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21-02-2006, 14.53.34 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
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Due interventi, due opinioni differenti…non male.
Volevo rispondere a Catone sul fatto che i cristiani non sarebbero stati capaci di far valere le proprie “ragioni... Mi risulta che la scelta dei cristiani di intervenire sulla filosofia greca e sfruttarne a loro vantaggio i pensieri è stata, fin dall’inizio, una scelta ben ponderata. All’inizio la patristica fu più apologia di cristianesimo, poi, quando diventò religione di stato si abbandonarono le giustificazioni per esprimere veri e propri concetti cercando per l’appunto di fondere pensieri già consolidati come quelli greci (basati sulla ragione) ed il cristianesimo inteso come fede. Anche il solo tentativo di fondere ragione e fede permise al cristianesimo una diffusione mondiale anziché relegarlo a semplice setta. Nel momento in cui la ragione lasciava spazio alla fede ecco che il pensiero puro cristiano entrava prepotentemente ad imporre le proprie “ragioni” a suon di croce. Perché penso che la filosofia cristiana (per non parlare di quella araba) ha rallentato il libero fluire del pensiero? Una filosofia che parte dal presupposto che “in principio era il Logos” e quindi che la realtà si basa sulle parole di dio non lascia scampo ad interpretazioni personali. Il resto passa in secondo piano, mentre tutto ruota attorno ad un elemento che viene dato per scontato. Epicurus dice che persino oggi l’influenza del cristianesimo si fa sentire… Si...è vero…d’altronde è invitabile che in uno sviluppo di pensiero sia dato ampio spazio al termine religioso. E’ quando tutto ruota attorno ad esso che avviene il blocco del libero fluire dei concetti a scapito quindi della ragione. Rapportato ai giorni nostri se sostituiamo “filosofia cristiana” con “maestro, “guru”, “santone” il succo non cambia. Qualsiasi credenza/convinzione religiosa brucia i nostri pensieri e non possiamo più intendere la filosofia come puro e semplice “uso della ragione”. Gli spirituali/filosofi che dicono?...ce ne sono da queste parti? |
21-02-2006, 15.36.16 | #5 | |
Panta rei...
Data registrazione: 28-01-2006
Messaggi: 181
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Re: La non filosofia cristiana
Citazione:
Beh, ci sarebbe da discutere cosa si intenda per "far progredire nella giusta maniera il pensiero", perchè dicendo ciò tu dovresti sapere già in partenza qual è questa giusta maniera. Ma tale cosa mi pare difficile da dire... Beh, una cosa vera di sicuro è che se si sviluppa una filosofia partendo da posizioni di base uguali a quelle di tutti gli altri filosofi (nel cado della filosofia medievale cristiana, l'assioma di base ritenuto indiscutibile è l'esistenza delle entità trascendenti di Dio e dell'anima) si svilupperanno di certo meno pensieri nuovi. Ma da questa opinione all'idea che tutta la filosofia medievale da Agostino a Galileo è da buttare mi pare azzardato. Ti posso elencare un bel po' di filosofi medievali cristiani che si possono di certo definire di idee originali (e che a volte hanno avuto guai con la chiesa proprio per questo): Pseudo-Dionigi l'Aeropagita: disse che quando si parla del trascendente è giusto solo parlarne per mezzo di negazioni: (es.: Dio non è cattivo, dio non è molteplice, Dio non è nel tempo e nello spazio...) , una filosofia molto tendente al nichilismo. Giovanni Scoto Eriugena: Dio si identifica col nulla e Dio ha creato sè stesso contemporaneamente al mondo e infine Dio coincide col tutto essendo il principio di tutte le cose. Anche qui c'è un misticismo oscillante tra il panteismo e il nichilismo. Abelardo: Per primo nega l'esistenza degli universali come cose, inoltre afferma che in caso di