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28-11-2004, 21.22.51 | #2 |
frequentatrice habitué
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Per adesso ricordo soltanto: Ivan Illich , ma può darsi che ti è già conosciuto.
http://www.altraofficina.it/ivanillich/default.htm Un caro saluto edali |
29-11-2004, 22.39.31 | #4 |
Ospite abituale
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Ciao
Van Lag: "...mi piacerebbe avere indicazioni su libri e siti di pensatori e filosofi contemporanei che abbiano realmente qualche cosa di valido da comunicare per aiutarmi(ci) a “leggere” ed interpretare i tempi moderni." Leggi "Il destino dell'umanità" di Martinus. http://www.martinus.it/Pubblicazioni.htm Ciao |
30-11-2004, 01.31.24 | #5 |
Ospite abituale
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Caro VanLag
non lo so se la lista ti può aiutare. Poi mi farai sapere. Andrè Glucksmann\ Occidente contro Occidente\ Lindau Robert Kagan\ Il diritto di fare la guerra\ mondatori Carlo Panella \ I piccoli martiri assassini di allah\ Piemme Bernard Lewis \ La crisi dell’Islam \ mondatori Michael Walzer \ Sulla guerra \ Laterza Thomas friedman \ Il mondo dopo l’11 settembre \ Mondatori Michael Walzer \ La libertà e i suoi nemici \ Laterza Andre glucksman \ Dostoevskij a Manhattan \ Liberal Bernard – Henri Lèvy \ Chi ha ucciso Daniel Pearl? \ Rizzoli |
30-11-2004, 21.18.09 | #6 |
Ospite abituale
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Ringrazio anche Rolando e Salice.
Per Rolando devo dire che avevo già sbirciato (dato un’occhiata) il sito di Martinus, su un'altra tua segnalazione ma mi sembra che anche lui abbia una visione più mistica e non è quello che stavo cercando qui. Io sono un fautore delle “armonie finali” ma ci sono momenti nei quali c’è bisogno di un diverso pensiero che non sia rivolto solo al singolo ma che parli alla società. Per me è uno di questi momenti. (Comunque riguarderò meglio il sito, prima di decidere se prendere il libro o no). Cribbio Salice, dove lo trovo il tempo per leggere tutti quei libri, (+ gli altri)….. Se non mi segnali, nella lista, un paio che per te sono stati più significativi mi tocca scegliere a caso. Anyway, grazie a tutti….. a chi ha già scritto e chi scriverà…. |
02-12-2004, 00.05.03 | #7 |
Ospite abituale
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“ Dostojevkij a Manhattan” è un libro “filosofico”, che non sempre sono riuscito a seguire tutti i passaggi mentali del ‘autore. Invece , nel “Occidente contro occidente” Glucksmann parla della spaccatura occidentale dopo l’ undici settembre.
L’affronto tra l’Europa e gli Usa viene trattato anche da Kagan. “Il diritto di fare la guerra” è un piccolo libro, molto stimolante, ti consiglio anche il suo libro precedente “Paradiso e potere”. Thomas Friedman, è un giornalista americano, fa un giro di vite tra le persone che contano in medio oriente e altrove alla ricerca di risposte per le sue domande. Scritto in seguito al settembre 2001, pubblicato nel 2002, prima della guerra… Bernard Lewis, un professore ormai novantenne, insegna a Princeton. Forse il miglior conoscitore della cultura e mondo arabo e persiano, oltre il libro che ho citato ti consiglio pure “Il suicidio dell’ Islam”, sempre libro di storia. Michael Walzer lo trovo brillante - si occupa di filosofia politica. Puoi cominciare e vedrai dove arrivi… Se ti posso consigliare un altro… “L’ossessione antiamericana” di Revel Francois, fa i conti con la sua nazione, la Francia, sempre in rapporto alla spaccatura occidentale. |
03-12-2004, 23.08.45 | #8 |
Utente bannato
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X VanLag
riferimento: ------------------------ Pensatori e filosofi cercasi. ------------------------ Caro VanLag, la storia si ripete, il dramma dell'undici settembre è solo la febbre di un sintomo più grande e, se vogliamo, più drammatico. Non scordiamoci, inoltre, che sotto le torri gemelle furono già messi alcuni quintali di dinamite, che riuscirono a sfondare due metri di cemento armato, raggiungendo la galleria della metropolitana cittadina. Alla base di tutto, a mio modo di vedere, vi può essere solo una cosa che scatena, e scatenerà ancora di più in futuro, l'inferno: questa miccia è rappresentata dall'ingiustizia che applicano i potenti verso i deboli. A parte l'idea che appartiene a molti che, in medio oriente, più casino si crea e più si possono manovrare le risorse petrolifere, dobbiamo ricordarci che esiste un popolo, quello Palestinese, che da cinquanta anni è stato invaso dagli Istraeliani e che, tutt'ora, gli è stato sottratto l'ottanta percento del loro territoro. Il primo Presidente d'Istraele, Ben Gurion, soleva affermare ai giornalisti che lo intervistavano: ma come potete pensare che i Palestinesi possano fare la pace con noi, se noi gli abbiamo invaso le loro terre, gli abbiamo preso le loro scuole, i loro tribunali, i loro ospedali? (Ho citato a memoria). Il popolo di Palestina si è difeso e si difende come può, per la sua terra, la sua gente, la sua cultura, le sue tradizioni ecc. ma, a tale motivo, da tutti i lecca culo del mondo, viene tacciato di