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21-09-2011, 11.36.19 | #72 |
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Ho seguito con molto gusto la discussione su un tema che mi interessa molto. Per far emergere qualche aspetto dei fondamenti del metodo scientifico, vorrei proporre una domanda che spero risulti stimolante.
Il metodo scientifico è scientifico? Cioè si può sottoporre a se stesso, alle sue procedure, ai suoi presupposti? Ad esempio, è una teoria sperimentabile, quantificabile? Se ne possono formulare casi specifici per tentare di ritrovarli con un esperimento? E di che genere di esperimento dovrebbe trattarsi? Grazie per quanti avranno l'audacia intellettuale di cimentarsi. |
21-09-2011, 20.32.16 | #73 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Ma non credo sia questione di audacia: In primis bisognerebbe stabilire cosa significhi "scientifico". Certo la scienza non si può riprodurre: bisognerebbe riprodurre l’universo ridurlo a un modello e sperimentare se funziona secondo quanto la scienza descrive. Forse è complesso...nonstante i potenti mezzi.... E poi bisognerebbe anche chiedersi se abbia un senso domandare se la "scienza" è "scientifica": io credo che non lo sia nel senso rigoroso del termine, ma è solo una mia impressione. Si puo' dire che sono scientificamente riconosciuti i suoi trovati di primo livello. Quelli logicamente enunciati e matematicamente esplicati in algoritmi predittivi…sempre sperimentalmente ripetibili: ricordo che la nostra è scienza sperimntale galileana. Ma il sapere scientifico è ben più vasto: intuizioni, raccolte e studio/analisi di dati, teorie ipotetiche o alternative, teorie comprovate, ecc...postulati e affermazioni apodittiche...mi pare solo una però supposta insuperabile per ora: la velocità della luce! Il resto è in effervescenza...lavori sempre in corso!...e tanto più con gli innumeri esperimenti e le nuove scienze emergenti, ecc... No! credo proprio che la domanda non si ponga: essa implica una visione statica e definita di un sapere che si trova invece in estrema effervescenza: questo del resto è il vantaggio della scienza…secerne dal passato l’utile e guarda al futuro: il passato non è un dogma, è piuttosto un campo ove coltivare, il presente è ricerca e sperimntazione, il futuro è una speranza: io…speriamo… che me la cavo!. Dice...ma almeno il metodo deve essere univoco e scientifico! Ma si! almeno in parte lo è, essenzialmente nella dimostrazione finale e attualizzata delle risultanze che devono essere congruenti ai postulati e alla realtà del fenomeno o dei fenomeni esplicati. Ma il ricercatore (il team di ricerca) è un creativo e deve essere libero: intuire, supporre verificare confrontare con interazione continua fra pensiero verticale e laterale...un tutto che nella sua essenza si potrebbe esprimere con l'acronimo mnemonico: PDCA...ove: P: Plan… = intuisci, documenta, analizza, pianifica di massima il lavoro, D: Do…...= opera, correggi, reitera C: Check.= controlla, verifica congruenza e obiettivi raggiunti, A: Act…...= sperimenta e metti in atto l’esplicazione logica e gli algoritmi predittivi,verifica la predizione. Il metodo è essenzialmente pragmatico e nulla vieta che il processo si ripeta...ciclicamente, ma sono la congruenza in sé e coi postulati e saperi paralleli, la sperimentazione e l’esplicazione algoritmica finale, che lo certificano come verità contingente insuperata…per il futuro si vedrà. Nessun altro sapere, comunque, può offrire di queste garanzie, d’altra parte senza le garanzie del metodo non c’è scienza. Si potrebbe quasi dire che la scienza non si divide in varie branche a seconda degli argomenti, ma per garanzie di verità: in qualunque campo e per qualunque argomento se non c’è misura non c’è scienza…e viceversa. Magari è qui che il sapere è ipotetico. Tuttavia, non solo