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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 20-04-2007, 19.33.41   #1
oiggas
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Bene e Male

Che cosa sono il Bene ed il Male? In cosa differiscono queste parole agli antipodi fra loro?
Donde viene la presunzione di conoscerne l'assolutezza?
Quando se n'è decisa l'applicazione, e perché?

Dopo tanti anni di studi nei quali ben poco (altero sclerotico che sono) mi è rimasto, una strana sensazione s'affaccia in quella che io chiamo «La consapevolezza di me stesso».
Premetto che mi sento un Animale autentico, anche se il mio stile di vita ben poco ha a condividere con quelli che sono stati i miei avi.
Animale perché, una volta liberata la mente da fantasie e da ciò che poteva essere e che non sarà, mi sono “rimpossessato” di quella parte, questa sì in comune loro, che non richiede per le azioni da compiere necessariamente l'intromissione etica.
Cerco dispiegarmi meglio.

Il chiedersi chi si è, il senso della vita, il perché si vive sono argomenti, lo do per scontato, che l'uomo ha inteso proposi per esorcizzare quel che ha sempre chiamato morte; e non trovandovi soluzioni adeguate e condivisibili da tutti, ha disceso da essi, usando il mezzo della ragione, il collegamento per disquisire sulle azioni dei suoi simili; e forse per mettere ordine in ciò che più lo confondeva (questo avveniva in un primo momento, nel secondo ha capito che era il mezzo migliore per assecondare le masse al suo volere), si è eretto a giudice del comportamento.
Ha presunto cioè che il mettere in accordo le contrastanti espressioni del suo essere, bestia cacciatore spietato da un lato, animale amorevole e sociale dall'altro, bastasse a rendere le privazioni ed i dolori, come i desideri ed i piaceri, meno pressanti per chi si vedeva già dominatore della Terra.
L'Uomo, mammifero, forte di avere in dote l'intelligenza per mezzo della quale, associata ad una manualità senza precedenti nel campo animale, è riuscito a non farsi soverchiare da altri predatori, si vedeva costretto, suo malgrado, a dettarsi regole per equilibrare proprio quelle spinte all'azione che lo avevano reso famoso e temibile, se voleva vivere in comunità sempre più affollate e partecipative.
Distinse forse allora la sua diversità da quelle altre creature che definì povere di mente e soffocò, fors'anche perché vedeva che il potere dell'intelligenza era appannaggio in uguale misura ai deboli fisicamente tanto da renderli anche più pericolosi dei bruti considerando “le micidiali armi da caccia” che possedeva, in rivoli pedagogici in parte discutibili quel che agl'animali è dato per natura?

Domande, che tipo di persona è bene che io sia? Qual è la vita buona per me? Quale genere di vita è preferibile? Quali tratti del carattere è bene coltivare? la generosità o la ricerca dell'interesse privato? la temperanza o il soddisfacimento sfrenato delle mie inclinazioni? il coraggio nell'affrontare pericoli e ostacoli o la codardia? il provare compassione o il preservare la propria serenità interiore e la propria autonomia ad ogni costo? come devono averlo angosciato e come ancora ne travagliano l'animo, se la ricerca delle risposte continua senza sosta e senza la ben che minima speranza di porvi fine.

A questo punto, "sdemonizzando" le parole ed assumendo come assoluto il Bene e ciò che crediamo ne derivi, come pure il Male con tutte le azioni addebitabili all'Uomo, io vi trovo solo tanta ipocrisia.
Com'è possibile, infatti, che solo alla nostra specie facciano effetto?
Che solo noi, detti luminari, ne siamo assillati tanto da non ascriverli mai alla vita che ci circonda?
Chi ha mai affermato che un terremoto di per se è un Male?
Che uno tsunami è Male?
Chi ha mai spiegato con tale termine la lotta per un territorio, per una femmina, tanto cruenta nella sua fisicità, che altre specie, dette scriteriate, adottano per trasmettere i propri geni?
O come Bene il passaggio di una preda? O la ferocia di una madre che vede minacciata la propria prole?
Se le opere meritorie dell'uomo, o quelle che definiamo tali, divenissero l'unico segno distintivo di una razza, la nostra specie s'estinguerebbe molto prima di quanto ci si possa immaginare.
Anche perché l'indipendenza degli avvenimenti che giornalmente attanagliano le vite, sia esse animali sia vegetali, è tale che pretendere di assecondarle al nostro volere equivale a far di Narciso un pusillanime qualsiasi.

