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05-06-2006, 12.40.09 | #63 | |
Moderatore
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Citazione:
e` pressapoco questa l'interpretazione che volevo dare io alla metafora, in opposizione ad altre interpretazioni piu` fortemente metafisiche. cio` che la metafora ci dice e`, semplicemente, che le scoperte che fanno i filosofi non sono ben accettate dagli altri. quest'interpretazione, proprio come io volevo, abbandona l'ambito prettamente ontologico (dei diversi livelli ontologici, dal meno vero al piu` vero, e del mondo-illusione), per andar a presentare (cio` che platone pensa riguardo a) come le persone 'normali' reagiscono a cio` che dicono i filosofi. pero`, anche se cio` raggiunge perfettamente lo scopo di questa discussione (andare a proporre questa interpretazione del mito della caverna, in opposizione alle altre), vorrei aggiungere un'altra cosa: io sostengo che -- in questa mia interpretazione -- il mito della caverna stia perdendo colpi. sta perdendo colpi perche`, mentre un tempo sembrava che i filosofi facessero a gara per proporre tesi piu` controintuitive possibili, ora molti invece cercano proprio di salvare le nostre intuizione, o il nostro senso comune. non e` piu` il filosofo contro la persona comune, ma e` il filosofo in mezzo alle persone comuni. si potrebbe anche dire: il filosofo e` dentro alla caverna con gli altri, e rimane dentro perche` non v'e` proprio niente fuori da essa. epicurus |
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07-06-2006, 13.47.17 | #64 |
Moderatore
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Iris dice:
Quindi il passaggio dal sensibile all'intelleggibile rappresenta un passaggio attraverso vari livelli di conoscenza. ----------- Vero, credo anch’io che Platone ponga diversi livelli di conoscenza, e credo pure che egli volesse marcare questa diversita’ fra un livello e l’altro proprio per attribuire valori diversi a diversi gradi della conoscenza, i quali non sono certamente vicarianti…, la conoscenza e’ cioe’ piu’ vera e meno artificiale ( dal fuoco al sole..) man mano che ci si avvicina al bene supremo. Credo si possa non essere d’accordo con Platone, ma non credo si possa far passare la sua idea di conoscenza come una teoria egualitarista e normalizzata “alla Epicurus”; Platone credeva veramente ci fosse un grado di conoscenza piu’ vicino al “vero” e uno meno vicino al “vero”, anzi , totalmente svincolato dal vero (il fuoco e’ artificiale, l’ombra non e’ proiettata sulla luce VERA del sole); diversita’ quindi in Platone…ma non sullo stesso piano: GERARCHIA. SALUTI A TUTTI |
07-06-2006, 16.03.17 | #65 | |
Moderatore
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Citazione:
condivido con quanto hai scritto: infatti, platone sicuramente non avrebbe risolto la faccenda come l'ho risolta io, cioè con la sua dissoluzione. ma come ho già detto, non vorrei far scivolare la discussione su quale sia la corretta intepretazione del (quella che platone dava al) mito della caverna. epicurus |
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11-06-2006, 22.46.41 | #66 | ||
Ospite abituale
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Citazione:
E' vero che la metafora ci mostra la reazione delle persone comuni alle scoperte dei filosofi, ma non credo che tutto si esaurisca con questo; come ho detto nel mio precedente post credo che racchiuda in sé un significato prettamente ontologico che si esplica appunto nella descrizione dei passaggi da un livello di conoscenza all'altro. Citazione:
I tempi sono cambiati, mentre in passato la filosofia era 'cosa' per pochi 'illuminati', molte persone oggi si avvicinano ad essa direttamente o indirettamente, ed è più facile che anche chi non s'interessa alla filosofia in modo diretto possa accettare, o perlomeno valutare, le ipotesi di un filosofo. Oggi c'è meno ignoranza rispetto a quei tempi e la gente è comunque abituata ai cambiamenti e ai progressi. Per questo probabilmente oggi il filosofo può restare con gli altri senza essere deriso e allontanato. Per quanto riguarda l'altra tua affermazione il filosofo e` dentro alla caverna con gli altri, e rimane dentro perche` non v'e` proprio niente fuori da essa non credo di essere d'accordo perché rapporto la metafora ai giorni nostri e, escludendo il discorso precedente del filosofo che è solo, credo ugualmente nell'esistenza di livelli di conoscenza.. per cui credo nella caverna e nelle ombre, negli oggetti e nel fuoco, nel cielo e nel Sole. |
