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27-04-2008, 19.46.10 | #42 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-05-2006
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Riferimento: Nel deserto della ragione
Citazione:
E se iniziassero i maschi a riflettere, non sarebbe ancora meglio? Dici che se il maschio agisce in un modo sbaglia, se non agisce in quel modo sbaglia ancora. Se sia l'agire in un modo, che il suo contrario, sono causa di biasimo, vuol dire che il problema non sta nell'azione, ma in chi agisce.....il maschio. Questo se la logica non mi fa difetto. Ho avuto la fortuna di vivere ai tropici e di imparare , tra le altre cose, un detto locale che calza a pennello: "Palo si voga, palo si no voga". Vuol dire che qualunque cosa si fa, si sbaglia. Il detto trae origine dal periodolo coloniale, dallo schiavismo, e si riferisce all'usanza del tempo di "battere" (palo significa bastonare) gli schiavi, sia se remavano (voga significa remare) , sia se non remavano. Il problema , per gli schiavi di allora, come per gli uomini di oggi, non è se remavano o non remavano, se facevano o non facevano. Il problema è che erano quel che erano. |
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27-04-2008, 21.41.03 | #43 |
Ospite abituale
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Riferimento: Nel deserto dei sentimenti
Consiglio a tutti di leggere questo libro,
http://tracker.tradedoubler.com/clic...887180600.html di Steven E. Rhoads, intitolato: "UGUALI MAI - Quello che tutti sanno sulle differenze tra i sessi ma non osano dire". |
28-04-2008, 18.29.28 | #44 | |||
Utente bannato
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Riferimento: Nel deserto della ragione
Citazione:
Citazione:
Tra l'altro, leggo, infatti: "Il senso è parlare delle differenze nel modo più oggettivo possibile dicevo, e non delle storture derivate da una intepretazione dolosamente o colposamente sbagliata delle medesime.Che inevitabilmente qui viene rigettata sul mondo femminile come una colpa che lo totalizza..." e mi chiedo quale parte di questo o di altri topic autorizzi ad un simile commento, laddove, semmai, la denuncia da me proposta va esattamente nella direzione opposta. Si chiede di portare la dimostrazione "peritale" delle differenze sessuali - quelle stesse che qualcuno armato di pericolosi psicologismi, vorrebbe conculcare - ignorando che le differenze da emendare e rimuovere, secondo le prediche politicamente corrette di cui in rubrica, sono sostanzialmente ed esclusivamente quelle maschili. La più lampante dimostrazione che se oberon, con la sua nota metafora della foresta e degli alberi, avesse portato in questa sede anche quel solo input di riflessione, avrebbe già fornito elementi di comprensione della realtà superiori a quelle fornite da molti altri. E' il mondo maschile quello "sbagliato", l'origine di tutti i mali del mondo, quello da emendare "riscoprendo il femminile che porta dentro di sé", secondo una cultura che si ritiene altezzosamente in condizione di assegnare valori umani ed idoneità sociali in base al sesso ed alle sue connaturate attitudini.....e il sottoscritto che denuncia questo sessismo rovesciato imbevuto di ideologia viene accusato di "odiare" e di "rigettare sul mondo femminile una colpa che lo totalizza"; ci sarebbe di che rimanere sbigottiti se la volontà misandrica ed antimaschile non fosse tanto abituale e quotidiana da passare ormai quasi del tutto inosservata. Le prove, voglio le prove - invoca qualcuno - che la scarsa inclinazione maschile al sentimentalismo, l'emotività poco pronunciata ed esibita, il pragmatismo, la ruvidità, il senso pratico, l'intraprendenza, la fame sessuale e tutto quanto sa di maschile sia un dato naturale e non culturale. Vogliamo citare Pancheri, docente di Psichiatrìa a Roma, che sostiene che "la comunicazione tra l'emisfero destro e sinistro è più rapida e completa nel cervello femminile"? Allora va citato