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12-12-2005, 16.52.41 | #13 |
like nonsoche in rain...
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E sugli "zombie filosofici" di Chalmers, che ne pensate? Riuscite a concepire persone che si comportano apparentemente come noi, ma non possiedono la coscienza? Mi sembra un vago ritorno del solipsismo... anche se nell'ambiente della psicologia, più persone hanno proposto tesi simili... (vedi Julian Jaynes nel libro "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza")... forse sarebbe meglio porre il quesito in Psicologia......
Per qualche approfondimento: http://consc.net/zombies.html http://en.wikipedia.org/wiki/Philosophical_zombie http://filosofia.dipafilo.unimi.it/e...4&linkfrom=146 http://www.epistemologia.unifi.it/ri.../fcsalucci.htm Per divertirsi e riflettere: http://www.columbia.edu/~av72/dialogues/2000_d.pdf Sono possibili, secondo voi, sti' zombie?? Ultima modifica di nexus6 : 12-12-2005 alle ore 16.57.44. |
12-12-2005, 21.12.24 | #14 |
Utente bannato
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il fatto è che per uscire dal solipsismo è necessario scendere a compromessi.
Per uscire dal solipsismo è necessario prendersi la briga di dare alcune cose per vere senza avere certezza della loro veridicità. Caro nexus, trovo che la tua ragionevolessima considerazione sulla "verità" possa essere più che sufficiente per uscire dall'inghippo. La verità, sarà assoluta o no? Non è una questione di raggiungibilità. Non ci si sta chiedendo se si possa in qualche modo essere in grado di vedere quale sia la "verità assoluta", ma si sta considerando l'ipotesi che in senso assoluto il concetto di verità possa non essere sostenibile. Non è poi così impensabile, se si lega la "verità" alla condivisibilità, non solo tra gli uomini, ma universalmente valida e coerente da ogni punto di vista (quello del neutrino compreso). Dunque non è forse accettando il fatto che la verità sia relativa ad un contesto e ad un punto di vista, che questa può essere definita? e non è forse attraverso il rasoio di Occam, che si può dare per "vera" l'esistenza delle coscienze altrui? riscontrare che gli altri sono, per gli effetti che hanno sull'universo, analoghi a se stessi, quindi dotati di coscienza non è forse la cosa più probabilmente vera? o dovrei introdurre "enti" ad hoc per spiegarli? zombie che non hanno coscienza? |
13-12-2005, 10.06.31 | #15 | |
Moderatore
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zombi
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Sono contento che io caschi a fagiuolo e sono ancor più contento che tu condivida alcune argomentazioni che scartano l'opzione dello scettico radicale (o solipsista totale). Salterò la discussione sulla "verità dentro schemi" perchè ci porterebbe troppo lontani e non indispensabile per il discorso. Bene, ora tu chiedi se sia possiabile superare anche lo scetticismo delle altre menti, insomma la domanda è: gli altri sono tutti zombi? Prima di cercare di risponderti ti ringrazio per i link, molto interessanti soprattutto l'articolo di Marco Salucci (molto divertente quello della pillola zombi , comunque l'avevo già letto). Hilary Putnam, in uno dei suoi ultimi libri, propone una nuova via per dimostrare l'impossibilità logica (anzi, l'insignificanza) della tesi degli zombi (o come dice lui della "fidanzata automatica" di William James o la "tribù senza anima" di Wittgenstei). Ora l'argomento è molto complesso (per me prima di tutto), quindi per ora lo eviterò. Per quanto mi riguarda è vero che la tesi dell'esistenza degli zombi è logicamente possibile (almeno finchè non comprenderò a pieno la tesi putnamiana e la condividerò), ma non riguarda il nostro mondo, cioè quello che voglio dire è che è razionale credere che esistono altre menti, ed irrazionale credere che esista solo la mia. Argomento. Le moltissime teorie psicologiche (comprese le proto-teorie della "psicologia domestica") sono i migliori strumenti (e gli unici) che abbiamo a disposizione per comprendere/spiegare e pseudo-prevedere le azioni degli esseri umani. Ma queste teorie sono basate sull'idea fondamentale che l'essere umano è cosciente, quindi è necessario (almeno per ora) credere che gli esseri umani siano coscienti. epicurus |
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13-12-2005, 10.20.42 | #16 | |||
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Per "assurdi" intendo pensieri che non rispettino il requisito minimo richiesto riguardo al concetto di "verità", in un sistema come quello del linguaggio umano nel quale pare che il concetto stesso non possa che darsi in modo "intuitivo" o, come si dice in gergo, "primitivo"; il requisito MINIMO è quello della corrispondenza alla realtà. |
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13-12-2005, 10.42.26 | #17 |
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Cosa voglia dire "corrispondenza alla realtà" è tutto da vedere!
