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24-10-2007, 15.14.18 | #42 | |||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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Riferimento: Scienze naturali e scienze umane
Citazione:
Credo di non aver afferrato sufficientemente quello che volevi dire, potresti spiegarti meglio? Citazione:
Mi trovo abbastanza d'accordo su questo discorso. Nei miei primi interventi, però, ho voluto enfatizzare il fatto che le varie discipline scientifiche non sono completamente indipendenti, anche se sono distinte. Citazione:
Come già sai mi trovi d'accordo al 101% qui. Citazione:
Più che "rilevabile", la parola chiave per odos (se lo leggo bene) è "misurabile". Le guerre, le mode, i nostri desideri, le democrazie, i popoli, etc...... sono cose rilevabili, ma non caratterizzabili sufficientemente con strumenti matematici. In quest'ottica la fisica e l'antropologia hanno entrambe a che fare con cose ugualmente rilevabili. Ciò non vale per l'astrologia, e la parapsicologia in generale, che per ora sono solo credenze ingiustificate, quindi superstizione. Citazione:
Dire che la paura è soggettiva (cioè è un qualcosa che sente un dato e particolare individuo, in un dato momento) non significa che non si possa fare uno studio "oggettivo" e controllabile della faccenda. P.S. Per Andrea: ricordo che con il termine "riduzionismo" in generale, e sopratutto in queste discussioni, si intende l'idea che lo studio di ogni fenomeno reale sia studiabile da (tipicamente) la fisica. Tra l'altro sottende l'idea che la realtà sia divisa in piani d'importanza ontologica: dove al primo posto (come fondamente) sta la fisica. Per me, invece, non è affatto così. Infatti, negli anni sono passato a sostenere le più diverse teorie, in ordine cronologico: riduzionismo (fisico), riduzionismo (fisico+computazionale), emergentismo non riduzionistico (e qui sto ancora postulando una gerarchi ontologica), e ora pluralismo concettuale/ontologico. Diciamo che col tempo mi sono un po' smussato |
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24-10-2007, 15.30.01 | #43 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Scienze naturali e scienze umane
Citazione:
Ritengo che ciò che è rilevabile è quasi sempre in qualche modo misurabile almeno statisticamente. Se invece per misurabile si intendono i rigorosi e predittivi formalismi matematici allora concordo. Citazione:
Dipende che tipo di studio, credo che qui si stia parlando di spiegarne il meccanismo scatenante, che essendo soggettivo, è molto difficile oggettivizzare. Difatti Odos ha detto che alcuni elementi possono essere rilevati oggettivamente (conseguenze fisiche dell’emozione) al contrario della spiegazione delle cause. Citazione:
A me piace intenderlo più in senso generale, cioè l’indagare ogni singolo elemento di un insieme, “riducendo” cioè l’insieme a meri componenti. La MQ ci insegna tuttavia che ad un certo punto occorre arrestarsi con questo sezionamento, occorre dunque ad uncerto punto integrare un approccio “olistico” alla materia e al reale. Saluti Andrea |
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26-10-2007, 17.38.39 | #44 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienze naturali e scienze umane
Noto che non andiamo molto avanti con la discussione. Gli interventi rimandano più che altro a gettare luce sulle reciproche incomprensioni. Sembra che ogni discussione converga sempre in un punto critico e che questo punto abbia sempre a che fare con quella che mi sento di definire la nebulosa della realtà.
