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08-12-2004, 01.14.11 | #12 | |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Re: Enigma Sesso
Citazione:
Io ho risposto a questa Gyta. Ah! La luna si dimentica. Si vede soltanto prima. |
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09-12-2004, 07.04.44 | #13 |
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xEdali e non solo:
Sì, Edali sono d'accordo riguardo ciò che definisci ancestrale desiderio di fusione ed era anche l'apertura del mio post; ho semplicemente pensato che se riuscissimo mettere a fuoco l'immagine principale del nostro desiderio fisico verso l'altro riusciremmo ad identificare il punto di connessione tra il desiderio di fusione e la fisicità e collegare questi al senso della nascita dell'uomo.. Forse mi dilungo troppo nelle mie esposizioni ma scandagliare un argomento così complesso come l'amore e la sessualità richiede una certa naturalezza di linguaggio di cui è difficile fare sintesi Sarebbe bello se il discorso non si arenasse qui mi sono dilungata nei precedenti post non per amore di monologo ma un tentativo di comunione con voi tutti.. Grazie a voi tutti ed un saluto! Gyta |
09-12-2004, 09.17.56 | #14 |
Ospite abituale
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Una disinibita e totale libertà sessuale in cui si padroneggi e non si subisca l’erotismo non sarebbe possibile finchè lo scopo della natura è la specie e non il godimento dell’individuo.
L’uomo ha più facilmente rimosso questo aspetto ma nella memoria della donna il suo corpo evoca più il significato dei mezzo riproduttivo – anche con precauzioni anticoncezionali – che quello di strumento di piacere, per cui l’atto sessuale sottomesso all’inconscio perde in spontanea giocosità. Tuttavia non so quanto questa teoria sia ancora sostenibile nei tempi attuali improntati dalla mascolinizzazione femminile e relativi comportamenti sessuali sempre più simili a quelli maschili. Inoltre il femminismo sostenne che la biologia c’entrava poco con gli aspetti della personalità femminile dove contano soprattutto condizionamenti ambientali e culturali. |
09-12-2004, 09.25.58 | #15 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
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Citazione:
Parole Sante..! Comunque.. il nocciolo era sul perché e sul come il sesso -organo di riproduzione- sia unito all'amore.. (prima pag.) Gyta |
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09-12-2004, 11.09.00 | #16 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Immagina la vita come un gigantesco luna park nel quale un ininterrotto fiume di gente entra, mentre qualcuno che è stanco esce. Il Maithuna, rapporto sessuale tantrico, prevede una amplesso senza raggiungimento dell’orgasmo fisico, cioè senza deposito del seme nel grembo femminile. Questo ha già in se una simbologia, nel senso che l’atto amoroso non è fatto per procreare bensì per permettere alle tremende energie dell’unione sessuale di diventare veicolo verso la trascendenza. In questo senso il Maithuna è porta di uscita dal luna park della vita accessibile a chi stanco della vita sensibile vuole tornare nella sua casa ancestrale, quella da cui proveniamo. Viceversa l’unione sessuale, compiuta in piena coscienza animale, prevede l’emissione del seme nel grembo femminile, atto funzionale alla vita ed alla sua espansione che come tale diventa porta per coloro che vogliono entrare nel luna park della vita. Se è vero che gli estremi si toccano, fine ed inizio si incontrano in un punto, quel punto è appunto l’unione sessuale, dove da un lato la dualità torna unità, mentre dall’altro l’unità diventa dualità. |
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09-12-2004, 12.57.49 | #17 |
Ospite abituale
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Punti di vista
E conseguentemente inserisco il mio.