Questo è un requisito minimo e non certo un criterio rigorosamente formulato: per farlo bisognerebbe avere una teoria completa del linguaggio, una teoria completa della realtà ed una teoria che ci consenta di relazionare linguaggio e realtà; questo è un programma difficilmente realizzabile! Come hanno capito da tempo i filosofi bisogna accontentarsi di criteri di verità più restrittivi, tipo quello di Alfred Tarski, che penso proprio di non aver compreso fino in fondo; Tarski, ho letto tempo fa, ha dimostrato un teorema tipo quelli di Godel, riguardo il fatto che in un certo linguaggio vi saranno enunciati non verificabili (in quel dato linguaggio) ovvero enunciati a cui non è possibile assegnare nessun valore di verità, assumendo la teoria della verità dello stesso Tarski; detto così a parole può essere fuorviante, in quanto il teorema presuppone delle precise ipotesi, la cui discussione esula dalla presente. Accontentarsi di una definizione "intuitiva" di verità, pare per noi miseri mortali, il massimo a cui possiamo aspirare... anche se molto filosofi pensano che l'uomo possa "superare" le logiche convenzionali..... ..... essi però non dicono (e non potranno mai dirlo!) come dovrebbe avvenire ciò....... |
13-12-2005, 11.01.58 | #18 | |
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Re: zombi
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ps. non sarà mica il caso, dopo diversi secoli, di cambiare le lame di sto' rasoio? |
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13-12-2005, 13.33.25 | #20 | |
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Citazione:
Se pensi il contrario, definiscimi cosa dovrebbe essere questa "verità assoluta"... ... ... ... ... ... ... ...; la mia risposta sarà questa: la tua definizione non potrà prescindere dal linguaggio nel quale la formuli, che è dotato di certe regole e limiti e dunque la tua verità assoluta sarà costretta a muoversi entro un ristretto ambito e non sarà, dunque molto "assoluta"; questo è uno dei noccioli della presente discussione. Se poi una persona "sente" di possedere un qualcosa di assoluto, non potrò certo essere io a fargli cambiare idea poichè: 1. sono uno sfrenato relativista; 2. alcuni pensano che l'uomo possa "trascendere" i suoi stessi limiti...................., ma anche se lo facesse non ne potrebbe parlare! E questa mia tesi è molto simile a quanto mi hanno detto gli "spirituali" sulle loro esperienze mistiche! E che deriva da ciò? Precisamente questo: sull'Assoluto ognuno può affermare con certezza quello che gli pare... ... se mi sentissero di là! Dai Alessio difendilo un pò sto cogito! Non c'è nessuno che si sia preoccupato di farlo... e devo dire che ne sono rimasto alquanto sorpreso... ...... non direi deluso, in quanto fa piacere trovare persone che la pensano come me, giusto per avere la certezza di non essere l'unico pazzo al mondo, ma spesso è molto utile, sia per se stessi che per gli altri, incontrare gente che la pensa in modo totalmente opposto... |
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