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25-12-2012, 12.07.37 | #42 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
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26-12-2012, 22.41.37 | #43 |
Ospite
Data registrazione: 17-11-2012
Messaggi: 11
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
Salve Tempo 2011,
in primis mi scuso se stamani ho abozzatto una risposta, poi, svolta quella che era solo una parte introduttiva (di per sé fuori tema), ho dovuto interromperla improvvisamente per un impegno imprevisto. Adesso mi sono "riconnesso" : non vedo la parte di risposta che comunque avevo inviato ma non ha importanza in quanto non ero ancora entrato nella risposta vera e propria. Riprendo pertanto a risponderti dal punto in cui mi dici che "l'argomento del ping pong" non ti sembra "appropriato esempio in questo topic" : qui sinceramente non capisco perché io non ho fatto altro che parafrasare l'esempio che hai utilizzato tu all'inizio nel porre la domanda. Comunque no problem, può anche essere che io mi sbagli per carità e comunque non è questo il punto principale. Neppure era importante il discorso sulla "bellezza della domanda" (forse mi hai frainteso): poiché il mio aggettivare la domanda come "bella" non era un richiamo estetico ovviamente,ma linguisticamente ho usato tale espressione per indicare che la ritenevo giusta e pertinente, una domanda semplice ma per nulla scontata. Sull'essenziale della mia risposta (che fondamentalmente è in pieno accordo col tuo punto di vista che anche adesso mi hai ribadito), provo a ripeterlo attenendomi in modo più stretto al "topic" : è intrinseco che la filosofia conduca ad una maggiore pazienza se incanalata nel giusto flusso di conoscenza. La pazienza si sviluppa con l'accrescimento spirituale e mentale, che sono il risultato di un costante cammino alla ricerca della Verità, o meglio ancora "delle Verità". Però, quello che mi premeva sottolineare è che per me la Philo-Sophia " è una faccenda seria", che richiede molta volontà, rigore, disciplina e concentrazione.(Questo non significa che l'umorismo non vi abbia luogo,anzi..) Quando però inizio a dialogare con qualcuno di "Philo-Shofia", e mi accorgo però che l'interlocutore non è serio (per dirlo con un liguaggio alla Sartre :"non è "impegnato" veramente, ma vuole solo fare un vaniloquio per più o meno consapevolmente dimostrare il suo "essere dotto o intelligente"), allora "intimamente perdo la pazienza" ed interrompo ogni rapporto senza cercare di darlo a capire. C'E' POI UNA PICCOLA AGGIUNTA CHE VORREI FARE QUI, NON TANTO A "TEMPO 2011", MA IN GENERALE A VARI AMICI CHE SONO INTERVENUTI: Ritengo che quando si parla di cose serie tra persone serie, non esistano "novellini o professori" : le stigmatizzazioni "di grado e livello" , quando si cammina su un un terreno così delicato e particolare, non sono possibili. Nessuno può giudicare nessuno : questa è una presa di coscienza di umiltà preliminare che è un "apriori" . Sono profondamente contrario a qualsiasi posizione di classificazione. Anzi, dirò di più : chi è all'inizio o apparentemente è un novizio, probabile che abbia maggior titolo di chi si pone su un "piano di maggior evoluzione". Visto che questo sito ha un nome che fa riferimento alla Filosofia Orientale e Comparata (presumo anche con quella Occidentale) , ritengo che si dovrebbe maggiormente ricercare e parlare prendendo in considerazione appunto le correnti spirituali che coniugano in modo sublime la filosofia occidentale con quella orientale: parlo magari di un certo Buddismo che il Dalai Lama stà divulgando in modo globale e straordinario e/o , per menzionare due geni filosofici di origine indiana, ma con formazione anche occidentale, Juddi Krishnamurti o Sri Aurobindo. Nel salutare Tempo 2011 e tutti gli amici, e nell'Augurarvi un Felice Natale, vi riporto alla memoria l'atto che Gesù volle fare ai dodici apostoli dopo l' ultima cena : lavò i piedi a tutti uno ad uno e dopo disse loro che aveva fatto questo per dare un esempio del giusto atteggiamento. Servire il nostro prossimo. Buone feste "Ascoltando la Luce" Apollonio Massimo |
17-01-2013, 22.41.51 | #44 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
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20-01-2013, 16.25.17 | #45 | |||||
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
Giungere ad una visione filosofica rende possibile una maggiore comprensione verso le situazioni ed i comportamenti
