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29-04-2010, 10.46.29 | #32 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
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Se ti è antipatica Wikipedia discuti ciò che ho detto io: Primo punto necessario è l'osservazione (che non significa necessariamente osservare con gli occhi o con l'udito e l'olfatto), secondo punto necessario è l'estrapolazione delle regole che governano il processo osservato. Poi terzo (ma non ultimo) punto necessario è il "controllo" dell'ipotesi formulata nella teoria mediante osservazioni successive. Quest'ultimo punto è fondamentale. Prendiamo un esempio classico: Osservazione: i cavalli osservati sono tutti bianchi- Estrapolazione della regola: i cavalli sono tutti bianchi Controllo: il prossimo cavallo osservato deve essere necessariamente bianco. Ora dimmi quale di questo punto è dogmatico? Se fosse solo riduttivo, come tu dici, cosa aggiungeresti in concreto? Credi che, altrimenti, ci sia qualcosa da eliminare? Io ritengo che il concetto di scienza, invece, è stato troppo allargato e che i punti essenziali, in alcuni casi, vengano del tutto eliminati. E' prassi, per esempio, usare la statistica per gli studi biologici e sociali. Quando però si abusa le conclusioni possono però essere del tutto sbagliate. Riporto un articolo su Le Scienze su "Sesso, bellezza e statistica" apparso a Marzo. L'articolo è abbastanza lungo qui viene riportato solo l'inizio: http://lescienze.espresso.repubblica...ticolo/1342227 Altri esempio di errori della scienza sono riportati da Smolin nel suo libro "l'universo senza stringhe". La scienza è una anche se ha molte sfaccettature, il pericolo è che manchi un controllo sui lavori, sulle tesi e sulle conclusioni. Se partiamo tutti da una stessa saggia definizione di scienza possiamo oltremodo discutere sui lavori scientifici. Altrimenti facciamo la fine di chi, per la foga di correre troppo, non si accorge del burrone e cade giù [per esempio sempre su Le Scienze di Febbraio è apparso un articolo di fisica quantistica "Non località e spazio tempo" scritto da un biologo, Boncinelli, con un errore madornale... comprendo che essendo un biologo l'errore è dietro l'angolo, ma come si fa a far scrivere un articolo di fisica quantistica ad un biologo? Ho tentato di scrivere direttamente alla rivista ma non ci sono riuscito ]. Quindi ripeto il mio invito: tentiamo di dare una definizione di scienza. Io ho scritto tre punti per me essenziali: 1)Osservazione 2)Estrapolazione delle leggi (o regole) 3)Controllo dell'ipotesi attraverso altre osservazioni future. cosa volete togliere e cosa volete aggiungere? |
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30-04-2010, 16.24.57 | #33 | |
Utente assente
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Se non ricordo male Popper segue Hume nella sua critica alla causalità, cosa che rende il nostro un semplice ed eterno sapere ipotetico (e mai nulla di più). Fallibilismo (Popper) = sapere ipotetico. È giusto fare questa identificazione? (È comunque l'abbinamento che avevo fatto io - giusto o sbagliato che sia). Passando ad un altro aspetto, quando "Il Dubbio" chiede di chiarire cos'è la scienza, a mio modo di vedere non ci si può tirare indietro al "problema della demarcazione" (si veda al riguardo il link che ho messo nel mio primo post), insomma cosa distingue una teoria scientifica da una teoria non-scientifica (non tutti seguono Popper, anzi). Domande correlate: Il metodo scientifico è oggettivo, o è anch'esso soggettivo? Ciò che noi sappiamo di scientifico è superiore ad altri saperi/ad altre conoscenze o no? Secondo Feyerabend no, secondo voi invece? In generale mi vien quasi da dire che siamo proprio messi male se non siamo nemmeno in grado di distinguere cosa è scientifico da cosa non lo è (mancanza di metodi, criteri universali e oggettivi). È come se fossimo a caccia di un'oggettività che non potremo mai raggiungere. Siamo imprigionati nella nostra soggettività, e credere di poter ricostruire la realtà che ci circonda in modo oggettivo è solo una mera illusione. Voi che idea vi siete fatti al riguardo? Date alla scienza maggior credito rispetto ad altri saperi? o apprezzate anche ciò che scientifico non è? P.S.: Un grazie a tutti per le interessanti risposte che avete dato, e per gli spunti di riflessione. (Per Giorgio: sono solo svelto di passaggio - non scrivo più molto sui forum). P.P.S.: Ovviamente il fatto che non si abbia la certezza assoluta di niente, non significa che tutto è per forza di cose ugualmente probabile. No, si parla appunto di ipotesi più o meno probabili. (Il grado di probabilità è importante per stabilire quanto una tesi è sensata o meno). |
