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10-07-2014, 00.35.38 | #41 | ||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: E' possibile l' Assoluto?
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Citazione:
Scusate se mi intrometto, ma mi sembra un punto molto importante. Reale non significa possibile, il reale semplicemente è proprio ed esattamente quello che c'è, tutto quello che c'è e non una particolare potenzialità a esserci. Il punto essenziale è che non possiamo vedere tutto quello che c'è nelle sue reciproche implicazioni, dunque il reale stesso si mostra solo in parti de-finibili e ogni parte, presa in sé, isolata, che funzioni o meno nei suoi limiti, non è reale (e quindi nemmeno il suo funzionare lo è per quanto credibile entro quei limiti possa sembrare da cui deriva che si costruisce un simulacro di reale limitatissimo rigettando ciò che non funziona semplicemente fuori dal limite). Per pensare e dire qualcosa che abbia senso razionale dobbiamo invece riferirci necessariamente al principio di non contraddizione o di identità (che io porrei equivalenti, anche se il pnc si tenta di metterlo in parziale discussione con le logiche paraconsistenti, mentre nessuna logica mette in discussione il pi). Ora possiamo chiederci se il reale (tutto quello che c'è) ubbidisce al pi/pnc e viceversa, solo in tal senso l'uguaglianza posta da Davide M sarebbe indiscutibilmente vera in base al principio logico degli indiscernibili di Leibniz (derivabile a sua volta dal pi). Se ci fermiamo all'analisi puramente logica della questione credo che l'uguaglianza non possa che essere confermata, ma il problema è che la fenomenologia la contraddice. Il problema è che l'irreale, da un punto di vista logico, è in ultima analisi solo quanto si rivela autocontraddittorio nel suo puro significare formale astratto, mentre da un punto di vista fenomenologico è quanto non appare immediatamente per autoevidenza o mediatamente a mezzo di inferenze non necessariamente logiche che devono a loro volta apparire. Sembra allora che logica e fenomenologia implichino due realtà diverse per totalità (e forse tutta la storia della filosofia annaspa in questa diatriba), perché diverso è il loro significare, ai limiti inconciliabile. La via dialettica è un tentativo per risolvere questa inconciliabilità, ma dovrà essere una via dialettica che pur presumendo una totalità logica riconosca (a differenza di come fa Hegel) che tale totalità logica può solo manifestarsi fenomenologicamente senza pretese sulla sua fenomenologia, dunque può solo manifestarsi a mezzo di ciò che la contraddice e questo implica un continuo sfasamento entro il quale abita il possibile fenomenologico come un continuo indefinibile che non si svela, ma che proprio nel suo essere indefinibile e inconcepibile è razionale e dunque reale. Ossia il reale non si esaurisce né in quello descritto dalla logica formale, né nella totalità razionale finita che Hegel (e tutta la vecchia filosofia) pone come un raggiungibile se non come un raggiunto, né come una particolare fenomenologia presa in sé, ma come una continua apertura a legami di senso, in sostanza come una continua aspettativa di qualcosa, ma costantemente illuminata dalla certezza originaria del principio di identità. |
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10-07-2014, 10.45.22 | #42 | |
Utente bannato
Data registrazione: 23-06-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: E' possibile l' Assoluto?
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Citazione:
Ti ho risposto di là... andate a leggere. FMJ |
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10-07-2014, 13.15.14 | #46 | |
Utente bannato
Data registrazione: 23-06-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: E' possibile l' Assoluto?
