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27-02-2006, 14.33.27 | #45 |
Ospite abituale
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X Catone
Dove li hai visti gli insulti, scusa, hai forse le allucinazioni?
Andiamo in psicologia allora. Poi, va bene l'impazienza di parlare, ma prima di rispondere fammi almeno completare il messaggio, hai risposto prima ancora che finissi le modifiche. |
27-02-2006, 14.40.05 | #46 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Quindi tu fai pernacchie a matematici riconosciuti a livello nazionale, che scrivono libri di matematica ritenuti fra i migliori in circolazione, che vengono invitati a consegnare premi a studenti che vincono gare di matematica, ecc... perchè è questo il caso, ti assicuro, anche se non mi va di fare nomi in un forum. Guarda che hai qualche problemino psicologico nel confronto con chi è più in alto di te e hai qualche problemino a riconoscere il valore delle persone. Fai una capatina in psicologia, te lo consiglio. Ciao. Ultima modifica di Melany : 27-02-2006 alle ore 14.41.48. |
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27-02-2006, 23.53.35 | #48 | |
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Re: Re: Weyl
Citazione:
Però, melany, cosa ne pensi della seguente costruzione, puramente geometrica, della tangente ad una circonferenza di raggio=n ? Allora: tracciamo il segmento n su di un piano, quindi eleviamo la normale ad uno dei suoi estremi. Ora, la retta che prolunga tale normale è una delle tangenti alla circonferenza di raggio n. Ogni altra tangente alla circonferenza, nel piano, sarà fornita da una rotazione del sistema così ottenuto. Tu non pensi che anche questa costruzione sia rigorosa? Naturalmente, essa è ottenuta per via intuitiva, ma risulta ovvio che, una volta assegnate delle coordinate al piano e ottenute, con facilità, le due equazioni descriventi, rispettivamente, la retta e il cerchio in oggetto, lo sviluppo del sistema delle due equazioni mostrerà che non vi è che una soluzione (nelle coordinate del punto di tangenza). Vedi, io penso che l'una e l'altra modalità posseggano pari valore euristico. E, nel caso in oggetto, il loro accordo è addirittura perfetto. In altri casi, invece, non è così: ed è questo, a parer mio, l'argomento "filosofico" della questione. Perchè? Come è possibile che due modalità conoscitive degli enti geometrici, i quali, pure, rappresentano estrapolazioni astratte di enti reali, possano risultare a volte reciprocamente intraducibili? Naturalmente, il discorso vale anche al contrario. E', infatti, praticamente impossibile dare una dimostrazione geometricamente intuitiva anche solo di una banale tangente ad un'ipersfera: mentre è semplicissimo individuare l'equazione della retta in oggetto in uno spazio euclideo a quattro dimensioni, proprio mediante gli strumenti della geometria analitica. Ecco, la mia posizione è tutt'altro che avversa alla matematica, anzi! Però mi chiedo se davvero non esistano nel nostro cervello "strutture" neurali che noi impieghiamo inconsciamente, allo scopo di interpretare gli oggetti del mondo, e che solo in parte sono contemperabili, mentre in sostanza non lo sono affatto. |
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28-02-2006, 02.48.04 | #49 |
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Rif: Weyl
Per la costruzione della tg ok, ci sono.
Per il resto, vediamo se ho capito quello che vuoi dire. Tu vuoi dire che a volte hai da un lato una definizione matematica di qualcosa - nel nostro caso la tg alla circonferenza - poi tu ti poni il problema di trovare una costruzione geometrica basata sulla tua intuizione che corrisponda alla def matematica. Riesci a trovare questa via intuitiva geometrica, poi verifichi con la matematica e trovi la conferma matematica che la via intuitiva che hai trovato è quella giusta. Altre volte invece la nostra mente non riesce a trovare questa strada basata sull'intuizione.... allora tu ti chiedi perchè a volte non ci riusciamo? E qui entra in gioco il lato filosofico della faccenda. Ho capito bene? Ora passiamo al caso particolare della ipersfera: se vuoi procedere per la via che hai indicato, basta considerare tutti i piani che sezionano la ipersfera e che passano per il centro della ipersfera. Se ripeti il ragionamento che hai fatto su ogni singolo piano, riferendoti alla sezione della ipersfera, che è una circonferenza, trovi le varie tang alla ipersfera. Devi considerare che su infinite dimensioni questi piani sono infiniti. Per trovare poi un'equazione quando aumenti il numero di dimensioni, bisognerebbe assumere un piano come piano di riferimento e considerare le equazioni dei vari piani rispetto al piano di rif. Ogni piano risulterebbe ruotato rispetto al piano di rif.. ecc..... Ovvio che se estendi il ragionamento, poi non sono più cose che puoi fare carta e penna, ti serve il calcolatore e poi ha un limite anche il calcolatore. Ti fermi quando arrivi a una certa approssimazione che cinsideri buona. Ciao. Ultima modifica di Melany : 28-02-2006 alle ore 02.58.47. |
28-02-2006, 23.52.22 | #50 |
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Anche, sì
Direi di sì, direi che ci stiamo capendo.
Salvo il fatto che, secondo me, l'"evidenza intuitiva" non ha un valore conoscitivo, quando sia fondata sull'applicazione razionale di alcuni assiomi geometrici, inferiore a quella ottenibile con lo sviluppo degli studi di funzione. Prendiamo il caso dell'ipersfera. Anche questa particolare figura geometrica offre alcuni spunti di geometria intuitiva che non sono imediatamente accessibili all'analisi, ed a cui, peraltro, quest'ultima dovrebbe uniformarsi. Infatti, a mio parere, la sua equazione si dovrebbe ottenere attraverso un'estensione del teorema di pitagora ad uno spazio ordinato di quattro dimensioni. L'equazione dovrebbe essere la seguente: x^2 + y^2+ z^2+ s^2 = r^2 (dove r= raggio). Le equazioni delle rette sono , ovviamente, le solite. Ora, a mio pare, in ogni punto sulla superficie dell'ipersfera dovrebbero passare Aleph1 rette tangenti. Infatti, un intero spazio euclideo tridimensionale è intuitivamente tangente a ciascun punto A(x,y,z,s) della superficie dell'ipersfera. All'interno di tale spazio, ciascun piano ne fornisce in numero infinito, ma tale spazio contiene un numero infinito di piani. Conseguentemente, applicando il teorema del continuo di Cantor, risulta che l'infinito relativo al numero di tangenti per quel punto, risulta di un ordine superiore all'infinito unitario. Ma le possibilità dell'intuizione terminano qui! Infatti, poniamo il seguente problema: "possono essere tangenti al punto A dell'ipersfera due rette prive di punti in comune?" Personalmente, ho l'impressione di sì, ma per risolvere la questione non esiste altra possibilità se non quella di impostare un sistema di equazioni coerente con il problema posto! |