si scoprono sempre nuovi o piu’ evoluti concetti relativi alla fenomenica del micro-macro universo, ma anche nuovi campi del sapere suscettibili di misura e calcolo (al limite anche statistico) e quindi fruttiferi per la scienza con relative ricadute tecnologiche….fatta salva la sostenibilità che l’eco-scienza, anch’essa in sviluppo, tende a rinforzare. Ancora è una mia opinione, pur suffragata da letture ed eperienze, ma credo che nel concreto fenomenico e matematico dell’universo fisico la scienza non abbia limiti. Quindi ci puo’ anche salvare…salvare questo nostro mondo oramai alla catastrofe ecologica!. Nell’astrazione speculativa della filosofia, della teologia, dell’arte…ove non c’è misura insomma, la scienza semplicemente non esiste…quindi non puo dire…e se ci vogliamo salvare dobbiamo pensarle giuste…anche nell’utilizzo del sapere scientifico il cui pragmatismo non avrebbe altrimenti scopo o direzione. Forse i non "scientifici" o "ascientifici" (e l’amico proponente ascientifico forse lo è) pretendono dalla scienza un pò troppo e siccome il troppo non si dà allora dicono che non vale....non vale come verità assoluta...e quindi non è vero.! E infatti è proprio così: è come l'amore: non è vero per sempre, ma in quel momento è vero. Solo gli innamorati credono l'amore vero per sempre, ma sappiamo che gli innamorati sono ingenui e un pò invasati e presto o tardi scopriranno che non è piu' vero...Ma subito subentrerà un'altro amore e quello sì è vero, più vero del precedente...ammesso siamo monogami..che, se nò, altri amori veri ci saranno...finchè finisce e resterà il bene o un vago senso di vuoto: ma cio' che hai provato, sperimentato, vissuto resta tuo: una somma di vita. Così potrebbe essere per la scienza...dopo tante verità, una somma di verità sempre più vere congruenti in una unica grande verità che sempre più si espande e più alte cime conquista, si dice scienza. Al di fuori della metafora c'è poi il fatto che, pur con un occhio distratto alla filosofia della scienza,lo scienziato è un pragmatico: non è tanto il come e il perchè che interessa,…le giustifiche dell’origine o i fini ultimi... interessa il risultato qui e ora! In effetti poi, tutto si può dire, ma non che il metodo scientifico, pur perseguito con alterne fortune e a volte anche per caso, non abbia dato e non dia “risultati” con crescita esponenziale. Mi ricordo il vecchio maestro che, all’allievo che opponeva dubbi, alternative e perchè, imponeva: [b]taci e calcola![b] |
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24-09-2011, 23.45.00 | #74 |
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
LE VERITA' DELLA SCIENZA:
Ho appena affermato nel post precendente che, scientificamente, è una sola la verita' apodittica che si pone: l'insuperabilità della velocità dela luce! Mi sono salvato d'un pelo perchè ho aggiunto... "per ora". Infatti alcuni giorni fa, dal CERN di Ginevra, qualcuno ha annunciato che un fascio di neutrini, sparati dal loro laboratorio, è arrivato al Gran Sasso (730 km in linea retta) con 60 nanosecondi di anticipo rispetto al calcolo relativo alla velocità della luce. P.S.: In un successivo comunicato alla stampa del ministero dell'Istruzione e della Università si legge che il ministro si congratula per l'insolita prontezza (a partecipazione italiana) con cui è stato costruito il tunnel sotterraneo direttto dal CERN al Gran Sasso per la corsa dei neutrini. Ultima modifica di ulysse : 25-09-2011 alle ore 12.44.42. |
25-09-2011, 12.45.59 | #75 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
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PS. Inoltre, quel per...ora, poteva essere interpretato anche in questo modo: che a quella verità, in futuro, se ne potevano aggiungere altre. Ultima modifica di Tempo2011 : 26-09-2011 alle ore 09.28.57. |
