veraluce,
in un certo senso il tuo batti e ribatti mi piace. Io stesso indulgo in questa forma di dialogo quando scrivo in Riflessioni. Mi piace cioè la discussione sul e nel dettaglio, giacchè ritengo che sia uno dei modi per evitare di svolgere auto-compiaciuti mono-loghi più o meno articolati. In un altro senso però il tuo batti e ribatti comincia a farmi pensare alla sensatezza o meno del nostro con-fronto, e ciò in ragione del fatto che mi
sembra tu cominci ad irretirti nella replica fine a se stessa.
Il corsivo è tuo:
Scrivevo: "Puntualizzando una delle mie tesi, sono indotto a dirti che tendi a fraintendermi, giacchè ciò che sto cercando di evitare è proprio l'impaludarmi in posizioni da e di "schieramento".
Stiamo cercando di fare la stessa cosa allora, soltanto che io credo che tutto ciò che dico "io" comunque rientri in una soggettività... per cui sarei ipocrita se non dicessi che sono relativamente schierata con me stessa (altrimenti sarei Dio, l'Assoluto, l'oggettività personificata = paradosso)!
No veraluce, da quando ho iniziato il dialogo con te non stiamo facendo la stessa cosa. Ti ho già detto in più di un'occasione che la mia posizione cerca di evitare un certo impaludamento nella misura in cui si pone il problema di quello che a mio avviso è e ovrebbe essere il nocciolo della questione su cui s'incentra il thread., vale a dire quello dei processi di eccitazione coinvolti nelle varie forme e gradi di sado-masochismo. In caso contrario dovrersti dimostrarmi che io non abbia svolto un certo discorso, che io non gli abbia dato un certo taglio. Spero pertanto di non ripetermi su questo punto.
Comincio a dirlo ora: dal mio punto di vista, il bondage sia esso soft bondage, sia esso hard bondage è una variazione sul tema del sado-masochismo. E' una tesi da me espressa in uno dei miei posts iniziali. T'invito a leggerli o a rileggerli, giacchè in uno dei tuoi ultimi interventi mi chiedi se per me il bondage possa essere assimilato allle pratiche sado-masochistiche.
Mi dici che stiamo cercando di fare la stessa cosa. Non stiamo cercando di fare la stessa cosa. Semmai si dà la possibilità che tu stia cominciando a fare la stessa cosa. E' profondamente diverso....
Scrivevo: "La tua reazione ai miei interventi comincia a somigliare a quelli di maxim, il quale almeno nei miei confronti sembra aver esaurito ogni possibilità argomentativa."
Non reagisco a tuoi interventi, mi riallaccio ad essi per dire solo ed esclusivamente la mia opinione... penso che Maxim dimostri intelligenza quando dopo aver detto quello che aveva da dire va per altri lidi!
Quando parlo di reazione ne parlo nel senso fisico-bio-"logico" dell' agire e ragire, del meccanismo di azione e reazione. Se io scrivo e tu mi rispondi, io agisco e tu re-agisci e viceversa. E su questo punto spero di chiudere.
Scrivevo: "Perdi di vista il mio richiamo al fenomeno dell'eccitazione dei soggetti in gioco. Cio che ho tentato di spiegarti è che se nell'approccio alla discussione proposta da il ramo rubato ci si limita a scherarsi o dalla parte di coloro che condannano, o dalla parte di coloro che approvano, senza analizzare certe fantasie e certe pratiche sulla base dei processi di eccitazione coinvolti, ci si schiera in modo sterile."
Ma se una persona dice come la pensa non per questo si sta schierando di quà o di là, ti ripeto: ti esprimo solo quel che è nelle mie umane possibilità dirti... ma cosa sta succedendo su questo forum, ultimamente non si parla altro che di schieramenti e lotte tra idee... soffoco!!!!
Se una persona parla, scrive e pensa sostanzialmente alla stessa maniera di altre , allora fa parte di una schiera e non può non farne parte.
In Riflessioni la "lotta" fra le idee non può essere che positivo e se il con-fronto (con) me ti fa soffocare, evitalo.
Scrivevo:Questo il discorso che ha originato la frase che non hai compreso: "Due soggetti possono dirsi di sì (con-senso) ma non per questo viversi nel senso del disagio". Hai ragione a non comprenderla giacchè non si armonizzerebbe affatto con la mia posizione generale. Essa è il frutto di una svista e pertanto la riformulo così come era stata pensata: Due soggetti possono dirsi di sì (con-senso) ma non per questo viversi nel senso del non-disagio."
Adesso (forse) ho capito meglio cosa intendi... non escludo quanto tu dici, però devi comunque considerare che come può verificarsi un dis-agio potrebbe anche non verificarsi... dipende dall'evolversi dei fatti secondo me... come hai detto anche tu, in altro post, è da valutare la personalità interessata.
Alora cominciamo a pensare alla disinvoltura con la quale hai esordito in questo 3d, una disinvoltura espessa anche da altri partecipanti:
maxim scriveva:
"Nel momento in cui codesta pratica è tollerata e voluta da entrambi, non crea problemi di coppia e viene affrontata con il giusto spirito, cosa dovrebbe celare di anormale o patologico?"
Niente secondo me... il patologico vi rientra quando non c'è più il consenso di uno dei due "partecipanti" ... è una questione di rispetto della libertà dell'altro... il sesso per essere vissuto in modo sano, deve contemplare la libera di scelta...
Dunque il patologico può rientrarvi eccome, giacchè il con-senso, peraltro da determinare, non esclude in quanto tale un vissuto di coppia improntato al dis-agio più o meno intenso. Prima di affermare con tale scioltezza che non c'è niente di anormale e patologico, bisognerebbe rilfettere sui processi sui quali da più di un post sto richiamando l'attenzione. Non solo dunque non puoi escludere ciò che dico, ma t'invito a riflettere sul problema se sia dia in generale in vissuto non sofferto nel caso di determinate pratiche. Proprio così, è una questione di personalità interessata quella che mi fa pensare che il "ricorso " occasionale o meno a determinati comportamenti sia
sempre espressione di un vissuto di dis-agio. Che poi tale vissuto possa cambiare è un altro discorso.
Dici che è da valutare la personalità interessata. Infatti, nel momento e nel periodo nei quali un soggetto realizza determinate pratiche, rivela inequivocabilemte un certo vissuto, un vissuto che quello stesso soggetto non può scrollarsi di dosso come un vestito fastidioso.
Scrivevo: "Dietro all'io voglio, potrebbe esserci l'io non-posso-non..; quello stesso io non posso -non che porta Franco a non -poter bendare e legare perchè la sua spinta è diversa, perche Franco non si eccita all'idea di..."
Ho capito, la trovo una cosa comprensibile... solo una domanda: il tuo non posso è di derivazione "morale"?
Morale? morale da mores? Dai alla parola 'morale' il senso dell'étimo latino? Forse intendi porre il problema se il mio non-posso sia moralistico. No, non lo è nel senso moralistico, vale a dire nel senso del: giudico qualcosa in modo negativo e di conseguenza non lo attuo. Il fatto che tu abbia pensato a questa possibilità m' induce a ritenere che tu faccia una certa difficoltà a seguirmi.
Franco non
decide di eccitarsi all'idea di.... Se fosse un decidere, un decidere in base ed in ragione di valori e giudizi di tipo morale, allora si porrebbe il senso di cui hai cominciato a parlare. Franco non programma (calcolo, giudizio) di non eccitarsi all'idea di bendare, cordare, incaprettare e frustare. Anche in questo senso Franco non è libero di eccitarsi all'idea di...
Segue...
Franco