Ciao Stè,
La direzione, a parer mio, è evidente, sia che si osservi la Storia universale, sia che l' individuo si analizzi introspettivamente.
Il problema d' individuazione di questo tracciato è nel fatto che esso tende ad allontanarci da quel fattore che ancora fortissimamente domina la nosta esistenza: l' istinto di sopravvivenza.
Questo istinto è parte fondamentale della nostra natura animale e da sempre muove gli individui verso atteggiamenti sociali di puro e semplice interesse personale. Le diverse forme di aggregazione, dalla semplice coppia ai più grandi esempi di convivenza metropolitana, dallo scambio di promesse amorose alla preghiera comune delle grandi società religiose trovano il loro motore principale nella ricerca da parte dell' individuo di sodisfazione i propri bisogni primari quali il cibo, il sesso, la sicurezza.
Una società come la nostra potrebbe tranquillmente essersi creata senza alcun bisogno si santi o di eroi, le cui opere per la maggior parte sono state interpretate nel senso sbagliato.
Potremmo tranquillamente vivere in un mondo dove regnasse la totale indifferenza alle sofferenze altrui (e molti sono convinti che così sia effettivamente). Potremmo dichiaratamente vivere alle spalle dei più deboli senza coprirci con fantasiose ipocrisie sulla misericordia: la nostra società, per come la conosciamo oggi cambierebbe ben poco.
Resta però un fatto: malgrado tutto l' uomo soffre di sensi di colpa in ogni istante della sua vita, e questo può accadere, come spesso accade, in modo del tutto inconsapevole.
L' animale che è in noi scaccia con tutta la sua forza questa sofferenza, al punto di prodursi a volte dell' altro male che però sia più fisico, più comprensibile, più accettabile dalla bestia che in noi regna ancora solo appena più debole di quanto non faccia nel resto del regno animale.
Questa sofferenza, questi sensi di colpa, però esistono, e di animale non hanno nulla. Sono generati da quella incomprensibile forza che traccia il cammino evolutivo, che ha dettato la differenza tra bene e male in maniera così chiara, che qualcuno preferisce chiamare Dio, umanizzandolo e scaricando così su di lui le nostre responsabilità.
Cacchio, mi chiamano, devo andare.
A più tardi, se ci riesco. Ciao
|