Citazione:
di r.rubin il 27-05-2004 12:32:
però devo dire che secondo me è impossibile vedere il REALE, perchè è sempre inevitabilmente filtrato dal punto di vista del soggetto!!
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Inserisci un concetto più volte studiato e ampiamente dimostrato dalla psicologia cognitiva. In questo campo che studia anche le interferenze cognitive che fuorviano la nostra percezione, esistono miriadi di test ampiamente esemplificativi di quel che immagino tu abbia voluto intendere. Ma ne inserisci anche un altro molto più affascinante: oltre alle interferenze percettive, la nostra visione del mondo è fortemente influenzata anche dal quello che Jung definisce ‘tipo psicologico’ (‘I tipi psicologici’, unica mia lettura non ancora conclusa). Esisterebbero, infatti, secondo lui, come prima macro classificazione, due tipi psicologici ben distinti: l’introverso e l’estroverso. Tralascio di dilungarmi oltremisura nel riportare le dettagliate descrizioni delle sue osservazioni, per dire, in estrema e non certo esaustiva sintesi, che queste due tipologie umane tendono a rappresentare il mondo ciascuna in base alla propria inclinazione o predisposizione, seppur riconosce che detta visione è fortemente mitigata, ma mai totalmente emendata, da pratiche di osservazione e dalla cultura.
Citazione:
di Rocco il 27-05-2004 12:25:
Io non credo che siamo sballottati dagli eventi ....piuttosto fortemente condizionati da essi e che sovente amiamo parlare di istinto e roba varia......
senza renderci conto della miriade di "RE -AZIONI" che albergano nella nostra vita quotidiana .....che non sono AZIONI , ma comportamenti in opposizione ad altri , scarsamente ponderati e su cui ben poco abbiamo riflettuto , diciamo pure....AUTOMATICI.
Invece uno dei fattori base che abbiamo smarrito attraverso il tempo è quello di un acuto spirito di osservazione .
Osservazione del REALE, di ciò che è...... e non di ciò che ci piacerebbe che fosse..... o semplice prodotto delle nostre fantasia mentali.......
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Neanche io penso che siamo, IN MANIERA TOTALIZZANTE, sballottati dagli eventi: Come vedi, a differenza di te inserisco la locuzione ‘in maniera totalizzante’, perché ritengo che in una certa misura, nonostante i nostri sforzi più o meno continui o pianificati, siamo e saremo sempre sballottati anche dagli eventi. Credo che questa distonia naturale non sia in sé e per sé un male, ma per certi versi è ciò che fa di ciascuno di noi un essere unico ed irripetibile perché esalta le diversità, e solo nelle diversità esiste il dibattito, prodromo, questo, di progresso: scientifico, spirituale, culturale, sociale…. Differentemente avremo una visione univoca della realtà, la vedremo tutti così come essa è; saremmo perfetti; non avremmo altra scelta che quella di optare per la via più diretta e vantaggiosa; non esisterebbe alcuna diversità di vedute; saremmo omologati e, in ultima analisi, perderemmo quello spazio di libertà, seppur minimo, che ‘umanamente’ abbiamo. La visione del REALE, di ciò che è, come dici tu, è utopistica; ma su tale argomento non è necessario sviluppare alcun ragionamento dimostrativo, è sufficiente sottoporsi ad un qualsiasi test che dimostra ampiamente la limitata capacità dei nostri sensi; test disponibili su Internet o reperibili su qualsiasi rivista o pubblicazione specializzata in materia. Non si tratta di vedere la realtà così come ci piacerebbe che fosse, ma di vederla nel modo in cui le nostre capacità sensoriali, in quel dato momento e in quella determinata circostanza, ci consentono di vederla. E’ risaputo che il mondo sensoriale è la primissima fonte d’informazioni (poi esiste l’intuito, l’immaginazione, la fantasia), e i nostri connettori (sensi), che ci permettono di percepirlo, sono la principale finestra che appunto si affaccia sulla realtà. Noi dalla realtà attingiamo un numero impressionante d’informazioni, ma non tutte arrivano ad eccitare i nostri sensi nella stessa misura e con la stessa intensità. Alcuni messaggi sono immediatamente disponibili per l’elaborazione che ne dobbiamo fare e per il nostro agire o pensare, altri, la stragrande maggioranza, restano silenti, non sono portati alla nostra attenzione con immediatezza, spesso mai, ma interferiscono con il nostro modo di percepire la realtà. Questo è più che naturale che avvenga, diversamente saremmo bombardati da messaggi che al momento non ci occorrono, e che risulterebbero addirittura dannosi. L’uniformità del mondo esterno funge da sonnifero nei confronti delle nostre capacità (FISIOLOGICHE) ‘attentive’ (chissà se il termine l’ho coniato io, chi vuole può leggere ‘di prestare attenzione’), tanto è vero che l’uomo, cosciente di questa limitatezza insita e fisiologica, ha avuto cura di apportare dei correttivi: a questa necessità, quella di richiamare l’attenzione e di eccitare i sensi, ben rispondono le sirene degli automezzi di soccorso che emettono un suono a modulazione tonale differenziata, proprio perché un suono mono-tono sarebbe meno efficace per richiamare l’attenzione degli altri. Questo è solo un piccolissimo esempio, altri e più significativi sono forniti dall’esperienza, sempre più avanzata, della psicologia cognitiva.
Una re-azione è un atto che risponde ad un’azione, che a sua volta potrebbe benissimo essere non lo scaturigine dell’evento complessivo, ma un’altra re-azione ad una precedente azione (l’incipit dell’evento) o re-azione. Questo concatenamento si definisce storia e dimostra che una re-azione è anche azione. La storia dell’umanità è un continuo in cui è complesso risalire alla ‘Causa Prima’, sempre che non si voglia risalire fino a Dio, ma credo che non sia questa la tua intenzione.
Ciao