Sono convinto del fatto che la questione possa essere riguardata attraverso due angolazioni, le quali, entrambe, mi convincono. La prima è di carattere riduzionistico ed implica un percorso induttivo. La specie umana necessita, per la sua stessa sopravvivenza, di una potente pulsione riproduttiva e, perciò, ciascun essere umano nasce corredato di uno spettro di valenze erogene applicate alla sessualità. Tali valenze erogene non sono "orpelli aggiunti" all'atto procreativo, ma le semplici risultanze psichiche di una tensione riproduttiva non ulteriormente riducibile (all'interno di "quel" particolare probando). Dal punto di vista della specie, presa nel suo complesso, invece, esistono ulteriori percorsi riduttivi: così, ad esempio, la genesi sessuata assicura la persistenza di una ricchezza di varietà geniche assai più ricca che se non lo fosse. Inoltre, le implicazioni insite nella scelta tendenziale del partner, ci dicono "come" la nostra specie abbia, nel corso dell'evoluzione, inteso giungere al miglòior controllo adattativo del suo ambiente. La bellezza, ad esempio, la quale, in ultima analisi, è soprattutto regolarità dei tratti del volto e dell'assetto corporeo, unita alla massima potenzialità espressiva, ci suggerisce come la nostra specie si sia disposta alla lotta per la vita attraverso la cooperazione sociale e la comunicazione tra i membri di ogni gruppo. Gli standard di appeal maschile, sostanzialmente inalterati nel corso dei secoli, e quelli di appeal femminile, molto più mutevoli nelle diverse epoche e società, fanno supporre che alla donna della specie sia dato un carattere più "stabilizzante", in linea col fatto che ad essa è poi attribuito il principale carico nell'educazione della prole e nella conservazione e trasmissione della cultura, in senso antropologico. In quasi tutte le lingue, la prima ad essere appresa viene detta "madre" ed è noto che il cervello femminile possiede una doppia rapprersentazione dello storage linguistico, come se la biologia avesse voluto (a differenza che nell'uomo) prrservare il patrimonio linguistico soprattutto nella femmina. L'uomo, al contrario, introduce nel corpo sociale una maggiore tendenza alla trasformazione e al cambiamento, per cui la donna ambita cambia in funzione delle esigenze riproduttive. Così, ad esempio, in tutte le società evolute e sovrappopolate, non è la femmina portatrice di caratteri connessi ad una maggiore fertilità (ampiezza del bacino, seni abbondanti ed una certa pinguedine) quella più ricercata: al contrario dominano le figure femminili connesse ad una maggiore intellettualizzazione (tipo longilineo, tratti efebici, fronte ampia e maggiore spazio tra gli occhi). Esiste, però, un'altra angolazione, altrettanto convincente e per nulla incompatibile con la precedente. Da questo lato la sessualità e l'amore non si pongono in una relazione deterministica, o inerenziale, ma, semplicemente, concomitano in alcuni comportamenti umani, facendosi quasi "fusionali" in alcune circostanze. Tra queste vi è certamente l'atto sessuale riproduttivo, ma non solo. Basta pensare al trascinamento collettivo che certi grandi oratori hanno saputo imprimere alle folle o, più semplicemente, l'effetto dionisiaco di alcune performances musicali o teatrali. Spesso lette come alternative orgasmiche, sublimazioni o spostamenti, esse potrebbero costituire semplici varianti di una tendenza fusionale che rappresenta l'acme apoteosico dell'agire in gruppi estremamente estesi proprio solo dell'essere umano (altre specie operano in gruppi, ma molto limitati). Probabilmente fu questa l'arma vincente dell'uomo nella sua affermazione di specie. Da questo lato l'amore è l'espressione di un fenomeno etologico più fondamentale di quello riproduttivo: ossia l'agire in gruppo, in gruppi sociali, via via crescenti, tenuti insieme da un collante biopsicologico che, letto attraverso l'esperienza del singolo individuo, è l'amore. Da ciò, del resto, l'estrema affinità dell'amore con l'odio, sentimento con il quale esso condivide tutto, tranne l'intento fondamentale che è, al contrario, disgiuntivo, individualizzante e identificativo. Se l'amore non fosse in equilibrio con l'odio, le società umane perderebbero quella ricchezza di varietà culturali che arricchiscono la nostra specie e la rendono capace di un'evoluzione infinitamente più rapida di quella biologica. Mi fermo qui. |
09-12-2004, 14.08.52 | #18 |
Ospite abituale
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Mi viene una considerazione a latere del crescere di questo 3d e cioè che l’uomo occidentale non ha mai sviluppato nessun pensiero sulla sessualità, se non per emettere condanne morali o per usare l’immaginario erotico per fare bassa, (film hard core, riviste), o alta, (liriche, poemi, quadri, sculture, film d’autore ecc.), pornografia. Il risultato, probabilmente è che, tutti stiamo guardando il dito ed omettendo la luna.
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11-12-2004, 00.39.21 | #19 |
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Scusate il ritardo.. !
