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04-08-2015, 08.56.21 | #52 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: Fede vs ragione, come se ne esce? (Se se ne esce)
** scritto da iano:
Citazione:
Non c'è differenza, giacché la teoria, nei due casi, si fonda e si sviluppa su rivelazioni e codici precedenti, quindi nei due casi è la teoria messa in atto con un gesto di fede. E' da sempre che sostengo che nessuno può esistere nel pianeta senza fede, viene subito dopo l'ossigeno e molto prima del cibo. Citazione:
E chi no?!?! E' impossibile decidere in modo non assoluto, è inevitabile credere in una teoria al punto da pensare che è realtà assoluta e servirsi d'essa con atti di fede per scegliere e distinguere. Citazione:
Non è che lo si è vissuto per decisione personale, è l'esigenza vitale principale da sperimentare nella nostra esistenza, il motivo fondamentale per cui nasciamo. Al contrario è decisione personale quando con la nostra volontà optiamo di far venire meno questa esigenza: l'eutanasia spirituale, la piaga lenta e micidiale che in tanti neanche immaginano d'avere imboccato. Infatti: "...Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla..." (1Cor 10, 13) Citazione:
E no qui sei in equivoco, la teoria è il punto di partenza, ossia tutti i dati raccolti attraverso i decreti e l'esperienza personale, ma poi è l'atto di fede in essa, oggettivamente un salto nel buio, che ti proietta nella supposta verità teorizzata. Anche se io penso che in fin dei conti qualsiasi sia l'esito del salto è sempre verità assoluta, poiché la scelta (e quindi il risultato) sbagliata t'indicherà quella giusta, Morte permettendo. Citazione:
E come potresti sentirti povero, la fede come la ragione è un regalo, un dono, e i regali arricchiscono. Pace&Bene ----------------------------------------------------------------------------------- ** Il pericolo non viene da quello che non conosciamo, ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è. -- Mark Twain -- |
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04-08-2015, 09.09.18 | #53 | |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
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Riferimento: Fede vs ragione, come se ne esce? (Se se ne esce)
Citazione:
Potremmo riparlarne, se vuoi. |
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04-08-2015, 20.03.56 | #54 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
Messaggi: 177
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Riferimento: Fede vs ragione, come se ne esce? (Se se ne esce)
Citazione:
L'errore di una teoria scientifica è anch'esso arbitrario (perciò inevitabile) come la teoria stessa:non sono quindi totalmente in linea con il pensiero di Popper,anche se non ho specificato. Per me le leggi scientifiche non sono che (per dirla alla kantiana) postulati della ragion pratica.Cosa ci rimane dunque? I problemi,quelli si sta sicuro che non se ne vanno. Ultima modifica di memento : 04-08-2015 alle ore 20.33.46. Motivo: ho sbagliato a quotare |
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12-09-2015, 11.52.24 | #55 | |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
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Riferimento: Fede vs ragione, come se ne esce? (Se se ne esce)
Citazione:
Dopo queste prime letture ho seguito molti altri scritti su questa materia e, dopo anni, a rileggere i due testi indicati più altriinteressanti. Da questo studio ho capito la presenza di una lacuna importante, anzi, una dimenticanza importante di una idea affermata e riportata sul primo dei due volumi di Heisenberg sopra citati: il ruolo importantissimo (io dico: decisivo) dell'osservatore sulla scena scientifica e dell'esperimento. Di questa rlevanza non se ne parla, pare dimenticata o almeno trascurata. L'osservatore o, più esattamente l'Osservatore (cosa diversa dall'osservatore) non è attore passivo seppure importante, è il decisore di tutto. Decide: -se, quale e quando dal inizio alla ricerca ricerca e quali esperimenti (misurazione) fare, -interpretarne gli esiti ed accettarli o meno, -quali priorità dare. Non mi dilungo in un elenco lunghissimo. Ma chi è l'Osservatore che è quanto di più prossimo a DIO si riesca ad immaginare? |
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21-10-2015, 09.09.48 | #56 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 27-08-2014
Messaggi: 162
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Riferimento: Fede vs ragione, come se ne esce? (Se se ne esce)
Paul11 ci ricorda che, nella lettera agli Ebrei (11,1) S. Paolo scrive : «La fede è sostanza di cose sperate e convinzione di cose che non si vedono»
Il testo latino, invero, recita: " Est fides sperandarum substantia rerum; argumentum non apparentium." Al riguardo, osservo: 1) SOSTANZA Il termine "sostanza" (lat. substantia-greco hypostasis), non è così semplice da intendere, come potrebbe sembrare a prima vista. Ed infatti, a ben vedere, posto che le Virtù Teologali sono tre (Fede, Speranza e Carità), è evidente che Fede e Speranza sono due cose ben DISTINTE. Ed infatti, Paolo, non le identifica, ma dice che la Fede, è la "sostanza" della Speranza: non la mera Speranza, in quanto tale. Cosa significa ? Tralascio, in questa sede, di entrare, nel dettaglio delle varie interpretazioni che sono date al termine "sostanza", nel corso dei secoli (1). A mio avviso, molto semplicemente, si potrebbe dire che, “in potenza” - quindi secondo la “sostanza” - sono già presenti in noi, come in un seme di senape, le cose che si sperano: cioè la visione di Dio. Egli, infatti, "è già" dentro di noi, come dice Agostino (2) 2) PROVA E proprio perché la cosa stessa è già presente, questa presenza di ciò che verrà, crea anche certezza: questa “cosa” che deve venire non è ancora visibile nel mondo esterno (non “appare”), ma, a causa del fatto che, come realtà iniziale e dinamica, la portiamo dentro di noi, nasce già ora "una qualche percezione di essa" (3). E tale percezione, quantomeno soggettivamente, nè è la "prova" ("argomentum"), anche se Dio non viene direttamente sperimentato. Si può dire, in qualche modo, che, con la Fede, Dio viene visto come il sole riflesso in una pozzanghera fangosa; e, equiparando la pozzanghera al nostro spirito: - tanto più fangoso esso è, tanto minore è la percezione; - quanto meno fangoso esso è, tanto maggiore è la percezione. La cosa migliore, però, è usare uno specchio ben lucidato; cioè, una coscienza pulita. NOTE: (1) Una delle interpretazioni più pregnanti, è quella di Tommaso d’Aquino, il quale, utilizzando la terminologia della tradizione filosofica nella quale si trova, spiega questo così: "la fede è un “habitus”, cioè una costante disposizione dell’animo, grazie a cui la vita eterna prende inizio in noi e la ragione è portata a consentire a ciò che essa non vede." (2) "Confessioni"27. 38. "Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo." 3) Benedetto XVI, nell’enciclica Spe salvi. |