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09-09-2013, 10.27.40 | #14 | |||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
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Riferimento: Libertà di pensiero
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Ma a mio avviso questo continuo mutare delle rappresentazioni di verità che non sono mai né completamente vere né completamente false non è inutile, anzi, è proprio questo mutamento delle rappresentazioni di verità che solo può indicare il senso dell'unica originaria verità narrandolo e dispiegandolo nella sua irriducibile vastità di cui, come giustamente dici, ogni ente trae la propria esistenza. Il punto è che la verità ci oltrepassa continuamente senza tuttavia lasciarci mai, perché mentre passa oltre continuamente sopraggiunge e questo può certo lasciarci confusi e interdetti al punto di voler bloccare il flusso, ma ogni blocco non riesce che a trattenere qualcosa del vero e falsamente illudere che quel poco che si trattiene nel pugno chiuso sia tutta l'acqua che scorre nel mondo. Citazione:
Effettivamente la verità scientifica progettandosi sempre aperta all'inesauribilità del reale appare come quella più vicina a poterla cogliere. Eppure anch'essa è solo rappresentazione parziale che vuole apparire come totale, ma non nei suoi contenuti, quanto proprio nel suo metodo. E' come se per la rappresentazione di uno spettacolo ci venisse detto che si può rappresentare ciò che si vuole, ma la scenografia, la sceneggiatura e la regia sono prefissate e vanno rispettate, anzi lo spettacolo ha senso solo se le rispetta, perché solo quelle possono dare ragione della realtà per come è. Ancora oltre la verità scientifica si progetta quella tecnica (a cui ormai la scienza sempre più si riduce), ove già la stessa parola verità perde il suo originario significato (rispecchiare il reale) per ridursi solo al funzionare (per cui un'asserzione non funziona perché è vera, ma è vera perché funziona). Questa riduzione permette una presa così forte e sicura che stritola la verità stessa verso il nulla che si tiene in pugno pensando di aver messo sotto controllo tutto. In realtà se sono aperti i contenuti della verità devono aprirsi anche i percorsi di verità mettendosi in discussione proprio nella loro presunzione di esclusiva potenza, potenza che tanto ci rassicura, ma ancor più ci illude e sempre tragicamente ci delude. Solo da questa apertura potrà emergere non l'immagine terrificante del caos completo, ma quella comprensione che allude alla verità originaria proprio perché non vuole tenerla stretta in pugno, non vuole ridursi alla volontà di credere in una sola rappresentazione che esaurisca tutto in se stessa. |
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09-09-2013, 13.34.50 | #15 | |
Moderatore
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Riferimento: Libertà di pensiero
@maral
Citazione:
dal momento stesso che tento di definirla (pensando)...questa infatti "scompare"...mentre "riappare" quando "me ne dimentico" ..quando ne sono completamente "immerso" (non pensando) ..sembra la cosa piu assurda mentre in realta' e' la cosa piu semplice... |
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09-09-2013, 15.29.32 | #16 | ||
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
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Riferimento: Libertà di pensiero
Citazione:
La coerenza fra cià che si pensa e ciò che si esprime dovrebbe essere basilare, per cui non capisco che differenza ci sia fra il pensiero e la sua espressione, e fra la libertà di pensare e quella di esprimere tale pensiero. Non vi è, a mio avviso, alcuna necessità di discernere fra il desiderio o l'ambizione di qualcuno e la sua espressione. Si tratta solo di razionalizzare un sentimento, una aspirazione, un desiderio, una passione ed esprimerla oggettivamente tenendo conto dei limiti del mondo in cui questa ambizione dovrà eventualmente essere realizzata. É solo una questione di diversi livelli di esistenza, uno situato nella immaginazione umana e l'altro nel mondo fisico, con tutti i suoi invalicabili limiti. I fratelli Wright aspiravano e ambivano a far volare l'uomo, e razionalizzando correttamente questa loro aspirazione hanno inventato l'aeroplano, mentre Icaro, che pensava che bastasse appiccicarsi sulla schiena un paio di ali tenute insieme con la cera, ha fatto una misera fine. Citazione:
