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04-05-2006, 20.10.31 | #72 | |||||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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Citazione:
su questo pezzo non sono sicuro di aver compreso tutto Citazione:
bene, se condividi questo allora condividerai l'idea che l'uomo è un organismo biologico e culturale. (certo che mi ricordo l'articolo molto interessante di varela: ti ringrazio ancora di quella 'soffiata' ) Citazione:
ma ciò che io qui (in questo topic) volevo criticare era l'idea naturalistica (forte) secondo la quale l'unico modello (o gli unici modelli) conoscitivo è quello fornitoci dalle scienze naturali (o solamente dalla fisica). non ho messo in dubbio il modello delle scienze naturali, ho solo messo in dubbio che sia l'unico e il solo vero Modello per descrivere l'Ontologia della Realtà. quindi ti chiederei di chiarirmi il significato della tua frase quanto scrivi: "Mi riferisco allo studio di ciò che noi consideriamo "reale"/"realtà" ovvero la dimensione nella quale siamo calati ad interagire!". con tali parole fai riferimento al Modello che io critico? Citazione:
se l'unica cosa che vuoi dire è che i modelli delle scienze naturali sono complementari a quelli delle scienze naturali, non posso che approvare.... (ti ricordi del mio pluralismo concettuale/ontologico?) Citazione:
condivido quello che dici (con particolare riferimento a quanto ho sottolineato). d'altro canto il linguaggio interdisciplinare che tu auspichi e già attivo, infatti vi sono sempre più ricerve interdisciplinari, tanto che l'antropologo Geertz ha scritto un articolo intitolato "Generi confusi", che tratta proprio la con-fusione delle scienze sociali con quelle naturali. Così scrive: Citazione:
per fare il primo esempio che mi viene in mente, Horace Barlow (famoso neuroscienziato) ha scritto un articolo intitolato "Singoli neuroni, scopi comunitari e coscienza", nel quale sosteneva "l’analisi riduzionistica della coscienza portata al livello neuronale è insoddisfacente. Non importa se gli elementi della nostra percezione corrispondono a cellule cardinalizie o, con Charles Sherrington, a costellazioni di attività nella «democrazia di milioni e milioni» di cellule, perché l’aspetto biologicamente importante della coscienza concerne la comunicazione tra gli individui, e non la comunicazione tra le cellule nervose di un singolo individuo.". quindi incontro tra società e neuroni... poi la linguistica si è sempre più avvicinata all'informatica, la sociologia all'interpretazione di testi, etc... Citazione:
per comprendere il concetto di riducibile, pensa a questo esempio: "l'acqua è H2O" (cioè l'acqua è riducibile alle molecole di ossigeno e idrogeno di cui è composta). io studio tali molecole, e io conosco tutto ciò che c'è da sapere sull'acqua. se invece dico che "la mente non è riducibile al cervello", significa che non posso sapere tutto sulla mente studiando il cervello. epicurus |
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04-05-2006, 21.02.29 | #73 | |
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Citazione:
Absolument.. no! Ed altrettanto "absolument.. no!" riguardo alla possibilità di conoscere la realtà "acqua" dai suoi atomi componenti! (..per cui credo d'aver inteso giusto) Riguardo al fatto che stia succedendo "qualcosa al nostro modo di pensare" penso che sia assolutamente reale e frutto della grande rivoluzione scientifica che in così poco tempo a portato a riflessioni profonde in un nuovo modo di considerare la dimensione umana e non solo! A questo mi riferisco quando parlo di "ciò che consideriamo reale/ realtà" Non ad una ben definita strada d'indagine (sociale o scientifica, per come classicamente intendiamo per scienza, ovvero le naturali!) ma a tutto il pensiero umano che grazie alle nuove conoscenze della scienza pone mano ad un senso di realtà ancora più vasto, dove le stesse dimensioni vengono ora in un certo senso a farla da padroni nel cuore di ogni ricerca.. Intendo dire che ben differente è parlare di linguaggi e di pensiero se ci sia attiene ad una realtà ipoteticamente ben definita come dimensione propriamente umana.. Altro è se questa vuole tener conto di ciò che è la sua radice più profonda che sconfina in una dimensione non più limitatamente e confinata all'umano! Ci si chiede cosa significhi essere umano; ci si domanda non più cosa sia limitatamente il linguaggio ma cosa significhi questo, quale