Citazione:
POSTULATI 1 1) Reale significa che è conoscibile; 2) Reale significa che ha una spiegazione razionale; 3) Esistente significa contingente e casuale; 4) Non tutto ciò che è reale deve necessariamente esistere; 5) Tutto ciò che ha in sé una razionalità assoluta non può non esistere; 6) Ciò che non è pensabile non può nemmeno esistere; 7) E' impossibile che ci sia una parte fuori dal tutto; 8) L'assoluto non ha nulla fuori di sé; 9) L'assoluto è perfettamente razionale e quindi esiste necessariamente. POSTULATI 2 1) Reale significa che è INconoscibile; 2) Reale significa che NON ha una spiegazione razionale; 3) Esistente significa NON contingente e NON casuale; 4) Tutto ciò che è reale deve necessariamente esistere; 5) Tutto ciò che ha in sé una razionalità assoluta può non esistere; 6) Ciò che non è pensabile può esistere; 7) E' possibile che ci sia una parte fuori dal tutto; 8) L'assoluto ha TUTTO fuori di sé; 9) L'assoluto NON è perfettamente razionale e quindi NON esiste necessariamente. Perché mai una persona dovrebbe adottare i POSTULATI 1 invece dei POSTULATI 2? Qualcuno me lo spieghi... FMJ |
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10-07-2014, 17.51.23 | #47 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-04-2014
Messaggi: 193
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Riferimento: E' possibile l' Assoluto?
Citazione:
Mo' te lo spiego io: perché io non cambio il significato delle parole, che non ho costruito io, tu puoi anche credere che il significato delle parole e le parole siano delle costruzioni del tuo o del mio sistema autopoietico oppure delle costruzioni di un soggetto trascendente il singolo, probabilmente potrà esserci una sorta di costruttivismo sociale, non so, tralaltro sul principio di arbitrarietà del segno linguistico di De Saussure c'ho dato anche un esame, ma se ci si vuole intendere non si può cambiare in corsa il significato delle parole altrimenti la comunicazione sarebbe impossibile. |
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10-07-2014, 18.48.23 | #48 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: E' possibile l' Assoluto?
Citazione:
Che il mio concetto di “ippogrifo” se penso all’ ippogrifo è reale (in quanto tale: concetto) è una tautologia. Ma un cavallo che abbia anche ali non esiste di fatto (in un certo tempo e in un certo spazio finito) e lo si stabilisce empiricamente con un giudizio sintetico a posteriori (teoricamente, ad esempio per effetto del disastro di Fukushima, potrebbe benissimo nascere un cavallo con le ali: ciò è pensabile correttamente, in modo non contraddittorio; id est: -secondo me; vedi l’ altro mio intervento sull’ argomento- “possibile”). Hegel è fra quei grandi filosofi che non mai “digerito”. |
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10-07-2014, 18.48.57 | #49 |
Ospite
Data registrazione: 20-08-2013
Messaggi: 67
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Riferimento: E' possibile l' Assoluto?
Infine siamo indeterminati allo stesso modo delle particelle di cui siamo composti ed il limite della mente umana è di pensar come una mente umana, la visione più oggettiva che ci è possibile sarà sempre, essa, necessariamente soggettiva. L'assoluto non esiste per il semplice fatto che c'è dato soltanto nel delirio del linguaggio nominare le cose e non conoscerle! Comprese queste parole.
A che serve questa dialettica lotta allora di chi cerca di avvicinarsi più degli altri ad un oggettivismo, se tanto esso non sarà mai tale? Dovrebbe essere sottointeso a noi uomini quale sia il nostro limite ed invece di rincorrer l'assoluto divino che si rincorra la propria natura umana! Quindi che senso ha parlare di ciò che non è dubitabile? Noi sentiamo che anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta.Wittgenstein |
11-07-2014, 10.16.15 | #50 | |||||||||||||
Utente bannato
Data registrazione: 23-06-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: E' possibile l' Assoluto?
