Ospite abituale
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Per chi ha ancora voglia di continuare a leggere
Post 2/2
Quanto precede è solo una premessa (si, l’ho detto che sono un gran chiacchierone, con buona pace per Gibran) per giungere ai numerosi interventi che affollano il forum di cui parlavo in apertura d’intervento.
Ho giudicato necessaria questa lunga premessa affinché fosse più chiaro e comprensibile il senso di quanto andrò ad affermare nel prosieguo dell’intervento.
Ho letto sull’argomento, devo dire con estremo piacere, i numerosi ed appassionati interventi di Luca, mi permetto di riportarne qualcuno perché li ritengo estremamente esplicativi del concetto di Verità/Realtà che, se non ho mal interpretato, dovresti avere:
25 maggio, h. 01.52
“…L'uomo purtroppo è abituato a cercare la Verità all'esterno, senza nemmeno sapere che esiste un mondo interiore fatto di Verità e mentre all'esterno le cose possono apparire in modo diverso da quello che realmente sono ed è molto facile illudersi di possedere la Verità quando in realtà non la si possiede, dentro tutto è perfetto, reale e soprattutto Vero. Una volta che si è compreso questo non esiste più illusione, si vede tutto per quello che è…”
Qui, sembrerebbe tu propenda per una Verità/Realtà di tipo intimistico. Mi spiego meglio, anche tu, come me del resto, cogli la caducità di quanto percepiamo nel relazionarci col mondo esterno; se non sbaglio, vorresti dirci che la ricerca verso l’esterno è destinata a fallire a causa del fatto “…che tutto è relativo in questa realtà…”, pertanto, visto il fallimento di tale percorso, ti rivolgeresti al tuo animo/cuore/spirito per trovare, attraverso la “…meditazione che non è legata a concetti filosofico esoterici complessi ma semplicemente come unica tecnica esistente per scoprire quello che può arrivare a fare il nostro organo principale… e' come lavorare sul fisico attraverso una disciplina o uno sport, dove si cerca sempre di migliorare e di allenarsi costantemente…” l’equilibrio e, infine, l’oggetto della nostra originaria ricerca, ossia la Verità/Realtà.
Humm!!! Poco convincente; comunque sia, quanto da noi ricercato non può che essere “trovato” (ipotizzando che sia possibile) attraverso una relazione, la più intensa possibile, col mondo esterno, con la quotidianità e nel far questo avremo la necessità d’affinare le nostre capacità di analisi, speculative, immaginative, attraverso discipline (per esempio lo yoga - come suggerisci tu – disciplina in cui sono assolutamente ignorante) che, così utilizzate (se ben utilizzate), rappresenterebbero un mezzo, non l'unico ovviamente, per espandere la nostra coscienza. Quindi un mezzo per rapportarci col mondo esterno e non sicuramente una meta finale che condurrebbe ad un "pericoloso" ripiegamento in se stessi.
In caso contrario potremmo trovarci in presenza di un risultato, seppur estremamente importante, ben diverso dall’oggetto della nostra ansiosa ricerca. Per esempio, dopo un lungo periodo d'analisi introspettiva (attraverso la meditazione yoga), potremo giungere alla comprensione, anche assoluta, del nostro animo, del nostro Io; per carità, ripeto, risultato validissimo che, però, non ci avvicinerebbe punto alla meta. Io, seppur importante, anzi fondamentale (almeno dal mio angolo di visuale), sono parte di un tutto, direi anche, una piccola parte del macrocosmo che mi gira intorno. In questo senso non avrei alcun problema a sottoscrivere l’affermazione di Armonia da poco apparsa sul forum:
“…Ma siamo proprio sicuri che tutto sia dipeso da quel piccolo episodio e che invece quello stesso non faccia parte di un più grande disegno della nostra vita?
I "MA" e i "SE" sono il trattamento inutile di chi non abbraccia una visione di più ampia portata in una catena di cause. Si attribuisce così all'ultima causa il valore determinante di avvenimenti che vanno visti in un quadro più ampio…”.
Il buddismo, per esempio, concepisce l’esistenza e l’agire del singolo individuo come facente parte di un TUTTO, per cui ciascuna nostra azione interagisce con le mille degli altri esseri viventi. L’affermazione che precede mi sembrerebbe pertinente nella misura in cui percepisco gli accadimenti prodotti anche dal mio agire come una catena di effetti originatisi da un insieme di forze concorrenti e convergenti. Insomma, per farla un tantino breve (paradosso, io che la faccio breve?), l'uomo è sospeso in una condizione di precarietà in cui percepisce (quanto chiaramente o confusamente fa parte del Caos) questo continuo e perenne tira e molla, un esasperante equilibrio (se d'equilibrio si può parlare) che si muta in una costante tensione fra verità/realtà soggettiva e la percezione dell’esistenza di una Verità/Realtà di rango più elevato.