Mi scuso per avervi fin qui costretto a scorrere parole dettate da una mente "sconvolta" e non restandomi altro che augurarmi una discussione pacata, con mille contraddizioni di altrettante menti "insane", con il gusto del disquisire di una pura (in dialetto maccheronico) ignorantità, un saluto tutti.https://www.riflessioni.it/forum/images/smilies/175.gif
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Vecchio 21-04-2007, 09.56.56   #2
michelangelo
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Riferimento: Bene e Male

E' un po' lungo, ma ridurlo perderebbe di significati

Il Divino ragionato (prima parte)

Il Divino ragionato è la premessa al travaglio dello Spirito nel periodo pre e post- mortem.
Chi si pone all'ascolto o alla lettura di un saggio, sa a priori che dovrà prestare la massima attenzione per poter comprendere e recepire, quali che siano le opinioni ed i giudizi, un vasto numero di concetti, di teorie e persino di nuovi valori, che a volte sfiorano, a volte sembrano esulare anche dal tema proposto, ma che sono necessarie al completamento di quel quadro d'insieme che l'autore intende esporre.
Di contro, l'autore sa che ogni singolo punto, per essere pienamente inteso, dovrebbe venire ampliato fino a costituire un intero capitolo di un trattato.
Pur tuttavia, l'interesse dei lettori, e per il tema, e per la conoscenza più o meno profonda del problema, fa si che i ristretti confini della sintesi espositiva dell'autore, vengano massimamente superati, anche perché difficilmente l'autore si esime dall'avvalersi di presupposti scientifici, di documenti, leggi, conoscenze e realtà inconfutabili.
Affrontare il problema della morte, ed ancor più, esaminare dall'interno il processo psichico e spirituale del pre e post-mortem è impresa estremamente difficile, in quanto venendo a mancare tutti i su citati presupposti scientifici, non potendo avvalersi di dogmatiche religiose, ne di disquisizioni filosofiche, si rischia facilmente di essere fraintesi, derisi o nella migliore delle ipotesi, tollerati.
Un discorso sulla problematica della morte, tenuto in un centro di studi esoterici, ad un gruppo di persone interessate alla fenomenologia paranormale, per quanto negli ascoltatori ci possa essere una certa disponibilità ai problemi dello spirito, risulta anche in quella sede difficile per via delle divergenze di base degli studiosi stessi che credono o non credono alla sopravvivenza dello spirito, che ammettono o non ammettono la possibilità dello spirito di dare testimonianza di se.
Scrivere, infine, della certezza di un post-mortem e del travaglio dello spirito, ad un più vasto pubblico, che si accosta per la prima volta, timoroso e diffidente, affascinato ed incuriosito, a questa irreversibile e misteriosa realtà, si è certi di non venire, in nessuna misura, compresi. Ciò nonostante, è proprio questi lettori che intendo sensibilizzare, allo studio ed alla accettazione dello spirito e dei suoi alti valori.
Riconoscere allo spirito origine divina, eterna vibrazione, qualità spirituali in assoluto sono le premesse che mi propongo di dimostrare, per linee generali, al fine di costruire delle solide fondamenta per l'accettazione, poi, del discorso sulla morte.
Dimostrare l'origine divina dello spirito, vuol dire, anzitutto, riconoscerne l'esistenza stessa. Posto, però, che ogni esistenza ha una causa, è proprio questa causa prima, allora, che ha diritto di priorità di esame.
Esame sostenuto da una ferrea logica, spero, al di fuori, comunque, da qualsiasi apodittica prolusione fideistica.
Ragione e fede oggi più che mai, non possono più coesistere. L'uomo maturo al passo con il suo progresso e con la sua evoluzione, sia tecnologica che spirituale, non è più disposto ad accettare supinamente per fede, nulla. La fede è un limite alla ragione, è una violazione di quel diritto di valutazione e di giudizio che l'uomo intelligente con propri mezzi, razionali o empirici, intuitivi o paranormali, intende ed ha il dovere di dare.
Anche l'idea e l'esistenza di Dio, l'uomo ha il dovere di spiegarsi - e l'ha fatto - con la ragione. Infatti ritornando alla tesi dell'origine, l'effetto uomo, terra, universo, cosmo non può non scaturire che da una causa prima esistente, preesistente e coesistente.
E questa causa assoluta, principio di tutti i principi, è Dio, al quale vi si riscontrano tutti gli attributi immaginabili ed inimmaginabili. Se invece, questa causa prima volessimo indicarla come "caos", o ancor più, "nulla" pur esasperando questi termini in assoluto, non potremmo ad essi riconoscere gli attributi di somma intelligenza, di infinita bontà, nè tanto meno di esistenza, di preesistenza e di coesistenza.
Ancora, dal caos è impossibile poter immaginare la scaturigine di un universo infinito e strutturato, dal macrocosmo al microcosmo, da elementi in perfettissimo equilibrio ed assoluta armonia. Ne è possibile immaginare sempre dal caos la nascita di un essere vivente dotato di facoltà spirituali ove risiedono le più alte spiritualità.
Ma, anche se, per assurdo, concedessimo al "caos" la possibilità di quanto sopra gli abbiamo negato, non avremmo, infine, risolto il problema della origine o perché se per caos intendiamo l'infinito costituito da elementi scomposti, avremmo sempre l'interrogativo della causa prima, in quanto il caos stesso sarebbe sempre un effetto.
