzione:è stanca dei padri di famiglia seduti a capotavola che ripetono sempre le stesse cose,non sopporta la sagezza scontata dei terrificanti proverbi maschili (come "donne e buoi dei paesi tuoi"),non ne puo' più degli uomini "mammoni" e dei pranzi della domenica dalle suocere..Ma più di tutto,non vuole donne senza interessi,senza passioni,senza desideri,spente e relegate sullo sfondo.
Iside vuole le donne vive,costi quello che costi,le vuole disposte a rimettere tutto in discussione,matrimoni,fidanzam enti,abitudini,tradi zioni...E a chi non comprende il "multiforme e variegato volto della Dea",Iside è pronta a regalare grandi dolori;a chi le resiste prepara sofferenze come la depressione,l'infelicità,l'ins oddisfazione.
segue... segue.
La Dea vuol scendere in campo,vuole "rimettere" il feminile al giusto posto nel mondo;vuole riprendersi le" chiavi della vita".
La Dea non sa che farsene di uomini che non capiscono,gelosi,attaccati ai modelli,o dei bigotti che si permettono di dire alle donne come si deve amare,cosa è giusto e sbagliato.
Iside ricerca la magia,l'incanto,il sogno,vuole spostare lo sguardo sull'interno,detesta la tanto decantata "sapienza razionale" dei maschi,rifugge dalle cose scontate;vuole seguire la sua natura imprevidibile.Iside è entrata nel cuore e nella mente di ogni donna.Iside ama gli opposti e i contrari,adora le contraddizioni,ed ecco allora le donne che vogliono un uomo a cui legarsi ma da cui essere libere,mentre i maschi pretendono che siano "completamente" di loro proprietà.Ma noi,maschi,si sa,vediamo in modo unilaterale..
I "veri uomini",quelli che sono diventati maturi estimatori della vita,adorano questa irragiungibilità del feminile,questo suo "esserci e non esserci",questo suo lascairsi afferrare e poi sfuggire.Sanno che la Dea gli ha scelti per parlare del "nuovo mondo feminile",e la guardano con gli occhi misteriosi che hanno acquisito dalla sagezza degli anni,sapendo che la legge di Iside è che tutto muta,tutto cambia,che la padrona è Lei,e che occorre seguire i suoi desideri.
Gli uomini infantili,invece,dicono:"non ci sono più le donne di una volta",ma non si arrendono:vogliono dominare le donne,trasformarle in spose,madri,mamme..Vogliono donne "all'antica",imprigionando le nelle abitudini che hanno ereditato dai loro padri.
A questo proposito è interessante notare che gli uomini,nella ricerca delle "donne di una volta",hanno in mente modelli antiquati,antichi,arcaici,quel li delle madri,delle nonne.
Le donne,invece,si chiedono:"ma dove sono gli uomini?"e non intendono uomini che assomigliano ai modelli del passato,ai padri,ai capofamiglia.No,le donne intendono "uomini nuovi",aperti,liberi,amturi,ca paci di legami profondi,intensi,e non abitudinari.
La differenza è sostanziale:le donne cercano "uomini nuovi",i maschi invece rimpiangono cio' che non c'è più,cio' che è già morto.
Ma Iside vuole ridere,giocare,godere.Mentre le nostre nonne e le nostre mamme ritenevano che il matrimonio dovesse andare avanti costi quello che costi,Iside ha sussurato alle orecchie di ogni donna,del femminile del mondo,che il piacere,l'eros,la esaltano,trasformano le fibre della sua carne,esaltano la sua anima,la elevano.Tutto il contrario delle sciocchezze che abbiamo imparato sull'eros,relegandolo nella sfera del peccato.
Chissà come sarà il mondo quando Iside avrà finito il suo lavoro.
Forse avremo solo donne-dee.Forse noi uomini saremo diventati portatori di una sagezza che mai l'umanità ha posseduto cosi diffusamente a livello collettivo.E la qualità più grande di Iside,l'inafferrabilità associata all'imprevedibilità,ci riserverà un mondo pieno di soprese.
Non saremo più,noi uomini,previdibili,razionali,p ieni di pensieri organizzati,di abitudini;forse al mattino non sapremo per davvero come saremo e cosa faremo la sera.Saremo forse capaci di trasmutare,saremo pronti al nuovo e alle sorprese che la vita ci prepara.