L’uomo, microcosmo immerso nel macrocosmo, avverte questa dissonanza e, nell’avvertirla, percepisce il senso dell’assurdo (A. Camus) che pian piano si fa strada per, infine, avvolgerlo completamente, manifestando tutta la sua prepotente virulenza e determinando, così, il sentimento d’inquietudine e vulnerabilità di cui è pervaso questo forum. Condizione che, spesso, piuttosto che tradursi in un atteggiamento di resa nei confronti dell’Assoluto (Verità/Realtà), lo proietta e sprona ad ingaggiare una furibonda lotta quotidiana combattuta contro il sentimento medesimo e contro sé stesso (uomo), fino a condurlo, attraverso la speculazione filosofica o il dogmatismo religioso (mistico, spirituale etc… che della prima rappresenta, secondo me, una nobilitazione - non necessariamente nell’accezione positiva - della ricerca del vero che, fottendosene altamente della logica e del raziocinio, acquisisce per veri alcuni dogmi altrimenti inspiegabili; insomma, una filosofia che spiega l’inspiegabile per mezzo della fede), in lidi più sereni.
Per questo motivo non mi trovo d’accordo con l’altra asserzione, sempre di Luca, che riporto testualmente:
Scritto il 27.05.2002 h. 1.02
“…Cmq sia io sono portato a vedere qualsiasi religione come qualsiasi filosofia dannosa all'uomo; penso che solo una disciplina pura come può essere lo yoga depurato da tutto quello che ci hanno messo sopra (filosofie, vegetarianesimo, pensieri filosofici, religioni, ecc.) solo come pratica e tecnica possa servire veramente. Poi ognuno fa la sua strada…”.
Io penso che la religione, la filosofia, e, scopriamo oggi (almeno io), anche la meditazione, possano essere visti come mezzi, dei veicoli (poi l’uso che l’uomo ha fatto di questi strumenti è un altro discorso), che potrebbero (per chi ci crede – io non sono fra questi), o dovrebbero, condurre gli uomini alla scoperta del Vero e non, come mi parrebbe di capire, un traguardo entro cui riposare in estatica contemplazione. La filosofia e la religione, intesa come spiritualità, sono elementi essenziali dell’uomo; non scindibili dal proprio contenitore umano e portatrici, spesso, d’elevati insegnamenti che non sarebbe corretto disconoscere.
Lo yoga (qui parlo da ignorante – così come lo percepisco io – se sbaglio sarò felice di leggere eventuali confutazioni), libera la mente e consente il perseguimento dell’importantissimo obiettivo di: “…scoprire quello che può arrivare a fare il nostro organo principale...”; presumo che qui alluda al cervello (materia???), infatti in altra parte del forum dici: “…Pensate solo che utilizziamo il 3% del cervello e già ci si meraviglia di quello che è in grado di fare…”. E’ vero, o meglio, presumo sia vero quello che affermi… ma, sempre secondo me, anche liberando l’intera energia nascosta nel cervello, suppongo (bada, solo suppongo) sia impossibile, per l’uomo giungere a comprendere e possedere la CONOSCENZA PERFETTA.
E’ ovvio che poi resti il dubbio (senza dubbi l’umanità non avrebbe mai mosso un passo – qualcuno dice anche senza la follia – “Elogio della follia”) di quale possa essere la migliore fra le tante filosofie (compreso il materialismo e il determinismo scientifico) e religioni (spiritualità) per giungere o solo avvicinarci all’ASSOLUTO; è naturale che poi sorgano, in noi poveri limitati mortali, tante discussioni e lotte; ma, in ogni caso, non è e non sarà mai la speculazione filosofica o la fede religiosa (bando agli integralismi) a limitare o impedire il progredire dell’uomo. Anche su questo argomento ho letto qualcosa che girava nel forum… purtroppo non son riuscito a recuperarlo.
Forse ci sarà un’occasione per discutere, in futuro, delle varie religioni – a me, ad esempio, interessa molto quella buddista (è vero, lo so, non è proprio una religione ma una filosofia di vita).
Sempre a proposito di Verità e verità, nessuno ha mai letto la prefazione ai “Sei personaggi in cerca d’autore” scritta da Pirandello che tratta della potenza della Fantasia e della realtà surreale che ciascuno di noi si ritaglia per poter meglio sopportare la fatica di vivere. Molto, molto vicina alla discussione che stiamo affrontando noi.
DOVEROSA PRECISAZIONE:
L’atteggiamento agnostico (di cui Poison è fautore – un saluto) non annichilisce l’uomo; non gli impedisce la ricerca, al più lo rende consapevole dell’impossibilità di giungere alla meta (ebbene sì, Poison, nell’altra discussione ho barato consapevolmente; ho notato che te ne sei accorto e, a distanza di un po’ di tempo, te ne do atto – Riferimento discussione “Del nostro fottutissimo cuore e dei pezzi di carta con cui pulirsi il c.u.l.o.”).
Abbiate pazienza, ancora una volta sono riuscito ad incasinare tutto… ad uccidervi con i miei lunghissimi sproloqui… che ci posso fare, sono un chiacchierone.
Ciao a tutti
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