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[quote] Citazione:
Guarda, è da un po' che te lo volevo dire: tu, con Locke,Hume,Berkeley sei vittima di quello che la filosofia della scienza MODERNA, chiama il "MITO DEL DATO" (the myth of the immediately given). Mentre tu leggevi Barkeley e Hume (roba vecchiotta direi... che leggevo alle elementari...), io leggevo Rorty, Sellars, Ryle, Brandom, Smith, Mc Goohan... Quando sono entrato in questo forum pensavo di trovarmi in un contesto sinceramente un po' più MODERNO, come mi capita sui forum internazionali, dove si parla di filosofi un po' più MODERNI, di nuove LOGICHE, di epistemologia della scienza, di nuove MATEMATICHE ecc. Sellars e poi Rorty hanno sostituito alla razionalità e alla verità come rappresentazioni adeguate della realtà (roba vecchiotta e oramai inadeguata) il concetto di GIUSTIFICAZIONE. Tu la meni ancora con posizioni filosofiche antiche e superate che concepiscono la VERITA' come qualcosa di ASTORICO, ATEMPORALE e soprattutto APODITTICO. Te lo sto dicendo da migliaia di parole fa. "Nel caratterizzare un episodio o uno stato come proprio del conoscere, noi non stiamo dando una descrizione empirica di quell’episodio o stato: noi lo stiamo collocando nello spazio logico delle ragioni, della giustificazione e dell’essere in grado di giustificare ciò che si dice» (W. Sellars, Science, perception and reality, 1963, p. 169)". In ultima analisi, nello spazio di SENSO generato dalle nostre COSTRUZIONI. E' di questo che parla la filosofia in questo momento, non appena si superi il confine dello Stato Italiano. Il linguaggio comune e le teorie scientifiche non vengono più commisurate ad una presunta realtà, ma si confrontano, in alternativismo costruttivo, con un certo mondo COSTRUTTIVAMENTE determinato secondo certe distinzioni. E' incredibile che nel 2014 si sia ancora lì a parlare del pensiero di filosofi del 1600, facendo finta che nel frattempo non sia successo nulla nelle scienze, nella filosofia, in logica, in astrofisica, in meccanica quantistica... è davvero incerdibile questa forma di provincialismo devastante che relega l'Italia ai confini della civiltà. L'esperienza è sempre "costruttiva": "true is what is good in the way of belief". "La concezione del moto di Aristotele, la dottrina dell’adaequatio rei et intellectus, il foro interno di Descartes, la dottrina dell’intenzionalità di John Searle, e infine, i sense-data di Russell e di Ayer non sono errori filosofici, per la semplice ragione che i loro autori li hanno semplicemente inventati mentre credevano di scoprirli". In Italia, invece, siamo ancora alla filosofia del '600... Citazione:
Non faccio fatica a pensare che per una persona ancorata alla filosofia del ''600 possa interessare molto poco la logica MODERNA. Citazione:
"CONVENZIONALMENTE", appunto. E le convenzioni cambiano. Ho visto che ti poni i problemi del '600. Comunque, tutti i grandi filosofi erano anche dei grandi logici. Ti ho già detto che per una persona ancorata alla filosofia del seicento, va benissimo la logica aristotelica. Non ci sono dubbi. Citazione:
"Dunque posso dirti solo che se accade una o qualche sesnsazione fenomenica cosciente (per esempio la visione di un fiore giallo) allora la predicazione che tale sensazione accade è conoscenza vera". Appunto. Citazione:
Fammi un esempio chiaro di come distingui qualcosa che sia creduto vero da qualcosa ch'è realmente vero. Citazione:
Vedo che sai pure quello che dicono le persone che hanno visto la Madonna... loro dicono di averla toccata, di averci parlato, di averne ricevuto l'elemosina... perché dovrebbe non essere realmente vero? Citazione:
Citazione:
« Serendipity is looking in a haystack for a needle and discovering a farmer's daughter. » (IT) « La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino. » (Julius Comroe Jr., 1976) Citazione:
"Il concetto in senso lato è un pensiero che viene espresso in maniera definita con un procedimento che prende e mette insieme ("concetto" dal latino concipĕre = cum-capĕre, comprehendĕre) aspetti sensibili particolari che una molteplicità di oggetti hanno in comune". Per avere un concetto, basta mettere assieme aspetti sensibili COMUNI a più oggetti. Non serve un polo per le DIFFERENZE. Con eguaglianze e differenze si hanno i COSTRUTTI. Non i CONCETTI. Citazione:
Facciamo finta che sia vero quello che dici e che nessun concetto possa essere stabilito se non si avesse almeno un altro concetto... mi spieghi come il bambino "crea" il suo primo concetto? Il concetto del primo colore nel bambino, che so, il BIANCO, come ce l'appiccica l'etichetta se ha solo quello, dato che è il PRIMO ed è il bianco, "ma non potrebbe perché ne deve avere almeno un altro diverso dal BIANCO"? :-)))) Grazie anticipatamente. FMJ Ultima modifica di FMJ : 11-07-2014 alle ore 15.03.51. |
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