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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
27-03-2008, 22.48.11 | #4 | |
individuo confuso
Data registrazione: 26-03-2008
Messaggi: 9
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Riferimento: Anestesia della mente?
Citazione:
Nevealsole, io non credo che il problema sia l'avere troppo: lo sarebbe se si parlasse dell'impossibilità di attuare una "rivoluzione sociale", ma dal post di hava mi sembra che si parli di disagio a livello individuale ed esistenziale, prima che sociale. E' difficile immaginare una situazione di disagio sociale, e quindi una conseguente protesta, perlomeno al di fuori delle minoranze e della fascia meno abbiente della popolazione: la nostra società sta in piedi grazie al consumismo, che presuppone una diffusione della ricchezza abbastanza equa perchè ognuno,a prescindere dalla condizione di nascita, dal mestiere, dall'istruzione, possa permettersi di sprecare abbastanza da mandare avanti i meccanismi della produzione. Il capitalismo avrà anche distrutto i valori e ridotto le persone a numeri e merce, ma a questo sistema dobbiamo la nostra sussistenza, di questa logica il nostro pensiero è oramai impregnato a tal punto che una critica radicale al sistema non può che essere frutto di superficialità e ipocrisia. Donde il disagio? Io la buttò lì: e se si trattasse- oh banalità del pessimismo romantico!- di un disagio esistenziale umano che prima di noi era stato esorcizzato come sociale e che noi, per la prima volta, siamo costretti a trasportare sul piano esistenziale ed individuale? Potrebbe essere per questo che non sappiamo con quali strumenti affrontarlo... |
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28-03-2008, 00.29.00 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Anestesia della mente?
Citazione:
E' una affermazione che mi suona intuizione geniale. Ti va di sviluppare il concetto? |
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28-03-2008, 09.50.55 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-09-2006
Messaggi: 110
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Riferimento: Una nuova generazione nella societa' odierna
Citazione:
non ho letto i libri di cui parli, ma posso esprimere un mio parere sul mondo dei giovani basandomi come sempre sul mio vissuto . Mi colpisce la frase “nel loro mondo non ci sono genitori” e mi chiedo perché? Non sento altro che parlare dei genitori della loro latitanza.Io penso che più che dell’assenza dei genitori si debba parlare dell’ assenza di rispetto per se stessi in prima persona per gli altri dopo. Cosa passa per la testa di ragazzine che si prostituiscono per una ricarica del cellulare? Che fanno orgie, che si stordiscono con porcherie di vario genere.Come fanno a rispettare gli altri se non rispettano neanche loro stessi? Questo interrogativo mi frulla nella testa da un po’ di giorni.Il rispetto è un valore che si acquisisce con l’esempio? È una dote innata? È una conquista? Purtroppo da quello che vedo e sento, capisco che i giovani si sostengono in modo completamente diverso, in maniera distorta, la reazione dei giovani descritti dal romanzo che citi, penso sia tipica e riconducibile all’antica cultura orientale, ancora ricordo con piacere il film l’ultimo samurai, la delicatezza ed il rispetto con cui veniva esplorato l’animo umano. Ho letto su internet che il padre di questo scrittore era un monaco, quindi mi viene da pensare che tale modo di descrivere ,una parte della gioventù giapponese, derivi dalla sua educazione e penso dall’ abitudine alla riflessione, al rispetto di cui sopra e all’osservazione dell’anima con quella capacità che solo gli orientali hanno e che a noi occidentali manca. Parlo di una parte della gioventù orientale, perché l’altra parte per ciò che vedo nei documentari fa come i nostri . buona giornata |
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28-03-2008, 09.58.19 | #7 | ||
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Riferimento: Anestesia della mente?