anche quanto da questi stesso sostenuto durante il convegno "Cervello maschile e femminile" (Roma, giugno 1999): "Il giorno in cui la donna gestirà in tutto e per tutto la sua maternità con la fecondazione artificiale per l'uomo sarà la disfatta totale. Relegato a fare il facchino, il giardiniere, l'uomo delle pulizie o lo strumento sessuale, il povero maschio finirà col vivere in una riserva dorata". Pertanto, rispondo al momento con lo stralcio di questa recensione, tratta dal sito www.storialibera.it, che costituisce già un ulteriore riferimento di senso dell'intera questione. Bruno FASANI La differenza sessuale è nella natura neppure la scienza può cancellarla tratto da: Il Giornale, 24.8.2007. Umberto Veronesi, il nuovo Darwin in materia di sessualità? La risposta sembrerebbe affermativa, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi ad un quotidiano nazionale. Il famoso oncologo ipotizza infatti una società destinata a diventare bisessuale, incamminata verso un «modello unico» di sessualità. La causa, di tipo culturale, sarebbe legata al raggiungimento della parità dei sessi, con conseguente attenuazione delle differenze sessuali e con uomini sempre meno virili e donne sempre più mascoline. Un fenomeno destinato a privilegiare la relazione affettiva nei rapporti sia etero che omo, a scapito di quella riproduttiva, considerata secondaria o comunque risolvibile facilmente con la moderna biotecnologia. Di condivisibile, le riflessioni del professor Veronesi hanno il merito di ricordarci che i rapporti affettivi non possono ridursi a fatto genitalista, quasi che la sessualità fosse una questione esclusivamente fisico-organica. .............................. .............................. Non condivisibile risulta, invece, l'affermazione che la parità, per essere conseguita, abbia bisogno di attenuare l'essere maschio e femmina. Una lettura, comune peraltro a molti uomini di scienza, che tende a privilegiare il principio di cultura su quello di natura, quasi che quest'ultima fosse ininfluente nel determinare gli equilibri delle relazioni. Una realtà valida, al massimo, per la meteorologia, l'ecologia e le diete, ma assolutamente rimossa nelle dinamiche che riguardano le persone. Una prospettiva ovviamente senza fondamento oggettivo, perché la parità e l'armonia non si raggiungono eliminando le differenze, ma valorizzandole al massimo. Mounier parlerebbe di «volume totale», nel senso che ogni persona è chiamata ad esprimere in pienezza il suo essere uomo e donna in una conquista mai definitiva. È una condizione indispensabile perché, non solo il rapporto personale, ma tutta la società tragga beneficio da queste due diverse ricchezze condivise. In senso fisico, procreativo, ma anche culturale e sociale. È singolare come oggi si faccia un'enorme fatica a trovare il coraggio di affermare la diversità sessuale come sorgente di crescita oggettiva, quasi si trattasse di un moralismo che può interessare, al massimo, la lettura biblica di matrice cattolica. Dimenticando, invece, che l'essere maschio e femmina attinge la propria forza nella natura stessa, che non è né laica né clericale, né antica né progressista. È il Dna dell'uomo, il mistero della vita di tutti i tempi, che ha il linguaggio più forte di qualsiasi cultura alternativa. Citazione:
Sino ad allora questo topic, come altri del medesimo tenore, è solo l'ennesima esercitazione di una prospettiva essenzialmente misandrica, tanto nelle sue premesse quanto nelle sue malcelate finalità. |
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28-04-2008, 20.51.42 | #45 | |
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: Nel deserto dei sentimenti
Citazione:
questo a sua volta non sembra sufficiente per dire inconfutabilmente che io sia misandrico, men che mai malcelatamente. Ripropongo senza intento provocatorio quindi, usciamo dalla logica della contrapposizione fine a sè stessa e partiamo dalle differenze, che senza dubbio esistono, cercando di seguirne le ricadute pratiche. |
