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14-06-2007, 23.33.19 | #31 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 11-06-2006
Messaggi: 114
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Riferimento: Filosofia e verità.
Ho postato la mia personale confutazione del "cogito ergo sum" nell' altra discussione, parallela a questa:
https://www.riflessioni.it/forum/filosofia/11061-cogito-ergo-sum-o-sum-ergo-cogito.html |
15-06-2007, 12.27.35 | #34 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Riferimento: Filosofia e verità.
Citazione:
Cioè in altri termini stai chiedendo "cos'è un albero in verità"? In antropologia è pieno di esempi di questo tipo, dove le cose sono definite tramite il loro impiego pragmatico all'interno di una comunità. Ma vorrei cogliere lo spunto perchè si riflettesse un secondo ancora sul concetto di verità. Ma allora cos'è l'albero in verità? Non c'è modo di convincere un Pigmeo che un albero sia una forma vegetale che riesce a produrre frutti oltre 4 metri ecc... per il fatto che lui nella foresta ci vive da sempre, ma sopratutto non sa cos'è una forma vegetale, e non sa cos'è un metro. Forma vegetale e metro sono due concetti il cui significato è determinato da una tradizione di pensiero. Vorrei mi seguiste: ma allora bisogna postulare che tutti quelli che non posseggono il nostro sistema di saperi non sappiano cos'è un albero in verità? Bisogna postulare come si faceva una volta, che essi sono tutti selvaggi non acculturati che non sanno come sono le cose veramente? Eppure loro sanno cos'è una albero! Ci sono quelli che fanno ombra e quelli che non ne fanno (solo un esempio) O forse sarà bene ammettere finalmente che "come le cose sono" lo decide il nostro sistema di saperi (quindi anche particelle e onde), sedimentato nel linguaggio. Si dirà relativismo: sì ma noi non possiamo pensare altro, non possiamo pensare diversamente, non possiamo ignorare la MQ o altre mille ragioni che ci vengono sottoposte, dobbiamo inglobarle logicamente nel nostro sistema di saperi. In questo senso l'arbitrarietà non sussiste, esiste una pratica di coerentizzazione. E' in questo modo che costruiamo la realtà, costruzione alla quale non possiamo sottrarci. Si dirà: ma quello che dici non è assoluto. Certo, ma non si può pensare altro di fronte a questi fatti. E' un percoso obbligato, e in quanto tale ha una sua necessità. Se si guarda un secondo alla storia della filosofia, questa pratica di coerentizzazione è ciò che è stato fatto in ogni epoca, da ogni filosofo e che poi non ha soddisfatto quella successiva per via del verificarsi di nuovi eventi. Ma vi siete mai chiesti come è possibile che 1000 anni di filosofia medievale non si sia mai allontanata dal tema religioso? Quella era la verità! O forse erano tutti stupidi e non avevano capito qualcosa? 1000 anni di errori? Mille anni di buio? Io la verità la intendo così, e tutto ciò che posso dire sarà già determinato da quei concetti sedimentati in un linguaggio che non ho mai appreso esplicitamente. Continuerò a ripetere questo ancora tanto.....fino a quando farò cambiare idea a qualcuno. |
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15-06-2007, 16.41.56 | #35 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-03-2007
Messaggi: 173
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Riferimento: Filosofia e verità.
Citazione:
Si,..... vorrei insinuare un dubbio profondo....tralasciamo per ora. La mia idea non è più di tanto difforme dalla tua. Quando si parla della verità, anche nella più assoluta onestà, di fatto si omettono delle cose magari importanti; quando si seleziona un oggetto, un concetto, iniziamo da quel momento un'opera che assume un aspetto evolutivo proprio perché il concetto di verità ci sfugge nei suoi contorni; l'opera viene per questo motivo a mancare di un vero e proprio progetto; esiste sì una tensione alla verità, ma non esiste un'immagine della verità. Questo fatto rende facile l'incomprensione. Bisognerebbe magari fare un sacco di puntualizzazioni, ma anche in questo caso si evidenzierà sempre una carenza di oggettiività sulle immagini delle cose. Circa i mille anni, rincaro la dose; vi siete mai chiesti per quale motivo in un arco di tempo di tremila anni non esistano testimonianze di testi simili a quelli prodotti dai presocratici, oppure testi che si oppongano alla religione (vedi qualche sofista)? Concludo con il pensiero iniziale tratto da "Note al Ramo d'oro di Frazer" di Wittgenstein: "Bisogna muovere dall'errore e convicerlo della verità. Occorre cioè scoprire la sorgente dell'errore; altrimenti non ci serve a nulla ascoltare la verità. Essa non può penetrare se qualcosa d'altro occupa il suo posto. Per convincere qualcuno della verità, occore invece trovare la via dall'errore alla verità." Ciao. Daniele |
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15-06-2007, 17.48.05 | #36 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-03-2007
Messaggi: 173
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Riferimento: Filosofia e verità.
