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29-04-2008, 09.41.36 | #4 |
Ospite
Data registrazione: 18-03-2008
Messaggi: 15
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Riferimento: Conflitto di generi: la conferma di una tesi?
Caro Arsenio, grazie del benvenuto, e come rappresentante del genere femminile ancora convinta che siamo fatti di generi complementari seppur diversi, apprezzo i tuoi interventi volti di solito a sollevare dubbi ma anche a rafforzare certezze.
La crisi dei generi alla fine si riassume in una sola parola: prevaricazione. secondo me c'è un senso di generale prevaricazione a discapito di un dialogo sereno e costruttivo. E' vero che dobbiamo slegarci da stereotipi di ruoli predefiniti ( la donna dolce a casa, l'uomo grintoso a lavoro), perchè la società non ce lo premette e poi è limitativo pensarla per contrapposizioni, ma è anche vero che credo nella predisposizione empatica della donna e in quella territoriale dell'uomo e sono convinta che entrambi, uniti sinergicamente, possano rendere la vita migliore a tutti Ovviamente se un uomo è dolcissimo, non nasconde le emozioni e le sue debolezze e la donna prende l'iniziativa e acquista forza e indipendebnza economica ed emotiva, ben vengano, anzi alla fine della giostra il cavallo giusto è sempre quello dello Ying che contiene lo Yang e viceversa: un pò di tutto e di tutto un pò |
29-04-2008, 14.18.27 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Conflitto di generi: la conferma di una tesi?
Citazione:
Gentile bluab, la tua semplice sintesi ma densa di significato riassume ciò che io ho cercato da mesi di riaffermare invano, dove pure alcune nick femminili si sono dimostrate ostili all'avvento del maschio che rivaluta l'emisfero destro, sede dell'intuizione, empatia, relazionalità, creatività, definito “femminile” solo per convenzione occidentale. Infatti in Oriente questi valori non sono come da noi messi in secondo piano ed esistono molte sperimentazioni proprio sull'inversione di emisferi celebrali. Uno sede prevalentemente delle emozioni, l'altro sede del raziocinio, su popoli con culture diverse, come lo sono ad esempio i giapponesi. Riportare qui tali ricerche credo sarebbe vano. Come potresti intuire attraversando tutti i 3d o post sull'argomento che ho sollevato e che, come dicevo ad Anagarika, ho dovuto a volte abbandonare per intolleranza, e quasi continuare da solo in una schermaglia (o guerriglia) dialettica durata mesi. Mi piacerebbe fare, a testimonianza, una raccolta di “copia e incolla” sui vari giudizi (drastici!, mai aperti alla dialogicità) su di me espressi da nick a tutt'oggi qui presenti, perchè si potrebbe credere che esageri. Indizio tuttavia molto significativo di come sussistano certi preconcetti per una male interpretata assertività maschile, che credo sia pure un riflesso della societa fuori rete ( a meno che maschi particolarmente fragili e sulle “difensive” privilegino il virtuale?) e che fa meditare sui possibili sviluppi di una tanto celebrata transculturalità, tolleranza delle altrui culture, globalizzazione, ecc. ecc. Su cui ora sono ancora più scettico. Come nono esserlo se ci si arrocca perfino sulle tradizionali differenze di genere, sull”Uomo”, da segnare con limiti indiscutibili, perchè per tradizione e archetipo collettivo rappresenta l'”unico esemplare della specie umana? Se non si vuole ammettere che quella piccola differenza ( non alludo all' organo riproduttivo di cui alcuni maschi soltanto sono apprezzanti utenti) è la felicità per tutti e un insieme di doti che andrebbero rivalutate anche per una maggior tolleranza tra i sessi ,per più proficui e sereni rapporti nel mondo del lavoro. Che come afferma Goleman, ha bisogno pure delle capacità di negoziazione e compromessi utili ad ambo le parti e che sono tipicamente femminili, almeno un tempo!. Non vanno certo demonizzate, ed escluse drasticamente quale sensibilità che a torto si ritiene de-virilizzi. Qualcuno non crede che sussistano ancora questi arcaismi che anch'io credevo in parte mitigati e sostituiti dall' ”assenza del padre” altrettanto temibile? Eppure a nulla ora varrebbero disconferme ,accuse di aver io frainteso, ecc. o scuse da parte di chi ha testimoniato per iscritto il suo pensiero ideologico attraverso la tastiera. Dimenticando che vale sempre il “verba volant, scripta manent”. La mancanza di dialogo è favorita anche dalla comunicazione tecnologizzata,frammentaria, incoerente, per riferimenti alle bibbie wikipediche, lette in fretta e senza strumenti selettivi. Tali letture digitali non fanno tout court “esperti” di discipline di cui, per assumerne lo spirito, e sa va bene, occorrono decine d'anni. L'incomprensione e l'afasia sono l' epidemia sociale dei nostri tempi, che si riflette pure nei dibattiti delle community. Dove pure la splendida attitudine al pacato scambio confidenziale e e di conforto di voi donne dovrebbe essere vittoriosa, e non inglobarsi nei non superati stili prevaricatori di un' ancestralità genetica insormontabile. Certi ruoli rigidi a cui alludi sono stati superati proprio dalle conquiste femminili a volte in controtendenza anche con gli schemi tradizionali di origine ecclesiale. Vedi encicliche anche recenti. Anche a te grazie per la comprensione e buon proseguimento |
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