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02-10-2007, 13.39.26 | #58 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 105
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
Ed è certamente attraverso l'intuizione che arriviamo al concetto di infinito, come fecero i profeti.Intuire il concetto di infinito nasconde un grande limite, ovvero l'impossibilità di contenerlo, l'impossibilità
di essere infiniti, e allo stesso tempo ingordi dell'affettività paterna-materna che imprime.Esprimere l'impressione(-intuizione-) risulta difficoltoso per chi in realtà non ha le possibilità di concepire l'infinto. E allora? Guardarne un angolo, strapparne un pezzetto, ammirare lo sfregio e a piacimento dipingere.Non ci resta altro? Costretti a errare, nel senso di falsificare vagabondando? Le cinque prove dell'esistenza di Dio, assomigliano molto a intuizioni sull'infinito, e allora mirare in quel verso? E non sarebbe giusto, riformare con impegno la fede che ci lega al cosmo? Come possiamo chiedere prove ulteriori mentre le vecchie intuizioni tramutano in dogma e gli scheletri si induriscono? Chi è veramente degno di esprimere intuizioni in tal senso? Il prete di campagna? Un concilio vaticano?L'uomo comune?Il pensatore? Chi ha il coraggio responsabile di avvallarsi il carico di dipingere l'infinito? E con quale guida potremmo scegliere una via se non tramite la Nostra intuizione? |
03-10-2007, 07.05.27 | #59 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
“Infinito” è una parola magica, che sembra rispecchiare quell’altra parola magica che è “assoluto”: però è necessario, perché eserciti appieno il suo incanto, toglierla dai vincoli che la legano all’infinito logico e matematico e lasciarla librarsi in una sfera che non ha limiti, che è poi anche quella evocata dal linguaggio comune, dove s’ignorano le preclusioni e si è quasi invitati a farsi beffe dell’idolatrata ragione… Un'eventualità che al pensiero greco pareva segno di ignoranza o follia e che solo nel clima religioso del neoplatonismo e del cristianesimo diventa d’importanza vitale fino a identificarsi con quella trascendenza mistica che, oltrepassando tutte le cose finite, rende l’infinito a Dio.
Qui gli affezionati alla logica matematica protesteranno, e in effetti c’è nel pensiero rinascimentale e moderno una tendenza a credere che all’essenza divina l’uomo possa accostarsi non solo con lo slancio mistico ma col sapere scientifico….così il concetto d’infinito si fa più magico e più comprensivo: Giordano Bruno vede nell’infinito il fondamento dell’universo e degli “innumerabili mondi”, cioè una sintesi di finito e infinito o di potenziale ed attuale – aprendo il campo alle visioni di Spinoza, di Leibniz e degli idealisti fino a Hegel che compie l’ultima impresa quando afferma che l’infinito è la verità del finito, perché ogni finito esige il riferimento alla totalità del reale, in un’ascesa che supera i suoi momenti finiti fino a risolversi nell’assoluto. E dopo l’era idealistica viene il momento del ritorno alle cose, cioè la conversione dall’infinito metafisico all’infinito come concetto logico e matematico. Ma mentre, quasi seguendo un’irresistibile spinta, l’intuizione dell’infinito aveva trovato nella religione un suo supremo significato, sposandosi alla logica della scienza esso sembra trovarsi imprigionato in una struttura inesorabilmente chiusa – cioè in un orizzonte che non è infinito come quello di Nicola Cusano, anche se proprio all’orlo di quell’orizzonte torna a farsi sentire la domanda: ma che cosa c’è al di là? E lo scienziato si arresta non avendo i mezzi logici per affrontarla e lascia il campo: a chi? ai religiosi? ai filosofi? O a entrambi, impegnati ad affrontare con maggiore audacia quella sesta prova dell’esistenza di Dio che non si stacca da questo universo ma lo comprende e forse lo supera, mentre una settima prova non è concepibile, dopo che tutte quelle basate sulla pura fede non sono bastate a togliere il dubbio dalla nostra testa. |
03-10-2007, 13.01.01 | #60 |
Ospite
Data registrazione: 28-09-2007
Messaggi: 4
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
Vorrei, brevemente intervenire, sul quesito posto dal nostro amico. In effetti la possibilità di una razionale accettazione della possibilità dell'Essere Trascendente, come causa del tutto, non è da rigettare. Chi scrive è cristiano, cattolico, questo come premessa. Del resto la stessa biologia, pone oggi il problema relativo alla impossibilità di una spiegazione dei "motivi" della psiche, non identificabili con le funzioni cerebrali ecc. Tomisticamente verrebbe da tentare una soluzione razionale al problema "DIO". Può essere!
D'accordo, ma, vorrei provocatoriamente gettare un quesito: non credete che oggi la filosofia, visto anche che da tempo per il filosofo è possibile fare "consulenza spirituale"!!!!!, dovrebbe più occuparsi dei probelmi reali che investono la società, del tipo demitizzazione dell'oltre realtà, data in pasto come foraggio agli uomini, denuncia delle ipocrisie recitate relativamente ai problemi di giustizia ecc.?? Non inizia da problemi come questo ad esempio, la riflessione platonica? Voglio dire ben vengano le riflessioni teoriche sull'essere, finalizzate all'essere stesso! Ma non sarenne meglio finalizzare la discussione a riflettere come e in qual modo l'essere "gettato" possa vivere meglio? Intellettuali dove siete-siamo??? |