Ogni razionalizzazione è razionalizzazione di un fenomeno, o di una serie di fenomeni. É una schematizzazione necessaria all'uomo per comprendere meglio i "meccanismi" di un fenomeno e poterlo controllare, o prevedere, o renderlo comunque disponibile all'uomo per qualsiasi altra sua utilità. Tuttavia ogni razionalizzazione, ogni schematizzazione, è paragonabile ad una gabbia, in cui si vuole rinchiudere "pezzi di mondo" leggendoli sempre allo stesso modo, attraverso i medesimi schemi concettuali. Ma il mondo è un costante divenire, e non si lascia rinchiudere in gabbie concettuali, che per quanto ampie siano sono sempre, come tutte le gabbie, rigidamente chiuse. I "fenomeni", se si vuole parlare con rigore, non sono effettivamente tali ma sono di fatto "processi" sempre in itinere, uno differente dall'altro, per quanto simili, e solo arbitrariamente si può trovare una "cesura" fra fenomeni diversi, che invece mantengono sempre una correlazione necessaria fra di loro e soprattutto con il principio che dà loro origine. Il "silenzio della mente" dei mistici (e dei seguaci delle dottrine orientali in genere) è quindi la pura osservazione di questo costante divenire, astenendosi dal volerlo bloccare inscatolandolo in schemi razionali rigidi e immutabili. L'assenza di pensiero è quindi l'assenza di "questo tipo" di pensiero, quello razionale, quello che crea i famosi "pregiudizi", che come dicevo altrove è un pensiero rappresentativo frutto dell'elaborazione, del "calcolo" della mente umana che a causa delle sue caratteristiche non è in grado di rappresentarsi il mondo che come se fosse formato da un-oggetto-alla-volta, mentre ciò che accade nel mondo succede "tutto in una volta". La beatitudine dei santi e dei mistici, per quanto accompagnata solitamente da un'espressione che alcuni potrebbero definire idiota, è la comprensione del principio che unisce tutte le cose e dà loro vita, e la propria identificazione con esso (mi permetto di citare due fra i più famosi detti della tradizione upanisadica: il primo è "Tutto è Brahman" e l'altro il celeberrimo Tat Tvam Asi, Tu Sei Quello) renderà superflua qualsiasi "mediazione" razionale fra il principio della vita e la vita stessa; e questa, permettimi, è la più alta consapevolezza che si possa raggiungere, anzi direi l'unica che abbia senso raggiungere. |
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09-09-2013, 20.53.42 | #17 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Libertà di pensiero
Citazione:
Ma chi dice che non è pensabile? La verità è pensabile certo!... Il guaio è che non esiste..se non come concetto al limite...è un limite cui cerchiamo di tendere come verità delle cose! Infatti la scienza anche questo ha scoperto per cui non pretende di cercare la verità, ma solo la realtà dell'universo di cui suppone l'esistenza e cui tende sempre più per approssimazioni successive...ma non "a caso" come pretenderebbe fare la filosofia, ma con "metodo"...il metodo scientifico! La cosa sembra barbina?...può essere che lo è, ma solo questa cosa barbina abbiamo...e prima ce ne rendiamo conto meglio è! Che poi così barbina non dev'essere tanto... visto che ne siamo pervasi oggettivamente...e le migliori intelligenze...a migliaia di migliaia vi si dedicano!...ed anche su cui...sia pure volgarmente...da poveri tecnici, viviamo. Tuttavia, dato che proclamiamo la libertà di pensiero, gli altri, i filosofi i teologi, inseguano pure la illusoria empirea verità...anzi il concetto della verità...ma la realtà è che dopo 2 o 3 o 4 mila anni nulla hanno concluso!...una gran caterva di chiacchiere...inconcludenti ...sempre in contrasto