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25-09-2011, 20.09.46 | #76 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Veramente, sia l'insuperabilità che la costanza della velocità della luce non erano verità apodittiche neanche prima. Mi corre l'obbligo di ricordarlo e ahimè mi costringo a fare il preciso, ma "apodittico" significa risultato di una dimostrazione, mentre in ambito scientifico i fenomeni e le loro proprietà sono manifestazioni dell'esperienza (al netto delle mediazioni fatte dalla visione scientifica del mondo). Infatti la relatività si appoggia a queste caratteristiche della luce perchè esse emergono così come sono dagli esperimenti, non perchè ci sia una teoria che le spieghi. Questo significa che posto che la luce abbia queste caratteristiche, segue la teoria della relatività e le conseguenze nell'interpretare con essa altri fenomeni. Ma i fatti dell'esperienza non sono leggi (e tantomeno leggi necessarie) e possono essere sostituiti da altri fatti. Bene ha fatto variabile + fisso a ricordare come già Planck sapesse che anche le leggi scientifiche potrebbero cambiare nel tempo. (Purtroppo Planck non era abbastanza filosofo da concludere invece che le leggi scientifiche (non solo la nostra conoscenze di esse) devono cambiare nel tempo, perchè stando il modo in cui ci sono note - e cioè come regolarità empiriche derivate dall'induzione - non sono leggi necessarie e sono dunque controvertibili.) Citazione:
Il mio intento era di chiedere alla scienza se è scientifica come chiederei alla verità se è vera, ad un Salvatore se salva, o all'acqua se bagna. Quindi mi sembra di chiedere il giusto. Anche perchè l'atteggiamento che noto spesso negli uomini di scienza è di non preoccuparsi affatto dei fondamenti del loro sapere perchè a loro interessa solo "operare". (Un po' come il bambino che non vuol essere distolto dal gioco che lo ha isolato dal mondo, e non vuole avere affatto cognizione della provenienza di quel gioco. E non meraviglia poi che tanti scienziati lamentano gli scarsi finanziamenti alla ricerca, ma non si diano per nulla la pena di studiare il mondo della politica, e diano interpretazioni da bar come ad esempio che quei soldi destinati alla ricerca se li mettano in tasca i soliti noti! Magari ci si apre un 3d apposta e si spiegano un po' di cosette! ) A proposito di "operare", del resto anche tu mi sembra che insista sulla pragmaticità della scienza, cioè sul fatto che non tanto produca verità perchè le verità cambiano in continuazione, quanto che dia risultati. Quindi sulla base del pragmatismo deduci che la cosa importante sono le verità utili. Cioè non c'è scienza scientifica, ma scienza operativa. (Sulla possibilità di avere allo stesso tempo verità vere e utili, vedi più sotto.) Ma, a parte il fatto che questa scienza somiglia più alla tecnica (infatti oggi si parla di tecnoscienze), ogni pragmatismo si confuta da sè. Perchè basterebbe chiedere al pragmatismo se ritiene che anche le sue tesi debbano essere considerate all'interno di un contesto pragmatico - cioè valide fin tanto che sono funzionali a certi scopi - per scoprire che se risponde sì, allora quando non fossero più tesi utili a quegli scopi verrebbero sostituite e quindi si dimostrerebbero invalide sulla base dei loro presupposti; se risponde no, allora ci sono delle tesi (proprio le sue) che non rientrano nella filosofia pragmatica. Però non credere che con ciò ti dia torto nel considerare la scienza un sapere pragmatico; ne sono convinto anch'io. Ma è proprio (anche) il suo pragmatismo che la invalida come sapere vero perchè ogni pragmatismo è contraddittorio. (Anche se ciò non esclude che la scienza contenga contraddizioni ben più gravi e profonde.) Ci si può chiedere: ma la scienza (o qualsiasi altro sapere) non è vera proprio perchè è utile? Cioè, se non era vera non avevamo dei ritorni in termini