Nè la causa prima può essere il "nulla". Questo termine in assoluto non esiste. Dal nulla niente può scaturire, niente può essere creato. Per il fatto che noi esistiamo, che tutto è, non può assolutamente essere stato generato dal nulla.
Ecco dunque, che la ragione ci riporta alla matrice, al creatore della creazione, al principio intelligente e coordinatore di tutte le cose, a Dio causa prima.
E prima di Dio? Non esiste un prima di Dio. Dio preesiste perché è infinito passato, esiste come infinito presente e infinito futuro e coesiste in quanto è in tutte le Sue manifestazioni.
Una volta accettata, o per questa o per altra via, l'esistenza di una causa prima, che noi chiamiamo Dio, il discorso diventa consequenziale e prosegue diritto su un unico binario.
La parola creare, considerata in assoluto, è anch'essa un termine improprio. Creare dal nulla è una illogicità. Dio non poteva prendere alcunché dal nulla, poiché il nulla non esiste. Per creare doveva per forza attingere da Se stesso. Dunque, non più creazione, ma più propriamente emanazione. E da qui l’emanazione del cosmo, dello spirito, dell'universo, della vita nei mondi materiali. Il tutto in un infinito senza tempo, in uno spazio di infinite dimensioni.
Qual è in sintesi la risultanza logica di questo discorso? La immanenza divina in tutte le Sue emanazioni. Da un Ente infinito, non può scaturire alcun elemento finito, in quanto la fine è sempre una limitazione, in questo caso della potenza divina. Dunque da un Dio infinito, un universo infinito, da un Dio eterno, uno spirito eterno, eterna vibrazione divina.
Per dimostrare le qualità spirituali in assoluto, occorrerebbe obbligatoriamente una lunghissima trattazione sul problema del bene e del male, valori questi che, nella contingenza della nostra vita sulla terra, presentano infinite sfumature di non facile interpretazione, in quanto facilmente si sovrappongono, si intrecciano e persino si sostituiscono tra di loro, ma che a livello di Spirito, libero dalla carne e quindi dalla materialità, questi valori, ripeto, esaminati in assoluto non si presentano più come elementi in lotta, ma come necessarie esperienze spirituali tutte rivolte ad acquisire conoscenze e conoscenze che portano a capire la Legge di Dio.
Contrariamente però, la religione cristiana, vuol farci credere che il bene e il male, e dunque lo spirito buono e lo spirito cattivo, in eterno contrasto trovano soluzione, soltanto, alla presenza di Dio e nel Suo inderogabile giudizio universale.
Vale a dire che uno Spirito, o un'anima, come vogliamo chiamarla per ora, al cospetto del creatore riceverebbe un premio o un castigo di valore eterno, in misura delle azioni liberamente scelte nel corso di una sola esistenza sulla terra.
Esaminiamo il concetto dell'eternità. L'eternità è infinita. Non esiste il tempo, anche perché tutto il tempo umanamente immaginabile, miliardi e miliardi di anni, costituirebbero appena un trattino della immaginaria ma interminabile linea della eternità.
Ma che cos'è la vita di un uomo (settanta o cento anni) nei confronti della eternità? meno di un lampo. Pensate. Può un uomo, per come ha vissuto l'attimo della sua esistenza terrena, essere giudicato e quindi ricevere un premio o un castigo eterno? Se così fosse, lo spirito dell'uomo andrebbe inesorabilmente incontro alla sua fine o annullandosi in Dio per premio (siederai alla destra del padre) o dannandosi all'inferno per castigo: comunque sarebbe la sua vera morte.
Ecco dunque, che sfiorando appena il problema del bene e del male, ci induce a porre serie riserve sulla dogmatica asserzione di un giudizio universale, mentre altre ne scioglie sull’'accettazione di una possibilità reincarnativa dello spirito.
Riscoprire e credere nello spirito, invece, l'attributo dell'eternità, ridimensiona conseguentemente il concetto della morte, intendendolo, non più come un terrificante traguardo di una breve corsa, ma una tappa obbligata di esperienze in una esistenza senza fine.
Un breve cenno sul libero arbitrio.
Il libero arbitrio non è la “possibilità di scegliere” della mente dell’uomo, quasi sempre condizionata da giudizi e pregiudizi, da situazioni legati alla vita materiale, ma “LA SCELTA” della mente profonda, di quell’individualità nella quale risiedono attributi e qualità che nessuno potrà mai giudicare e quindi punire o premiare, perché già programmate dallo Spirito libero dalla carne, unico Arbitro in assoluto di tutte le Scelte. E le scelte dello Spirito hanno un’unica finalità: il ritorno alla matrice dalla quale proviene e dalla quale è stata emanata, attraverso una scala infinita di valori, di esperienze e quindi di EVOLUZIONE.
Il calarsi nella materia per lo Spirito è una delle infinite esperienze che dovrà fare, per avvicinarsi alla “Luce” dalla quale proviene. (continua)
Grazie per l'attenzione michelangelo
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Vecchio 21-04-2007, 10.07.35   #3
michelangelo
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Riferimento: Bene e Male

