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30-08-2007, 07.12.13 | #22 |
Ospite abituale
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
Ha risposto - renzananda - la Verità? Ha detto che cosa è? No, credo che abbia taciuto maestosamente, come i dialoghi di Platone in confronto a quelle misteriose lezioni non scritte che la scuola di Tubinga ritiene avessero contenuto la sua vera filosofia.
Ma il professore ci richiama all’ordine, cioè a quella sesta prova dell’esistenza di Dio che è iscritta fra i temi di questo Forum - la prova che deriva dalla scienza moderna e non dall’alacre immaginazione anselmiana o tomistica. Torniamo dunque alla scienza. Che dice l’astrofisico Hubert Reeves davanti allo spettacolo del firmamento? “E’ una musica universale, un po’ come l’antica musica delle sfere, ed è ciò che manifesta l’ordine mirabile di questo cosmo….Davanti alla mia finestra plana con eleganza una rondine: le scienze biologiche ci hanno rivelato il grado strabiliante di coordinazione materiale, la quantità fantastica di reazioni chimiche sincronizzate che si celano dietro questo semplice fatto della vita corrente…..Come si può definire in questo contesto la musica della natura? Tutto lo svolgimento dell’universo, nello spazio e nel tempo, era già scritto nel gioco delle interazioni fra le particelle? Nella partitura che quindici miliardi di anni fa i quark gli elettroni e i fotoni si preparavano a leggere e ad eseguire?” Bello, anche se forse le forze e le leggi dell’universo non sono così gradite e armoniose per tutti: c’è forse qualcuno in questo cosmo che si agita trafitto dal cancro, forse un uomo o una donna sono stati traditi nelle loro più dolci speranze, e se anche fosse soltanto l’ala di una farfalla che è tagliata dalla falce di un contadino, ebbene è proprio così entusiasmante lo spettacolo dell’universo? O c’è bisogno di una serenità quasi eroica, talvolta, per ammirarlo, mentre, in chi crede in Dio, può nascere il sospetto che, data la sua onnipotenza, le leggi del cosmo avrebbero potuto ammettere qualche eccezione o essere un poco corrette. O forse Dio, dopo il fiat iniziale, ha lasciato che il cosmo creasse da sé le sue leggi cieche e violente, ed è forse per questo che Dio è fuggito e ha abbandonato il cosmo con le sue colpe e i suoi strazi, rinunciando al suo ruolo e deciso a non riprenderlo più?…. Ed è così (tanto per proseguire l’apologo fino alla fine) che l’universo è rimasto orfano e solo, e la buona volontà dei nostri scienziati non basta a concludere l’argomento della sesta prova dimostrando – senza ombra di dubbio - che Dio ebbe davvero ragione di rivolgersi al mondo creato affermando che è buono – quando nel settimo giorno si sentì stanco e si riposò. (Attenzione: questa non un’accusa a Dio ma all’uomo che si è fatto il concetto di un Dio che dovrebbe obbedire alle nostre leggi morali – quelle che – diversamente da come ci appaiono talvolta le leggi della natura – sarebbero state le sole a farci ritenere bellissimo un mondo che assomiglia, talvolta, alla fantasia di un demonio). |
30-08-2007, 11.50.29 | #23 |
novizio
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
E se il mondo fosse apparenza?
Come l'uomo ha avuto il bisogno di costruire (antropologicamente) un Dio creatore perchè non riesce a vedere e a capire l'inizio del tutto, e così anche la fine, sfuggendogli, ha osato azzardare catastrofiche apocalissi. Dunque non comprendendo, è proprio della rivelazione che egli ha bisogno,dopo tante trame analizzate non riesce ancora a distinguere il dritto (bene) dal rovescio (male) di questo misterioso disegno; eppure dopo migliaia di anni ha ancora fede che questo mare così tempestoso e agitato nasconda la pace di un dio. ozner |
31-08-2007, 05.51.28 | #24 |
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
La Fede è la fede anche senza la scienza, prima bisogna capire bene questo. Si sa che le tecniche scientifiche sono sempre utili per appurare i particolari scientifici su aspetti come la sindone le apparizioni della Madonna, i miracoli e i processi di canonizzazione ecc...