fra loro! Unica concretezza di cui si vanta la filosofia è di aver inventato la logica...ma non è vero! La logica...col funzionamento logico delle cose, il principio di causa effetto...di azione/reazione, di non contraddizione o di vero/non vero (che nel micro nemmeno è tanto vero) ecc....Aristotele l'ha solo codificata...le ha dato un ordine...un metodo direi...chè la "logica" è intrinseca del funzionamento dell'universo macro...quello che noi percepiamo... quello che, per evoluzione biologica, ha man mano strutturato in conformità ed emulazione il nostro organo cerebrale che sol per questo logicamente ragiona! Esso (organo cerebrale) elabora persino elucubrazioni dei filosofi...che diciamo logiche...ma che, spesso, con la realtà dell'universo...o la realtà comunque, hanno ben poco a che fare...come questo post di maral , ad esempio...che sarà pur logicamente strutturato, ma che di niente dà ragione! |
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09-09-2013, 23.23.47 | #18 |
Ospite abituale
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Riferimento: Libertà di pensiero
@ Donquixote
Perdonami ma non posso essere, come dire, "soddisfatto" della tua replica alla mia precedente risposta. Lasciando da parte le genesi storiche (comunque, ribadisco, la "libertà" declinata in relazione al concetto di responsabilità individuale è ben evidente già in Socrate, così come nel contrasto alle eresie durante il primo cristianesimo - soprattutto in S.Agostino, nel quale le contrastanti visioni della "grazia" e del "libero arbitrio" sembrano ancora convivere), mi sembra che al punto principale di quel che affermo tu non abbia risposto. Ti chiedevo infatti se pensi che la libertà (che tu specifichi "di pensiero" ma che io generalizzerei) costituisca la radice del nichilismo. A tal proposito, e concordo, non c'è dubbio che nella visione che nasce e si sviluppa in occidente la libertà sia diventata il vero e proprio fondamento di tutto uno "sguardo del mondo". Ma se tu pensi (come il post d'apertura mi farebbe premumere) che la libertà sia all'origine del nichilismo, dell'obliarsi dei "valori" come di un più generico e profondo obliarsi di qualsiasi concetto di Verità, allora dovresti, a mio avviso, meglio spiegare il PERCHE' la Verità si sia ri-costituita nella scienza (dove, dicevo, incontriamo ancora quel concetto di "autorità" che è ormai scomparso in altri ambiti). Se, infatti, la razionalità come tu sembri intenderla (mi riferisco all'ultima risposta che dai a Gyta), cioè una razionalità (non certo l'unica concezione di razionalità che possiamo avere) che parte da un pre-supposto, condivisibile o meno che sia (nel nostro caso è l'evidenza, l'empiria etc), fosse davvero tale, allora non si spiega il "ritardo" con cui essa affronta (in realtà non li affronta affatto...) i principi relativistici; principi dettati da quegli stessi pre-supposti su cui essa intende fondarsi. Usando il linguaggio di Severino, potrei dire che l'Inflessibile si ricostituisce sempre, perchè in realtà l'unico "fondamento" è la volontà di potenza, la quale tende a ri-affermarsi come "inflessibile" perchè ogni "flessibilità" ne metterebbe in discussione la "potenza", cioè il dominio (tant'è che, oggi, della scienza si servono le volontà dominanti). ciao |
10-09-2013, 09.58.11 | #19 | |
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Riferimento: Libertà di pensiero
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Non ho contestato la tua interpretazione della libertà di pensiero come radice del nichilismo perché la ritengo sostanzialmente corretta, anche se io mi limiterei appunto alla libertà di pensiero (e di "affermazione" del medesimo) poiché alla libertà genericamente intesa io dò un'altra interpretazione che non è quella solitamente condivisa. Si tratta però di vedere a rigore, ma è cosa oziosa, quanto effettivamente questa sia all'origine del nichilismo e quanto invece il nichilismo, come manifestazione dei "segni dei tempi", non abbia esso stesso prodotto la libertà