delle persone ma non è detto che sempre si disponga di una maggiore pazienza in virtù di tale visione, tanto più se le cose talvolta stanno o si evolvono come non le vorremmo. La pazienza è legata alla saggezza che è più “di un pelino” sopra la visione filosofica delle cose o intorno determinate realtà. La saggezza è legata alla comprensione profonda delle cose, unica strada che porta di fatto a giungere per davvero ad una capacità di esercitare la pazienza anche laddove le cose si presentano differentemente dal come ne vorremmo fare esperienza. E’ del saggio e non del sapiente sopportare uomini e cose; è la saggezza capace di comprendere le cose nel profondo che dona la forza per sorreggerle e farne esperienza, talvolta nostro malgrado, senza che l’equilibrio delle nostre forze vada esaurito o si incrini. Ma la comprensione profonda non è una comprensione apparente di come le cose si presentano e si evolvano ma la conoscenza personale della nostra posizione di fronte a quelle; una conoscenza capace di rispondere attraverso una visione non unilaterale riguardo quella determinata realtà, capace nel profondo di restituirci costantemente alla nostra interezza. Insomma.. non sempre esattamente una passeggiata.. Di certo però l’unica possibilità di trovare una strada verso la serenità che porta alla realizzazione di uno stato non passeggero di benessere reale chiamato anche, spesso non propriamente, felicità. Citazione:
Il termine umiltà è spesso travisato o maldestramente definito e individuato. Umiltà è, a mio avviso, la capacità di rapportarsi agli altri per ciò che sono e per ciò che siamo e non differentemente per ciò che rappresentano e per ciò che rappresentiamo loro; e sono e siamo attraverso la posizione profonda in cui ci poniamo: le nostre motivazioni, la coscienza esistenziale di quelle (di ciò che comportano). Citazione:
Le vie facili, dall’apparenza breve (e non mi riferisco a Socrate ma al rapporto fra pazienza e insensibilità), spesso vengono preferite a quelle che richiedono una maggiore serietà ed una maggiore autocoscienza, ma la tentazione di aggirare gli ostacoli ci definisce nelle nostre debolezze umane.. Evitare di rapportarsi ad una determinata realtà ignorandola può apparire ad occhi poco lungimiranti come forza estrinsecata.. ma più cacciamo le cose nell’oblio e più queste assumeranno potere in noi sino a soffocare ogni barlume di coscienza autentica e di possibile umanità.. E quando avremo perso noi stessi cosa rimarrà a testimoniare la nostra esistenza? Citazione:
Hai mutato non di poco la questione.. Giungere a possedere una visione filosofica (“essere filosofi”) è differente dal discutere visioni altrui. La prima è (o perlomeno, dovrebbe essere) una messa in gioco personale, intima e totale, la seconda può fermarsi alla sola dialettica intellettuale senza comportare alcuna modifica percettiva interiore nel profondo. Citazione:
“ Non vogliono essere.. turbati. “ Sì. Citazione:
Condivisibile. |
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20-01-2013, 22.02.28 | #46 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
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21-01-2013, 19.54.06 | #47 |
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
Acc.. mi spiace..
Intendevo solo dire che dipende dal tipo di conoscenza cui ci riferiamo.. Una conoscenza che ci tocca e modifica nel profondo, che ci obbliga a guardare in noi stessi diviene (è, per forza di cose) strada di saggezza.. Pertanto le cose dovrebbero procedere unite.. come giustamente fai notare. Separate è come ammettere che ciò che chiamiamo conoscenza e filosofia è un'approssimazione per non esplicitare che il mettersi in gioco.. ancora è lungi dall'essere.. |
22-01-2013, 11.17.38 | #48 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
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22-01-2013, 17.50.57 | #49 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
Citazione:
Carissimo Tempo2011, anch’io da immemori “anni” ti seguo nella tua quasi sempre umile esplicazione d'una tua paziente saggezza, ma non puoi chiedere a me, evidentemente d’anni e d’affanni carco per lungo scrivere, quella sintesi che il paziente filosofo dovrebbe comunque aborrire: un semplice “si” o un semplice “no” non sono assolutamente sufficienti ad esprimere un pensiero …che dovrebbe essere un ben misero pensiero...per essere con tale sintesi espresso. Per cui ti invito a rileggere con filosofica attenzione pazienza il post in questione e certamente ti apparirà la soluzione di quanto volevo significare. Di due cose, comunque, mi rammarico: 1)- D’essere arrivato con tanto ritardo: non avevo notato prima la tua battuta...e mi scuso. 2)- Che il post cui ci riferiamo sia tanto breve e consuntivo ...quasi un sussurro... relativamente ad altri miei…immensi! |
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24-01-2013, 15.05.29 | #50 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La pazienza del filosofo.
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