Chi pecca d'orgoglio, la scienza o la chiesa?
Una notizia, che non si può non definire d’enorme importanza per l’umanità, fa oggi la sua comparsa sui media del mondo. Nei laboratori del genetista informatico Craig Venter, che nel 2000 arrivò per primo a mappare l’intero genoma umano, è nato il primo cromosoma artificiale, che è stato inserito in un batterio così da creare una nuova specie (battezzata “mycroplasma laboratorium”) mentre una consimile tecnica potrà essere usata per variare la stessa specie-uomo: “Un passo filosofico cruciale – così commenta Venter – in quanto la nostra specie passa dalla lettura del codice genetico alla capacità di scriverlo”, e naturalmente variarlo, con le conseguenze che possiamo immaginare, positive per la terapia di certe malattie, negative per la raffica di reazioni che ci possiamo aspettare e che potrebbero far svanire come bolle di sapone o semplici flatus vocis le discussioni sulle regole per la fecondazione e il trattamento degli embrioni, che attualmente ci sembrano tanto essenziali da scatenare una guerra fra gli obbedienti alla chiesa e i laicisti che confidano nella ragione. Insomma, dice il “Corriere”, il paventato evento biblico che la mela fosse presa da Eva dall’albero della conoscenza, si è in qualche modo avverato, l’uomo si è evoluto a tal punto da riuscire a disegnare nuove forme di vita oltre che cambiare la propria.
Una situazione che è destinata senza dubbio a farsi, nell’avvenire, più stringente e bisognosa di chiare risposte, ma che probabilmente metterà ancora e ancora di fronte i due contendenti, la religione e la scienza, con la filosofia (mi auguro) a fare da intermediaria o da arbitro.
Credo che, ridotto all’estremo, il quesito sia questo: può l’uomo mediante la sua libertà di pensiero e il genio scientifico, creare nuove specie e riprogrammare sé stesso secondo le sue intenzioni e obiettivi da lui stesso determinati? O deve l’uomo osservare i limiti stabiliti dalla fede, cioè lasciare che Dio provveda secondo i suoi insondabili piani, e rispettare le cose così come sono, secondo un ordine fissato una volta per sempre e di cui è testimone la chiesa? Può il desiderio di sconfiggere la morte autorizzare a riprogettare la vita?
Dunque da una parte gli sforzi scientifici per creare – direbbe Francesco Bacone – un nuovo Organon e una nuova Atlantide, dall’altra l’obbedienza a leggi le cui origini hanno l’alone del mito ma sono giudicate intoccabili dalle chiese. Insomma un nuovo conflitto fra scienza e religione sembra alle porte: e per il momento non mi sembra di poter dire di più, in attesa delle reazioni a questa straordinaria notizia, limitandomi ad osservare: sì, la religione ha rappresentato il primo fondamentale stimolo per spingere gli uomini verso la verità e il bene – però poi si è irrigidita nelle sue pretese dogmatiche, andando contro la scienza a costo di doversi ricredere e dover ammettere i propri errori. Ma la scienza stessa sembra ora vicina all’errore di santificare l’uomo non per meriti morali ma perché lo ritiene quell’essere privilegiato ai cui piedi tutto si offre e che può disporre di sé e del proprio destino, ignorando ogni dubbio su ciò che è lecito o non lecito fare, così che, se l’errore della religione è quello di credere d’aver in pugno l’assoluto, questo è un errore che anche la scienza sembra vicina a commettere.
Mi sembra di dover sentire altri pareri, cioè i vostri pareri, prima di andare avanti nella discussione.
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