Si sa quanto le donne,come i bambini e la loro mente sempre aperta,pronta a tutto,adorano le sorprese più di ogni altra cosa...
Forse non avremo più uomini che ripetono le solite frasi scontate,tipo:"perché mi ha lasciato nonostante i regali,i viaggi che le ho fatto fare,la vita agiata che le ho dato?"
Il maschile di oggi ragiona ancora cosi/per il maschio contemporaneo la donna è un possesso da accudire,un oggetto fra gli oggetti della sua vita.
Ma Iside ama l'interiorità,le sue contraddizioni,le innovazioni,i mille volti dell'anima...Iside non ci sta a diventare una tra le tante"cose degli uomini'.Vuole possedere ed essere libera,vuole essere accudita,ascoltata,e non essere ostacolata.
Le donne sanno che il feminile vive nascosto,nei silenzi,nelle profondità dell'anima.Si rivela nelle sfumature,nel "non detto",in un battito di ciglia,in un'espressione del volto.
Quanto male hanno causato gli uomini solo per il fatto di non essere stati attenti,presenti?
Quante carezze non sono state date al momento giusto?Quante parole non sono arrivate nei momenti d'intimità,e quanto dolore ha creato la loro assenza?
Che cosa significa essere attenti,presenti,per il mondo feminile?
Significa ascoltare l'interno,percepire i propri stati d'animo,sentire quello che la tua donna ti trasmette senza parole,cogliere le sue tristezza,i suoi desideri,i suoi cambiamenti,i suoi rifiuti di quelle cose scontate in cui noi uomini siamo,quasi sempre,immersi.Essere attenti a lei,alla tua donna,vuol dire percepire Iside dentro di te,dentro il mondo maschile;cogliere la sua impercettabilità,la sua inafferrabile presenza misteriosa.
Piaccia o no, noi uomini,quando siamo con le nostre donne,amiamo parlare,raccontare,spiegare,es primer la nostra visione del mondo.Ci delizia parlare di noi,delle cose che ci capitano,della nostra storia.
Essere attenti è invece saper ascoltare le donne,cio' che dicono,senza giudicarle,senza condirle con la nostra visione,senza collocarle nei nostri pregiudizi;lasciandole cosi come sono.
Noi uomini pensiamo ancora di dover guidare le donne,e questo Iside non lo sopporta più.
Il cammino che spetta alle donne non sarà solo rose e fiori:sarà costellato anche da disagi,da sofferenze,percorsi tortuosi,ripensamenti,da salite e discese,cadute e sconfitte.
A volte i "vecchi modelli" torneranno a chiamare le donne,cercheranno di riempirle di sensi di colpa,rinfacceranno loro di non essere "bravi madri" perché si stanno separando o perché stanno seguendo le loro aspirazioni.Ma il cammino del femminile nel mondo è già tracciato,e Iside non le farà sentire sole.Insegnerà loro a non giudicarsi,a seguire il loro "talento"dove solo le donne possono essere tante anime insieme:quella erotica,quella gravida,quella mistica,quella che partorisce,quella che accudisce i bambini,quella che lavora,quella che consola,quella che realizza le passioni,i talenti,e più di tutto,quella che si affida all'interiorità,a quel luogo misterioso dove Iside,silenziosa,le protegge e le custodisce.Mentre gli uomini temono la solitudine,le donne sanno che è una compagna preziosa verso l'autorealizzazione,e sanno che guardarsi dentro dà consolazione e non fa paura.Lo sanno perché facendo quello che va fatto per loro,Iside sta provvedendo al loro destino.
Insomma,Iside sta spazzando via "il vecchio",e le donne sono le sue preziose ancelle.Si,Iside sta spazzando via tutti i vecchi pensieri del mondo,i "gusci vuoti",le parole senza senso.
E noi,uomini?Dobbiamo essere contenti,perché la Dea sta pensando anche a noi.Ci sta facendo incontrare la nostra anima,la nostra sagezza,quella che i superficiali modelli di mascolinità non potevano darci,anzi,avrebbero distrutto la nostra vera essenza.Isideverso le donne,la possibilità di essere noi stessi.
Dobbiamo imparare ad affidarci alle donne.