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30-04-2010, 19.27.52 | #34 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Ovvio che non ho antipatia per Wikipedia…solo che, essendo la definizione necessariamente consuntivante, mi pare che tu non ne colga i sottintesi. Infatti, così come la interpreti e la esemplifichi (rif. esempio cavalli), la definizione è giustamente e sistematicamente applicabile solo alle singole sperimentazioni o anche a serie o complessi di sperimentazioni che non arriverebbero a confermare e validare, per punti discreti, teorie complesse interpretanti sistemi universali nel loro esistere ed evolversi nel continuum spazio-temporale. Comunque, alla definizione data aggiungerei (ma solo per evidenziare il sottinteso) che il riscontro delle ipotesi/intuizioni iniziali puo’ essere anche indiretto, magari con riferimento alla storia degli eventi cui ci si riferisce o per integrazioni e congruenze con risultanze di scienze correlate o conseguenti. C’è poi la tecnica simulatoria computerizzata ampiamente diffusa nello studio previsionale delle teorie complesse in specie se trattano dati stocastici… Mi pareva che questo fosse evidente nel mio precedente post. …………Ma la statistica non è di grande uso anche nella meccanica quantistica? Citazione:
Ecco appunto …io ritengo…, ma è questione di opinione! L’opinione puo’ diventare “oggettività...quasi!” quando piu’ opinioni, per diverse vie ,diventano congruenti . In effetti la statistica risolve oggi molte situazione difficili ed è indispensabile per certe scienze affette da rapporti aleatori di causa-effetto: per esempio si fanno test, misure, si rilevano dati e si dice che le risultanze sono valide entro un certi range: è del tutto ammissibile! D’altra parte certi metodi utilizzati per indagare saperi meno concreti (magari al limite della ricerca avanzata) possono essere a volte opinabili e possono essere ammissibili se si ritengono tali metodi come i piu’ suscettibili di dare le risposte piu’ probabilmente esatte o entro range prestabiliti…comunque resi noti con le risultanze. L’alternativa potrebbe essere non fare niente, non cercare affatto, non sapere niente: e sarebbe peggio del sapere solo con un un certo livello di probabilità! Del resto la meteorologia è andata avanti per 30 o 40 anni col prova e riprova affinando sempre piu’ ed oggi i risultati mi paiono abbastanza affidabili …non mi pare che si possa dire che non è una scienza! Del resto, il prova e riprova è prassi usuale: diversamente, non solo non avremmo nessun sapere scientifico, ma proprio nessun sapere. E’ ovvio, ovviamente, che non bisogna abusare…però occorre anche osare e inventare mezzi e sistemi per procedere… con intuizione e pensiero divergente. Certo che alla fine occorre la riprova logico/matematica che il trovato è conforme o che il sistema funziona ed è congruente con le teorie consolidate.…a meno che non abbiamo trovato una nuova teoria rivoluzionaria…e allora occorre ricominciare tutto da capo. Infatti concordiamo che il sapere scientifico non costituisce verità assoluta…l'assoluto non esiste! ...la scienza è solo il sapere che reputiamo di maggior affidabilità…Direi però anche che il metodo scientifico trova nella sua definizione gli anticorpi per combattere gli eventuali disguidi, per correggersi e migliorarsi continuamente: la pubblicazione delle ricerche in corso e delle risultanze, a confronto, fa parte integrante del metodo. Dopo Galileo, passato il pericolo della Santa Inquisizione, gli scienziati si tenevano continuamente in contatto…oggi poi c’è Internet…. In realtà si dice che Newton fosse un po’ restio nel divulgare le sue “pensate” (nonostante la cattedra e la Royal Society), ma questo perché era piu’ interessato all’alchimia, alla magia, che non al cosmo: Newton era uno stregone...infatti Naturalmente ci sono anche oggi pseudo ricercatori stregoni che trasmettono ai giornali risultanze improbabili piu’ per fare uno scoop che per esigenze di sapere. O piu’ spesso sono i giornalisti divulgatori che stravolgono. Comunque si tratta per lo piu’ di ricerca applicata (scopi industriali o di pubblicità) che non interferisce piu’ di tanto con le grandi linee della scienza. Bisogna comunque difendersi col buon senso di chi una certa cultura scientifica ce l’ha. |
