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08-10-2008, 16.50.40 | #43 |
Ospite abituale
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Ogni conoscenza dell'uomo parte da assiomi, e questi, evidentemente non possono avere alcuna "giustificazione epistemica".
Con queste basi la conoscenza non può che avere una valenza ipotetica, perciò ritengo che non si possa mai parlare di giustificazione, di qualsiasi tipo essa sia. |
08-10-2008, 22.17.58 | #44 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Citazione:
Certo può darsi che partiamo da assiomi, ma l'importante io credo, è che questi assiomi siano largamente condivisi. Il punto che più interessa è che si possa arrivare ad un contingente accordo tra gli uomini grazie ad una discussione razionale, non che si possa arrivare ad una certa conoscenza filosofica dei principi primi immutabili. Citazione:
Ora mi sembra di aver capito meglio la tua posizione e credo, per ora, di condividerla. Penso però che su questo dato empirico saremmo in disaccordo, credo che molte volte, di fatto non si riesca ad accordarsi per il carattere nascosto della razionalità, a volte (spesso) la nostra ragione è un mezzo insufficiente (nonostante sia il migliore). Di fatto un confronto tra credenze giustificabili richiede la buona fede di chi dibatte ed una capacità logico-razionale che non è affatto banale. |
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09-10-2008, 01.15.55 | #45 | |||
Moderatore
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Citazione:
Quello che tu citi è un tipo di fondazionalismo, ma io non appoggio questa posizione. La mia è quella che puoi trovare più sopra, sotto il nome di "coerentismo realista". Citazione:
Ma io dicevo che molte volte il disaccordo è risolvibile almeno in principio (cioè se entrambi gli uomini fossero sufficientemente razionali, fallibilisti, e avessero tempo e possibilità di compiere le ricerche necessarie). Tra parentesi quadre, invece, dicevo che a volte ci sono delle credenze equamente razionali. Citazione:
Sì, questo ovviamente è necessario. |
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09-10-2008, 10.38.04 | #46 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Citazione:
Il criterio della concorde opinione scientifica non si è dimostrata, storicamente, garanzia di "verità", tuttavia concordo che il criterio ha una sua rilevante importanza. L'accordo tra gli uomini si raggiunge sempre quando c'è una qualche forma di "umiltà", una specie di mediazione che nasce dalla consapevolezza dei grandi limiti della nostra conoscenza, ... ed è importante sotto tutti i punti di vista. Ciao |
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12-10-2008, 17.57.09 | #47 | |
Moderatore
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Citazione:
Provero' a spiegarmi meglio; se una credenza non si giustifica da se' , e nemmeno si giustifica solo per se' , cioe' se essa non e' giusta in se' e per se', allora significa che essa non puo che essere giustificata da qualcosa d' altro che da se' stessa, essa diventa cioe' l'oggetto di un agente di senso che per essere tale non deve rispondere a nessuno delle proprie azioni...fuorche' a se' stesso nella forma ed a quello che esso rappresenta, il proprio specchio, la propria immagine ( cioe' il sistema di credenze da esso formato ) nella sostanza; questo agente di senso e' il criterio assoluto su cui si misura ogni credenza e si materializza nel sistema che quelle stesse credenze formano “concordando” con esso; questo criterio , arbitrario, di qualsivoglia natura e opinabile quanto si vuole ,e' l'anima del sistema di credenze che esso raduna intorno a se' e ne rappresenta il fulcro della loro concordia; senza le credenze esso rimane puro ed inesprimibile spirito di concordia, e le credenze ,senza di esso , rimangono entita' insensate, perche' il loro senso lo acquisiscono , se non in se' e per se' , soltanto in quel criterio e attraverso quel criterio in tutte le altre credenze di quel sensato sistema. In questo modo , cio' che in una carriola funge da ruota, sopra un sostegno funge da sedile, e magari non e' null'altro che una sezione di un tronco d'albero, oppure tutte le tre cose insieme, e ....anche di piu'...molto di piu', a seconda dei criteri con cui esso concorda per essere inserito in un determinato sistema di credenze; ....detto questo , chi ci fa credere che l'onda stazionaria di elettroni attorno ad un determinato ( questo) atomo di xeno sia lo stesso fenomeno che rileviamo nello spazio attorno al suo vicino ( un altro atomo di xeno)? Davvero ci troviamo di fronte allo stesso tipo di fenomeno?...chi o che cosa , anzi, quale agente di senso ci fa credere che la ruota che sostiene questa carriola abbia la stessa natura di quella che muove quell'altra ?....se ci avviciniamo ,magari, vedremo che l'una e' un banale pezzo di tronco d'albero e l'altra un raffinato piatto bronzeo del Vsec a.C..., ma la loro concordanza con il nostro opinabilissimo criterio che da' loro senso e' chiara , almeno nel nostro modo di vedere il fenomeno: si tratta di due dischi che sostengono e permettono il movimento di un contenitore..... A noi basta scorgere una tra le infinite proprieta' di cio' che vogliamo vedere di quel fenomeno per attribuirgli una certa natura e dargli senso secondo il nostro assoluto e parzialissimo criterio, il criterio della carriola...