di tecnologia no? No, tra verità e utilità c'è incompatibilità assoluta, perchè quando la verità è letta in un contesto di utilità diventa strumento di altro e vi si pone in subordine. E non solo viene condizionata dallo scopo che dunque ne detta possibilità e limiti, ma più all'origine è condizionata dalla struttura mezzo-scopo in generale, che così si pone al di là della verità. Ora, anche la struttura mezzo-scopo vuole avere verità, e come può farlo stando fuori di quest'ultima? Per quanto riguarda i ritorni in termini di tecnologia, se questi vengono interpretati (come generalmente si fa) sulla base dei presupposti che fondano la scienza stessa, non c'è speranza che se ne scorga nè la realtà nè l'illusione. Come ricordavi, la scienza non è verità assoluta, e quindi è necessità dire che allora sia quell'altro dalla verità assoluta che è la menzogna. (Vedi nota poco sotto.) E di conseguenza tutto ciò che è interpretato alla luce della menzogna è illusione. (Non è però illusione che sia illusione. E' per questo che, anche se il contenuto dell'illusione non esiste, non si osserva il puro nulla.) NOTA. Non ci sono mezze vie tra vero e falso (e non è una questione puramente di terminologia linguistica). Tutto quello che non è autenticamente e radicalmente vero appartiene al regno dell'errore. Ma non perchè lo affermi un pensiero fanatico che sfodera solo la sua volontà per dare ragione a ciò che non ha ragione. Semplicemente basti considerare che anche la mezza verità (o mezza falsità) non intende essere a sua volta nè una mezza verità (o mezza falsità) nè una falsità totale, ma intende porsi come vera se non vuole vedersi svanire quando qualcuno più scaltro osserva che la mezza verità, non essendo assoluta, allora è relativa ad altro, e quest'altro a sua volta è relativo ad altro ancora perchè se fosse almeno lui assoluto sarebbe un punto fermo che immobilizzerebbe tutto ciò che da lui dipende, e così via fino a rendere qualsiasi mezza verità impossibile. Infatti il costituirsi di un rimando all'infinito è il non costituirsi mai di alcun rimando. |
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27-09-2011, 00.23.21 | #77 | |||
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Non è così, c'era eccome una teoria che spiegava le caratteristiche della luce (Maxwell), e certi risultati sperimentali non erano facilmente interpretabili. Chissà perchè è dura a morire la "favola" che la relatività sia nata sulla scia dell'esperimento di Morley&Michelson. Citazione:
Non è molto chiara la tua affermazione. Le "regolarità" empiriche sono tali perchè le sperimentiamo, non per un processo induttivo. Se vogliamo essere precisi possiamo dire che tali regolarità sono "costruite" dal nostro complesso sensorio (cervello compreso) in modo del tutto inconsapevole. Magari è lì che induttivamente ci permettiamo di fare qualche ipotesi sulla quale sviluppare una teoria. Citazione:
Secondo me fai molta confusione; a parte il fatto che può esserci tecnologia anche senza "scienza" (almeno intesa in senso moderno) non capisco quale sia l'incompatibilità. Se grazie alla legge di gravità mandiamo un razzo su marte (a parte la dubbia utilità dell'operazione) come fai a dire che la verità (legge di gravità) è in subordine al razzo che va su marte ? A me sembra il contrario: abbiamo un fatto operativo, tecnologico (il viaggio spaziale) grazie alla scoperta di ua verità (legge di gravità). Dal tuo discorso sembra quasi che le onde e.m. siano state scoperte perchè avevano già in mente le comunicazioni via radio. Oppure che la loro scoperta, avendo avuto un'applicazione tecnologica, è in "subordine" e quindi non è una verità. Insisti molto inoltre sul carattere temporaneo delle teorie, secondo la leggenda per cui una nuova teoria getta nel cestino una vecchia: cerca invece di vedere questo fatto come un processo cumulativo, come se si scala una montagna e se ti volti indietro continui a vedere la base, da dove sei partito. |