da michelangelo (seconda parte)

Ecco dunque, che sfiorando appena il problema del bene e del male, ci induce a porre serie riserve sulla dogmatica asserzione di un giudizio universale, mentre altre ne scioglie sull’'accettazione di una possibilità reincarnativa dello spirito.
Riscoprire e credere nello spirito, invece, l'attributo dell'eternità, ridimensiona conseguentemente il concetto della morte, intendendolo, non più come un terrificante traguardo di una breve corsa, ma una tappa obbligata di esperienze in una esistenza senza fine.
Un breve cenno sul libero arbitrio.
Il libero arbitrio non è la “possibilità di scegliere” della mente dell’uomo, quasi sempre condizionata da giudizi e pregiudizi, da situazioni legati alla vita materiale, ma “LA SCELTA” della mente profonda, di quell’individualità nella quale risiedono attributi e qualità che nessuno potrà mai giudicare e quindi punire o premiare, perché già programmate dallo Spirito libero dalla carne, unico Arbitro in assoluto di tutte le Scelte. E le scelte dello Spirito hanno un’unica finalità: il ritorno alla matrice dalla quale proviene e dalla quale è stata emanata, attraverso una scala infinita di valori, di esperienze e quindi di EVOLUZIONE.
Il calarsi nella materia per lo Spirito è una delle infinite esperienze che dovrà fare, per avvicinarsi alla “Luce” dalla quale proviene.
Ma perché lo Spirito deve fare tutte queste esperienze?
Perché emanazione divina ha tutti gli attributi divini, ma, in potenza. E’ come colui che possiede centomila libri e ne ha letti qualche decina.
Non solo la biblioteca del sapere nel mondo, o meglio nella dimensione, dello Spirito ha infiniti volumi, ma lì vi sono infinite biblioteche.
Solo un folle può pensare di leggere infiniti libri per tutta l’eternità. Me ne strafrego delle esperienze, dell’evoluzione, di tutti questi stramaledetti attributi che non so che farmene e non voglio avere. Con i mille problemi e preoccupazioni che ho sarei un folle se dovessi aggiungere anche questi.
Ecco, questa è la condizione della mente cosciente.
La mente profonda, ora è il momento di chiamarla Spirito, sa invece che programmerà di reincarnarsi anche mille volte se necessario, fino a quando non si sarà impadronito, mangiato, fagocitato, sperimentato tutti gli aspetti e tutte le esperienze, della e nella materia, nel bene e nel male, acquisendone piena conoscenza e potere.
Spesso, in misura del suo grado di evoluzione, lo Spirito sceglie di reincarnarsi in una vita di sofferenza, di dolore, di miseria, di egoismo, di cattiveria, di vivere un giorno o cento anni, di fare solo l’esperienza del parto, del delinquente, dell’assassino,o della vittima, ma anche del poeta, del medico, dello scienziato o del santo. Sceglie persino di essere ricchissimo e potentissimo.
Ora nell’attimo (uno o cento anni) di ogni sua esistenza sulla terra, lo Spirito sa perfettamente il grado di evoluzione raggiunta o i libri che ha letto, o i gradini che ha salito di quella infinita scala di valori che l’avvicinano alla matrice, alla luce, a Dio.
( Fuori testo - Mi chiedo: quanti “gradini” avrà salito Piergiorgio Welby, e quanti ne salirà fra cento anni l’uomo più ricco della terra?)
Superata l’esperienza della materia nella terra, lo Spirito, magari si avventurerà nell’esperienza della materia dell’universo, e poi altre esperienze, altre evoluzioni e poi ancora e ancora.
