prigioni...del PENSIERO
Il pensiero viaggia nella più frenetica ricerca di tutto ciò che non si può capire e forse neanche percepire. Questo è forse quel che più attira l’uomo dai primordi della sua esistenza, aiutato dall’esaltante voglia di sapere, riunita nella sapienza ancestrale, in un tempo che non sembra avere né limiti né barriere per nessuno. Cosa c’è di più strano, complesso e incomprensibile del pensiero dell’uomo; quella cosa priva di sostanza e forma, impercettibile ed imperscrutabile che si muove in quell’ammasso molliccio detto cervello, abbattendo ogni muro dell’etica e della morale, superando la religione, la società e il senso del peccato, senza regole né timori, senza antitesi perché senza giusto o sbagliato, senza paura dei giudizi. Può perdersi nel rosso di un tramonto di mezza estate, o nella forza delle onde, può meravigliarsi delle piccole cose e disprezzare ciò che le prevarica, può imprigionarsi nelle fatiche imposte o liberarsi in un menefreghismo senza priorità, può valutare le situazioni e tutto ciò che lo circonda senza paura di esso.Può perdersi nei meandri della psiche umana, senza schieramenti, senza idee che non possano essere cambiate e cancellate, senza falsi pregiudizi o ipocrisie, perché non esiste nulla all’infuori di esso. Eppure l’uomo sembra sempre più fregarsene di questo dono e cercare di sopprimerlo: prima togliendogli lo spazio ed il tempo per esistere nella velocità senza respiro del quotidiano, bloccandolo sotto le troppe attenzioni; poi annullandolo ed infine imprigionandolo in quei falsi pregiudizi, in quei finti schieramenti fatti di opinioni fasulle e prive di logica, che si preoccupano di delineare il giusto ed il sbagliato contorcendorsi nelle più assurde contraddizioni. Però l’uomo va oltre, ha bisogno di un’antitesi da smontare, da disprezzare e distruggere, perché di conseguenza la sua idea viene esaltata e considerata migliore; e se la crea in tutte quelle persone che la pensano diversamente, arrivando a temerle per la paura del diverso, di quel diverso che lui stesso si è creato. Nascono così gli schieramenti, o sei uno o sei l’altro, o di qua o di la, la via di mezzo è al bando, è mancanza di carattere. Per poi creare le grandi incomprensioni e discussioni che sfociano nella più irrazionale violenza fatta di guerre, che trascendono il rispetto e l’umanità e si circondano di falsi punti d’onore. Si arriva ad uccidere ciò che c’è di più simile a noi, un altro uomo, solo perché ha rinchiuso il suo pensiero in una prigione diversa dalla nostra…
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