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28-09-2011, 19.37.51 | #78 | ||||
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Amico mio, ti ricordo la tua firma: “Sarò banale, ma continuo a credere che la verità abbia molte facce!” Non vorrai contraddirti! Comunque preferirei dire che diverse possono essere le interpretazioni della verità o realtà che sia. Non parlo, ovviamente, di verità assoluta… chè non esiste. Comunque ribadisco che le conoscenze scientifiche ci aiutano parecchio a restringere (o allargare!?) l'ignoto: dipende se ti fermi lì e allora hai solo appreso un qualche cosa in piu', oppure, se consideri quanto appreso o scopeto un primo scalino per andare avanti e salire nella conoscenza: se sai leggere fra le righe scopri che è la seconda che ho detto… la cosa più vera! Quindi è ovvio che quante più cose scopri e conosci, l’ignoto oggettivo globale si restringe…ma tu non sai cosa e quanto grande sia un tale ignoto. Citazione:
Tu parli dell’ignoto soggettivo: puoi credere che oltre la montagna che stai scalando non ci sia niente e ti affanni a salire in cima…. convinto che sia l’ultima scalata e che oramai hai tutto conquistato ed esplorato. Ma c’è l’ignoto oggettivo e, arrivato in cima, guardi oltre… e ti accorgi che altre teorie di montagne, magari più alte e più ripide, si estendono all’orizzonte ed una immensa possibilità di conquista di sapere e di scoperte ti si offre. È così più esteso il tuo ignoto soggettivo: prima non sapevi ed ora sai…quindi anche il tuo conoscere soggettivo è aumentato! Così sembra accadere ora…ammesso sia vera l’ipotesi dei “neutrini Superman”: si pensava alla relatività come all’ultima frontiera: ora non resta che unificare le teorie! E invece arrivano i neutrini “più veloci della luce” a dirci che siamo appena agli inizi. La scoperta dei neutrini veloci non ha aumentato l’ignoto…ci mostra solo che un altro pezzo di insospettato ignoto esiste…e, certo, altri pezzi se ne aggiungeranno per strada. Sempre ammesso che qualcosa di vero ci sia in quanto annunciato. Ma il concetto vale quasi sempre per le grandi scoperte…in ogni campo!…ad ogni nuovo chiodo che scopri si aprono sempre nuove alternative strade!...basta risalire la storia per rendersene conto. Ma non è che il premio è solo alla fine: il premio è nel percorrerle queste strade: sempre nuovi orizzonti ti si aprono…infatti...e nuove possibilità. Segue a proposito dei parametri fondamentali dell’esperimento: 20 metri guadagnati su 732 km…sembra: Citazione:
Inoltre, poiché, purtroppo le capacità demiurgiche mi mancano, non posso ingenuamente illudermi di avere la verità, quindi non possso nemmeno fare a meno di valutare cos’altro può accadere dentro e fuori la dinamicità della scienza…le scommesse su questa o quella possibilità le lascio ad altri Citazione:
Il “per ora” è pienamente legittimo!...ed è anche la strategia di pensiero per procedere...sempre più. Infatti non è che dobbiamo aspettare, per procedere, la verità ultima…la madre di tutte le verità! Sarebbe deleterio: ed infatti, spontaneamente, non lo facciamo...non aspettiamo!… per quanto un’antica cultura assolutista ci spingerebbe a farlo...magari meditando nell'attesa. Invece, semplicemente intanto, pur continuando la ricerca, facciamo del nostro meglio per procedere con ciò che ora abbiamo...domani avremo di più. Ultima modifica di ulysse : 28-09-2011 alle ore 20.26.00. |
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11-10-2011, 01.01.05 | #79 |
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Sono costantemente rammaricato del fatto che la Scienza, la più importante realizzazione dell'Umanità, debba subire delle critiche assolutamente immeritate; mi riferisco a due in particolare.