E’ come una legge divina.
Lo Spirito non subisce, ma SCEGLIE, e non può sottrarsi.
Come la vita non può sottrarsi dalla morte, la contrazione dall’espansione, la notte dal giorno, il macrocosmo dal microcosmo, il caldo dal freddo, il bene dal male, il caos dall’ordine, l’esplosione ( il big ben) dall’implosione ( i buchi neri) e così all’infinito e per l’eternità nell’armonia, nel sostentamento, nell’equilibrio e per l’equilibrio, nella potenza e per la potenza, nel divino e per il divino, tutto ci conduce ineluttabilmente a DIO.
Grazie per l'attenzione
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Vecchio 21-04-2007, 16.12.59   #4
MIMMO
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Originalmente inviato da oiggas
Che cosa sono il Bene ed il Male? In cosa differiscono queste parole agli antipodi fra loro?
Donde viene la presunzione di conoscerne l'assolutezza?
Quando se n'è decisa l'applicazione, e perché?

Dopo tanti anni di studi nei quali ben poco (altero sclerotico che sono) mi è rimasto, una strana sensazione s'affaccia in quella che io chiamo «La consapevolezza di me stesso».
Premetto che mi sento un Animale autentico, anche se il mio stile di vita ben poco ha a condividere con quelli che sono stati i miei avi.
Animale perché, una volta liberata la mente da fantasie e da ciò che poteva essere e che non sarà, mi sono “rimpossessato” di quella parte, questa sì in comune loro, che non richiede per le azioni da compiere necessariamente l'intromissione etica.
Cerco dispiegarmi meglio.

Il chiedersi chi si è, il senso della vita, il perché si vive sono argomenti, lo do per scontato, che l'uomo ha inteso proposi per esorcizzare quel che ha sempre chiamato morte; e non trovandovi soluzioni adeguate e condivisibili da tutti, ha disceso da essi, usando il mezzo della ragione, il collegamento per disquisire sulle azioni dei suoi simili; e forse per mettere ordine in ciò che più lo confondeva (questo avveniva in un primo momento, nel secondo ha capito che era il mezzo migliore per assecondare le masse al suo volere), si è eretto a giudice del comportamento.
Ha presunto cioè che il mettere in accordo le contrastanti espressioni del suo essere, bestia cacciatore spietato da un lato, animale amorevole e sociale dall'altro, bastasse a rendere le privazioni ed i dolori, come i desideri ed i piaceri, meno pressanti per chi si vedeva già dominatore della Terra.
L'Uomo, mammifero, forte di avere in dote l'intelligenza per mezzo della quale, associata ad una manualità senza precedenti nel campo animale, è riuscito a non farsi soverchiare da altri predatori, si vedeva costretto, suo malgrado, a dettarsi regole per equilibrare proprio quelle spinte all'azione che lo avevano reso famoso e temibile, se voleva vivere in comunità sempre più affollate e partecipative.
Distinse forse allora la sua diversità da quelle altre creature che definì povere di mente e soffocò, fors'anche perché vedeva che il potere dell'intelligenza era appannaggio in uguale misura ai deboli fisicamente tanto da renderli anche più pericolosi dei bruti considerando “le micidiali armi da caccia” che possedeva, in rivoli pedagogici in parte discutibili quel che agl'animali è dato per natura?

