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04-07-2010, 01.57.20 | #32 | ||||
Ospite
Data registrazione: 23-04-2010
Messaggi: 15
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Citazione:
Ok. ci è riuscito? So bene che è un biologo. Citazione:
Lo credo che ha fatto un'argomentazione scientifica...ma questo equivale ad una dimostrazione? Citazione:
L'esigenza di credere sarebbe l'espressione di quel gene.Se per "continua a svolgere la sua funzione" intendi che continua ad esprimersi, allora l'esigenza di credere non può essere assopita. Citazione:
Allora dimostrami che l'ha dimostrato e io ci crederò! Un altro conto è credere in qualcosa che si ricorda esser stato dimostrato, ma la cui dimostrazione è stata rimossa... |
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04-07-2010, 10.05.26 | #33 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Cerchiamo di arrivare ad una conclusione di ogni punto disputato:
Hai scritto Citazione:
Citazione:
Hai ribattuto Citazione:
La fede, in quanto tale vale a dire come fenomeno umano, è un atto che l’essere umano, compie abitualmente e che comporta ragionevolezza, l’adesione ad una idea ad un fatto ad una religione si ha quando e si può avere quando questa adesione sia supportata da ragionevolezza. Quando attraversi un incrocio fidando che gli automobilisti che hanno semaforo rosso si fermino. E’ un atto di fede ragionevole perché supportato da una serie di ragioni che pur non garantendoti che tutti gli automobilisti si fermeranno al semaforo roso, rendono quell’atto di fed, appunto, ragionevole. Quando hai fede ( credi ) in qualcosa affermato da una idea, quell’atto di fede è ragionevole: credere alle teorie del marxismo-leninismo, credere che vi sia un ambito della materia in cui avvengono fenomeni stocastici, credere che via sia una dimensione spirituale della realtà, credere al progresso sociale, che l’universo sia finito, che esista un Dio o non esista, ecc, ecc. Hai citato il pensiero di Nietzsche in modo generico. Ti voglio invece fare una citazione puntuale di Nietzsche:: Si vede che anche la scienza riposa su una fede, che non esiste affatto una scienza "scevra di presupposti". ( La gaia scienza) La fede diventa fideismo quando si aderisce in modo acritico a dottrine, idee o opinioni, ecc. Queste precisazioni non sono dirimenti perché chiunque può giudicare atto fideistico, cioè acritico o irrazionale, quello che altri giudicano un atto di fede, e quindi ragionevole. Quando si conoscesse la verità tutta intera non esisterebbe né fede né fideismo, ma chi può dire di conoscerla? Nel frattempo si ha fede… necessariamente. Ultima modifica di Giorgiosan : 04-07-2010 alle ore 16.20.03. |
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04-07-2010, 12.22.02 | #34 | |||||||||
Ospite
Data registrazione: 01-05-2010
Messaggi: 36
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Citazione:
Può darsi, non mi sono informato. Citazione:
No. Però ha spiegato tutti i legami esistenti fra i geni e l'organismo e quantunque non fosse arrivato ad una dimostrazione, può darsi che ci è vicino. Sicuramente qualcosa di più attendibile rispetto a parole scritte lustri fa. Citazione:
Ti ricordo che mente e corpo sono strettamente collegati e che la mente influisce sul corpo più di quanto si pensi. Citazione:
Non sono io a doverlo dimostrare, ma lui. Per quanto mi riguarda la fisica e l'esobiologia mi hanno già dimostrato abbastanza e non ho bisogno di altre dimostrazioni. In merito al Dio cristiano non occorre smuovere le scienze per smentirlo. Basta il principio di non contraddizione applicabile sulla Bibbia e su ciò che dicono i teologi. Citazione:
Io non capisco che ragionevolezza ci sia ad aderire ad una religione, soprattutto quella cristiana. O non la si conosce, o non si ragiona e quindi non è un atto supportato da ragionevolezza. Citazione:
Io questo non lo chiamerei affatto fede, ma rispetto per il codice stradale. Citazione:
Credere nelle teorie di Marx è un conto: in fondo Marx l'hanno conosciuto e le sue teorie politiche le hanno pure applicate con i pro e i contro che hanno prodotto. Ma la dimensione spirituale? L'esistenza di un Dio che non chiarite cosa sia? Ribadisco: credere o porre fiducia in X perché ho le ragioni Z e Y fondate che mi inducono a credere in X è un conto; credere in C senza ragioni e semplicemente perché ci voglio credere è un altro conto. Io rimango su questa posizione. Citazione:
Se io l'ho citata in modo generico, secondo te, tu l'hai citata in modo ancora più generico, e secondo me, senza capire a cosa si stesse riferendo Nietzsche. Citazione:
Come sottolinea lo stesso Nietzsche, un conto è avere una fede in una scienza che comunque dimostra la verità, un altro è credere ed avere fede in un Dio che.. è scritto tutto in ciò che ho quotato. Comunque, non sono affatto d'accordo su ciò che dici. Ti ho espresso la mia opinione. Io posso avere fede nella scienza perché la scienza al contrario della religione mi dimostra e dà le prove di ciò che mi dimostra. La fede che si ripone nella religione non è ragionevole. Sarà fideismo? Sarà un altro tipo di fede? Definiamola come vogliamo, ma resto del parere che siano due fedi totalmente diverse. |
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04-07-2010, 15.51.28 | #35 | |||||
Ospite
Data registrazione: 23-04-2010
Messaggi: 15
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Citazione:
Già il può darsi è diverso che sostenere che l'ha dimostrato. Citazione:
Può darsi...può darsi che Dio esista o che non esista... Citazione:
So bene che mente e corpo sono collegati, se analizzi questo mio post, ti rendi conto che non ho detto il contrario...non qui Citazione:
ok, però se mi parli di una dimostrazione scientifica della non esistenza di Dio, me la devi anche saper citare...altrimenti non la citi. Io non riesco a parlare con questa certezza di cose che non ricordo. Secondo quanto dici (e secondo quanto ricordo io) sembra che Dawkins non parlasse solo del Dio cristiano, ma di qualunque Dio... Dal MIO punto di vista, non è possibile dimostrare né che Dio non esista, né che esista...la dimostrazione ce l'avremo solo dopo la nostra morte, forse.. Citazione:
Anche questo non è così scontato,non sempre la scienza dimostra, se esamino il falsificazionismo di Popper... |
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04-07-2010, 19.56.48 | #36 | ||
Ospite
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Citazione:
Per me la dimostrazione scientifica della non esistenza del Dio cristiano sta nella scoperta di quanto accadde un secondo dopo il Big Bang. Già il fatto che ci sia stato uno scoppio mi dimostra che il Dio creatore di cui tanto parlano i cristiani non è mai esistito. Adesso la scienza sta indagando su come sia avvenuto il Big Bang. Dawinks parlava del Dio cristiano. Per quanto riguarda la nostra morte, stai parlando allora del Dio cristiano. Dal mio punto di vista sia la logica che la scienza hanno già abbastanza smentito e negato Dio, per cui non ho bisogno di altre dimostrazioni. La radiazione di fondo, il Bosone di Higgs, la scoperta di quanto avvenuto dopo l'esplosione del Big Bang mi basta. Seppure il Bosone di Higgs non abbia ancora trovato conferma sono fiducioso, e ripeto, per me è già stato smentito abbondantemente. Se poi qualcuno la pensa diversamente è libero di farlo. In merito alla esistenza di altre divinità, non mi pronuncio. Il fatto, inoltre, che l'evoluzione sia durata tantissimi e tantissimi anni e siano stati rinvenuti resti di vari antenati che hanno una struttura anatomica simile e che siano stati datati, il fatto che Darwin tuttora sia attendibile e costituisca un ottimo punto di riferimento a me basta ed è palese. Citazione:
Il falsificazionismo di Popper non verteva sull'impossibilità della dimostrazione della scienza, bensì su una progressione della scienza. Oggi ho scoperto che X è dovuto da Y. Domani scopro che X è dovuto da Y in certe condizioni e così via. |
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04-07-2010, 20.17.49 | #37 |
Ospite abituale
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Riferimento: Legittimità della religione comune
GOT MIT UNS!