Véro/a me era piaciuto molto questo estratto...indipendentemente dal fatto che non aveva commosso o ispirato nessuno/a...
sarà un riflesso dell'emotività assente di tanti???mah,chissà...
vero is offline  
Vecchio 21-04-2008, 15.28.50   #7
arsenio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
Riferimento: Nel deserto dei sentimenti

Citazione:
Originalmente inviato da vero
estratto di un libro di Raffaele Morelli "Le piccole cose che cambiano la vita" appena letto, da condividere con voi.

E la donna che cambierà il mondo

segue...

Cara Vèronique ho riletto con attenzione l'estratto che avevi proposto tempo fa e non potrebbe essere più pertinente a tutto ciò che ho scritto finora nel corso del tempo al forum. Devo scusarmi, arrossendo, di non avervi prestato più attenzione allora proprio perchè impegnato in un dibattito acceso su tale tematica. Tutto iniziò, come ripeto, con un articolo di Cacciari a favore di un nuovo uomo mitigato dai quei valori per convenzione, nell'Occidente, attribuiti alle donne. Mai avrei pensato che suscitasse tanta risonanza negativa e volgare ; ne rimasi sbalordito e la mia reazione non è ancora finita. Perchè non solo fui contrastato dalla popolazione dei nick maschili, ma pure da quelli femminili, in modi non così volgari ed espliciti ma significativi. Questo dà un quadro estremamente preoccupante di degrado culturale e della rivendicazione di antichi schemi mai smessi nonostante un'emancipazione, una raggiunta “cittadinanza” per cui lottarono le ormai veterofemministe. Queste sono le tendenze del postfemminismo che è orientato al compromesso, perfino con le sfere clericali che vogliono relegare la donna a massaia infaticabile, angelo del focolare e fabbrica di bambini. Doverosamente tollerante di qualsiasi intemperanza del marito, per non disunire una sacra unione. Il divorzio, le separazioni, sono ancora oggetto di scomunica, a meno che non si tratti di preti illuminati: ce ne sono,ma non molti, che predicano a favore del “male minore”, anche per l'uso del profilattico che protegge in caso il partner sia dedito a perversioni promiscue. Senza far pesare con sensi di colpa.

L'uomo attuale è estremamente fragile e insicuro e m'includo anch'io, ma con reazioni da sempre ben diverse e costruttive da quelle assunte dalla maggioranza. Come Maria Rita Parsi lo rappresenta, anche con casi vissuti, in “Fragile come un maschio”. Cela tale debolezza dietro forme iperboliche di narcisismo, di arroganza e di violenza fino alle forme estreme che si leggono ogni giorno nelle cronache. Ho già detto che al pronto soccorso si presentano giornalmente donne contuse e succubi, che “hanno sbattuto contro uno spigolo”.
E' sempre vivo e vegeto, in altre forme, l'uomo patriarcale borghese, giudaico-cristiano, fallocentrico-freudiano. Padre padrone non più così evidente come un tempo perchè da normativo prevaricatore ora tende ad essere “assente”, sia materialmente, che quando si trova a casa, munito di telecomando guarda la partita, mentre ad un altro televisore la moglie si vede la telenovela per attenuare la sua frustrazione. Non può più contare su nessuno che la possa ascoltare, nè che collabori per un'educazione ai figli, che lo prenderanno a modello perpetuandone la figura transgenerazionale. Ma sono argomenti che ho già esaminato, sotto aspetti di rapporto di coppia, e anche educativi in vari post . Pensavo che la mia difesa in favore della Grande Madre ( è lei la mitica antagonista delle asperità maschili) fosse perduta. Invece sei arrivata tu, Soccorritrice insperata.
Grazie. Ci risentiamo.

arsenio is offline  
Vecchio 21-04-2008, 15.40.53   #8
nevealsole
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Sogno o son desta?

