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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 11-02-2006, 17.33.08   #81
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
meditazione.

Meditazione sulla morte:

"I soldi che ho in banca?
Andranno nelle tasche di qualcun altro:oh!Nooooo!!"

"La mia villa appena restaurata?
Andrà ad abitarci Mario con quella scema di sua moglie!Oh noooo!"

"E la mia nuova Mercedes 200 che non ha neanche 20.000 Km?
Andrà in mano alla Maria!Oh Noooooo!"

Eh sì,la morte fa davvero paura!

Kant il realista.
kantaishi is offline  
Vecchio 13-02-2006, 00.51.08   #82
gyta
______
 
L'avatar di gyta
 
Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
Re: meditazione.

Citazione:
Messaggio originale inviato da kantaishi
... "La mia villa appena restaurata?
Andrà ad abitarci Mario con quella scema di sua moglie!
Oh noooo!"

Eh sì,la morte fa davvero paura!



Meditazione n.2 -Leggenda indiana:

C'era una volta sull'Himalaya uno yogi che cercava la verità. Incurante dei beni terreni e dei piaceri celesti, cercava solo di evitare ogni illusione. Gli dèi, colpiti dall'ardore e dalla sincerità di quell'uomo, decisero di metterlo alla prova. Un dio si trasformò pertanto in un'incarnazione demoniaca e apparve sull'Himalaya, canterellando: «Tutto cambia, appare e scompare». Al risuonare di questo canto l'asceta di rallegrò. Felice come un assetato che trovi una fonte d'acqua, o come uno schiavo improvvisamente liberato, disse tra sé: «Finalmente, ecco l'autentico insegnamento che cercavo da un pezzo!». Seguì la voce ed arrivò ben presto laddove si trovava un orrido demone. Sentendosi non proprio tranquillo, s'avvicinò comunque al demone e gli chiese: «Sei stato tu a cantare quel che ho appena udito? Se sì, continua, ti prego». Il demone rispose: «Sì, ero proprio io. Ora, però, sono affamato: non posso cantare ancora se non mangio». L'uomo lo supplicò di continuare la divina melodia: «Questo canto» disse, «ha per me un senso sacro che cercavo da tempo. Ma non ne ho sentito che una parte; ti prego, lasciami ascoltare il seguito!». Il demone ripeté: «Ora sono affamato, ma se potrò gustare la carne d'un uomo e berne il sangue, terminerò il mio canto». L'uomo, desideroso di conoscere il resto del canto, promise al demone di sacrificargli se stesso, una volta ascoltate le sublimi parole. Allora il demone intonò l'intero poema:



«Tutto cambia, appare e scompare. Andare al di là dell'essere e del non essere è la perfetta tranquillità».


L'eco si spense. L'uomo scrisse il poema sulle rocce e sugli alberi attorno, poi s'arrampicò su un albero e si lasciò precipitare ai piedi del demone. Il demone, però era sparito: al suo posto c'era un dio radioso che accolse l'uomo incolume.

(da www.risveglio.net)
Citazione:
Messaggio originale inviato da Catone
... non esiste la morte eterna ma la morte e basta. Secondo me un sistema eterno è un sistema...

Per l'appunto!!

"Eternità" è un concetto
e come tale relativo al tempo ed alla.. mente!!



Gyta
gyta is offline  
Vecchio 13-02-2006, 13.35.41   #83
Catone
Ospite abituale
 
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
Invece io l'accetto eccome.
E non mi spaventa molto.

Io non mi attacco a niente, il discorso che ho fatto mi sembra razionale, e la tua fobia irrazionale, saluti

Scusa, ma dire "non ho paura della morte" o "non temo la morte" o è una balla o è scarsa esperienza della stessa. Quando si rivelerà ai tuoi occhi in tutta la sua fredda e tremenda verità, allora ne riparleremo...
Catone is offline  
Vecchio 13-02-2006, 14.07.05   #84
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da Catone
Scusa, ma dire "non ho paura della morte" o "non temo la morte" o è una balla o è scarsa esperienza della stessa. Quando si rivelerà ai tuoi occhi in tutta la sua fredda e tremenda verità, allora ne riparleremo...

secondo me è un aut aut limitativo.

in questo periodo, catone, non temo la morte.. quella mia, più che quella dei miei cari, su cui non rifletto mai, forse per scacciare la paura che porterebbe con se tale riflessione.

Ma riguardo la mia vita, per ora non sento questo timore.

La paura della morte è soprattutto paura di abbandonare la vita, una vita a cui si è molto attaccati, perchè piace molto vivere, perchè si nutre una passione viscerale per qualcosa.

In questo periodo non sono molto vitale, non ho alcuna vivace passione, in un certo senso vivo una vita abbastanza insignificante... ecco quindi che è facile capire il mio punto di vista: una cosa è insignificante quando la sua presenza equivale alla sua assenza. Perciò la morte non mi preoccupa un granchè.