Mi pare che la diatriba si allunghi indefinitamente e non è che io voglia intromettermi per porre pace o per sostenere l'uno o l'altro dei contendenti, ma solo per offrire o, meglio, confrontare alcune mie ipotesi. Una prima idea potrebbe derivare dal link che segue...che certo non è il solo reperibile su internet per argomenti di questo genere. http://it.wikipedia.org/wiki/Ateismo...istenza_di_Dio Quanto alla "fede in Dio" si puo dire che all'origine gli scienziati erano credenti. Era credente, infatti, Galileo dal cui credere prese l'avvio l'idea fondante della nostra Scienza detta appunto Galileana Certo Galileo non credeva nelle teorie cosmologiche della chiesa di allora...che di fatto ne furono smantellate. Galileo credeva nel Dio architetto che aveva creato il mondo e che nella sua infinita bontà non poteva che averlo creato in conformità al linguaggio logico- matematico a noi noto in modo che noi umani potessimo capirlo e descriverlo in termini, appunto, logico-matematici: in tali termini infatti sono espresse le leggi fondamentali dell'universo...magari in un continuo affinamento onnicomprensivo...fino, probabilmente alla auspicata grande teoria del tutto. Ora non è che tutti gli scienziati credano nel dio matematico/astrofisico, architetto dell'universo...anzi per la piu' parte non credono...nonostante cio' la scienza procede con successo perseguendo l'idea fondante di Galileo, anche se l'idea del dio architetto, la cui esistenza o meno è considerata ininfluente per la scinza, è oramai abbandonata. Ora ci si chiede da parte di alcuni se sia o no una "fede" quella che induce le persone (sempre troppo poche) a sostenere la scienza pur nella sua fallibilità o nella sua incapacità di affrontare argomenti intangibili. A parte la questione della fallibilità su cui certo si esagera dato che la Scienza Galileana progredisce in modo piu' che quadratico da oltre 400 anni.... ....credo che possiamo chiamarla anche fede quella nella scienza, ma è una fede ben diversa da quella dei credenti. Essa è il tipo di fede che io ho nel salire sul treno che mi porta nella City ogni mattina...direi che si tratta piuttosto di aspettativa a tutti accessibile...aspettativa nell'accadimento tangibile, usuale, magari predisposto, o nel risultato finale di una attività intrapresa...o che non avremmo intrapresa se ne avessimo valutata la non fattibilità oggettiva. E' la fede nostra di ogni giorno nell'intraprendere ogni nostra opera quotidiana senza alcun bisogno di mutare VISION: io speriamo che me la cavo! Di altro genere è la fede nell'Essere Supremo trascendente l'esperienza oggettiva. Chi nutre una tale fede può reclamarne la propria esperienza intima magari con vantaggio e conforto per la propria situazione psico-emotiva, ma non può definire una tale esperienza universalmente accessibile e valida se non si interviene nel proprio modo di pensare e di essere... se non si giunge a credere: il guaio è che "credere" implica presupposti che la logica/ragione di per sè non crea...per quanto chi crede... creda di essere perfettamente in logica...ma anche il diavolo: tu non sapevi ch'io loico fossi!. La pretesa di logicità e di dimostrazione in senso Scientifico Galileano della fede è assurda: non esiste l'equazione di Dio...ancora. Del resto, se esistesse, non ci sarebbe più bisogno di fede. Per altre ragioni, ma dello stesso tipo, è la fede nell'ateismo: poichè non si evidenziano ragioni oggettive per credere.... non crediamo! Ma anche qui si dimentica che la ragione e la logica sono modalità formali campate in aria. hanno bisogno di postulati su cui poggiare altrimenti si arriva, o non si arriva, ovunque: come non c'è l'equazione di Dio, così non c'è l'equazione del non Dio. Quindi alla fine il credere o il non credere, piu' che una questione di logica o di prevalenza della ragione è, piuttosto, una questione di pulsione culturale o genetica. Mentre da un lato il nostro orgoglio (la nostra formazione culturale) ci inclinerebbe verso l'indipendenza della ragione in cui sola (a volte invano) troviamo autorealizzazione. Dall'altro lato l'esigenza genetica del trovare la forza ed il conforto del vivere ci induce a credere nella guida e aiuto del Salvatore anche oltre la morte. E probabile che particolari pulsioni geneticamente trasmissibili, si siano affermate, in epoche passate, millenni o milioni di anni fa, in popolazioni che aderivano alla propensione del "credere in un trascendente" e che siano state avvantaggiate nell'affrontare con fede il travagliato mondo e siano meglio sopravissute o prevalse su altre popolazioni meno psichicamente dotate...ancora ignare del vantaggio della fede: Got mit uns! Per conto mio, avendo superato la primitiva epoca della sopravvienza del più forte (almeno spero) credo che l'insegnamento scientifico ancora possa essere di guida: sospensione di giudizio...per ora! Ultima modifica di ulysse : 05-07-2010 alle ore 10.17.44. |