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01-05-2010, 12.02.46 | #35 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Non ho ben compreso. Una teoria solitamente dice cose precise e se fosse multidisciplinare, ogni disciplina dovrebbe confutare o verificare la teoria. Non esiste una teoria "generica". Citazione:
La statistica si applica alla realtà come la matematica. Non so se hai letto l'articolo che ho proposto (tutto l'articolo forse non si trova sul web ma avendo la copia della rivista). Il punto chiave è che esistono conclusioni statisticamente indicative e altre statisticamente "significative". Solo queste ultime hanno senso scientificamente. Le conclusioni su numeri solo di risultato indicativo, invece sono statisticamente errate. Chiaramente precisando che sia le une che le altre sono solo orientative e ipotetiche sui piccoli numeri, ma solo le prime ci permettono di fare previsioni più attendibili sui grandi numeri, mentre con i secondi invece non è possibile fare alcuna previsione. Quindi anche in statistica, perchè il modello funzioni, servono: 1)Osservazione 2)Estrapolazione delle leggi 3)Controllo della teoria attraverso le osservazioni future (in questo caso statistico, quindi sui grandi numeri), in base alle quali è possibile fare "previsioni". Non ho letto nulla di nuovo, quindi. Perciò non comprendo ancora quali debbano essere per te le opzioni da eliminare o da aggiungere. Per quanto riguarda l'osservazione, se rileggi il mio post precedente, ho scritto che non è detto che l'osservazione debba per forza essere intesa come osservazione visiva, olfattiva ecc. Può anche essere, come dici tu indiretta, ma è necessario che, se la teoria è giusta, le osservazioni future siano coerenti e che la teoria possa sempre essere confutabile. Dipende quindi da ciò che la teoria dice... |
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01-05-2010, 18.38.52 | #36 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
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L'affermazione "la scienza è solo un sapere ipotetico" è una tautologia! La scienza si distingue proprio perchè non sostiene mai la conoscibilità perfetta. E' soltanto un'ideazione umana tra le altre, che dà eventualmente risposte parziali. Non sono controllabili tutti i casi possibili, è sempre possibile una modifica o un rigetto di teorie che si rivelano false. Dopo numerosi controlli le teorie possono venire convalidate, ma non verificate. Popper critica l'induttivismo empiristico: di un'esperienza osservabile la falsicabilità ne è il limite anche se viene confermata. Tutto è solo congettura, cioè ipotesi informate che dovrebbero costituire un miglioramento rispetto alle teorie precedenti. Ma la scienza non deve provare la verità di una congettura quanto la sua falsità. La scienza procede cercando di falsificare le teorie piuttosto che provando la loro verità. Ogni teoria in linea di principio può essere falsificata,come è già successo. Un singolo esempio falsificante basta a mostrare che una teoria è inadeguata e non importa quante osservazioni l'abbiano confermata. Non saranno mai sufficienti a fornire la certezza assoluta valida per il futuro. “Tutti i cigni sono bianchi” finchè non se ne sarà trovato uno nero, e al caso, finchè non se ne avranno indagato le cause perchè è nero. Se una teoria non si presta a falsificazione (es. la psicoanalisi perchè – finora! - riesce a trovare comunque una giustificazione) è inutile per la scienza, non è nemmeno un'ipotesi di tipo scientifico. Viceversa, anche una sola osservazione contraria non è sufficiente : va riesaminata alla ricerca di eventuali errori. Quindi la scienza per sua natura non ha pretese di assolutezza, che appartengono ad altri settori. |