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Originalmente inviato da arsenio
Aspettavo proprio qualche commento del tipo da te espresso. Sarai l'unica, e io non ne prevedevo alcuna. Ma mi vai bene perchè credo che tu rappresenti ciò che pensano le altre ragazze del forum su di me. Con il tempo il pensiero di group vi assimila un po' tutte anche se non ve ne accorgete. Per mia fortuna ci sono alcune eccezioni. Nelle fiction più riuscite c'è infatti sempre una soccorritrice che salva l'...eroe ( piuttosto antieroe nel mio caso) il cui cuore di sasso cela inusuali tenerezze ...

Caro Arsenio,
talvolta mi immagino una cavia.
Bianca, piccola, carina, un po' indifesa.
Me ne sto nella gabbietta assieme ad altre cavie quando una mano dall'alto fa cadere qualche sostanza sperimentale nuova, aspetta che la mangiamo per vedere la reazione.
E mentre a me prende il sonno osservo le altre cavie: alcune urlano, altre corrono all'impazzata sul cerchio, altre ancora hanno attacchi epilettici.
La mano richiude la gabbietta, ed aspetta il momento per somministrare un'altra dose.

Ho sempre trovato limitante il mostrare subito grande intelligenza, ci impedisce - nell'eventuale poi - di fingere di non capire...


Chiudo con una domanda bizzarra: come mai cremini, e non bon bon, o tartufi, o praline?





... Ah, già... lo spazio per la scrittura creativa era in altro post, ma ormai son qua...
nevealsole is offline  
Vecchio 21-04-2008, 17.33.55   #9
iulbrinner
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Riferimento: Nel deserto della ragione

Tra gli ormai numerosi predicatori del seppiaceo dagherrotipo contemporaneo "uomo nuovo" (o uomonuovo tuttoattaccato, 'che fà più slogan) - quello trepido e palpitante, inondato di rossori verginali, dedito all'isteria femminile per par condicio e convintamente incline alle soap, ai pettegolezzi ed, alla cura attenta dell'immagine esteriore - annoveriamo anche Raffaele Morelli, oltre ai già noti.
La deificazione del femminile, come puntuale contrappunto alla colpevolizzazione del maschile, è un'operazione culturale scellerata, deformante, falsa e fuorviante; per le donne, che pensano a sè stesse come parte di un'entità superiore divinizzata, prima ancora che per gli uomini che ne subiscono le conseguenze assai più terrene e concrete.
Iside vuole, Iside non vuole: tutto deve ruotare intorno a questa mostruosa creatura onnipotente, che sceglie, accetta, rifiuta, seleziona, và, viene, comanda, ordina, dispone, impartisce senza limitazioni, ostacoli, responsabilità, censure, prescrizioni.
Tutti limiti che la renderebbero umana tra gli umani.
No: il delirio sull'uomo elasticizzato (altro che uomonuovo) allungabile ed accorciabile, espandibile e richiudibile, dedito insomma alla conformazione ed all'adattabilità supina alle nuove condizioni dettate da Iside, non prevedono che l'incontro avvenga tra mortali, ma tra dèe e fedeli, tra ordinanti ed ordinati.
Mi limito, al momento, a riportare un articolo tratto dal sito di Rinascita che, mi auguro, non rimanga l'ultimo segnale di reazione al delirio dei "predicatori dell'uomo elasticizzato".
http://www.rinascita.info/cc/RQ_Cult...uxfIiTJM.shtml