Facendo il punto della situazione, in riferimento al titolo della discussione, sembra emergere che la differenza tra scienze umane e scienze dure sia determinata dall'oggetto di studio. Io ho avanzato inoltre che tale differenza sia imputabile in una certa misura all'uomo proponendo un nuovo modello di uomo, ovvero l'uomo che può mascherare i propri obiettivi. In questo senso ho cercato di aggiungere un attributo oggettivo alla figura dell'uomo. Non so se questa oggettività sia di fatto una oggettività, ma la finalità di questa attribuzione è quella di ridurre ad un attributo ciò che solitamente, e questo sì sicuramente è soggettivo, si esplicita nell'affermare che esistono due tipi di uomini, tanto per interderci buoni e cattivi oppure anche stupidi e intelligenti. Riduzionismo? beh ....sì. Sono emerse pure delle considerazioni sulla misurabilità dei fenomeni. Poi c'è stata questa curiosa osservazione di Andrea: Citazione:
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27-10-2007, 21.33.24 | #46 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienze naturali e scienze umane
Citazione:
In che senso curiosa ? Devi contestualizzare la frase, volevo solo dire che non è rilevabile una forza del tutto inventata. Saluti Andrea |
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29-10-2007, 15.58.29 | #47 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienze naturali e scienze umane
Citazione:
Scusa il malinteso. Curiosa nel senso che mi forniva il destro per dare un pò più di peso al fatto che secondo me la famosa differenza tra scienze e scienze dipenda in maggior causa da noi; per me è una convinzione un pò ingenua continuare a dare per scontato che tale causa sia dovuta soprattutto all'oggetto di studio, o meglio, tale affermazione avrebbe quasi la pretesa di rendere vane le nostre ricerche in seno alle scienze umane.....Allora ripeto la domanda, però non vale rispondere nel modo per noi più ovvio al fine di esaminare un pò più accuratamente, oggettivamente, quello che passa per la testa degli uomini. "Stranamente esistono numerose persone che si muovono in base all'esistenza di qualcosa che non è certo; in questo caso la forza astrologica esiste indipendentemente dalla sua esistenza: perchè esiste tale forza?" Riporto anche la mia risposta più probabile, ma mi piacerebbbe sentire altre opinioni: Tale forza esiste perchè esiste la parola, anche se non è proprio una parola, bensì una immagine, "forza degli astri". Da questo punto sarebbe poi possibile parlare di cosa sia una parola. Ciao |
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29-10-2007, 22.08.46 | #48 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienze naturali e scienze umane
Citazione:
Perchè l'uomo non è pura ragione, è un insieme di istinti, di emozioni, ecc... Se ci dovessimo muovere solo sulle certezze assolute staremmo sempre e solo fermi. Saluti Andrea |
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31-10-2007, 11.00.29 | #49 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienze naturali e scienze umane
Citazione:
Sono d'accordo fino a un certo punto. Quello che io metto in discussione, ma questo se lo si vuol discutere necessita di un'analisi sul mondo verbale, è che l'uomo sia dominato dall'emozione, dal sentimento, mentre la sua ragione, ovvero la sua razionalità, sia solo uno strumento dell suo sentimento. Non è cioè la ragione a brillare di luce propria, sarebbe questa solo uno strumento del nostro corpo e quindi delle debolezze e delle virtù del nostro corpo. A livello filosofico ciò costituirebbe dare un significato importante all'affermazione di protagora "l'uomo è misura di tutte le cose". Di fatto, nel 2007, suona come un'eresia affermare che la ragione non brilli di una sua luce essendo che il pensiero sviluppa ipotesi, le nega e le conferma, ma prova a pensare se colui che esercita la professione del pensiero non fosse pagato per farlo, cosa ne direbbe il suo sentimento? Certo tu dirai che tutto questo è debole, ma questo lo so anch'io ed è per tale motivo che sostengo la necessità di analizzare il più approfonditamente possibile la natura della parola, della nascita di una parola intesa come evento soggettivo e della parola che si afferma solo se i partecipanti alla comunità riconosono soggettivamente l'evento a cui la parola vorrebbe riferirsi; di qui la possibilità di una parola a divenire oggettiva, ma cosa conferirà l'oggettività se non una importanza dell'evento. Alla fine cos'è importante per l'animale uomo? Ciao P.S. : La realtà della scienza non comprende l'inganno, ma quella dell'uomo sì. Magari il principio di heisemberg deriva da un inganno elettronico |
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