Domande, che tipo di persona è bene che io sia? Qual è la vita buona per me? Quale genere di vita è preferibile? Quali tratti del carattere è bene coltivare? la generosità o la ricerca dell'interesse privato? la temperanza o il soddisfacimento sfrenato delle mie inclinazioni? il coraggio nell'affrontare pericoli e ostacoli o la codardia? il provare compassione o il preservare la propria serenità interiore e la propria autonomia ad ogni costo? come devono averlo angosciato e come ancora ne travagliano l'animo, se la ricerca delle risposte continua senza sosta e senza la ben che minima speranza di porvi fine.

A questo punto, "sdemonizzando" le parole ed assumendo come assoluto il Bene e ciò che crediamo ne derivi, come pure il Male con tutte le azioni addebitabili all'Uomo, io vi trovo solo tanta ipocrisia.
Com'è possibile, infatti, che solo alla nostra specie facciano effetto?
Che solo noi, detti luminari, ne siamo assillati tanto da non ascriverli mai alla vita che ci circonda?
Chi ha mai affermato che un terremoto di per se è un Male?
Che uno tsunami è Male?
Chi ha mai spiegato con tale termine la lotta per un territorio, per una femmina, tanto cruenta nella sua fisicità, che altre specie, dette scriteriate, adottano per trasmettere i propri geni?
O come Bene il passaggio di una preda? O la ferocia di una madre che vede minacciata la propria prole?
Se le opere meritorie dell'uomo, o quelle che definiamo tali, divenissero l'unico segno distintivo di una razza, la nostra specie s'estinguerebbe molto prima di quanto ci si possa immaginare.
Anche perché l'indipendenza degli avvenimenti che giornalmente attanagliano le vite, sia esse animali sia vegetali, è tale che pretendere di assecondarle al nostro volere equivale a far di Narciso un pusillanime qualsiasi.

Mi scuso per avervi fin qui costretto a scorrere parole dettate da una mente "sconvolta" e non restandomi altro che augurarmi una discussione pacata, con mille contraddizioni di altrettante menti "insane", con il gusto del disquisire di una pura (in dialetto maccheronico) ignorantità, un saluto tutti.https://www.riflessioni.it/forum/images/smilies/175.gif


bene e male......sono opinioni di cio che è!
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Vecchio 21-04-2007, 19.31.58   #5
LudoVicoVan
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Riferimento: Bene e Male

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Originalmente inviato da MIMMO
bene e male......sono opinioni di cio che è!
Se intendi:
bene e male cambiano significato in base ai punti di vista ed in base al contesto.
Non possono avere una definizione univoca.

Allora sono d'accordo.
LudoVicoVan is offline  
Vecchio 23-04-2007, 12.23.29   #6
oiggas
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Per Michelangelo