intterpretazioni discordanti dei dogmi è meglio regolarsi secondo coscienza Guglielmo di Occam: divide fermamente la fede dalla ragione ed è autore del celebre rasoio che afferma che non si devono aggiungere enti più del necessario per spiegare le cose. Senza tale rasoio il metodo scientifico non esisterebbe. Nicolò Cusano: sottolinea i limiti della conoscenza umana, dice che essa non arriverà mai a comprendere l'assoluto. Afferma la teologia negativa e la coincidenza degli opposti. Un altro filosofo che porta ancora più il pensiero verso l'agnosticismo. Pietro Pomponazzi: nega l'immortalità dell'anima e afferma che anche senza essa l'umanità può possedere una morale. Nicolò Machiavelli: fondatore della scienza politica, afferma che un politico può infischiarsene della religione, della moralità eccetera pur di continuare a governare. Guicciardo Guicciardini: più machiavellico di Machiavelli, afferma che l'uomo tende sempre al male e al proprio vantaggio. Giordano Bruno: seguace di Copernico, afferma che la religione è un insieme di superstizioni giustamente usate però a fin di bene verso gli ignoranti, sostiene l'esistenza di altri mondi abitati oltre alla terra, che l'uomo ha un'anima nello stesso senso che quella degli animali, piante e pietre e che l'universo è infinito. Qui mi fermo, ricordando che anche nei momenti di persecuzioni e di dogmatismo ci son sempre stati uomini liberi di pensiero che hanno avuto il coraggio di dire ciò che pensavano. Ricordiamoci inoltre che fino a Copernico, oltre alla Bibbia, nel medioevo era considerata autorità assoluta nel campo della ragione anche Aristotele (che di certo non era dogmatico), per una troppa sopravvalutazione degli antichi. L'importante nella filosofia è anche non aver paura di scontrarsi con le idee dei "grandi", ricordando che eran pur sempre uomini. ciao |
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21-02-2006, 16.21.20 | #6 |
Ospite abituale
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Messaggi: 193
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Caro Maxim, quello che mi premeva sottolineare è che fin dall'inizio il cristianesimo ha dovuto fare i conti con il razionalismo greco. E questo nel momento del suo maggior fulgore.
L'islam, invece, si è trovato senza avversari e ha dominato le coscienze. Entrambi si sono diffusi a livello mondiale, ma con risultati diversi. La conciliazione fede/ragione è stata, nei pensatori cristiani, molto complessa e ha aperto crepe insanabili: all'interno del pensiero cristiano, cioè, c'erano già le idee che avrebbero messo in discussione l'esistenza di Dio. Infatti oggi l'occidente non è più cristiano ma laico. Nell'islam non si è avuto questo problema, nessuno ha messo in dubbio l'esistenza di Dio e la teologia domina incontrastata. |
21-02-2006, 16.25.28 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
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Heraclitus...
...ecchesia proprio così me lo confermi tu. I personaggi da te citati hanno sviluppato importanti pensieri ma hanno obbligatoriamente dovuto staccarsi e prendere le distanze dalla fede, con tutte le conseguenze dei tempi. Filosofi che hanno rischiato la vita nell'esporre le proprie tesi e che nonostante tutto hanno proseguito per la loro strada. ...e tutti quelli che non hanno voluto rischiare?...che hanno preferito mediare i concetti frutto della loro ragione con la fede imposta?...persi.... Mi chiedi che cosa si intenda per "corretto progredire del pensiero"...ovvio che non tento risposte in merito. Ho voluto però sottolineare cosa non dovrebbe succedere, secondo me, affinchè il pensiero rimanga libero di agire come meglio crede. La filosofia cristiana, rispetto altri tempi, c'ha dotati solo di un gran numero di santi. |
21-02-2006, 16.53.31 | #8 | |
Panta rei...
