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25-01-2006, 23.17.37 | #82 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
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Polluzione notturna (2^parte)
Tale "assenza umana" ha una conformazione, a parer mio, alquanto stratificata. Infatti, riterrei vi siano strati raggiungibili con l'ausilio di semplici mezzi tecnici (apparecchi per misurare gli ultrasuoni etcc…), altri con attrezzature più complesse (le stelle, i pianeti etcc…), altri non ancora raggiungibili (la visione o comprensione del momento preciso del Big Bang). Se sarà possibile ottenere una chiara e coerente (forse) raffigurazione del contenuto dei primi strati, impossibile sarà - almeno al momento - ottenerne una altrettanto fedele per l'ultimo (Dio … Big Bang etc…).
Trattasi di uno strato inarrivabile per l'apparato sensoriale o speculativo dell'animale Uomo. Vorrei proseguire nella denominazione arbitraria di quanto incontriamo man mano che procediamo nel sofisma per appellare quest'ultimo strato "assenza ultima". Complicazione: Se a "l'assenza ultima" noi dovessimo aggiungere anche il "degenerato", l'altra componente de "l'universo mondo", cosa otterremmo? UN PASSO INDIETRO 1: Non possiamo dimenticare che la nostra analisi ci ha condotto a prendere contatto con il "degenerato" la cui sostanza costitutiva è la percezione alterata della realtà circostante (Illusioni ottiche, etc…). In un ipotetico mondo in cui fosse possibile effettuare la somma di elementi non percepiti e mai percettibili ("assenza ultima") e di ingredienti mal percepiti o erroneamente elaborati ("degenerato"), in pratica un'ipotetica somma di chiodi e galline (nel mondo onirico tutto è possibile … questo l'ho già detto), noi avremmo raggiunto una qualificazione della realtà composta da "assenza ultima" e "degenerato" che, sempre arbitrariamente, decreto si compendino in "CAOS". DIGRESSIONE 4: tranquilli, siamo al risveglio, una doccia scaccerà via la sensazione di violenza che, presumo, dovrebbe avervi colto se siete riusciti a resistere fino ad ora senza provare conati di vomito. Il "CAOS" è il luogo (onirico?) in cui precipita ogni ragionamento circa "l'universo mondo" e la Realtà Assoluta che lo circonda. E' composto da frazioni di realtà (esistente) non percettibile dall'Uomo, e da altri brandelli della medesima realtà in una qualche misura raffigurata in maniera alterata. Quanto ampia, estesa e consistente sia questa zona del mondo onirico è un altro dei frammenti che compongono e costituiscono il "CAOS" che, in quanto tale, non è conoscibile o misurabile. Abbiamo, forse, definito il "Caos" ed abbiamo sostenuto che questa sezione de "l'universo mondo" è inavvicinabile. Abbiamo, però, scordato o relegato in secondo piano la porzione del medesimo luogo onirico rappresentata dagli strati sottostanti de "l'assenza umana", quelli che, per intenderci, precedono "l'assenza ultima". UN PASSO INDIETRO 2: Si tratta della o delle sezioni (per semplicità concedetemi di usare il singolare) costituita da Realtà, da "universo percettibile" (per tornare all'originaria definizione) non esperibile dall'uomo senza l'ausilio di attrezzature tecnologicamente più o meno avanzate (…). E' in questa sezione de "l'universo mondo" che si sviluppa il dibattito scientifico, filosofico, spirituale (…) che tanto appassiona gli uomini (anche noi del forum), fonte di continue discussioni e dibattiti che spesso sfociano in liti più o meno violente, se non addirittura in sanguinose guerre (basti pensare ai conflitti connaturati alla diversa percezione della religione e spiritualità). Mi sembra di poter affermare di esser giunto alla conclusione del mio viaggio. Sono, forse, riuscito ad arrivare all'individuazione razionale (quanto me lo direte voi) dell'area che io chiamerei del "conflitto umano" e sono anche riuscito a determinare che tale area è connaturata alla "percezione" che, a sua volta, è processo irrinunciabile che ci conduce all'Uomo e alla sua (in)essenza e da questo inscindibile. Starei per dire che il conflitto, il CAOS, l'inconoscibile, la vulnerabilità e quant'altro, siano elementi caratterizzanti e qualificanti dell'uomo che appunto è immerso in una realtà che, non so se per volere di un qualche Dio (forse burlone), è come raggiunta da un'unica luce, ma essendo "l'Universo mondo", ovviamente con l'Uomo al suo interno, posto in maniera tale da essere illuminato da questa fonte di luce solo irregolarmente, tanto da non rendere possibile che tutti i suoi angoli, spazi e strati ottengano la stessa quantità di luce, per cui abbiamo: - una zona assolutamente esposta alla luce (Realtà sperimentabile direttamente dall'uomo e in quanto tale non posta in discussione … il fuoco brucia); - una zona in leggera o accentuata penombra (la teoria della