Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Definire Dio, dato che Dio non è un oggetto sensibile, significa idealizzarlo.
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Suppongo che l’idea di Dio…comunque di una o più entità percepite come meritevoli di adorazione…comunque di sovrumana attenzione, sia stata fra i primi caratteri distinguenti l’umanità, giusto allora, emergente dalla animalità…forse 30 o 40 mila anni fa e, via via, sempre più.
Che fosse oggetto sensibile o insensibile era ininfluente…non interessava quegli ominini…anzi, per loro la cosa era estremamente concreta, altrimenti non poteva servire.
Voglio dire che idee tanto sofisticate quali oggi si coltivano a proposito del divino o dell’ultraumano metafisico (vedi oroboros) erano, per quegli ominini, inconcepibili ed anche inutili.
Nell’idea del divino, pluripotente e superumano, i primi ominini cercavano semplicemente aiuto e protezione...magari speranza: una sorta di loro preghiera, non dissimile dalla nostra, poteva essere la seguente:
Tu, Divino Assoluto, che tutto puoi…:
1)- Dacci conforto e coraggio nell’affrontare i nemici che occupano i nostri campi di caccia!
2)- Salvaci dalla tigre che ci assale nel buio della notte,
3)- Aiutaci nel trovare abbondante cacciagione,
4)- Rendi la nostra prole numerosa, (segno di alta mortalità infantile!),
5)- Mantieni lontani gli spiriti del male,
6)- Placa le forze oscure della natura….che non invadano le nostre grotte, (fuoco, fulmini, inondazioni, terremoti, ecc…)
7)- Caccia da noi l'ombra oscura della morte,(i greci inventarono le Parche!)
8)- Dacci una vita dopo la morte...in un luogo adatto...desiderabile e premiante: spunta il trascente!
8)- ecc…
Probabilmente gli spiriti del male erano quelle cosine che noi chiamiamo virus o quei fantomatici semidei (metereologi) che mandavano o non mandavano le piogge, temporali e uragani o che anche creavano (vulcanologi) il fuoco eruttante dei vulcani, ecc….
Naturalmente, nella mente dell'ominino, il totipotente Dio, magari esplodente in pluripotenti divinità, poteva anche suscitare gli spiriti del bene che facevano l’opposto degli spiriti del male: fra tali e tanti spiriti, quei primi ominini e poi ominidi e poi magari uomini, si dibattevano impotenti e terrorizzati, incapaci di intervenire e operare, …paurosi per l’incombere del male, ma speranzosi e felici del bene che comunque, in alternativa, accadeva e che il divino, comunque fosse, mandava quando, di preci adoranti, fosse soddisfatto.
Sembra strano, ma, dopo 30 o 40 mila anni…e forse più, magari dai tempi dell’Homo Erectus, o del Paradiso Terrestre, se crediamo nella Creazione, ancor oggi, pur evoluti e acculturati, smaliziati e secolarizzati, ancora ci rivolgiamo agli spiriti protettori affinchè elidano il Male e mandino il Bene.
Sembra che non ci rendiamo conto che siamo sempre noi a fare o provocare, per eccesso o mancanza, sia il bene che il male…in alternativa, secondo convenienza e nostre scelte!...magari vittime o fruitori delle incombenti leggi di natura.
Ecco quindi che preghiamo ed esaltiamo, con complesse eclatanti, esaòtanti, strutture dialettiche logico descrittive, l’Essere, l’Unico, l’Assoluto, ecc... come sorgente da cui tutto si origina: vedi, ad es., “I Principi Universali” di oroboros, che oroboros stesso definisce di origine non umana!
Sorge allora spontanea l’idea: ma che sia in noi intrinsecamente nascosta, codificata nel nostro DNA, l’idea del divino e la pulsione a cercare e trovare in lui conforto e supporto di Verità…. nonchè di adorarlo? …dato anche che, nella storia, sempre troviamo riti descriventi concreti sacrifici agli dei…. anche di umani?
Citazione:
Ne conseguo che le religioni idealizzano Dio, e nel migliore caso in cui Dio esista, e nel caso ancor più eccellente in cui mi capiti di incontrarlo, l'esperienza non potrà essere coincidente con l'idealizzazione di Dio proposta dalla religione. Proprio come nel caso di una persona che mi è stata rappresentata da altri nel momento in cui la incontro concretamente.
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Può essere vero, ma poichè quasi mai capita di incontrare Dio per strada in carne ed ossa, che tu lo riscontri o non lo riscontri corrispondente alla idealizzazione, è ininfluente.
Le religioni e le filosofie teistiche si sforzano di definire Dio a tua immagine e somiglianza, comunque eccelso, come esercizio, al semplice scopo di propaganda per suscitarne/mantenerne l’idea nella mente e nel sentire del popolo credente che deve aver fede ed adorare.
In contraddizione con l’ipotesi della “idea di Dio innata”, sospetto che se le religioni e le filosofie teiste non si organizzassero e non si apprestassero (non si fossero aprestate) alla propaganda con riti adeguati,… magari anche impressionanti per lo sfarzo, il mistero, il prodigio appositamente riprodotto, l’idea di Dio si disaggregherebbe, andrebbe nel dimenticatoio ed addio religione con relativi dogmi e principi…come in effetti oggi accade con la cosiddetta secolarizzazione.