Citazione:
Mi auguro che gli aggettivi superficialità e ipocrisia non siano relativi al mio commento, perché mi sembra che ci siano proprio nuove teorie economiche che parlano della necessità di rivedere a livello mondiale il sistema incentrato su consumismo e pil, perché questo non funziona più. (o forse l'ho sognato, ne parlavano a report... ma poi mi è preso il sonno, e non so più distinguere cosa dicevano loro da cosa ho sognato io...) Citazione:
Io trovo che il disagio sia sociale, come sempre nella storia. Il percepirlo come individuale è l'estrema conseguenza della devianza sociale che porta ciascuno di noi a pensare solo a sé ed essere responsabile solo di sé (banalizzo: il problema non è che il modello di riferimento è il denaro ma il fatto che "tu" non riesci a crearti modelli alternativi, se non ne hai. Ma la creazione di modelli alternativi spetta al singolo, o alla società nel suo complesso?) In ogni caso, rileggendo il tuo intervento mi sembra uno spunto interessante e mi associo alla richiesta di approfondimento di Donella. |
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28-03-2008, 10.21.45 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 13-03-2008
Messaggi: 14
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Riferimento: Una nuova generazione nella societa' odierna
Il post di hava indica i segnali un disagio notevole, e si domanda se sia un fenomeno nazionale (giapponese), oppure se quello stesso disagio sia presente anche altrove. E’ una domanda ambiziosa, ma molto interessante.
Per parte mia, posso indicare la esistenza, proprio in Giappone, di fenomeni, sociali ed artistici, assai singolari. Mi riferisco alla cd. “dollz-art” che da risalto al soggetto bambola. Questa forma di arte digitale è stata influenzata moltissimo dalla cultura kawaii, altro fenomeno sociale ed artistico forse degno di nota in questo contesto. La espressione “kawaii” significa grossomodo “ma che carino!”. Si tratta di un tenero ed inquietante stile adolescenziale, che influenza un certo tipo di arte contemporanea di grande successo e prossima a diventare autorevole. Lo stile kawaii nasce diversi anni fa (inizi anni 80) in Giappone dalla cultura degli adolescenti, come estetica del ludico infantile. Segni dall’aspetto visuale puerile e fumettistico (cartoni, cd. anime, scritture infantili et similia). E’ da quegli anni che, nel mondo giovanile giapponese, si è sviluppata una sorta di nuova estetica corrispondente ad una sensibilità conosciuta e condivisa solo dal mondo giovanile isolato. Dal kawai è nata ovviamente una industria che vende merci per profitto, ma questo è un altro discorso. Il kawai parrebbe tramandarsi tra i giovani adolescenti giapponesi, di generazione in generazione, fino ai giorni nostri. Quello che è interessante è che il leader del kawaii-pensiero è l'artista Takashi Murakami (un altro Murakami, non quello di Hava) pittore e scultore giapponese del "carino ". Egli non è più giovane (è nato nel 61 o 62) ma potrebbe catalizzare nella sua arte e figura (prossima a diventare, o già diventata, dotta) una attitudine diffusa tra i giovani e giovanissimi. Quando vedo le opere di Murakami, opere piuttosto “difficili” che possono sembrare solo infantili agli occhi del noefita, sento una certa inquietudine. La stessa inquietudine che - personalmente - ho provato leggendo i fenomeni descritti dal Murakami citato da hava. Un isolamento adolescenziale, tenero e al contempo inquietante, tra il funebre e l’allucinogeno. Tutto questo mi fa pensare, con un certo relativismo, che la crisi o il disagio di cui si discute potrebbe forse avere forti radici nazionali. Ciò non toglie che quel disagio possa esistere anche altrove. |
28-03-2008, 11.29.54 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
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Riferimento: Una nuova generazione nella societa' odierna
a proposito della condizione giovanile nel Giappone attuale, avevo già segnalato in un altro topic il fenomeno degli "hikikomori":
http://lescienze.espresso.repubblica...orz a/1325026 |
28-03-2008, 11.34.58 | #10 | |
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: Una nuova generazione nella societa' odierna
Citazione:
Una società in cui i giovani sono privati di spensieratezza relativa e costretti a soffrire per diventare anzitempo responsabili ci dice che la psiche è intanto il prodotto specifico del topos nel quale evolve la cultura che la determina. Le radici nazionali di quel disagio non tolgono evidentemente al medesimo la possibilità di essere inquadrato, come espressione particolare, nel dibattito odierno sui sistemi sociali ed economici (capitalismo, quale capitalismo per quali conseguenze).A globalizzazione vigente i livelli sociale-culturale-individuale, oggi sempre più di ieri, appaiono inscindibili nella valutazione degli effetti finali agendo tutti da concause determinanti. |
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