stratificazione ci consente anche di ipotizzare diverse e sempre più complesse zone di penombra … Realtà non sperimentabile direttamente dall'uomo … l'esistenza dei buchi neri, gli ultrasuoni…); - un altro sobborgo della medesima metropoli posto completamente in ombra, in cui i nostri occhi (quelli della mente e dell’anima) non possono arrivare e che è origine di tante sublimi speculazioni e di tanti eccelsi pensieri (basti pensare alle diverse, poetiche, incredibili raffigurazioni dell'Infinito che si è creato l'Uomo nel corso della sua esistenza). E' ovvio che tale concezione esclude la possibilità di ricomporre i conflitti e non ammette alcuna soluzione ai problemi e dubbi che avvolgono l'agire umano. Quanto precede m’induce a pensare che noi, non potendo percepire l’intera realtà circostante attraverso i nostri sensi o con l’ausilio di mezzi tecnologici – così come questa si manifesta in sé e per sé -, aborrendo il vuoto, l’occulto, il mistero e l’ignoto, piuttosto che lasciare campo libero all’ignoranza e al dubbio, soggiacciamo, anche inconsapevolmente, all’esigenza di riempire questi buchi neri della conoscenza ricorrendo ad espedienti immaginifici. Riempiamo le assenze con un costrutto che è parto del nostro intimo desiderio di colmare i vuoti della conoscenza. Siamo così portati a costruire realtà soprannaturali del tutto surreali, parto della fantasia e d’idee evanescent; la realtà in cui siamo immersi e che percepiamo con i nostri sensi, è, in definitiva, un elaborato della nostra idea di realtà, e Dio, o meglio, certe idee stravaganti di Dio, le concezioni metafisiche che definire improbabili è un azzardo eufemistico, tipo rettiliani, i Demiurghi procreatori del Cosmo… e tante altre amenità similari, sono ospiti di questo parto della nostra incessante elaborazione. Ho finito! Il sogno si è interrotto. Osservo questa mia polluzione notturna, questa "scoria della mente" e non so proprio cosa farne. |
26-01-2006, 10.28.41 | #83 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Re: Polluzione notturna (2^parte)
Citazione:
Stai sereno, concediti un po' di Silenzio e poi "rallenta", piano, piano.....e da quel fiume di parole passa ad osservare la singola "parola"...e poi la singola "lettera"....di questo si stava parlando.....e dell'Oceano di Silenzio da cui si Manifesta la Danza della Vita. |
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26-01-2006, 11.12.37 | #84 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Re: Polluzione notturna (2^parte)
Citazione:
Se non ho capito male dici che i nostri “struggimenti” nascono principalmente dal desiderio o bisogno di dare, per così dire, un ordine al caos, dove, per caos si intende tutta quella gamma di percezioni distorte, (rette parallele che divergono), o inconsce, (ultrasuoni) che ci bombardano incessantemente ed allora, per rimanere nel tema iniziale, l’invito di Socrate alla speculazione intellettiva potrebbe avere un senso perché in esso si cela la via che porta dal caos all’ordine ed alla fine del viaggio nno solo troveremo: “Quella forza per la quale terra aria e cielo abbiano la miglior posizione che potessero avere” ma persino troveremo un rapporto più integrato con quella realtà che ci circonda che oggi sembra stritolarci. Però, (c’è un però) con questa indagine razionale abbiamo perso altre funzioni animali, esemplare quella del cane che percepisce gli ultrasuoni, fatto questo che, data la nostra origine biologica animale, doveva essere, in passato, stato possibile anche a noi. Ora avendo io in grande stima la realtà oggettiva, il mio dubbio rimane di capire se sia più vicino alla realtà il mio cane oppure io. Molto banalmente la risposta potrebbe essere che il mio cane è più vicino alla realtà, ma non ha coscienza di esserlo, mentre io, (uomo), ho maggiore coscienza di dove sono, ma mi sono allontanato dalla realtà. Mi fermo qui altrimenti rivomito sulla tastiera, questa volta per causa mia P.S hai analizzato dati rigidamente fisici e razionali e non hai fatto concessioni al nostro mondo interiore. Vuoi dire che il nostro mondo interiore esiste solo nelle nostri menti bacate? |
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26-01-2006, 11.20.29 | #85 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Re: Re: Polluzione notturna (2^parte)
Citazione:
Bellissimo, il panino che sto mangiando, e' molto buono. |
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07-02-2006, 21.43.42 | #86 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 26-01-2006
Messaggi: 230
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Per me ideale..definisce un punto di vista individuale..utilitaristico..q uindi in contraddizzione con il reale inteso come la somma di leggi fisiche universali Perfette per loro natura.
Come dire causa ed effetto.. Pensierostupendo |