Non posso dire di non aver letto con attenzione il tuo "Divino ragionato".
In molti tratti di esso, la condivisione del pensiero è totale; in altre, come è giusto che sia, differisce.
Il Dio di cui parli, mi ha accompagnato dagli anni della separazione da una religione fino a non molto tempo fa e sinceramente la comodità d'averlo a disposizione per quietare ansie e per rispondermi a domande senza risposte null'altro ha fatto se non contribuire incessantemente a "riportarmi" con i piedi per terra: gliene sono profondamente grato.
Concetti quali l'inizio senza inizio e la fine senza fine sono talmente lontani da me che spesso osservando il lavorio delle api che girano in giardino trovo il senso del respirare.
La mia idea di partenza è l'impossibilità d'essere altro da quello che sono, ora, adesso.
Perché sono qui? Per contribuire per quanto mi è dato, limitatamente alle mie possibilità, a far crescere e vivere altri uomini e donne. Perché tutto questo? E chi lo saprà mai.
La nostra presunta intelligenza, o come la chiami tu «mente profonda, spirito», o il concetto di anima stesso, null'altro è per me che una naturale predisposizione dell'animale uomo; e chi ce l'abbia data (Caso, due consonanti e due vocali; Dio, una consonante e due vocali) poco importa in quanto irrisolvibile.
Fa forse differenza sapermi figlio del Caso che chiamo Dio, o del Dio che chiamo Caso?
Fa forse differenza vedermi animo eterno o tornare nell'incoscienza dalla quale provengo? E se sì, qual'è?
E perché dovrebbe poi averne una?
La paura è una brutta bestia!
La paura ed il dolore sono il mix necessario per confondere le menti e non è detto che patendo mali dicibili, io, riesca ad essere come sono adesso, e cioè privo da preconcetti.
La paura è una forma di difesa, anche se troppa paralizza.
Ma il Bene ed il Male sono un’altra cosa.
Provengono entrambi sì dalla paura ma anche dall'amore.
Come animali siamo predisposti a sacrificarci per la prole, ma anche, purtroppo, a sacrificarla.
La cattiveria gratuita che sprigioniamo da che uomo è uomo, è tale da spaventare persino noi stessi; ma l'amore, sappiamo, spiana le montagne.
Eppure in entrambi i casi, se una delle due forze, le chiamo così perché tali mi sembrano, prende il sopravvento in noi, ecco che l'equilibrio vacilla e subito ci si appresta a difenderci; perché se dal Male istintivamente ci rende guardinghi, il Bene è altrettanto invadente, per lo meno da una certa età in poi.

Intendo dire che se l'uomo innalza se stesso fino a rendersi partecipe del suo Io come parte integrante dell'odio e dell'amore, credo, solo allora guarderà alla sua curiosità con quel gusto nobile che ognuno sa d'avere in comune con ciò che chiamiamo universo.
Siamo tutti in cerca di qualcosa; anche la pianta cerca qualcuno che la porti da qualche altra parte, ma non per questo si preoccupa se chi gli da un passaggio è il vento o la scampagnata di una belva.
La sua etica è schietta, il suo vivere sincero. È quello che è in questo momento che la guardo, e quello che sarà, quando alla vita non servirà più.

Da qualche parte ho letto che per l'uomo è impossibile giudicare se sesso essendo oggetto e soggetto al contempo.
È come dire che il conflitto d'interessi è atavico alla nostra specie visto che non facciamo altro da sempre.
È come dire che siamo infiniti, e sorprendentemente ritrovarci mortali.
È come chiedere alla nostra intelligenza il segno distintivo delle sue capacità.
Per questo, sostituire ai termini di Bene e Male il significato non più di guida morale ma di profonda e sentita convivenza civile, ci spronerebbe ad una maggiore comprensione della vita.
Il Bene ed il Male non esistono come tali, ma solo perché vogliamo che siano tali.
Un saluto a tutti
oiggas is offline  
Vecchio 24-04-2007, 16.47.25   #7
benedetto
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Citazione:
Originalmente inviato da oiggas
Che cosa sono il Bene ed il Male? In cosa differiscono queste parole agli antipodi fra loro?
Donde viene la presunzione di conoscerne l'assolutezza?
Quando se n'è decisa l'applicazione, e perché?
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Animale perché, una volta liberata la mente da fantasie e da ciò che poteva essere e che non sarà, mi sono “rimpossessato” di quella parte, questa sì in comune loro, che non richiede per le azioni da compiere necessariamente l'intromissione etica.

risposte
1) due aggettivi sostantivizzati
2) da come le scrivi
3) da un errore mentale
4) dalla mania di guardare gli altri con conseguente promulgazione di una prima legge;
la legge presenta un controverso all'universo originando il diverso. Nascita della morale

Sono solidale con te e quanto dici, però stai attento a non confondere l'etica con la morale, son cose diverse.
benedetto is offline  
Vecchio 24-04-2007, 16.59.04   #8
benedetto
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Riferimento: Bene e Male

"Da qualche parte ho letto che per l'uomo è impossibile giudicare se stesso essendo oggetto e soggetto al contempo"

Tutte monàde si dice in veneto....... ma vedrai che un giorno per giustificarsi di questa ignoranza e tuttavia restando mascherati, troveranno il gene della sensibilità e anche il gene del verbo, maledetta la tecnologia!.....Si dirà...." ma anche tu usi il computer"...complimenti, complimenti dico io;
saluti da un individuo alienato che vive in un mondo di alienati che mi definiscono alienato
benedetto is offline  
Vecchio 21-05-2007, 17.41.03   #9
leyander
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Riferimento: Bene e Male