terrorismo. Ovvero: un cittadino palestinese che non ha carri armati, non ha cannoni, non ha aerei o elicotteri per sganciare missili sui mercati affollati di gente o sulle scuole o sugli ospedali, come hanno fatto gli Istraeliani. Ma si mette qualche chilogrammo di tritolo sulla cintura e si fa esplodere, martorizzandosi per la sua terra, per far sapere agli altri che esiste anche il popolo palestinese, e che questo popolo è stato invaso e brutalizzato da cinquanta anni, senza che nessuno ne abbia preso le difese o abbia qualcosa da ridire. Ma, a questo punto, qualcuno potrà obbiettare: ma che centrano gli americani con la palestina? Si presume che centrino, per il solo fatto che prendono sempre le difese degli Istraliani e mai quelle dei Palestinisi, proibendo a chiunque di intervenire nella questione, in modo serio. Ricapitolando, da cinquanta anni esiste un popolo che è stato invaso; che questo popolo fino ad oggi ha perso circa trentamila civili, tra donne, bambini, ragazzi, anziani e soldati, e che nonostante questo viene considerato un popolo terrorista, solo perché si difende martorizzandosi, e non usando aerei, cannoni o carri armati ecc. per il semplice fatto che non li ha. Mentre Istraele, che è l'invasore, e che ha perso solo la decima parte tra civili e militari (circa tremila) in cinquantanni, è considerato il popolo civile che bisogna difendere a tutti i costi. Personalmente mi viene da ridere quando si celebra la giornata mondiale per non dimenticare le stragi d'Istraeliani perpetrate dai tedeschi, durante l'ultima guerra, nei Lagher nazisti; mi viene da ridere per il semplice fatto che i primi a dimenticarsene sono proprio gli istraeliani, che stanno facendo strage di un popolo, per il solo fatto che sta dentro il proprio territorio. Ecco, caro VanLag, tutto questo, a mio modo di vedere, non ce bisogno di leggerlo da nessuna parte e non ce bisogno che ce lo dicano i filofi o i pensatori, è sufficiente affacciarsi alla finestra di casa, per farci drizzare i capelli. Un saluto da Giancarlo. Ultima modifica di Giancarlo_Deangelis : 03-12-2004 alle ore 23.14.04. |
03-12-2004, 23.33.20 | #9 |
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Sì. Per non dimenticare la Palestina
"Israele-Palestina, come terminare la guerra del '48" Intervista a prof. Tanya Reinhart, autore di "Israel/Palestine, how to end the war of 1948. Editore Seven Stories, USA", docente all'universita' di Tel Aviv e di Utrecht. “Quale spera possa essere il contributo del suo libro? Con l'aria che tira negli Stati Uniti e in Europa, chiunque osi criticare Israele viene subito tacciato di antisemitismo. Una delle ragione per cui la lobby israeliana ed ebrea ha avuto così successo nell'accusare i palestinesi, è la mancanza totale di conoscenza circa quello che è successo realmente. Senza i fatti, la vulgata rimane che Israele combatte per esistere ancora. L'attenzione va solo al terrorismo orribile e deprecabile dei palestinesi, così chiunque critica Israele viene accusato anche di giustificare il terrorismo. Io spero di dare ai miei lettori una relazione precisa dei fatti in modo da avere risposte a questa accusa. La seconda speranza è di ridare speranza. Una soluzione razionale e giusta è ancora possibile. La gente ha trovato il modo in passato di passare da una storia di stragi alla coesistenza pacifica. L'Europa è un esempio. Dopo due anni di orrori, la maggioranza degli israeliani come dei palestinesi, spera di aprire una nuova pagina. Mostro questo nel mio libro e concludo il libro con la storia degli attivisti israeliani e palestinesi che si battono per l'unico futuro possibile, quello basato sui valori umani. Tocca ora al mondo intervenire per dare speranza e per fermare la giunta militare israeliana che non rappresenta la maggioranza degli israeliani. Infine, forse è questa la parte più importante, cerco di dare un'idea della tragedia palestinese facendo parte dei privilegiati, gli oppressori. Con gli americani che coprono le spalle e il silenzio degli occidentali, c'è il serio pericolo che questo sia solo l'inizio e che col paravento della guerra in Iraq, il popolo palestinese si trovi davanti a un aut aut: l'annullamento o un secondo esilio. La descrizione dell'Afganistan di Arundhati Roy sembra riprendere la situazione palestinese: "guarda la giustizia infinita di questo secolo. I civili stanno morendo di fame aspettando di essere uccisi". La mia più grande speranza e il mio appello è: salvate i palestinesi! Fermate Israele! Deve essere una parte della lotta contro la guerra americana all'Iraq. Se i governi del mondo non lo faranno, io spero che lo facciano i popoli.” A cura di InfoPalestina” Grazie Giancarlo! edali |
04-12-2004, 00.06.49 | #10 |
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Giancarlo risolvere i conflitti con la forza delle armi significa già mancare di idee. Tutti quanti ragioniamo ancora con i parametri di cinquanta, se non di cento anni fa, mentre il mondo cambia al punto che ciò che diciamo oggi domani è già vecchio. Viviamo immersi in contraddizioni assurde ed invece di cercare la via della comprensione pensiamo che le contraddizioni siano inevitabili.