Non sono completamente depresso, altrimenti vedrei la morte addirittura come desiderabile.
r.rubin is offline  
Vecchio 13-02-2006, 17.16.38   #85
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
certamente quello che ho detto prima non toglie nulla al discorso della morte come incertezza. Se la vedi in questo modo l'angoscia dovrebbe essere disinnescata.
r.rubin is offline  
Vecchio 14-02-2006, 09.33.36   #86
SebastianoTV83
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
non sono d'accordo con r.rubin per il distacco totale dalle passioni, nè con Catone per l'impossibilità di aver paura della morte.

r.rubin, anche la ricerca di una fuga dal dolore è una forma di attaccamento a un istinto bassissimo: il desiderio di non provare dolore, qualunque esso sia. Mi tocca liquidare in questo modo la dottrina buddhista: una non accettazione di una condizione naturale nell'essere umano e intrinsecamente presente nella sua natura. Il buddhismo è una religione atea che mira all'annientamento non solo dell'Ego ma anche dell'Io per pura e semplice comodità. E' un ateismo "attivo" che prevede che l'uomo faccia qualcosa per conseguire tale condizione. Gli atei "classici" sono molto più pigri e preferiscono pensare che con la morte il dolore semplicemente finisca.

Catone.. la morte è molto meno di nulla. Ho smesso di temerla quando ho visto il cadavere di mia bisnonna a 15 anni: non la riconobbi perché mia nonna non era in quel luogo ma c'erano solamente un mucchio di carne, ossa e interiora composte in una bara. Che si creda nell'aldilà o non si creda, non c'è da temere la morte in ogni caso, almeno che non si abbia la coscienza sporca. La morte è un abbraccio, un istante nel quale perdersi, il momento dell'orgasmo e la realizzazione di una delle molte vite che possiamo vivere. Che timore c'è nel perdersi per un attimo?
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 14-02-2006, 13.00.45   #87
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da SebastianoTV83
non sono d'accordo con r.rubin per il distacco totale dalle passioni, nè con Catone per l'impossibilità di aver paura della morte.

r.rubin, anche la ricerca di una fuga dal dolore è una forma di attaccamento a un istinto bassissimo: il desiderio di non provare dolore, qualunque esso sia. Mi tocca liquidare in questo modo la dottrina buddhista: una non accettazione di una condizione naturale nell'essere umano e intrinsecamente presente nella sua natura. Il buddhismo è una religione atea che mira all'annientamento non solo dell'Ego ma anche dell'Io per pura e semplice comodità. E' un ateismo "attivo" che prevede che l'uomo faccia qualcosa per conseguire tale condizione. Gli atei "classici" sono molto più pigri e preferiscono pensare che con la morte il dolore semplicemente finisca.

Catone.. la morte è molto meno di nulla. Ho smesso di temerla quando ho visto il cadavere di mia bisnonna a 15 anni: non la riconobbi perché mia nonna non era in quel luogo ma c'erano solamente un mucchio di carne, ossa e interiora composte in una bara. Che si creda nell'aldilà o non si creda, non c'è da temere la morte in ogni caso, almeno che non si abbia la coscienza sporca. La morte è un abbraccio, un istante nel quale perdersi, il momento dell'orgasmo e la realizzazione di una delle molte vite che possiamo vivere. Che timore c'è nel perdersi per un attimo?


se ho capito l'esperienza della visione del cadavere di tua nonna, forse la pensiamo, da un punto di vista(ho una visione composita della questione) in modo simile: non c'è da temere la morte perchè, una volta che c'è lei, non ci sei più tu.



Ma ti correggo: non è vero che predico il distacco dalle passioni!
Solo che in questo periodo, per mia sfortuna, non sono infiammato da grandi passioni.


Certo è vero che l'attaccamento alla vita è collegato alla paura della morte. Ed è anche vero che l'attaccamento alla vita può essere rafforzato o adirittura provocato in toto da passioni piacevoli che, come per la droga, provocano un'attaccamento fortissimo alla vita (perchè solo nel corso della vita la droga può essere assunta). La morte quindi come impossibilità di procurarsi il piacere agognato.

Però non credo che valga la pena rinunciare a vivere (perchè vivere senza passioni equivale a vivere senza vitalità, energia vitale, quindi equivale a non vivere). E solo per paura dela morte.

Nietzche diceva, se non erro, che tutta la storia della filosofia è stata una ricerca della cura al divenire che terrorizzava l'uomo: il divenire, cioè il passare per la vita e quindi il trapassare nella morte.
Per trovare un rimedio a questo male, i filosofi hanno costruito mondi ideali eterni, come l'iperuranio platonico, e in generale sono andati alla ricerca dell'immutabile, dell'essenza eterna incorruttibile. Con il risultato che non vivevano più sul mondo terreno, fatto di passioni dionisiache trascinate dal burrascoso divenire, ma in un mondo fittizio.
La stessa cosa vale, oltre che per i filosofi, anche per i religiosi come i cristiani: hanno costruito un modo trascendente eterno, e hanno mortificato le passioni terrene, per sottrarsi alla paura della mortalità passionale.



oggi mi sento vitale, passionale ed entusiasta. Fuori c'è il sole che brilla e mi sento bene.
Ciò nonostante ho pensato: e se oggi devo morire?
se oggi devo morire, amici miei, va bene così, questo è il destino di chi è vivo e lo trovo giusto. La vita è una bellissima cosa, qualasiasi minuto che si vive è straordinario. Se anche una persona vivesse solo un anno su questa terra, sarebbe già tantissimo. Io ne ho vissuti molti di più, e non soo afflitto dall'ingordigia di colui al quale danno la mano e pretende di prendersi anche il braccio!