di pensiero. Nella storia del peccato originale vi è la metafora della "caduta" dell'uomo dal cielo alla terra, che è da intendersi come passaggio dallo spirito alla materia. Questo passaggio è avvenuto effettivamente anche in termini storici, con una visione del mondo che, già dai tempi dei presocratici, si è fatta via via sempre più materialistica e ha raggiunto il suo apice nella modernità. Se si abolisce lo spirito e si ritiene la materia unica sostanza esistente (tanto che molti teologi moderni ritengono che sia la materia stessa a dare origine allo spirito) allora la materia stessa si farà Verità, e l'istituzione deputata alla sua conoscenza diverrà l'autorità unanimemente riconosciuta, perché la Verità è autorevole di per sé. Nietzsche diceva che "l'uomo vuole l'eternità", che ha bisogno di certezze su cui fondare la propria vita, e coloro che gliele offrono, o che si presentano come tali, acquistano autorità di per sé, senza che ciò presupponga necessariamente l'intervento della "volontà di potenza" (che io peraltro, anche in questo caso, interpreto in modo profondamente diverso e non la ritengo affatto "volontà di dominio"). La scienza non può, anche se ci ha provato continuamente, affrontare il problema del relativismo, poiché essa stessa si basa appunto su principi relativi, e se è onesta con sé stessa e supera le scorie ancora rimaste del positivismo e dello scientismo non può che ammetterlo. Coloro che ritengono che la scienza offra conoscenza certa e coloro che nella scienza glielo fanno credere, ovvero coloro che ricostituiscono l'Inflessibile, sono solo dei truffatori intellettuali, di se stessi o degli altri, e uno dei difetti maggiori dell'era moderna non è appunto l'estremo relativismo (che in un mondo del divenire e quindi "flessibile" è cosa ovvia) ma l'assolutizzazione del relativo, la truffaldina trasformazione del flessibile in inflessibile. |
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10-09-2013, 11.57.47 | #20 | |||||
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Riferimento: Libertà di pensiero
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Comprendo ciò che vuoi dire ma al contempo non riesco a trattenermi dal dire: beata razionalità senza la quale nemmeno di un passo avremmo proseguito! Beata razionalità che mi consente di comprendere gli strani percorsi che non mi appartengono! Beata ragione attraverso la quale la mente, la mia, trova la sua libertà. Altro che gabbia! Ma visto che stiamo probabilmente su lunghezze differenti ti dirò che dicendo razionalità miro all’eccelsa luce dell’intelligenza profonda nell’uomo, quella che solitamente contraddistingue gli idealisti dai contabili, quella grazie alla quale il mondo non è ancora totalmente saltato in aria, quello che si è dimenticata al fondo di qualche libro di analisi e di storia, quella che non riempie le tasche né la pancia ma quando muori ti senti un po’ meno coglione. Citazione:
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Appunto! La comprensione. Quella reale però. Sennò nessuna differenza tra quella è l’essere catatonico di tanti illusi santoni che ciechi e sordi non si differenziano poi di molto dagli sfruttatori che inneggiano alla “globalizzazione della miseria” per parafrasare le parole del Papa. Paul11 è convinto che i “grandi pensieri” sono pressoché defunti nell’ottocento suggerirei il rammentare che se così fosse saremmo già in toto defunti. E così non è. Seppure come disse qualcun altro “dicono che dio sia morto.. ed anch’io peraltro non mi sento tanto bene”. Citazione:
Se due briciole di quella ragione autentica anziché una sola fossero in emersione per ogni abitante del pianeta vivere sarebbe vicino all'essere paradisiaco! Libertà del pensiero? Ma quale libertà???!! Quella in cui chi vuole restare sano di mente deve combattere dieci volte di più per non vedere quella sua poca intelligenza rimasta risucchiata dal vortice del pensiero globalizzato della miseria umana. Amen. |
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