Purtroppo qualsiasi cosa voglio dire, c’è sempre una cosa che mi tormenta, ovvero: serve davvero tutto? Tutto è un bene, anche se è un male? Ad esempio la mafia potrebbe insegnarci quanti errori può commettere l’uomo e quanti errori l’uomo non deve fare, e ci dimostra che non bisogna farli. Ci sono voluti mille anni per migliorare la qualità della vita e la civiltà dell’umanità rispetto al medioevo, e questo grazie a tutti gli errori commessi dall’uomo, e anche alle cose buone che sono state fatte. Servirà sempre questo dualismo all’uomo per capire le cose giuste da fare? In qualsiasi epoca della storia si è sempre migliorati rispetto ai secoli, millenni precedenti, e questo sempre grazie a questo dualismo bene e male, e mai a una sola delle due cose. Per questo motivo, qualsiasi cosa che penso, avrà sempre qualche margine di dubbio e di perplessità; mi sentirò sempre costretto ad accettare il male, perché è una delle cause del miglioramento dell’uomo e della sua evoluzione, espansione. Sono sicuro che la presenza, forse benevola, del male, serve per forza all’uomo per la sua crescita e il suo miglioramento, la sua evoluzione, la sua conoscenza, coscienza, saggezza ecc ecc. La vita umana è fatta di dualismo: bene-male, giustizia-ingiustizia ecc, e questo dualismo è la causa del male e non la sofferenza stessa. Se noi vivessimo in un mondo di solo sofferenza non ci sarebbe ragione per deprimerci per patologie fisiche e mentali, perché esisterebbe solo quello e noi non sapremmo, perché non esiste, che ci sta una non sofferenza e quindi vivremmo bene nella nostra sofferenza: non penseremmo a chi sta meglio e a chi sta peggio, non esisterebbe la sfortuna e la fortuna, e soprattutto saremmo tutti uguali e non dipendenti dal caso (famiglia, ambiente, luogo di nascita e forse anche genetica ed esperienza). Lo stesso vale per un mondo fatto di sola serenità e felicità
leyander is offline  
Vecchio 31-10-2012, 12.04.37   #10
bobgo
Ospite abituale
 
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Messaggi: 128
Riferimento: Bene e Male

Freedom ha sollevato una questione a mio avviso molto importante su:

https://www.riflessioni.it/forum/filo...tml#post238282

Poiché questa discussione mi sembra appropriata, ho ritenuto di inserire qui una mia riflessione sul legame tra la Libertà e il Male.

Citazione:
Originalmente inviato da freedom
Penso che l'uomo non sta bene perchè non riesce a fare il bene che vuole ma fa il male che non vuole. Quando capisci questa cosa qua scivoli, senza passare dal via, nella terra di nessuno. Terra che da un lato è fatta da una vecchia vita che disprezzi e dall'altro lato da una nuova vita che non arriva mai.
Anch’io così pensavo.
Ho poi però compreso (da Jaspers) che soltanto la volontà può essere il “male”.
Perché questo è il prezzo della Libertà: la possibilità di volere il male.
Senza la possibilità di volere il male non saremmo liberi.

Il male è legato indissolubilmente all’Esistenza, come sua negazione.

Poiché la libertà non c’è nell’esserci, il male compare come possibilità solo nel momento in cui sono “Esistenza”. Solo allora posso volere il male. Perché Esistenza è Libertà.

Male che consiste nella volontà di “esserci” ad ogni costo, rifiutando la possibile Esistenza.
Senza il manifestarsi dell’Esistenza non vi può essere il male, perché senza Esistenza non vi è nessuna libertà: si vive inseguendo i piaceri e sfuggendo ai dispiaceri ma senza un’effettiva libertà.
Che male può volere chi non ha una propria libera volontà?

Quando si avverte l’Esistenza possibile, allora si è invece liberi, liberi di accettarla o di rifiutarla. E quindi di accettare o rifiutare la stessa Libertà.

Rifiutarla significa volere l’esserci come unica realtà, e allora, e solo allora, la volontà è il male.

Il male è il rifiuto della Libertà.
bobgo is offline  

 



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