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14-03-2008, 10.21.27 | #22 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Citazione:
Caro emmeci, vedo che continui a ritornare sul tuo punto centrale, che stai affrontando da innumerevoli punti di vista (spero che tu raccolga tutti i tuoi contributi al forum, potrebbe venire fuori un quadro interessante). Dunque, l’assoluto delle religioni è relativo, perché cerca di afferrarne gli attributi. L’assoluto che proponi tu è irraggiungibile, e quindi privo di attributi. Non posso che darti ragione. Il mio punto di vista, però, è che se l’assoluto è irraggiungibile, possiamo farne a meno nella nostra visione del mondo. Ci sarà ancora da discuterne, credo |
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14-03-2008, 11.37.47 | #23 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Citazione:
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14-03-2008, 15.07.39 | #24 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Credo, Albert, che se anche di notte dormiamo, il nostro essere continua a cercare ciò che io chiamo assoluto – anche perché intorno a noi l’intero universo continua in un’evoluzione che non si arresta e che è analoga a ciò che spinge noi a cercare (dicendo noi non mi riferisco solo a me e te, intellettuali e forse filosofi, ma a tutti, compresi gli uomini della strada e tanto più i poveri nello spirito) – un tendere all’assoluto che è cominciato ben prima di Adamo e di Eva…. Ma siamo noi che proiettiamo la nostra brama nell’universo, o è l’universo che condiziona noi? Fatto sta che è sempre un cercare, un aspirare, un bramare qualcosa che non raggiungiamo ma è sempre là – dove? dove arriveremo al momento dell’agonia? Dove arriverà la storia dell’uomo al termine del suo percorso? Dove arriverà l’universo quando avrà esaurito i suoi soli e la sua energia?
Quanto poi a identificare questo assoluto con Dio….forse tale identificazione è ipotizzabile, a patto che non si parli del Dio delle religioni, ma appunto di un Dio che è solo assoluto. D’altra parte, che si chiami Dio o Assoluto, che cosa cambia? Cambia forse il fatto che nel primo caso potrei essere ancora giudicato magari eretico ma religioso, e nell’altro ateo? La sola cosa per cui potrei ringraziare il Dio delle religioni è allora d’avermi fatto nascere nel XX secolo in una parte del mondo in cui non sembra esserci più inquisizione. (N.B. Grazie delle tue calde parole, Albert: quanto alla pubblicazione di queste idee, beh puoi guardare, se vuoi, in www.mariocialfi.it: è vero però che il partecipare al forum costringe a confrontare le proprie idee con le idee degli altri e a gettare zavorra fuori dalla navicella che mi fa, qualche volta, volare troppo alto). |
14-03-2008, 16.17.54 | #25 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Citazione:
bisogna aspettare che per inerzia smetta da sè.. ma sin quando vola troppo alto e non atterra.. le domande rimarranno domande.. Buon Viaggio comunque.. pS:la risposta è la prima che hai detto..siamo noi che proiettiamo.. |
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15-03-2008, 09.19.21 | #26 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Citazione:
Caro emmeci, ho visto il tuo sito. Complimenti per i tuoi scritti! Sì, secondo me partecipare al forum è importantissimo per confrontare le proprie idee con quelle degli altri. Le idee, da sole, a volte avvizziscono. Questo forum, invece, secondo me è molto vitale |
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19-03-2008, 22.40.34 | #27 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-03-2005
Messaggi: 388
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Citazione:
Credo si debba tener conto anche del resto del racconto in cui è inserito questo del peccato.. I teologi sanno perfettamente che i primi 12 capitoli della Genesi sono di carattere mitico e come dice Noor possono essere visti come una parabola…. Un racconto per far capire un concetto … Nella chiesa composta da clero e cristiani non clericali c’è un mix….alcuni sono per il racconto storico altri per il racconto mitico …. Questi 12 capitoli sono il frutto di riflessioni sull’esistenza… Oggi se vogliamo capire credo che si debba fare una profonda riflessione sulla nostra esistenza . Ciao Flavio |
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28-03-2008, 04.54.33 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
discussione affascinante e bei contributi di tutti