Magari dovremmo fare mente locale e pensare ai nostri padri e nonni su cui incombeva lo spettro della miseria e che dovevano spaccarsi la schiena per tirare avanti. E continuando a fare mente locale dovremmo vedere come oggi “la merce” così preziosa un secolo fa non manchi più, almeno in occidente. Siamo talmente oberati dai beni materiali che ormai li lasciamo sugli scaffali dei grandi magazzini o nei camoin che girano sulle nostre autostrade e non solo perché mancano i soldi, ma soprattutto perché mancano gli acquirenti. E si perché dopo un frullatore o due, non possiamo riempirci la casa di frullatori, solo per fare contenta la Girmi o i commercianti o i padroni dell’AUCHAN o della Bennet. Ma producessero e vendessero benessere, sai come uscirebbero i soldi? Tanto per fare un esempio. Siamo nelle condizioni di essere tutti benestanti perché abbiamo creato con l’industria e la tecnologia, un sistema potentissimo nel generare “bene materiale”, potremmo sfruttare le macchine e noi uomini goderci una vita rilassata ed invece cosa facciamo? Stiamo a lavorare negli uffici e nelle fabbriche fino alle 23 di sera, permettiamo che vengano promulgate leggi sul lavoro precario per rimpinguare i conti di già pingui investitori, permettiamo l’occultamento dei capitali, accettiamo che le classi medie vengano impoverite, permettiamo che vengano tolte le sicurezze sociali, continuiamo a comprare frullatori anche se non ci servono e, non da ultimo, eleggiamo a capo del governo un imprenditore, che non contento di essere nella classifica delle cinque persone più ricche del mondo fortifica le sue ville in Sardegna coi soldi dei contribuenti. Ma ti rendi conto di che cose facciamo? Come stiamo vivendo? Sembra facile ironia ma fa tutto parte della confusione mentale nella quale siamo immersi. Una confusione mentale non indifferente, (non mia che forse mi esprimo male ma che vedo ben chiaro i termini del problema), ma una confusione globale di idee che naufragano nella mancanza di consapevolezza sui cambiamenti che stanno modificando di ora in ora la nostra società. Quella mancanza di consapevolezza previene lo svilupparsi della filosofia che ha retto a fatica fino al secolo scorso, ma che oggi non riesce più a gestire il cambiamento. E fintanto che ci appoggeremo su ideologie di mistici vecchi di migliaia di anni e di filosofi vecchi centinaia di anni, rimarremo qui a litigare su chi sono i buoni e chi i cattivi, mentre la nostra società continuerà ad inabissarsi lentamente. Il problema delle torri gemelli è semplice. Tutti hanno urlato: - chi è stato? - ma nessuno ha chiesto – perché? – e senza una comprensione delle cause sarà difficile risolvere il problema. Non so se sono riuscito a farti capire cosa intendo per bisogno di idee, di intelligenza, di cultura. Un mondo disumano, ingiusto e disequilibrato come quello moderno, non ce l’ha ordinato il medico e la rassegnazione, nasce solo dalla nostra incapacità di scorgere la luce alla fine del tunnel, per questo invoco ed evoco chi ha la vista più lunga, affinché possa mettere degli indicatori che servano a tutti noi come riferimento. La mia paura è che queste persone non appaiono perché tutti siamo ancorati a modi di pensiero vecchi e non riusciamo a lanciarsi verso il nuovo, ma questo è un altro film. P.S. Devo avere scritto una risposta orrenda….. Scusami sono stanco e non ho voglia di rileggere….. prendila così com’è. |