Citazione:
Vorrei chiedere ad Andrea o a chiunque altro, se la validità di quanto afferma Majorana nel seguente pensiero è attuale anche oggi (specialmente il punto B): Majorana scriveva ."E' impossibile esporre con qualche compiutezza in poche righe lo schema matematico e il contenuto sperimentale della meccanica quantistica ...etc.etc....... ..........Gli aspetti caratteristici della meccanica quantistica, in quanto essa si differenzia dalla meccanica classica sono i seguenti: A) - Non esistono in natura leggi che esprimano una successione fatale di fenomeni; anche le leggi ultime che riguardano i fenomeni elementari (sistemi atomici) hanno carattere statistico, permettendo di stabilire solo la probabilità che una misura eseguita su un sistema preparato in un dato modo dia un certo risultato, e ciò qualunque siano i mezzi di cui disponiamo per determinare con la maggior esattezza possibile lo stato iniziale del sistema. Queste leggi statistiche indicano un reale difetto di determinismo, e non hanno nulla di comune con le leggi statistiche classiche nelle quali l'incertezza dei risultati deriva da una volontaria rinunzia, per ragioni pratiche, a indagare nei più minuti particolari le condizioni iniziali dei sistemi fisici. Vedremo più avanti un esempio ben noto di questo nuovo tipo di leggi naturali. B) - Una certa mancanza di oggettività nella descrizione dei fenomeni. Qualunque esperienza eseguita in un sistema atomico esercita su di esso una perturbazione finita, che non può essere, per ragioni di principio, eliminata o ridotta. Il risultato di qualunque misura sembra perciò riguardare piuttosto lo stato in cui viene portato il sistema viene portato nel corso dell'esperimento stesso che non quello inconoscibile in cui si trovava prima di essere perturbato. Questo aspetto della meccanica quantistica è senza dubbio più inquietante, cioè più lontano dalle nostre intuizioni ordinarie, che non la semplice mancanza di determinismo." Grazie. Daniele |
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15-06-2007, 20.12.38 | #37 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
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Riferimento: Filosofia e verità.
Caro Daniele,
chiedi: Citazione:
Sul punto A, ovvero sul determinismo non ci piove, anche Einstein dovette abdicare alla visione deterministica dell'universo. Riguardo al punto B è una questione molto delicata. Oggi ci sono pareri discordanti sul grado di oggettività, tuttavia nessun fisico sostiene, che io sappia, che le evidenze empiriche non siano oggettive ! Il discorso è che prima della MQ si credeva ad una oggettività irreale, cioè come se lo scienziato fosse un osservatore completamente isolato dal sistema che stava indagando, oggi invece si sa che lo sperimentatore è parte dell’esperimento, ma questo non significa che quest’ultimo sia un qualcosa di soggettivo e dunque non oggettivo. Dopo Mandel poi, si è compreso che è possibile “osservare” indirettamente il comportamento di una particella senza perturbarla direttamente e questo ha restituito molta oggettività alle osservazioni di laboratorio. In buona sostanza, la soggettività negli esperimenti esiste ma abbiamo gli strumenti per “correggerla” e dunque diviene un elemento trascurabile che non inficia l’oggettività dell’osservazione. Saluti Andrea |
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16-06-2007, 07.01.58 | #38 |
Ospite abituale
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Riferimento: Filosofia e verità.
Il principio di non contraddizione si può applicare anche al concetto di Dio,dell'Assoluto?
Io credo di no:non a caso tanti mistici usano espressioni contraddittorie e paradossali per cercare di esprimere a parole la loro esperienza della divinità. Il che,a guardar bene,mi sembra del tutto 'logico',perché l'Assoluto è al di là di ogni possibile determinazione,a differenza della dimensione della relatività e della molteplicità,in cui invece questo principio è pienamente valido. E mi piace pensare che se nella meccanica quantistica questo principio sembra perdere la sua validità,ciò è perché essa arriva a indagare la materia in modo così radicale da avvicinarsi al punto in cui il finito sfuma,per così dire 'evapora',nell'Infinito da cui origina. |
16-06-2007, 09.35.20 | #39 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Filosofia e verità.
Citazione:
Un pò di poesia fa bene e rinforza il dialogo. All'inizio Andrea dice : avevano dunque ragione i sofisti? A me non piace etichettarmi, ma non posso fare a meno di sostenere una certa simpatia con Protagora. Un uomo che afferma "l'uomo è la misura di tutte le cose" e "sull'esistenza o inesistenza di Dio non posso dire nulla" è per i miei sentimenti un super-uomo (almeno nel suo modo di pensare) Per quel che attiene al tema della discussione si potrebbe discutere su questi due concetti: Opinione / Nozione Si potrebbe mostrare che manifestano un'identità, in tempi diversi, ma anche nello stesso tempo: sarebbe cioè sostenibile che E = mcquadro è un'opinione . Nulla di nuovo si dirà....., ma si potrebbe osservare comunque le reazioni a tale stortura Grazie Andrea per il commento sull' MQ. Bisognerebbe inventare un trasformatore uomo/nube elettronica forse, per essere più precisi |
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16-06-2007, 16.02.31 | #40 | |
Moderatore
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Riferimento: Filosofia e verità.
Citazione:
Andrea, vorrei riproporti un'osservazione che ti ha rivolto odos che venne in mente anche a me: non è che dire che una particella è contemporaneamente onda e particella è come dire che "un padre [che] è contemporaneamente padre e zio"? L'informatica è ormai da parecchio tempo che tratta di macchine di turing non deterministiche, ma non per questo l'informatica è incoerente. Che un sistema sia 0 e contemporaneamente 1 non è un problema dal punto di vista logico... Ripeto che per ora mi sembra che la MQ metta in discussione solamente il principio del terzo escluso. |
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