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03-05-2004, 19.01.31 | #13 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
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per meglio spiegare quello che ho detto prima
razionalmente: se mi manca un "qualcosa", -o è un "qualcosa" che prima avevo e ora non ho più come ad esempio i capelli, e quindi confrontando grazie alla memoria, il mio essere di ieri con quello di oggi, che vedo allo specchio, posso constatare la differenza rispetto quel "qualcosa" che mi manca, sapendogli dare con precisione un nome -o è un "qualcosa" che non ho mai avuto e che sento il bisogno di avere nel caso (1) conosco quel "qualcosa" perchè lo avevo nel caso (2) non lo posso conoscere non avendolo mai avuto ciònonostante nel caso (2) sento che "qualcosa" mi manca, ma non avendolo mai avuto non so di cosa si tratti: posso chiamarlo X , e cercarlo, ma che quel qualcosa sia X è una mia supposizione. ciao |
03-05-2004, 19.17.38 | #15 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
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Re: Re: solo catene causali... o forse no...
Citazione:
... cioè tu scrivi che potrei uscire da me stesso e guardarmi da fuori riconoscendomi da quall'istante come CAUSA e non come EFFETTO.... come dire: se Io guardo alle mie spalle, vedo qualcosa che mi spinge, mentre col SE' risvegliato guardo in avanti, e vedo che l'Io spinge qualcosa? ..mah... non credo di aver capito un granchè... PS: non ho il morale a terra |
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04-05-2004, 02.18.25 | #16 |
Ospite abituale
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Messaggi: 486
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Le parole per dire
Sarebbe giusto chiedere: come può, ciò che si percepisce come "causa" (suppongo del proprio percepirsi) soggiacere all'illusione della libertà ?
Delle due due l'una: o sono causa, in quanto artefice, nella rivelazione, del mio esserci o darmi e allora il libero arbitrio è. O sono, in questo, illusoriamente, artefice, ed allora la rivelazione è illusione. Ma temo che si tratti di un confuso vaneggiamento. |
04-05-2004, 07.28.28 | #17 |
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Messaggi: 2,614
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Ora purtroppo sono un po' di fretta per cui accennerò solo una 'risposta'..
Per te Rubin: io sono convinta che se noi sentiamo una 'mancanza' è perchè profondamente il nostro essere 'conosce' tale 'mancanza (ciò che gli manca) e non dico assolutamente 'conosce' in senso intellettuale, tant'è che poco importa -una volta trovato,e forse anche prima d'averlo 'trovato'- che tale mancanza la si identifichi intellettualmente con 'x', con 'y' o con 'alfa' ! E' possibile che nei momenti in cui 'regna l'asino' si abbia bisogno di un corrispettivo di 'traduzione' a livello intellettuale.. Chi si sente completo ed eterno probabilmente non ti parlerà mai di 'Dio', ne ti dirà 'ho trovato' ..probabilmente se gli chiederai il 'perché' della sua felicità ti risponderà forse semplicemente con un 'Guarda!' od un 'Ascolta!' (..oltre ai tuoi occhi, là dove più senti calore >e giuro che non si sta riferendo alla zona dei genitali, ne ai caldi raggi del sole- pur non escludendoli entrambi!!!). Riguardo a leibnicht: Se puoi dovresti cercare di esprimere più chiaramente il tuo pensiero, non approfondisci abbastanza le tue deduzioni.. Comunque trovo che nella formulazione della domanda sia di per se già insita la 'risposta', quando dici : "come può, ciò che si PERCEPISCE come "causa" soggiacere all'illusione della libertà ?" La 'risposta' sta già nella formulazione, nel "PERCEPISCI" .. Non penso di essere andata abbastanza in profondità, appena mi è possibile vorrei cercare di farlo ..insieme a voi. Un bacio ! Gyta |
04-05-2004, 10.05.40 | #18 |
può anche essere...
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perfetto Gyta, proprio così intendevo: quindi dire che mi manca la mia "libertà", non significa che essa da qualche parte ci sia; nè che mancandomi un senso complessivo dell'universo, questo ci sia.
grazie leibnicht! credo tu abbia colto il pensiero di Mirror: ed effettivamente, anche l'Io che nel cammino spirituale giunge a risvegliare il SE', può essere definito causa di questo risveglio, ma che sia stato libero nel percorrere quel cammino per essere causa di questo riseglio non si può dire... forse... o forse no... se sono solo catene causali non esiste azione volontaria, nel senso di : azione liberamente decisa in vista del raggiungimento di un fine. e noi, tutto, è solo uno STRUMENTO... ora devo scappare, ma al più presto ritorno |
05-05-2004, 00.01.09 | #19 | |
al di là della Porta
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Citazione:
Se per profondità si intende confusione, o ancor peggio elucubrazioni, (non è certo il tuo caso) di cui per tanto tempo sono stato maestro, bè hai espresso "superficialmente" (e ben venga il "superficialmente") la Verità, (almeno per come la sento io) nella sua essenza. Non si può sentire ciò che non si conosce e, troppo facilmente(anche se non si faceva riferimento all'esempio che sto riportando) attribuiamo ad altri sentimenti, che prima di tutto, appartengono a noi. In un altro post di qualche tempo fà dissi "Dio vede e basta" e lo stesso dicasi per un uomo completo. E' vero, quando ci si sente in quello stato, capita raramente, ma capita, si ascolta e si guarda e basta.L'intervento della razionalità, che dovrebbe aiutarci in questo compito, per assurdo, mette invece in discussione queste certezze emotive che a tutti noi appartengono. Nicola Ultima modifica di nicola185 : 05-05-2004 alle ore 00.05.10. |
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25-05-2004, 16.59.09 | #20 |
può anche essere...
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un barlume di speranza... o forse no...
continuando con questa inquietante riflessione...
fin qui, si è detto che la libertÃ_ individuale risulta inevitabilmente erosa da un patrimonio genetico su cui si innestano le esperienze vissute, che a loro volta costruiscono quegli schemi mentali attraverso i quali filtriamo nuove esperienze e sulla base dei quali agiamo nella realtÃ_. sommando tutti questi fattori ne risulterebbe, a quanto sembra, libero arbitrio = zero. PERO' se gli schemi mentali di cui sopra influenzano i nostri comportamenti, ed ancor prima selezionano le informazioni ambientali (siano esse le pagine di un libro o le azioni del vicino di casa)... non sarebbe forse possibile agire in modo da modificare questi schemi.... imparare a plasmarne di nuovi... ? certamente se è vero quanto detto prima, i nuovi schemi saranno costruiti con quei dati verso i quali saremo spinti dalle circostanze; ma non sarebbe comunque un modo più attivo di intervenire su se stessi? piuttosto che lasciarsi trasportare immobili dalle acque del fiume, intervenire con le proprie braccia a spingersi più in qua, più in la... certo, le proprie braccia non potranno che arrivare a bagnarsi nelle acque che ci circondano... ma sempre meglio che essere un tronco! o no? |