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30-01-2006, 10.48.39 | #22 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
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Re: Sulla morte eterna
Citazione:
cosa cambia? usiamo "it"? |
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30-01-2006, 10.50.00 | #23 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Citazione:
siamo esterni ad entrambe perchè siamo un anima immortale, che cela nell'inconscio il ricordo delle vite passate. |
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30-01-2006, 14.16.43 | #24 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
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Quando si parla di morte succede sempre questo: si scade nella filosofia più astrusa e complicata (a volte spruzzata di equivoci scientifici) per tentare di negarla, per arrivare a dire "non si muore veramente"!
Il guaio, cari amici, è che si muore sul serio e tutto quello che dite voi per consolarvi (compre sa la supposta "immoratlità dell'anima") e appunto la morte. Un boccone troppo amaro da trangugiare. Chiamatela come volete: perdita di consapevolezza, oblio, dematerializzazione, incapacità di relazionarsi; ma alla fine tutti sappiamo cosa è, tutti ne abbiamo una chiarissima idea. Una testimonianza può darla chiunque abbia subito un'anestesia totale: in quel caso sono ferme tutte le funzioni ad eccezione di circolazione, respirazione e termoregolazione (quest'ultima neppure al 100%). Inutile aggrapparsi a illusione filosofiche o a complicati sofismi: solo la fede, quella vera, quella sentita (non quella dei dubbiosi cristiani attuali) può permettere di sfuggire alla sua trappola di angoscia... |
30-01-2006, 15.04.22 | #25 |
può anche essere...
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pensavo: la morte mi sembra un'assassina invisibile, pronta a colpirmi quando meno me l'aspetto.
L'attesa dell'imprevedibile, ultimo avvenimento, non può che riempirmi di angoscia, ansia, apprensione. Possibile, mi dissi, che non ci sia un modo più sereno di relazionarsi con la morte, senza rifugiarsi come conigli nella fede? Allora mi sono detto: io temo che la morte mi prenda. Vedo la morte, quindi, come qualcosa di estraneo, che non mi appartiene, di cui posso solamente essere vittima. Io, la sua vittima impotente. Ma io non sono vittima della morte... io sono mortale. Cioè la morte fa parte della mia natura. E come non può nuocermi ciò che mi appartiene per natura, così la morte è parte di me, e non può essermi ostile. La paura della morte, l'apprensione per questa presenza oscura, invisibile, che alita sul nostro collo, pronto a tagliarcelo con un secco colpo di falce.. questa paura scaturisce direttamente dal rifiutare la nostra propria natura mortale. Io sono mortale, la morte è mia, è già in me, è parte di me. E come qualsiasi aspetto del nostro carattere che rifiutiamo, che cerchiamo di allontanare da noi, scacciandolo come un intruso, un'estraneo pericoloso.. non demorde: quell'aspetto è parte di noi: lo sappiamo, per quanto cerchiamo di negarlo. E più lo temiamo, più diventa un ossessione, e più cerchiamo i segni che possano deporre a favore della sua neutralizzazione.. imbattendoci, naturalmente, nei segni della sua presenza. E come un lembo di un elastico, più cerchiamo di allontanarlo, più sentiamo la trazione che ci dice che quell'aspetto che cerchiamo di allontanare è nostro, parte di noi. e più lo allontaniamo e più temiamo che possa, imprevedibilmente, all'improvviso, tornare indietro, con una violenza (e con una paura) proporzionale allo sforzo che abbiamo fatto per scacciarlo.. mortale. io sono mortale. e questa vita è l'unica possibilità che ho. ..è un buono stimolo per vivere secondo la propria natura, senza perdere tempo a farsi problemi sciocchi che impediscono di trovare la nostra realizzazione nell'azione che vogliamo compiere. Pensatevi sul letto di morte: e vi appare il ricordo di voi che, temendo di fare brutta figura, non avete fatto una cosa.. ecco la mia mortalità: mi da il coraggio per vivere! Mentre la pavida paura della morte mi uccide. |
30-01-2006, 15.15.36 | #27 | |
può anche essere...
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Citazione:
cioè "volerla", assumerla su di sè, come fosse la propria ferrea decisione. Io voglio la mia morte. Mi sembra di essere un leone se lo dico, un eroe, non il coniglio pavido che fugge la trappola.. |
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30-01-2006, 16.35.00 | #28 | |
Utente assente
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Messaggi: 1,541
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Citazione:
A me sembri quasi il Gesù giovanneo... Io depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla. (Giovanni 10:18) Scusate l'intrusione... Salem aleikum, Elia |
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30-01-2006, 17.47.07 | #29 | |
Panta rei...
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Citazione:
In realtà nessuno di noi ha un idea della morte (se sia un sonno senza sogni o no, un'anestesia totale...) perchè nessuno di noi è morto. Noi abbiamo solo la tremenda sensazione che le persone care a noi morte non comunicano più con noi, sono staccate nell'ipotesi che esse ci siano ancora. Comunque sia anche l'idea che la morte sia un gran sonno profondo nulla ci fa dire se sia eterno dato che non vedo alcuna cosa al mondo di eterno. In un anestesia totale il fatto che non ci ricordiamo nulla non implica che la nostra mente è scomparsa. Magari nel momento in cui siamo non senzienti sono "aperti" altri "occhi", altri sensi, che però appena siamo tornati in possesso dei sensi normali, il ricordo di ciò è "sovrapposto" da quelli della vista, dall'udito e dai sensi normali. La risposta migliore a "cosa c'è dopo la morte?" è "non lo so. Non sono ancora morto?". |
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