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29-04-2008, 12.52.38 | #46 | ||
Utente bannato
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Riferimento: Nel deserto della ragione
Citazione:
Il mondo femminile - supportato e fomentato da false culture psicologistiche in odore, piuttosto, di ideologia - si lamenta che gli uomini non sono abbastanza femminili; insomma, non assomigliano abbastanza a sé stesse, nelle occasioni in cui questo torna utile, per tornare poi, nelle occasioni normali, ad essere "veri uomini". Ci sarebbe quasi da chiedersi perché non rivolgersi, per senso pratico, all'omosessualità ed al lesbismo (dove, peraltro, si riscontra la cifra di avversione misandrica più elevata possibile). Ma se si vuole osservare le cose in un quadro di normalità, cosa esce fuori? Piuttosto che interrogarsi su cosa vogliano realmente dalla vita, molte donne, sulla falsariga di una cultura post-femminista dominante e antagonista, non fanno altro che alimentare un atteggiamento rivendicativo per il quale l'identità maschile è "sbagliata", da riformare, da rifondare, da riscrivere come il progetto di un umanoide robot programmabile a piacimento. Il vero problema è che i desiderata femminili sono diventati la vera, unica ed esclusiva unità di misura dei rapporti sentimentali, sessuali, affettivi, familiari e relazionali; con l'aggravante che questi desiderata risultano oltretutto, alla prova dei fatti, ondivaghi, indeterminati, oscillanti tra aspettative romantiche e trasgressive, tra coesione e antagonismo, tra spinte seduttive e regolamentazione burocrate dell'avvicinamento sessuale, tra desiderio di corteggiamento e smania di potere sessuale. Lui deve soddisfare tutte le aspettative esistenziali di lei, che vanno dal sentimento al piacere, dall'unione stabile all'indipendenza personale, dalla pienezza affettiva alla distanza emotiva, dalla maternità al suo mantenimento, dalla fedeltà coniugale alla libertà sessuale. I bisogni di lui hanno, alla meglio, valenza secondaria e subordinata; alla peggio, sono espressioni inferiori, egoiste, sporcaccione, insensibili e maschiliste. La vera "colpa" dell'uomo contemporaneo è quello di non essere abbastanza donna per interpretare puntualmente e servizievolmente le esigenze femminili; questo il succo estremo della questione. Questo il succo che io rigetto. Citazione:
Non sono interessato alle contrapposizioni ma alla lettura fedele delle cose culturali e sociali, alla quale ognuno può assegnare i valori che ritiene, ma senza oscurarne alcuna angolazione di senso. |
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29-04-2008, 15.17.07 | #47 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Nel deserto della ragione
Citazione:
E' come cercare la pietra filosofale, io c'ho provato, e se si esce dal quadro sessuale/biologico, dove le differenze sono chiare, cioe' dal maschile/femminile , non si arriva da nessuna parte, solo ad affermazioni di natura dogmatica/ideologica. Anche il libro che ha segnalato misterxy, che naturalmente ho letto, e che fa impressione per il numero di studi "empirici" e la bibliografia riportata (in vita mia non ho mai visto niente di simile, nemmeno che gli si avvicini minimamente), in realtà....non dimostra nulla! Il problema è che non si puo' parlare di caratteristiche di genere prescindendo "dall'humus" nel quale i due sessi sono immersi, perchè è chiaro che se il terreno è polarizzato secondo una certa carica, da noi è quella femminile, anche le caratteristiche "tipiche di genere maschile" saranno viziate (cioe' influenzate) dal segno di quella polarità. E' evidente..... Ecco perchè il termine genere non dovrebbe nemmeno essere usato ed è un non-senso, l'unico riferimento devono essere le differenze sessuali, e quindi solo quello che si puo far risalire alla differenza biologica. Poi c'e' un altro problema, secondo quale criterio epistemologico si decide