sia la sua struttura più profonda.. Solo una modalità di "comunicazione" od una realtà sostanziale sottostante l'essere? E l'essere come aggregato inscindibile o come risultanza di altre realtà sottostanti fondamentali..? E quanto queste "realtà sottostanti fondamentali" possono in un qual senso dirci qualcosa in più sulla qualità dell'essere (umano) stesso..? Diciamo che ho unito un po' (nuovamente) le 3 discussioni (3d) intorno al conoscere.. (Ho) Perso forse la prospettiva unica di dare una risposta alla strada che vuole nelle scienze naturali l'unica possibile risposta indagatrice valida per sconfinare (invece) in una risposta possibile di quello che se ho ben inteso viene a delinearsi sotto il termine (generico) di metalinguaggio, ovvero una risposta al conoscere dove solo un "linguaggio altro" può giungere alla coniugazione delle diverse strade di ricerca (umane e scientifiche: in questi due termini forse meglio sintetizzate che non sotto scienze sociali e naturali, a mio avviso) Questo è.. per ora.. Gyta |
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05-05-2006, 00.23.34 | #74 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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se ho capito bene (speriamo ) tu sostieni che il metodo delle scienze naturali non è Il Metodo per studiare (completamente) ciò che esiste, delimitando l'esistende dal non esistente. nel caso specifico, riconosci la dimensione umana come una dimensione che non può essere studiata solamente da fisica, chimica e biologia.
se è così, allora siamo perfettamente d'accordo |
05-05-2006, 14.43.08 | #75 |
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Dunque.. Brevemente:
secondo me le scienze naturali possono soddisfare completamente lo studio dell' "esistente" e senza delimitazione alcuna (tra ipotetico "essere" e "non essere") se in considerazione si prenderà man mano assieme a tutto ciò che risulterà conoscibile la traduzione dei dati ottenuti scientificamente in significato concettuale utilizzabile per una visione d'insieme della realtà! Ma il suo linguaggio -il linguaggio delle scienze naturali- particolare così preso non può soddisfare la nostra richiesta di conoscenza sul significato; indagine e risposta che potrà invece essere soddisfatta solo da un apposito linguaggio che unisca il resoconto delle scoperte scientifiche alle domande più propriamente filosofiche. [Logico che diversamente a nessuno verrebbe in mente di chiedersi "il significato simbolico" ad esempio chessò "della forza di gravità".. Forza che non solo permette agli oggetti di non vagare impunemente dentro la nostra stanza, ma anche simbolicamente potenzialità che fa di un luogo centralità anziché dispersione.. Od ancora: forma anziché assoluta plasticità illimitata.. In questo "ragionare" attraverso la conoscenza scientifica come alfabeto simbolico atto a dischiudere il mistero dell'essere è a mio avviso il punto d'unione tra le scienze umane e quelle naturali! Il connubio tra finalità umanistiche e finalità scientifiche, in un caleidoscopio non più confuso tra linguaggi lontani ed auto-escludenti ma in una visione dove il vedere scientifico passa al setaccio della mente concettuale atta a tradurre l'analisi scientifica in realtà simbolica finalizzata ad un percorso di conoscenza concettualmente, umanamente, filosoficamente soddisfacente come risposta adeguata e comprensibile alle esigenze del sapere dell'uomo] (Allora nella medesima classe del "filosofico" ci metto indistintamente ogni altro percorso conoscitivo che non sia di origine (ed ispirazione) naturalistica-scientifica; poiché in ultima analisi le "scienze sociali" altro non sono che un tentativo di indagine scientifica verso le domande più proprie della filosofia stessa! ) Insomma alla domanda iniziale così limitatamente formulata riguardo a che sia solo la scienza naturale a poter indagare il reale rispondo : no! Ma se si riformula la domanda ampliando il significato ed intendendo la possibilità di un linguaggio che coniughi queste (scienze) al sapere più propriamente umanistico (sociali) allora la mia risposta diviene affermativa! Perché è vero sì che solo il metodo scientifico (naturalista) risponde ai requisiti di tangibilità al reale ma solo il linguaggio mentale-filosofico potrà tradurre tale conoscenza in conoscenza atta ad essere usufruibile dall'uomo in una finalità di conoscenza pura del reale. Spero d'essermi ora spiegata meglio.. Gyta |