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01-05-2010, 18.53.31 | #37 | ||||
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
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Veramente, per par condicio, porrei anche la domanda speculare: La filosofia è solo un sapere ipotetico? o è talmente supportata da evidenze…da portarci al sapere assoluto? Certo è una provocazione..ma vorrei sapere cosa si intenda con l’espressione “sapere ipotetico” e se tale espressione si possa applicare anche alla filosofia…magari ad un qualche altro sapere. Infatti….è anche con senso di spregio e sfiducia che mi pare si dica o si pensi generalmente che il sapere scientifico (Scienza Galileana) non puo’ che essere ipotetico perché non esistono evidenze tali da renderlo certo… assoluto Si dice persino, citando Popper, che non è che un sapere fallibile! Ora io concordo che il sapere scientifico non costituisce verità assoluta o sapere certo…ma nessuno lo pretende! (Popper lo avrebbe dovuto sapere), pero’ chiedo: esistono verità assolute? Esistono saperi certi? Altri saperi, posizioni di pensiero…per non dire filosofie, hanno tanto influito e influiscono sul nostro vivere “concretamente reale” quanto la scienza? In definitiva… esistono saperi o teorie che ci facciano interpretare quel fenomeno globale che è il micro-macro universo (compreso il vivente), in modo piu’ probabilisticamente attendibile e meno probabilisticamente fallibile di quanto non faccia la scienza? Mi spiace per le illazioni del tanto osannato Popper…ma io non credo! E allora mi chiedo…perché ci si chiede sempre se la scienza è un sapere ipotetico e non ci si chiede piuttosto se gli altri saperi (???) non siano tanto piu’ ipotetici?...comunque fantasie emotive, immaginazioni, speranze, ideologie, sensi dello spirito, costruzioni logiche soggettive, ecc… magari necessarie, ma fallibili e caduche? Citazione:
Ovvio che il metodo scientifico non è “assolutamente” oggettivo, ma solo il piu’ oggettivamente capace, oggi, di darci un sapere il piu’ oggettivo possibile e influente sulla realtà da qualche secolo a questa parte. Cosi per la superiorità o meno dei saperi: si puo’ solo parlare di genere o specie di sapere…per parlare di “superiorità” (in senso morale?) occorrerebbe prefiggere uno scopo cui tendere. Se ci limitiamo al dualismo bene-male, è una delusione! infatti... così come l’universo, anche il sapere scientifico è a-morale. Così si puo’ dire che la scienza pura, di primo livello, (parametri primari dell'unuiverso) non si prefigge scopi oltre se stessa e non è superiore o inferiore a...: lo scopo è semplicemente aggredire ogni possibilità di conoscenza…di autoincrementarsi nella qualità e nella quantità. Diverso è per le scienze applicate e le varie tecnologie, fortemente sensibili alla economia ed alla politica...quindi moralmente implicate ed esigenti di un indirizzo etico. Quindi, in relazione all’ambito detto (perseguire il conoscere del fenomeno “UNIVERSO”) credo si possa solo dire che il sapere scientifico è il piu’ concretamente attendibile. In altri campi (arti, filosofia, astrologia, superstizione, autorassicurazione, diritti, doveri ecc…) altri saperi, (gratificanti o illusori che siano) soddisfano o vorrebbero soddisfare meglio le nostre esigenze morali, spirituali…che noi perseguiamo secondo nostre sensibilità individuali o sociali. Quindi, ripeto, e’ assurdo parlare di assoluto o di superiorità di saperi... quando non si tratti anche di saperi tarlocchi. Si puo’ solo parlare di probabilità, sensazioni, preferenze… a seconda delle esigenze umane, singole, sociali, culturali,ecc… siano esse contingenti o strategiche a piu’ o meno lungo termine. ecc… Citazione:
Magari siamo messi male per altre cose, per altre ragioni…non certo per questa nostra supposta illusione: la cosi’ detta realtà che ci circonda (ambiente socio-fisico) non è mera illusione…ci si presenta solo come congruente approssimazione all’ipotetico reale…per gran parte ancora inesplorato. Approssimazione tanto piu vera quanto piu’ si indaga e si esplicita perseguendo il metodo scientifico anch’esso, ovviamente, soggetto a continui miglioramenti nel senso di una sempre maggiore efficacia. Il “metodo scientifico” oltre a dirci come perseguire e supportare l’evidenza del “trovato” ci dice nel contempo cosa è scienza: infatti costituiscono scienza tutti i trovati, in ogni campo della conoscenza, che possono essere perseguiti, supportati, evidenziati col metodo della scienza. Il trascendente ovviamente (per quanto via via eroso) non avrebbe i caratteri necessari o gli appigli per essere trattato col metodo della scienza…questo non significa che le relative enunciazioni non abbiano influenza sul vivere umano…anzi ne hanno molta... però credo che, logicamente, tale influenza dovrebbe essere congruente col sapere scientifico. Per quanto riguarda la mera illusione di cui saremmo vittime…. ipotizziamo piuttosto un mondo dove sia tutto oggettivamente noto…quindi risolto. Basti questo: una realtà oggettivamente, assolutamente, nota quali emozioni puo’ dare? Sarebbe tutto finito! Niente piu’ tensione verso, aspirazioni, evoluzione, ecc...un mondo solo quantitativo...noi stessi resteremmo sempre eguali! Un sapere scientifico perfetto assoluto, finito è inconcepibile! Noi invece vogliamo sapere, esplorare...viviamo di emozioni…e il percorso verso il sapere, il conoscere sempre piu’, l’ipotizzare, il confermare, ecc… puo’ essere emozionante…che altro? Magari potrebbe anche aiutarci ad aggiustare le altre cose: politica, economia, ecc….ove l’unica espressione di buon senso è: io, speriamo che me la cavo…che ce la caviamo tutti! Per quanto riguarda i cigni sarebbe un ricercatore ben misero colui che affermasse che i cigni sono bianchi senza accertarsi in loco, (scena del crimine) prove ed evidenze alla mano, che tutti i cigni in ogni luogo o lago del pianeta sono bianchi. Massimo potrebbe dire, dopo attenta osservazione, che i cigni del lago di Ginevra dove lui si trova e che ha esplorato, sono bianchi, documentando con fotografie o altro ancora…e forse questo sarebbe equiparabile a scienza. Se poi un giorno, per effetto di un gene recessivo, dovesse apparire sul lago un cigno nero…beh, pazienza, la scienza non è un sapere assoluto. Citazione:
Ecco…. appunto……viviamo in un mondo probabilistico: la filosofia teistica di oltre duemila anni, bombardandoci con l’assoluto, non ci ha detto che gli accadimenti sono per lo piu probabilistici. Infatti l’idea di assoluto ci da piu’ sicurezza (non ci costringe all’equilibrio della relatività)…per quanto sia scontato che ogni tanto una frana ci travolge…un terremoto…uno tsunami…anche metaforico….ma preferiamo rimuovere, sotterrare nei meandri della mente ed attribuire poi il fatto a scalogna o volere di Dio. Il guaio grosso è che, purtroppo, fanno questo persino gli amministratori ed i politici. |
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02-05-2010, 10.06.46 | #38 | |
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
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Commetti un errore (non so se sia anche intenzionale): il mondo non è probabilistico; è la nostra conoscenza di esso che lo è. E' per quello che l'errore che sorge dalla nostra conoscenza probabilistica, quando si fa scienza sul serio, è un errore "calcolato". Cioè da una parte si dice che intrinsecamente è difficile (indeterminismo epistemico) conoscere perfettamente il mondo, tuttavia possiamo prevedere eventi futuri con un margine di errore; esso dipenderà direttamente dalla nostra conoscenza. Se il margine di errore (dovuto alla nostra precaria conoscenza) è troppo ampio, non potremmo prevedere un fico secco. L'indeterminismo ontologico, dovuto alla m.q., invece ci preclude alla partenza, questa presunta conoscenza. Quindi il calcolo di previsione tiene sempre presente l'errore dovuto all'indeterminazione. Ma l'errore, dovuto alla nostra precaria (questa volta: ontologica) conoscenza, è un errore calcolato direi quasi in modo maniacale, tanto è vero che le previsioni fatte dalla m.q. sono sempre azzeccate... |
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02-05-2010, 20.38.08 | #39 | |||