cosa appartiene ad un sesso piuttosto che all'altro? Il criterio che ho fissato è il seguente, ed e' posto su un principio di verità negativo, ossia: Posto che sia vero che è maschile cio' che non e' femminile, e viceversa, affinchè qualcosa appartenga ad un sesso, basta che appartenga ad un solo individuo di quel sesso (e ovviamente a nessuno dell'altro). Vale anche la parte contronominale, ossia, se qualcosa appartiene a tutti gli individui di un sesso, e manca ad almeno uno dell'altro, allora quella proprietà appartiene al primo sesso (e non all'altro). Cmq , come si vede, a parte cio' che rientra nei due principi, non tante cose in realtà, per la maggior parte, è tutto , sia maschile che femminile. (o meglio, secondo i criteri fissati, a nessuno dei due) Il resto è speculazione ideologica. |
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29-04-2008, 16.35.35 | #48 | |||
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Sùmina
Citazione:
Ciao Sùmina, io di solito - invece - trovo da 10 milioni di euro altre domande: serve odiare? è il modo corretto per vivere meglio? chi danneggia l'odio? L'odio danneggia chi lo prova. I romantici solitamente definiscono l'odio come 'la forma più disperata di amore'. Tutto quello che dici, sulle separazioni, ha un suo fondamento. Ho sentito anche tg a riguardo, definivano 'i nuovi poveri' i mariti separati. Sono situazioni che ho visto, che vedo. E' capitato che amici mi chiedessero pareri in merito al matrimonio. La mia prima domanda è: a chi sto dando il parere, a te o a lei? Allo sguardo perplesso, rispondo che per il diritto siete avversari, fin dall'inizio. Ci sarebbero tante cose da rivedere, compresa la possibilità di riconoscere valore dopo ad accordi presi prima. Essere più pragmatici e meno sentimentali. Ma questo non è un problema di emozioni. Questo è un problema di giustizia, che nel nostro paese funziona - innegabilmente - male, in tutti i settori. E un paese civile ha bisogno, per funzionare, di una giustizia che sia percepita come 'giusta'. E la giustizia 'giusta' è la giustizia del 'caso concreto': bisogna analizzare i fatti e rispondere a quei fatti. Io credo profondamente che la giustizia umana, esercitata bene dallo Stato, serva profondamente ai cittadini. Serve per aiutare le emozioni a defluire. Serve perché le persone hanno bisogno di sentirsi comprese, e garantite dal proprio Stato. Ne hanno bisogno per lasciar andare, per passare oltre e per ricostruirsi una vita. Oggi questo succede in misura minore di quello che sarebbe necessario, succede perlopiù quando le persone sono spontaneamente civili tra loro. Ho assistito spesso a 'disillusioni' da crisi di giustizia, e trovo che siano pericolose, perché portano l'essere umano a credere nella bontà dell'azione irrazionale dettata dallo stato emotivo: il farsi giustizia, nel modo meno adatto. Passando al torto. Questo, dal mio punto di vista, non è una 'colpa' delle donne o una 'colpa' dei loro legali. E' una disfunzione del sistema Italia, presente in molti settori: l'Italia dei diritti la chiamo io, e i doveri dove stanno? Citazione:
Questo lo hai scritto tu, perché forse è un tuo pensiero. Io né l'ho scritto né lo penso. Non l'ho scritto né lo penso perché sono donna. Per me non è affatto difficile credere che ci siano donne cattive, anzi probabilmente penso di essere l'unica donna buona tra milioni di donne cattive... e sono l'unica donna buona quando non sono cattiva. Cosa che posso benissimo essere. Perché siamo entrambe le cose... ma non solo le donne. Forse semplice presunzione: pensare, più o meno consciamente, di essere il meglio che esiste sulla terra. Caratteristica femminile? Non credo. Più probabilmente un modo di essere dell'ego. Basta esserne consapevoli, e mettere un freno. Citazione:
Il tuo ultimo post, per come lo capisco, è l'identica opinione che ho io in materia, ed è esattamente per questo che chiedevo l'elenco... perché non è possibile farlo, salvo voler fare outing sui propri pregiudizi relativi al genere. Attribuire caratteristiche caratteriali all'uno o all'altro sesso è privo di significato. Le caratteristiche sessuali però da sole non spiegano i comportamenti che le persone tengono. La mia conclusione è che l'educazione emotiva, che non ha niente a che vedere con le stronzate da carte dei cioccolatini né con l'ipotetico asservimento del maschio alla femmina, è un percorso che deve esistere ed interessare entrambi i sessi. Non per accontentare l'altro ma per vivere bene se stessi. |
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29-04-2008, 16.59.18 | #49 | ||||||
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Iul
Citazione:
Rivendico l'assoluta individualità della mia presunzione (peraltro ereditata da mio padre e non da mia madre): credo di comprendere meglio di te ma non perché donna e tu uomo. Forse perché è normale che ogni ego si creda il più grande; forse perché ho generalizzato per molto tempo, e credo di esserne un po' più fuori di quanto ne sei tu in questo momento, dalla generalizzazione. Credo che gli stati emotivi ci condizionino, nostro malgrado. Ancor più quando non li abbiamo del tutto elaborati. Ci credo indipendentemente da come la vedi tu. Come la vedi tu, per come la vedo io, è una reazione emotiva, aggiungerei 'transeunte', perché mi pare faccia figo, così salgo di un gradino. Citazione:
Il punto è che io la penso in modo non così dissimile dal tuo, su certi temi, ma tu non distingui, e non distingui perché non sei obiettivo, e non sei obiettivo perché non hai il pieno controllo delle tue emozioni, e non hai il pieno controllo delle tue emozioni perché non le conosci, e ti rifiuti di conoscerle perché sei uomo, ed emozionarsi -nella tua visione del mondo - 'è da donna' (che poi emozionarsi, che interpretiamo sempre e solo rivolto a certe emozioni, in realtà le riguarda tutte). Potrei dirti 'ti stai emozionando' come sinonimo di 'ti stai facendo prendere dalla rabbia', perché anche la rabbia è un'emozione. Capita anche a me: potrei dirti 'mi emozioni', intendendo, semplicemente, che mi fai inc... Citazione:
l'aggressività tu la hai, che ti piaccia o meno. Ma io non mi sento vittima (in questo senso ), bada bene, di questa aggressività. Non è quello il senso di 'offesa'. Il senso di offesa deriva dalla percezione di non parità dell'avversario: io percepisco che tu non lo vuoi il confronto con la donna, tu vuoi solo il consenso dei tuoi simili, oppure la condiscendenza di quelle che te la daranno, e che tu continuerai a disprezzare. Perché non consideri la donna 'tuo pari'... questo mi manda il sangue al cervello... quindi non ma Citazione:
Mi spiace ma io sono per la visione integrale (olistica direi) della persona. E penso che l'esperienza sia ciò che ci condiziona e ci rende ciò che siamo. E quindi ne tengo conto. Tra l'altro qui siamo a psicologia, e si parlava di sentimenti (o meglio emozioni), quindi il personale 'intride' la discussione ancor di più. Citazione:
La mia prof diceva: se lo sai spiegare con parole tue, allora vuol dire che l'hai capito... tu molto mi pare che citi altri. Io non l'ho capito, tu forse neppure. Acc... la prof era una donna, non sarai d'accordo... Citazione:
Esatto: questo vale per te, come vale per me... immanentemente continuerò ad essere 'scomoda vittima'... |
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29-04-2008, 17.05.41 | #50 | |
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Misterxy
Citazione:
Pur concordando sull'esistenza delle differenze sessuali dettate anche dai livelli di ormoni, io non credo che siamo fatti solo di 'corpo'. In conseguenza di ciò, non credo sia possibile considerare solo il dato sessuale, essendo necessario guardare alla persona nel suo complesso (intendo corpo + spirito, indipendentemente dalla religione cui si crede, parte materiale e parte immateriale, se preferisci). |
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