Prima critica: "E' scientifico ciò che è falsificabile", ovvero "la Scienza è un corpo di conoscenze momentanee ed approssimative in attesa di essere smentite e sostituite da altre più aggiornate" (mannaggia a Popper). Ma ne siete sicuri??? intanto sottolinerei un primo punto fondamentale: una teoria scientifica si compone di fatti e leggi che devono essere verificati (e non falsificati) dall'esperienza; i fatti molto spesso sono provati una volta per tutte; le leggi vengono affinate con la progressione della conoscenza ma anche le più vecchie rimangono valide come approssimazioni. Commento: La tavola periodica degli elementi, la teoria cellulare, la circolazione ematica, la composizione dei pianeti e delle stelle e molte altre NON sono teorie provvisorie e approssimative, sono precise e definitive. Invece la legge di Newton è stata perfezionata da Einstein ma è ancora valida!!! un po' come avere un metro centimetrato e poi affinarsi e costruirne uno millimetrato; l'altro rimane comunque validissimo per misurare i centimetri Nota finale: Ci sono casi in cui la scienza viene invece abbandonata per davvero; mi viene in mente l'esempio della frenologia. Ma lì si era fatta cattiva scienza! la scienza buona è come un diamante De Beers: per sempre :-P ----- Seconda critica: "il metodo scientifico è applicabile solo ai temi scientifici", ovvero "il vostro metodo di previsione seguito da test sperimentale è applicabile solo agli elettroni e agli enzimi, di certo non a tutto il resto" Sicuri anche di questo? Vi dico cos'è per me il metodo scientifico. E' l'indagine di un qualunque aspetto del reale su tre concetti: 1- Evidenza (vietato appellarsi ad autorità, tradizione, emozione, istinto, fede; vogliamo le PROVE!) 2- Logica (unico strumento lecito per analizzare l'evidenza; quando è possibile la matematica è il miglior linguaggio) 3- Conferme indipendenti (non ci fidiamo mai di una persona sola) Commento: Non esiste un solo metodo in un certo numero di passaggi per fare scienza; Einstein usò quasi solo la Logica (ma ci volle poi l'Evidenza e le Conferme indipendenti) mentre Darwin raccolse una quantità enorme di evidenza empirica. E' un metodo libero, a patto di poggiarsi su quei tre concetti. E fateci caso… è lo stesso metodo che si usa in tribunale!!! E' lo stesso metodo che qualunque persona lucida utilizza per indagare una verità… pensateci un attimo: non fate anche voi così??? (se la risposta è no preoccupiamoci) Nota finale Non crediate che in filosofia o altro esistano scorciatoie… o se esistono vi invito a mostrarmele. Per quanto ne so io la filosofia è ricerca della verità, ma non ne ha trovato una in 2596 anni (da quando Talete previde l'eclissi di sole) e il suo attuale motivo di essere è quello di quietare l'animo e diminuire il dogmatismo… |
11-10-2011, 15.12.12 | #80 |
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Guarda S. Tommaso, ho piacere di risponderti solo perchè il tuo primo post mi ha fatto una grande tenerezza per l'ingenuità e la buona educazione. Consiglio però a te e non solo, di trattare certi temi solo dopo aver letto qualche libro di filosofia della scienza. Questa è una disciplina vasta e complessa che non esisterebbe se il metodo scientifico non facesse alcun problema. E inoltre è stata creata un secolo fa da persone che credevano fermamente nel valore superiore della scienza, o credevano almeno che la scienza fosse il meglio che avessimo. Salvo incontrare poi delle difficoltà che è opportuno che anche tu impari. Puoi anche partire solo con i capitoli di un manuale di filosofia per licei. Studiati la grande avventura del tentativo di dare un fondamento alla metematica da Frege e Russell a Godel, le filosofie dei neopositivisti, e l'epistemologia popperiana e post-popperiana, e avrai fatto già un buon decimo del tratto che ti occorre per dirti un aspirante competente.
Ad maiora. |