Dunque ho fatto a tempo l'altro giorno a leggere il tuo messaggio VanLag e t'avrei abbracciato con tutte le mie anime a disposizione.. Il tuo scritto è stato un respiro di vita.. Del tantra ne sapevo ben poco e nulla.. Forse è proprio ciò che andavo cercando.. Uno spiraglio s'è aperto.. forse il tuo modo di presentarmi la cosa.. visto che qualcosa cent'anni fa devo aver letto da qualche parte.. senza che da me scaturisse alcun serio interesse.. forse altro tempo.. forse.. Grazie.. comunque!! Leibnicht, oh, no.. Non fermarti! Per me è un piacere leggerti..! Fai molte parole ma non ne sprechi una.. è questa non è una dote di molti.. Bando alle lusinghe.. La prima parte del tuo scritto sotto un distaccato occhio lontano da discorsi del tipo 'necessario quindi logico' può esser facilmente contestata con una discreta dose di ipotesi fantasiose ma non per questo impossibili.. (lo stesso accenno che ho fatto riguardo Epicurus) Poiché questo 'tipo' di sessualità necessita di forte pulsione per la sua stessa natura d'essere senza che però possa venir eletta per forza di cose a migliore procreazione in senso assoluto e se anche così fosse ciò non giustifica né spiega la sua unione col sentimento d' <Amore>, più vicino alla domanda dell'uomo al suo senso d'essere (ed alla fame di divino -se vuoi).. A meno che tu non veda nella procreazione un atto di alta potenza creativa che accomuni l'uomo ad una sorta di piccolo Dio capace di donare.. 'infinitezza' ! Non darebbe risposta al mio 'da due ---> infinito..!' Ma potrebbe certo aprire ad una lettura dell'amore come infinito atto d'umiltà dove l'assoluta bellezza si concretizza nella impossibilità assoluta di possedere se non il possedere realmente tutto attraverso l'impossibilità di possedere in qualità d'individuo se non semplicemente negando la propria separazione dal tutto (una sorta d'immedesimazione 'panteista'..-se vogliamo) Riguardo alla sublimazione della libido (freudiana) sono assolutamente d'accordo.. La pulsione creativa (come amo chiamarla in linea con Fromm) trova sbocchi al di là della fusione dell'atto sessuale attraverso la sublimazione dello stesso nell'atto del creare(nell'arte, nella musica, nella partecipazione a queste) una sorta di trascendere il senso di finitezza umana attraverso la creazione di un qualcosa in cui il temporale possa scemare in una dimensione non più rigidamente definibile, più in linea quindi col senso d'infinitezza dell'aspirazione umana ad andare al di là di se stessa e concretizzarsi in un senso di assoluto non più tramontabile.. Come nel primo teatro la rappresentazione diventa possibilità d'incontro tra l'assoluto ed il relativo e la partecipazione collettiva al dramma attraverso la catarsi purifica ed innalza l'animo umano al mistero divino placandone -in un certo senso- il senso d'impotenza.. (C'è un punto che mi sfugge nel tuo scritto dici "Se l'amore non fosse in equilibrio con l'odio, le società umane perderebbero quella ricchezza di varietà culturali che arricchiscono la nostra specie e la rendono capace di un'evoluzione.." Puoi spiegarti meglio..?Cosa intendi 'in equilibrio con l'odio'.. o meglio- cosa intendi per 'odio'..?) Gyta |
11-12-2004, 09.23.12 | #20 |
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Ulteriori considerazioni intorno all'orgasmo
'Piccola Morte' così viene anche definito l'orgasmo..
Perché nell'amare desideriamo l'incontro fisico con l'altro..? Tralasciando la necessità biologica del procreare cerchiamo l'annullamento, la piccola morte.. 'Mi sento impazzire' 'da impazzire'.. lo diciamo quando il nostro cuore esplode incontenibile ad una sinfonia, vorrebbe esser strada di quel suono, percorrerne la dimensione (quella del sentore sconosciuto che sembra proporre, ma limitati ondeggiamo dentro l'incapacità di fluirne, vorremo entrare in quell'altro mondo che sembra suggerirci.. dal quale sembra provenire.. Allora sul serio, noi, il dio esploso,che per amore si spezzetta in infinite parti per poter sentire il tocco delle sue stesse braccia..) 'Impazzire' a definire una felicità non sostenibile.. talmente intensa.. Non ricordo d'esser nata.. Qualche spiraglio mi giunge al pensiero della morte.. Morte 'Piccola morte' 'Grande morte' Quante altre dimensioni non ci appaiono.. Impossibili ad essere contenute in questa mente-percezione..(..!?) Ho detto 'cerchiamo l' "annullamento" '... La dimenticanza..! Non più essere presenti a se stessi.. Non più mente, non più separazione.. Ma non da intendersi come 'separazione' ma come annullamento di una distinta soggettiva coscienza.. Gyta |