Ma porre le cosidette prove scientifiche che sono solo prove di aspeti scientifici a favore di una reliquia vedi il manto della Madonna di Guadalupe o altre come i miracoli eucaristici di Lanciano ecc... Si potrà usare la scienza come è giusto che sia, ma non si può fondare la Fede sulla scienza. quando i cardinali della Chiesa saranno invece convinti della scienza nella fede ecc... tremiamo perchè ciò sarà segno dell'anticristo tenendo fede alle profezie. http://profezie3m.altervista.org/ptm_c2-4.htm#F3 |
01-09-2007, 00.56.48 | #25 | |
novizio
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
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01-09-2007, 02.53.44 | #26 |
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
Più i paradossi su Dio sono audaci, diceva Cioran, meglio ne esprimono l'essenza. Perfino le ingiurie gli sono più vicine della teologia o della meditazione filosofica. Rivolte agli uomini sarebbero irrimediabilmente grossolane, o irrilevanti; l'uomo non ha in sé alcuna responsabilità, dato che all'origine dell'errore e del peccato è il suo creatore. La caduta di Adamo è prima di tutto un disastro divino. L'Eterno ha scaricato nell'uomo tutte le proprie imperfezioni, la sua putredine, il suo decadimento. La nostra comparsa sulla terra dovrebbe salvare la perfezione divina. Ciò che nell'Onnipotente era «esistenza », infezione temporale, colpa, si è canalizzato nell'uomo e Dio ha salvato cosa il proprio nulla. Grazie a noi che gli serviamo da immondezzaio, Egli resta svuotato di tutto.
Ecco perché, quando ingiuriamo il cielo, lo facciamo in virtù del diritto di colui che porta sulle spalle il fardello di un altro. Dio non è all'oscuro di quello che ci succede - e se ha mandato il Figlio, affinché ci tolga una parte delle nostre pene, lo ha fatto non per pietà, ma per rimorso. |
01-09-2007, 08.33.06 | #27 |
Ospite abituale
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
Certo, Horus il falco: il dubbio è il seme della filosofia e, se filosofia vuol dire scoperta della verità, è il seme della verità. Ma come può il dubbio sconfiggere il desiderio quando questo è desiderio di conoscere la verità, magari all’ultimo istante o nel momento stesso della nostra morte? E quale sarà: l’essere o il nulla?
Perché siamo certi che la verità ci sia e forse ci sfiora, anche se fino all’ultimo ci rimane il dubbio: è questo o quello? è etica o estetica? è materia o spirito? è satana o dio? Aut – aut, si chiedeva Kierkegaard quand’era in vena di filosofia prima di consegnarsi alla fede, solo che noi siamo un po’ meno audaci o illuminati di lui, e ci basterebbe sentirne un fremito, un fiato, una sillaba, e questa non viene. “Chi sei?” sussurriamo all’ombra che ci sta al fianco, come Arjuna prima della battaglia finale dei Mahabharata - e l’ombra non ci risponde. “Eppure ci sei, so che ci sei, e sono forse io che non ho il coraggio di udire la tua risposta, verità assoluta!” |
01-09-2007, 12.36.54 | #28 | |
novizio
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
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01-09-2007, 17.36.25 | #29 |
Ospite abituale
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
Il bello di questi grappoli di interventi è che a un certo punto non ti ricordi più quale era il tema iniziale e il discorso si allarga in una ragnatela di frasi capaci di rivelare imprevedibili balzi d’intelligenza….Ma io vorrei tornare almeno per l’ultima volta su quel tormentato tema e chiedere a Horus il falco, a proposito del suo brano “La fede è la fede anche senza la scienza”: perché non lasciare che gli scienziati si salvino l’anima, Horus il falco? Cioè perché non permettere loro che – senza tradire i metodi della scienza – arrivino ansiosi a quel limite in cui la scienza si arresta ma non può arrestarsi il pensiero che cerca la verità? Guarda che, detto questo, non sono affatto tenero verso i mélanges scienza-fede, come – se ti interessa – potresti vedere dal tema che ho deposto nel Forum col titolo “Onnipotente è il desiderio”.
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01-09-2007, 20.29.47 | #30 | |
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Riferimento: La sesta prova dell'esistenza di Dio
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Già, il funesto Demiurgo. In fondo è il tentativo di non ridurre l'Inizio - l'assoluta In-differenza dell'Inizio, libero dal cominciamento come dal non cominciamento - ad Origine, a Causa già da sempre destinata al suo effetto e "re-ligiosamente" vincolata ad esso, in relazione dialettica e necessitante. Commedia forse "divina" ma sempre commedia, in cui tutto si tiene. Ignara dell'abissale de-cisione del Creatore dal suo Ur-grund abissale, ignoto anche a se stesso. Lacerazione che resta come passato immemorabile e cominciamento sempre sospeso ad una sua (im)possibile revoca... |
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