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12-06-2006, 17.08.36 | #67 | |||
Moderatore
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Citazione:
iris, sicuramente la metafora di platone ha un valore ontologico. però quello che io voglio dire è: "se platone voleva (cosa molto probabile) dare la connotazione ontologica-metafisica che nel mondo ci sono cose più vere di altre, e/o che il mondo 'ordinario' è illusorio, allora la tesi sostenuta dal mito della caverna è falsa e platone ha preso una cantonata; eventualmente tale metafora può essere usata per mostrare l'infinita possibilità di ampliare le nostre conoscenze". Citazione:
non sono d'accordo. la filosofia (parlo di quella anglo-americana) non si è avvicinata al senso comune perchè sempre più 'gente comune' filosofeggia, è proprio il contrario. non è la gente che si è avvicinata alla filosofia, ma il filosofo che si è avvicinato alla gente. i primi filosofi che si sono avvicinati sistematicamente al senso comune sono stati quelli di oxford e cambridge nella prima metà del nostro secolo: non sono proprio 'gente di strada'. d'altro canto l'intera filosofia anglo-americana attuale ha messo il senso comune al centro della loro attività (scienza e senso comune sono le due fonti principale del filosofo analitico). Citazione:
ma io posso credere che esistono vari schemi concettuali per descrivere differenti parzioni della realtà: esistono svariati giochi linguistici ed ognuno ha il proprio dominio, ma i domini non sono ben definiti. quindi, ad esempio, lo schema concettuale della sociologia è ben diverso da quello della chimica, anche se essi, in alcune parti, si confondono l'un l'altro. quindi credo a diversi livelli di conoscenza, nel senso che esistono diversi ambienti concettuli per conoscere diverse parti del mondo. ma non v'è nulla di ontologico (nel senso che si è discusso fin qui, del mondo-illusione, etc.). (e poi cosa sarebbe quel 'fuori della caverna'? il noumeno kantiano. non credo proprio, visto la grande problematicità di tale concetto) ciaocaio epicurus P.S. qualche giorno fa ho provato a rispondere al tuo mess pvt, ma avevi la casella piena. |
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13-06-2006, 11.26.35 | #68 | ||||
Ospite abituale
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Citazione:
Io non credo nel più o meno vero... mi sembrano due definizioni che non possono essere associate al concetto di verità. Se fosse questo il senso della metafora di Platone sono d'accordo con te, deve aver preso una cantonata (ora si starà rigirando nella tomba ); ma forse il senso è un'altro.... La realtà è formata dalla caverna, dalle ombre, dagli oggetti, dal fuoco, dal cielo e dal sole.... ma solo conoscendo ognuno di questi componenti puoi definire la realtà, altrimenti ne hai solo una visione parziale che non ti consente di averne una piena conoscenza. Citazione:
Comunque non volevo dire che oggi tutta la gente filosofeggia e che la filosofia è divenuta 'cosa di tutti'; solo che oggi, rispetto al passato, molte più persone in proporzione hanno la possibilità (attraverso lo studio, le letture, e anche internet ) di avvicinarsi alla filosofia. Citazione:
Nel 'fuori della caverna' vedo sia il noumeno che il fenomeno. Poi posso sbagliarmi (anzi... molto probabilmente), ma l'idea che mi viene in mente è questa. Citazione:
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14-06-2006, 19.22.44 | #69 | |
Moderatore
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Citazione:
i tre concetti che ti ho messo in grassetto, racchiudono proprio quello che volevo dire io d'altro canto ero io quello che faceva dire a salvo, invece di "finalmente vedo com'è il vero mondo", la proporzione più moderata "finalmente vedo anche questa parte del mondo, e cioè anche questi nuovi oggetti". se mi confermi, credo proprio che abbiamo raggiunto una convergenza piena |
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17-06-2006, 11.34.50 | #70 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Allora credo proprio che abbiamo raggiunto quel tanto agognato traguardo Epi! |
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