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Originalmente inviato da benedetto
RISPOSTA A VARIABILE + FISSO
Tu dici:
“... Inconsapevolmente, la dialettica, contrariamente all'uso comune che dovremmo farne, e cioè, esprimere ciò che pensiamo, ci riduce al grandissimo errore e pericolo di pensare ciò che esprimiamo, ... “
Non mi è molto chiaro questo ribaltamento .... Cioè, se la nostra azione è un'azione verbale, questa, a volte, non deriva dal nostro pensiero, ma da una pulsione interiore non attribuibile al pensiero? Sarebbe opportuno che mi dicessi se ho mal interpretato e ti ringrazio per questo.
Non so se il paragone tra il popolo inglese, quello italiano e le diverse complessità delle loro lingue possa essere facilmente sdoganato; in ogni caso potrebbe anche essere che sia il carattere malizioso italiano ad aver generato una lingua che si presta a nascondersi più del dovuto.
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A volte nell’espressione verbale, si reiterano frasi e discorsi costruiti nel tempo, mancando di critica, come a dire, che così com’è eretto non può essere smontato, risulta essere una verità condizionabile, divenendo parte integrante culturale della società. Essendoci una forte connessione tra linguaggio e pensiero, c’è una tendenza nella quale, la ragione viene bloccata, incanalata, per effetto di frasi e proposizioni disposte tra loro in modo tale da evitarne (più facilmente) la eventuale separazione. Ovviamente mi riferisco alla massa, al cittadino medio,che in tal caso, diventa soggetto, schiavo, della dialettica sua e altrui, non a chi ha forte spirito critico dovuto a volontà, conoscenza e capacità. (non so se è chiaro)
Citazione:
Originalmente inviato da benedetto
Continui:
“Al linguaggio non si dà purtroppo la giusta attenzione che necessita. Sono della convinzione che usato male, nel lungo periodo, questo strumento ha un potere distruttivo maggiore di una guerra, la parola espressa, può scatenare violenza psicologica.”
Sono d'accordo e penso che questo sia dovuto soprattutto alla sudditanza acritica nei confronti dei media, ma non solo nei confronti dei media. Si potrebbe parlare anche di acriticità nei confronti di persone che chissà per quali motivi si sono imposte ai nostri sentimenti come antipatiche o simpatiche. E in questi casi, purtroppo anche l'uso più raffinato del linguaggio può non scalfire minimamente l'orecchio che non vuol intendere.
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Questo spiega il mediocre approccio comunicativo di parte della classe politica, o meglio ancora a buona evidenza, una carente e fantomatica informazione, che in Italia gode di poca moderazione, equilibrio, obbiettività. Certo, si può dire è loro interesse essere di parte, come giusto sia, la questione però è il livello spregiudicato di divisione che risulta esserci, l’uso distorto a scopo persuasivo, l’affinare tecniche di disinformazione spettacolari, che li portano a non essere credibili. Spesso si crede che ciò a cui assistiamo è dovuto prettamente a politici e media, in realtà è il popolo che favorisce questa politica e questa informazione, perché una buona maggioranza di esso non si pone il problema, seguendo un telegiornale non hanno la sensazione che vi siano delle anomalie abnormi, grandi come una casa. Una vera democrazia, in chi ci crede, necessita di un’informazione attendibile, pilastro fondamentale.
Citazione:
Originalmente inviato da benedetto
Continui ancora:
“Nella comunicazione, ho osservato spesso che l’incomprensione nasce dal grande difetto di non dare importanza e/o non essere interessati, nel distinguere un concetto rispetto ad un altro.”
Sono d'accordo anche qui fino ad un certo punto. A mio avviso in questi casi l'incomprensione nasce dal fatto che molti concetti astratti in uso al linguaggio non sono facilmente distinguibili e intruppabili e non è una semplice questione di ignoranza. Qui però il discorso diventa pesante. Vorrei sapere cosa ne pensi tu.
ciao
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Intendo dire che c’è il vizio, la pigrizia, di fare un bel calderone di concetti differenti che assumono unanime significato. Se fosse solo per quei concetti a cui fai riferimento tu, sarebbe già un bel passo avanti. Quando ho scritto questo topic pensavo a tutte quelle volte, discutendo con amici, notavo la loro indifferenza nella distinzione di concetti, tutto sommato alla portata di tutti, che da lì a poco era già tutto previsto, vedendoli poi, mentre invano cercavano di salvare il salvabile.
Wittgenstein: tutto ciò che può essere detto, lo si può dire chiaramente.