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Ma credo che anche il "mondo" sia in buona parte probabilistico oltre a nostre conoscenze solo parziali. Comunque non hai riportato l'intera frase che era...……..."viviamo in un mondo probabilistico: la filosofia teistica di oltre duemila anni, bombardandoci con l’assoluto, non ci ha detto che gli accadimenti sono per lo piu probabilistici. Infatti l’idea di assoluto ci da piu’ sicurezza (non ci costringe all’equilibrio della relatività)…per quanto sia scontato che ogni tanto una frana ci travolge…un terremoto…uno tsunami…anche metaforico….ma preferiamo rimuovere, sotterrare nei meandri della mente ed attribuire poi il fatto a scalogna o volere di Dio. Il guaio grosso è che, purtroppo, fanno questo persino gli amministratori ed i politici". ...cioè è mia idea che...il pensiero assoluto cui ci ha abituato la cultura teistica ci impedisca o ci distragga dal considerare la probabilità di eventi spesso tragici a meno di imprecare...persino a Dio, quando la cosa accade Infatti, le cause di certi eventi sono innanzi tutto culturali nostre, consistenti nel sottostimare le probabilità contrarie. La cultura probabilistica è praticamente assente nella nostra opinione pubblica...purtroppo anche a livello politico e amministrativo. Comunque mi par di poter dire che non prevediamo gli eventi fisici perchè non ne conosciamo la cause...magari fuori dalla nostra portata: terremoti, macchie solari, frane, (frane forse sì!) ecc......oppure le cause sono così distanti a ritroso che è difficile o aleatorio risalirci. E' come la faccenda del ricostruire il percorso di ciascuna goccia d'acqua in una turbina. Ad un certo punto diventa anche inutile. Comunque molti eventi dipendono da specifiche decisioni umane prese fra le tante possibili per cui non si puo' escludere la probabilità o casualità di molti eventi...fino alla improbabilità della storia o di quale direzione avrebbe preso la ricerca scientifica se Galileo fosse stato condannato al rogo invece di Giordano Bruno: poteva accadere! Tuttavia un intento della scienza (di molte applicazioni scientifiche) è di prevedere e prevenire...Purtroppo, come dici, non sempre i parametri sono noti per cui la previsione puo' variare entro certi range che vanno specificati. Infatti...... Citazione:
Giustamente! Citazione:
Ma non cè contraddizione nelle ultime due frasi: prima l'indeterminismo ontologico....poi la m.q. ci azzecca sempre! ....fosse Di Pietro? |
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03-05-2010, 01.04.41 | #40 | |
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Riferimento: La scienza è solo un sapere ipotetico
Citazione:
Non è una contraddizione! La m.q. fa delle previsioni che non sono mai state smentiti dalle osservazioni (esperimenti). Il problema logico che cercavo di mettere in evidenza è che il margine di errore in quel caso è calcolato in modo maniacale. Se invece un lavoro, chiamato scientifico, avesse un margine di errore troppo grande, oppure, peggio, non potesse essere calcolato precisamente, la previsione dell'evento futuro andrebbe a farsi friggere. In sostanza la scienza, attraverso le sue teorie, deve puntare alla previsione degli eventi futuri (su questo non mi hai ancora risposto...vedi post dietro) per essere utile (primo) e per dimostrare, nel tempo, di essere credibile. Siccome la nostra conoscenza non è assoluta (se lo fosse non ci sarebbero problemi) almeno tentiamo, con le teorie scientifiche, di prevedere gli eventi conoscendo in anticipo il margine di errore. Facciamo un esempio ponendo una domanda: Quante volte pioverà in questo mese? Risposta: pioverà per 5 giorni con un margine di errore di 1 (quindi potrebbe piovere 4 o 6). Se piovesse 7 volte o 3, il lavoro di previsione risulterebbe sballato. Cioè se avessimo una teoria scientifica che prevedesse i giorni di pioggia ogni mese e ammettesse con precisione il margine di errore, la previsione, benchè non sicura al 100%, sarebbe una previsione scientifica in quanto il margine di errore sarebbe calcolato scientificamente. Ma non può sballare anche nel margine di errore, non sarebbe credibile. Nessun scienziato si sognerebbe di fare previsioni a caso e se qualcuno ci provasse potrebbe azzeccare casualmente una previsione, due... ma prima o poi sbaglierebbe. Se dovesse sbagliare, viceversa, avendo una teoria alle spalle (cioè lo scienziato non starà sparando previsioni a caso), allora sarebbe confutata la teoria. |
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