"L'uomo maschio" di Eric Zemmour
Venerdi 21 Dicembre 2007 – 14:35 – Luca Desideri
Ecco Eric Zemmour, astro nascente del giornalismo francese, il giorno in cui era invitato a “Tout le monde en parle”, storico talk-show della rete pubblica francese, France 2: stava subendo un autentico linciaggio morale, nonché una vera e propria aggressione verbale: attaccato da uomini e donne, tutti i personaggi presenti sul plateau si davano man forte per provocarlo. Financo i comici, grandi assertori della massima tolleranza, in salsa politicamente corretta, s’intende, spalleggiavano l’assalto. E lui impassibile, rispondeva bellamente e senza affanno, colpo su colpo, con la virtù dei forti, contro le litanie della massa ferita e incattivita. Presentava il suo libro, “L’uomo maschio”, tradotto dal titolo francese “Le premier sexe”. Un pamphlet incisivo, ficcante, concreto, che inizia descrivendo i postulati della società occidentale contemporanea imperniata su “grandi principi, universalità, umanità: niente più uomini, niente più donne, solo esseri umani uguali, inevitabilmente uguali, anche più che uguali, identici, indifferenziati, intercambiabili”. Il concetto è forte, si parte dalla femminizzazione dell’uomo per andare a ritroso alla ricerca delle cause che l’hanno favorita. Un processo relativamente breve, che si sviluppa nell’arco dell’ultimo secolo con una escalation impressionante negli ultimi decenni. E’ la prima guerra mondiale che dà il là al processo: in trincea l’uomo è annichilito, svigorito e sostituito per la prima volta dalle donne in fabbrica. Si scopre vittima. I regimi autoritari tra le due guerre fanno ritrovare all’uomo la virilità perduta ma è come un colpo di coda nell’evoluzione della specie: i figli di quella generazione saranno i sessantottini, che mineranno il potere senza prenderlo, rifiutando responsabilità ma imponendo la loro morale. Saranno la generazione della rinuncia. Dal ’68 ad oggi la donna, infatti, non è più un sesso, è un ideale. Condiviso dagli uomini, tutti allevati da ragazze madri, rivoluzionarie e femministe.
L’obiettivo di quest’ultime era la libertà sessuale, l’emancipazione dal giogo patriarcale. Bisognava dimostrare come la natura non fosse altro che il prodotto di logiche sociali e culturali.
Le donne hanno anticipato il fenomeno migratorio, chiedendo e ottenendo di lavorare, con conseguenze negative sul potere d’acquisto dei salari. Hanno creato i presupposti per “investire” i settori prevalentemente maschili quali la politica salvo accorgersi poi che il vero potere è restato nelle mani tutte maschili della grande finanza. Hanno provato a “mettere i pantaloni” ma si sono ritrovate sole, divorziate, spesso con figli a carico ed in una situazione di precarietà diffusissima.
Fallito quindi il progetto di cambiare le donne il femminismo, come una macchina che genera uguali, sta riuscendo a cambiare gli uomini alleandosi con i suoi più acerrimi rivali, gli omosessuali.
“Ogni differenza, che sia fisica, sociale o psicologica, è ormai paragonabile alla diversità, nuovo peccato mortale del nostro tempo.” Ed è qui il nocciolo della teoria di Zemmour: il desiderio, infatti, poggia sull’attrazione delle differenze; riducendole sempre più, il femminismo ha allontanato i due sessi aumentando il campo d’azione degli omosessuali. Ma è un progetto sposato anche da esperti di marketing e della pubblicità. “Il pubblicitario non è un profeta; è il braccio armato del pensiero dominante. Non annuncia la società che viene, la impone a suon di promozioni.” Per citare un esempio quanto più lampante, la società multiculturale “suggerita” vent’anni or sono dalle campagne di Benetton, è oggi realtà. Già oltre un secolo fa Oscar Wilde preannunciava come “la natura imita l’arte”. L’arte, purtroppo in questo caso è la moda ed i corpi femminili si sono trasformati “sotto la matita degli stilisti che non apprezzano le donne ma le considerano semplici attaccapanni”. I creatori di moda, a stragrande maggioranza omosessuali, oltre a causare grossi disturbi psicologici spingendo le adolescenti verso l’anoressia, impongono una bellezza femminile androgina.
L’uomo attuale, invece, è sottoposto all’azione martellante di un’overdose di immagini di corpi femminili, di una promiscuità castrante fin da bambino ed al contempo sempre più oppresso dalla cultura totalizzante che impone una visione femminile della vita. Il risultato di questa morsa duale lo rende vieppiù effeminato e sempre meno responsabilizzato. “Persi i privilegi gli uomini si disfano anche dei doveri che vi erano affiancati.” Ne consegue una vera e propria società del disordine dove anche i ruoli all’interno della famiglia non sono più ben delineati come un tempo. In linea col postulato del filosofo Alain Finkielkraut: “Un tempo, la sovversione era il contrario della tradizione; oggi, la sovversione è la tradizione”
Tutto è in atto per contrastare la natura predatrice dell’uomo. Con l’abuso di vecchie e nuove leggi, il famoso “mobbing” su tutte, ogni tentativo di seduzione può essere considerato una manipolazione, una forzatura, persino una violenza. Solo l’amore può redimere i comportamenti sessuali dell’universo maschile. L’uomo deve amare e rispettare, ma i nostri illustri antenati Rousseau, Stendhal e Freud, pur con sfumature differenti, distinguevano chiaramente l’amore fisico da quello morale. Si ribadisce come il desiderio maschile poggi prevalentemente sulla dissacrazione, pur solo ideale, della figura femminile tramite “frazionamento” delle sue parti del corpo. La valvola di sfogo della prostituzione ne è un’evidente chiave di lettura: criminalizzandola, oggi, si cerca di imporre il diktat del rispetto e dell’amore obbligatorio. “Bisogna che l’uomo rinunci spontaneamente a un tipo di relazione sessuale che non sia consacrato dall’amore”.
Il “femminilmente corretto” sta divampando e con esso l’uomo effeminato, un prodotto fortemente voluto dal capitalismo che, dopo aver optato per la società multirazziale e multiculturale, ha scelto il campo della femminizzazione degli uomini. Un lento ed inesorabile declino della virilità nostrana che, scontrandosi con quella emergente degli altri popoli ci ha spinto a “rinunciare ad assimilare gli immigrati e i loro figli ovvero rinunciare a imporre loro, virilmente, la nostra cultura”.
Tutto rientra nel diabolico disegno del capitale apolide, circa la “fabbricazione di un uomo senza radici ne razza, senza frontiere ne paesi, senza sesso ne identità. Un cittadino del mondo meticciato e asessuato. Consumatore.”
Un libro che non dà ricette istantanee ma pone, senza tanti giri di parole, un problema da troppo tempo eluso, una critica che richiede un brusco cambio di rotta nell’analisi del rapporto tra i due sessi. Le differenze che la natura ha creato hanno una ragion d’essere. La posta in palio è altissima.
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Vecchio 21-04-2008, 17.50.44   #10
gyta
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Riferimento: Sogno o son desta?