05-07-2010, 00.57.16 | #38 | |
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Citazione:
Ok, il tuo punto di vista è sensato e condivisibile, ma è TUO.Voglio dire che io non ho certezza dell'esistenza o meno di Dio, (parlo in generale, non del Dio cristiano).Io credo in cose che sento, consapevole del fatto che potrei anche avere sensazioni sbagliate, credo ma senza certezza. Se Dawkins parla di un gene che determina l'esigenza di credere, questo riguarda anche il credere in un Dio non cristiano, non credi? penso proprio che mi andrò a ricercare quel libro. Visto che più volte si mettono dei link, ne inserisco uno anch'io, è un'intervista fatta a Popper. Consiglio di leggere la risposta alla terza domanda, se ti interessa sapere cosa intendevo io...se ti interessa! http://www.emsf.rai.it/scripts/interviste.asp?d=365 |
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05-07-2010, 08.51.27 | #39 |
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Il topic si è trasformato da legittimità della religione comune in un topic sulla ragionevolezza della fede.
Certo che se si risponde a : "quando attraversi un incrocio fidando che gli automobilisti che hanno semaforo rosso si fermino. E’ un atto di fede ragionevole perché supportato da una serie di ragioni che pur non garantendoti che tutti gli automobilisti si fermeranno al semaforo roso, rendono quell’atto di fede, appunto, ragionevole." ...dicevo se si riponde così, come fa Philosophus: "Io questo non lo chiamerei affatto fede, ma rispetto per il codice stradale."....non rimane che sorridere. Inutile affermare che la fede è un fenomeno umano, universale ed inevitabile. Certo che la ragionevolezza della fede assume connotati diversi a seconda dell'ambito in cui si manifesta: nella scienza essa è già implicata ab origine per l'assiomaticità di tutte le scienze. Lo afferma persino Nietzsche e proprio nella citazione di Philosophus "si vede che anche la scienza riposa su una fede, che non esiste affatto una scienza "scevra di presupposti" come si afferma in quella citazione A parte la citazione di Nietzsce, Philosophus lo conferma di suo: "Seppure il Bosone di Higgs non abbia ancora trovato conferma sono fiducioso" Per quanto riguarda il cristianesimo la ragionevolezza della fede (ovviamente anch'essa ha degli assiomi) la si esplica con l'ausilio delle scienze, quelle, per capirci, che Dilthey definisce scienze dello spirito. Se poi si vuole affermare che la sola scienza sia la fisica allora è inutile discutere perché questa è una affermazione che denota un atteggiamento "fondamentalista", cioè fanatico e cieco (fideismo). Se si aprisse un topic sulla ragionevolezza della fede cristiana (le fedi cristiane sono molte e diverse) sarei contento di mostrare la ragionevolezza della mia. Sulla fede in Dio, fondata su argomenti metafisici, la questione si riduce alla assunzione di assiomi opposti: -Dio e il male non possono coesistere. -l'esistenza di Dio può coesistere con l'esistenza del male. L'assunzione di un assioma o dell'altro è un atto di fede. Ciao a tutti Ultima modifica di Giorgiosan : 05-07-2010 alle ore 17.20.35. |
05-07-2010, 19.07.18 | #40 | |
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Riferimento: Legittimità della religione comune
Citazione:
O semplicemente perché la scienza fisica finora è l'unica dimostrabile? Il punto poi non è tanto questo: quanto chiedersi: ma rimarrà per tanto tempo indimostrata la scienza spirituale o proprio questa non esiste e stiamo perdendo tempo a parlarne? Io non sono né dell'uno, né dell'altro parere. A me hanno inculcato da bambino tante parole come Dio, spirito, miracoli, etc. Ma quello che ho sempre visto finora è stato fisico. E non ho motivo di credere ad altro. |
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