(infatti... se mio nonno avesse avuto una ruota ...molti l'avrebbero preso per una carriola )...., in questo modo, credenza genera credenza, ed un sistema di opinabilissimo di credenze rischia di diventare persino un piccolo pezzetto di verita' sopra cui costruire un solo, solido, incontrovertibile, inopinabile modo per Conoscere.. Invece io credo che la logica sia uno e non l'unico criterio di senso che si debba ammettere nello studiare in filosofia “come” conoscere le cose; la stessa logica non riesce a guardarsi allo specchio e a giustificarsi da se' senza cadere preda del suo nemico piu' acerrimo :il paradosso...; come possiamo pretendere , allora, che essa giustifichi in senso assoluto tutte le altre credenze che l'uomo usa per Conoscere?... la stessa filosofia e' chiamata “amore” per il sapere ( e non logica del sapere o ragione del sapere), e la logica e la ragione sono solo uno dei tanti frutti della sua indagine, per nulla sempre razionale. Sul sapere, spesso,poi, la filosofia ha usato la logica come strumento del suo procedere , ma cerchiamo di non renderla schiava delle sue audaci ricerche, delle sue fantasiose scoperte , cerchiamo di non imprigionare il suo grande amore per il sapere con gli stessi strumenti che essa ha creato usando il proprio cuore. saluti |
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30-10-2008, 16.41.39 | #48 |
Moderatore
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Non volevo discutere, qui, se la giustificazione epistemica sia o meno l'unica giustificazione valida ai fini della conoscenza. Ciò di cui vorrei parlare è della struttura della giustificazione epistemica.
Storicamente è sempre stata predominante l'idea che la giustificazione di una credenza sia fornita da un'altra credenza già giustificata da un'altra credenza giustificata, quest'ultima giustificata a sua volta da un'altra credenza giustificata, e così via... Questo processo finisce o non finisce? Se non finisce allora nessuna nostra credenza è giustificata. Il fondazionalismo, invece, fa finire questa regressione con degli assiomi che sono assunti come tali perché autoevidenti. Il fondazionalismo è sempre stata la corrente dominante tant'è che quando si pensa al processo di giustificare le proprie tesi, a praticamente tutti viene in mente il regresso esposto sopra, e si richiama, come fatto da Giorgiosan, l'esistenza di assiomi primi sui quali costruire tutta la nostra conoscenza. Ma questo non è l'unica concezione della giustificazione epistemica. Antitetico al fondazionalismo, c'è sempre stato il coerentismo: perché una credenza sia giustificata è sufficiente che sia coerente con tutte le altre nostre credenze. Entrambe queste posizioni mi paiono molto problematiche, per questo ho proposto il coerentismo realista, una posizione essenzialmente coerentista in cui ho posto ulteriori restrizioni. Ho appena iniziato a leggere il libro "The Structure of Empirical Knowledge" di Laurence BonJour. All'inizio spiega bene cos'è la giustificazione epistemica (distinguendola dagli altri tipi), poi procede con la confutazione del fondazionalismo. Successivamente, propone un tipo di coerentismo come posizione che meglio spiega la giustificazione epistemica... forse il suo tipo di coerentismo è simile alla mio, ma devo ancora arrivarci. |
30-10-2008, 19.29.14 | #49 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Citazione:
Il problema qui si focalizza intorno alla parola coerenza e tutte le altre credenze. Quale credenze prendere in considerazione e le credenze di chi ? I sistemi di credenze mitiche, come la magia per esempio, sono anch'essi giustificabili con questi criteri anzi direi che qualsiasi sistema chiuso e compiuto potrebbe essere giustificato con quei criteri. Quindi sono d'accordo con te....aspetto che tu abbia finito "The Structure of Empirical Knowledge" per sentire le tue conclusioni. Ho già, però, pregiudizialmente qualche dubbio che una conoscenza empirica possa trovare una giustificazione epistemica. Ciao |
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31-10-2008, 16.34.17 | #50 | |
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Riferimento: Giustificazione Epistemica
Citazione:
Se ho capito bene , il coerentismo e' un po' come dire che se il tassello di un puzzle si incastra alla perfezione in mezzo agli altri, esso , insieme a tutti gli altri, va a formare una immagine epistemologicamente fondata e giustificata....anche se il puzzle raffigura un asino che vola , se poi abbiamo empiricamente consatato che sia l'asino che le ali in natura esistono...il coerentismo diviene realista; sembra quasi che il trovare un tassello che si adatti alla perfezione, rappresenti di per se' stesso un fatto fondante dal punto di vista epistemico,ma a me sembra evidente che non lo e' dal punto di vista logico e quindi nemmeno epistemologico. Saluti |
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