Oppure il supposto senso innato del divino riaggregherebbe una diversa religione: anche questo succede con la spinta centrifuga che abbattendosi sulle religioni originarie tradizionali, le disaggrega in religioni derivate.
Purtroppo è un fatto che non esiste l’algoritmo di Dio e neppure algoritmi relativi alle singole religioni..per cui nemmeno le religioni e l'idea stessa di Dio, si sottraggono alle mutazioni dovute al trascorrere del tempo.
In proposito ed in relazione alla scienza, mi pare che Papa Giovanni Paolo II avesse ad esclamare:
“La verità non può contraddire la Verità!”
Sembra invece che la cosa possa accadere benissimo....sia per il diversificarsi delle religioni che per l'avanzare erodente della scienza anche su argomenti di tradizione filosofico-religiosa.
Citazione:
In seguito a questo ragionamento mi pare inutile tentare di definire Dio, in quanto l'idea di Dio potrebbe benissimo essere un qualcosa di innato nel nostro inconscio, come i caratteri ereditari della specie, l'istinto della sessualità per la conservazione della specie, ecc…
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Difficilmente la particolare idea della divinità potrebbe essere codificata nel DNA...
Infatti la difficoltà è che le diverse religioni perseguite nel mondo esprimo loro specifiche divinità diversamente definite!
Magari vi è codificata, nel genoma, la pulsione della esigenza/ricerca di conforto, protezione, soddisfazione, che può essere mutuata dalla fede nella divinità trascendente che ti protegge e punisce o semplicemente nel re, nel leader o nel capo del clan e del branco.
Poi i popoli trovano un qualche modo per mettere in pratica e perseguire la pulsione: il guaio è che una volta imboccata una strada poi è difficile tornare indietro.
Una soluzione genetica di tale tipo non è poi così strana o innovativa: le società animali evolute hanno un capo branco!
Nel loro DNA è inscritta la pulsione all’asservimento e obbedienza al capobranco: cosa evidentemente rivelatasi utile per la continuità della particolare specie. Si sono cioè, in prevalenza, affermate ed evolute quelle organizzazioni sociali che ammettevano un capobranco.
Anche per gli umani i fenomeni di totalitarismo nell’assetto politico di un paese derivano da questo: ne emerge la fede nel partito e nel capo…o nella ideologia che, fugando il dubbio, ci rassicura.
Probabilmente in certe situazioni sociali ed economiche la cosa appare utile.
Anche noi, ultimamente, abbiamo ritenuto utile assoggettarci ad un governo tecnico…per quanto la cosa non sembri più così confortante.
Citazione:
Dio potrebbe benissimo essere non un'idea, ma un carattere ereditario e necessario della nostra specie.
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Qulcosa del genere...però non credo che l'dea definitsa di Dio costituisca un carattere ereditario: c'è chi non nutre una tale pulsione...ma non significherebbe!
Credo, piuttosto, che nella nostra cultura e società ognuno di noi si faccia un’idea più o meno elevata di cosa sarebbe un Dio…anche se non ci crede…non crede, cioè, in una effettiva sua influenza ed esistenza nel nostro mondo.
Come ho già detto, però, sembra, invece, essere codificata nel nostro genoma la pulsione a cercare e trovare conforto, protezione e supporto per aspirare ad un meglio soddisfacente anche oltre il materiale e per sempre oltre la vita: pulsione a non morire mai.
La coscienza della immortalità fà emergere nell'individuo forza e coraggio: un popolo, o. piu' estesamente, una specie in cui siano prevalenti tali individui, tende ad imporsi ed a diffondere e far prevalere il proprio seme portante il gene della pulsione detta.
Tali esigenze, pulsioni e modalità derivanti poi, praticamente, le risolviamo in conformità e ambito della nostra società e cultura… non necessariamente e non sempre rivolgendoci al trascendente.
Forse un qualcosa di analogo accade con la nostra capacità verbale: non è che alla nascita conosciamo un linguaggio: la lingua madre la impariamo con gli anni.
Se la mamma, fin dalla culla, non ci parla e mai sentimo parlare, restiamo muti…forse nemmeno capaci di “lallare”
Quindi il nostro organo cerebrale ha solo acquisito evolutivamente e porta in sè la capacità di una tale apprendimento …per qualunque linguaggio, ma non conosce nessuna lingua.
Anlogamente, se la religione e l’idea di Dio non ci viene insegnata o non la mutuiamo dalla società di appartenza, non conosceremo mai nessuna religione, nessuna idea teistica e nessun Dio…oppure potremmo reinventarlo.
Citazione:
Scrisse Eschilo
"Se vuoi cacciare dalla mente il dolore con verità, allora devi rivolgerti a Dio"
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La frase è affascinante ed Eschilo, per i suoi tempi, forse ha dato una buona soluzione.
Anche oggi, infatti, non è proibito rivolgersi a Dio e trovarci conforto e verità.
Io però raccomanderei, nel caso di insorgenza di un qulche dolore psico-fisico, di non tralasciare di rivolgersi quanto prima al medico, all’ospedale per una TAC o MRf, o, se del caso, ad un buon analista.