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Originalmente inviato da nevealsole
..quando una mano dall'alto fa cadere qualche sostanza sperimentale nuova..

Il punto è che non c'è alcuna sostanza <<nuova>> ma la sempre presente anestesia di chi gira esclusivamente sulla scorza di se stesso sotto le spoglie di chi domandandosi su ciò che attorno accade resta suo malgrado risucchiato dalla sua stessa modalità cortocircuita del pensare che procede per classificazioni con la presunzione di poter giungere invece al vero cuore del sentire. Linea facile da seguire,
e poco dispendiosa: l'altra faccia "bene" del <<grande occhio>>. Ognuno si diverte come sa!
Peccato..!

Qualcuno diceva riferendosi a se stesso "non importa cosa dicono, l'importante è che dicano (di me)!"
: ecco che il Grande Occhio si ritorce su se stesso e ad essere in gabbia risulta lui medesimo.
Chi ne giova? Non lui, né chi lo legge.. Penso che ognuno non possa che percorrere la propria strada.. E chissà che attraverso scivolate e riprese non giunga per gradi al di là del confine del suo mondo-cartone. In fondo -sfrondate- le idee sono buone.. peccato che non le viva!

L'espressione dei propri pensieri è qualcosa di prezioso e la trappola del falso intellettuale è sempre pronta a scattare laddove manchi davvero quella qualità creativa dell'introspezione dove l'immaginazione serve la vera vita sotterranea.



Gyta
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