Data registrazione: 28-01-2006
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Citazione:
Beh, dato che neanch'io so dirti qual è il "corretto progredire del pensiero" ti posso dire che è bene che ad ogni persona che voglia far filosofia gli sia permesso di partire da qualunque pensiero di partenza e possa arrivare a qualunque pensiero di arrivo. Certo questo non è facile non solo in presenza di governi in cui il potere civile è mischiato o coincide con quello religioso-dogmatico ma anche tutti i regimi dittatoriali, magari non legati ad alcuna religione od ostili ad essa, dunque credo occorra puntualizzare ciò. Comunque occorrerebbe sottolineare che non tutto ciò che noi chiamiamo religione è in realtà dogmatica e probabilmente occorrerebbe toglierli tale definizione di "religione". Ad esempio il taoismo, il buddismo, lo zen sono nella loro essenza metodi (non metafisiche ciò credenze in realtà di base) per eliminare la sofferenza e la preoccupazione nell'uomo. In essi vengono considerate non rilevanti le discussioni su Dio, sull'anima (in realtà il Budda non dice che esiste la reincarnazione ma che le conseguenze della nostra vita continueranno a esistere, così come una candela spegnendosi accende un'altra candela) e sul mondo allo scopo di terminare la sofferenza. Una delle cose più belle che ha detto il Budda da cui secondo me si deve imparare è questa: "io ho provato a far terminare le mie sofferenze con vari modi, in questo modo e ci sono riuscito, se vuoi prova anche tu così, se non ci riesci cerca un altro modo ." ciao |
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21-02-2006, 19.22.59 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2003
Messaggi: 978
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Re: Re: La non filosofia cristiana
Citazione:
Nel manuale di filosofia di Cambiano c'è scritto: "Il dualismo Cartesiano ha anche un effetto positivo, in quanto comporta il riconoscimento dell'autonomia della materia corporea dalla sostanza spirituale, opponendosi alla tradizione aristotelica che vedeva nel corpo esclusivamente un organo dell'anima. Questo fatto ha storicamente molto contribuito alla nascita di una scienza del corpo umano e della natura fisica che obbedirebbe a metodi autonomi e indipendendi dalla metafisica tradizionale. In particolar modo il cartesianesimo ha promosso la diffusione di una considerazione meccanico-casuale della natura, escudendo da essa le spiegazioni finalistiche di ascendenza aristotelico-scolastica." Ora dò la mia risposta alla discussione in generale, non nello specifico a Epicurus. Quando qualche anno fa mi approcciavo ad autori del 1500-1600 e vedevo che credevano in Dio, quasi avevo un senso di delusione.... Oggi tengo di più conto dell'ambito culturale in cui nascono e vivono questi autori, seguendo il principio che non può esistere una storia delle idee che prescinda dall'ambito storico degli autori. Per quanto riguarda il Medioevo, non credo che si possa parlare in modo definitivo di "non filosofia" quando si parla di Anselmo, Abelardo...e gli altri. E' una filosofia "al servizio di qualcosa". E' filosofia di alto livello, al servizio del suo tempo. Non lo credono nemmeno gli studiosi di quel periodo storico. Giustifico meno i filosofi nati dopo l'illuminismo... |
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21-02-2006, 23.07.01 | #10 | ||
Moderatore
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Re: Re: Re: La non filosofia cristiana
Citazione:
se mi è consentita una critica della critica... il dualismo cartesiano rispecchia fedelmente la dottrina cattolica, infatti già in questa vi era la separazione netta tra una dimensione gloriosa e pura (l'anima) e una decadente e corrotta (il corpo). riconoscere che questo dualismo (cartesiano, o cristiano) sia positivo, può essere sostenuto solamente da un cristiano anti-scientifico. A mio parere la posizione di Aristotele era ben più ragionevole. Citazione:
Anch'io, come te (e heraclitus), non parlerei di 'non-filosofia', però sicuramente è una filosofia scadente, una filosofia che non pone in dubbio i suoi fondamenti, una filosofia che giustifica le proprie basi su dogmi. epicurus |
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