Per questo non mi piace la visione cristiana del paradiso: cioè, rischia di essere espressione di ingordigia.. perchè, anche ammetendo anche che dio esista, credo che sarebbe già infinitamente buono a permetterci di vivere qualche tempo su questa terra. Il paradiso che viene dopo mi sembra davvero eccessivo!

Tornando alla mia morte, mi piacerebbe che cloro che mi vedono morire o chi mi pensa una volta che sono morto, non si disperasse, non soffrisse. Sarebbe bello vedere chi muore, ricordare chi muore, col sorriso: un compagno di viaggio che è stato bello conoscere. In questo modo mi risparmieri la sofferenza empatica in punto di morte, e anche gli altri si risparmierebbero molto dolore.
r.rubin is offline  
Vecchio 14-02-2006, 16.43.39   #88
SebastianoTV83
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il paradiso che viene dopo è ciò che ci terrorizza veramente della morte. dovremo rendere conto a qualcuno di qualcosa..
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 14-02-2006, 17.13.24   #89
r.rubin
può anche essere...
 
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Citazione:
Messaggio originale inviato da SebastianoTV83
il paradiso che viene dopo è ciò che ci terrorizza veramente della morte. dovremo rendere conto a qualcuno di qualcosa..

il terrorismo psicologico è un altro aspetto del cristianesimo che trovo assurdo: se non ti converti vai all'inferno.
Ma dio non dovrebbe essere infinitamente buono?
Cosa desidera, dio? che persone che non credono intimamente, spaventate dalla minaccia, si convertano in bigotti? Cioè in burocrati della religione? è una domanda retorica ovviamente.

Allora offre a tutti la possibilità di convertirsi intimamente.

E, infinitamente buono com'è, permetterebbe a qualcuno di rifiutare questa possibilità e andare all'inferno?
se dio è infinitamente buono, vuoi che permetta ad un suo figlio di scavarsi la fossa da solo?
Tu mi dirai: ma lui ti da un occasione, ti offre la salvezza. E' colpa tua se la rifiuti.

E io ti chiedo: se tu avessi un figlio, che ami infinitamente, un figlio che sai che non può assolutamente raggiungerti in quanto a lungimiranza e saggezza, e questo figlio un giorno lo vedi in mezzo alla strada che si abbandona al piacere (un piacere qualsiasi in mezzo alla strada), e vedi arrivare un autotreno che nel giro di 10 secondi lo sfracellerà sull'asfalto, un autotreno che lui non vede perchè accecato dalla lussuria.. e tu gli urli "vieni qui!" e dall'altra parte della strada lui ti guarda incredulo e ti urla "manco fossi scemo!".. tu cosa fai per questo figlio che ami infinitamente? Lo lasci sfracellare dall'autotreno no?

Ovviamente è retorica anche questa domanda.
Il fatto è che se dio è infinitamente buono fa in modo che tutti vengano a lui, senza bisogno di queste minaccie.

Ultima modifica di r.rubin : 14-02-2006 alle ore 17.15.21.
r.rubin is offline  
Vecchio 15-02-2006, 12.06.34   #90
Catone
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Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
Forse vado fuori tema, ma chiarire l'escatologia cristiana è forse doveroso.
Allora, per cominciare i cristiani ereditano dagli ebrei un sistema che non prevede l'esistenza dell'anima. Per cui quando si muore si sprofonda nell'inesistenza, la stessa professata dagli atei. Solo che mentre l'insesistenza degli atei è assoluta e definitiva, quella dei cristiani è assoluta ma provvisoria. Infatti alla fine dei tempi Dio richiamerà in vita tutti nel proprio corpo (una soorta di ri-creazione) e giudicherà i meriti e le colpe. Per merita ci sarà la vita eterna, per chi ha peccato la morte eterna.
Poi il cristianesimo è diventato cattolicesimo ed è stato inquinato dal razionalismo greco, e da lì è nato il problema della provvisoria sistemazione dell'anima in attesa della resurrezione del corpo.
Il paradiso e l'inferno come luoghi fisici di delizia o di tortura sono invece mutuati dall'Islam.
Per finire l'Islam prevede lo stesso percorso del cristianesimo, solo che l'inesistenza successiva alla morte è relativa, in quanto il defunto viene più volte risvegliato da due angeli per ineterrogarlo e, se del caso, torturarlo (il famoso "tormento della tomba")...
Catone is offline  

 



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