i vari dilemmi che pone il libro sacro dei giudei (e che pongono probabilmente anche altri testi che fondano religioni e teologie) se affrontati da un punto di vista logico e di buon senso portano solo al vuoto della contraddizione. Una contraddizione ripeto e non un paradosso che, una volta sanato, può fare luce su aspetti e sfaccettature profonde di un oggetto del sapere che prima era visto in modo ingenuo. In qsto caso specifico la cacciata dall'Eden a causa della voglia di "consocenza" sta a significare che il primo diavolo superbo è proprio Dio stesso che punisce gli Angeli ribelli e l'uomo colpevoli della sua stessa superbia che anela a conoscere il senso del male e del bene (che possiamo sublimare nell'idea di assoluto). E questo in palese contrasto con i passi che lo definiscono di amore infinito o per lo meno "giusto". Anzi un Dio più che crudele e forse capriccioso, perchè comunque ha creato noi uomini a "immagine e somiglianza" suoi istillandoci nel cuore la scintilla della curiosità e della superbia, ma che poi ci costringe al castigo per questa nostra naturale tendenza. Insomma la favoletta della bibbia avrà anche risvolti interessantissimi (e di sicuro li ha) dal punto di vista della morale, del vivere il mondo, della saggezza di quel popolo antico attento alla storia e alla legge di cui è espressioni, ma se presa sul serio come testo teologico è contraddittoria sin dalla sua....genesi ps: contento che grazie a qsta capatina in qsto forum interessantiximo ho pure trovato il sito d emmeci |
28-03-2008, 14.44.33 | #29 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-10-2007
Messaggi: 663
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Ecco la mia personalissima interpretazione:
l'uomo diventa Uomo, e paga (perdita dell'immortalità, lavoro, sudore) la sua libertà. Quello che per il cattolicesimo è "peccato originale" secondo me è il "trionfo dell'Uomo". E a farci una brutta figura è Dio, impelagato nell'assurdità del suo comportamento. |
28-03-2008, 22.27.08 | #30 | |
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
Messaggi: 241
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Riferimento: Racconto di Adamo ed Eva: quale interpretazione possibile?
Citazione:
Il peccato, come correttamente evidenziato dai più saggi redattori e commentatori dei testi sacri, sta appunto nell'aver mangiato (metaforicamente, s'intende) il frutto del bene e del male. Cosa significa? e perchè è peccato? Significa innanzitutto aver assolutizzato il relativo: poichè in Dio, che è infinito, unico, assoluto, onnicomprensivo e al di là e al di fuori del quale non vi è nulla, non esiste bene o male, ma solo la sua "volontà" (le virgolette sottolineano che si parla per similitudini e che la volontà di Dio non è affatto paragonabile a quella umana come comunemente la intendiamo. Qui sopra vi sono persone che citano spesso veda e upanishad, per cui l'inciso dovrebbe essere inutile, ma non si sa mai...). Il bene e il male esistono solo in un mondo duale che è appunto quello umano, poichè la difficoltà principale della ragione umana e della sua espressione in forma di linguaggio sta appunto nel non potersi rappresentare alcunchè se non lo si paragona con il suo opposto. Il bene e il male sono quindi una "finzione" umana, sono concetti relativi (relativi appunto al mondo umano) che, se da un lato gli permettono di ragionare e di capirsi con i propri simili, dall'altro lo hanno però condizionato a tal punto da indurlo a farne degli assoluti, e pensare che questi concetti esistano veramente e godano di vita propria. Quanto sia fallace questa presunzione lo si può chiaramente vedere dal fatto che nel corso della storia dell'uomo questi concetti hanno avuto valenze molto spesso diverse e non di rado opposte: quel che duecento anni fa era bene adesso è male, e viceversa. Quindi il peccato (di superbia) sta appunto nell'aver assolutizzato questi concetti e nella presunzione umana di poterli comprendere attraverso la "conoscenza". Questo, se da un lato è ridicolo perchè bene e male sono invenzioni umane sulle quali poi l'uomo ricama sistemi etici e filosofici (il classico cane che si morde la coda), dall'altro è pericoloso perchè in questo modo l'uomo si convince di poter fare a meno di Dio e si distacca da tutto ciò che è universale e che costituisce il contesto del mondo umano, inducendoci a comportamenti schizofrenici come quelli degli ultimi secoli alla perenne ricerca del "bene" assoluto. |
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