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16-06-2006, 19.49.15 | #12 |
Frequentatrice abituale
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NO no! Non è così.
I sostenitori del sì fanno demagogicamente leva sui presunti tagli ai costi della politica che la riforma introdurrebbe riducendo il numero dei parlamentari. Questa è semplicemente una falsità. La riduzione del numero dei parlamentari sarebbe minima dunque irrilevante ai fini del contenimento della spesa pubblica e in più entrerebbe in vigore tra dieci anni, bloccando di fatto ogni vera riduzione del numero dei parlamentari come invece propongono di fare le forze di centrosinistra se vince il 'NO'. Invece, il federalismo targato Cdl con l'introduzione della “competenza esclusiva” delle regioni in tre materie, (sanità, scuola e polizia amministrativa) costerebbe allo Stato una cifra stimata da autorevoli centri studio in oltre 250 miliardi di euro. Purtroppo, su questo come su altri temi della campagna referendaria, queste settimane sono caratterizzate da una dilagante cattiva informazione che attraversa i maggiori media. Aggiungi poi che la concentrazione di poteri nel primo ministro risulterebbe contraria al principio della limitazione dei poteri propria della forma di governo parlamentare, ma che è propria anche di tutte le altre forme di governo democratico persino negli Stati Uniti dove vige un regime presidenziale Ciao |
16-06-2006, 20.15.06 | #13 |
Frequentatrice abituale
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Allarme sulla campagna referendaria
Da qualche giorno, alcune reti Mediaset stanno mandando ripetutamente in onda uno spot pubblicitario che si può confondere con un messaggio informativo elettorale.
Lo slogan è immediato e di facile presa sull’elettorato poco aduso alla materia referendaria. In sostanza, si comunica agli elettori che votando per il “sì”, con questa “riforma” sarà ridotto notevolmente il numero dei deputati e dei senatori. Insomma: votate sì anche per mandare a casa un buon numero di parlamentari. Uno spot populista così formulato può passare erroneamente per un messaggio pubblico e non può che essere condiviso da molti elettori. Null’altro viene però aggiunto tranne che si voterà nei giorni 25 e 26 giugno prossimi. C’è stata violazione della par condicio per una pubblicità presentata in modo da passare per un messaggio informativo? Ammesso che fosse possibile mandare in onda un tale spot, tra l’altro in piena campagna elettorale per le suppletive amministrative con immaginabili effetti ideologici e subliminali, gli ideatori ed emittenti di un simile input avrebbero dovuto innanzitutto riportare, ben visibile, l’indicazione che si tratta di “pubblicità elettorale”. Senza contare che sono stati totalmente ignorati tutti gli altri argomenti di valenza costituzionale in gioco in questo importante turno referendario. Con un ricorso all’autorità competente bisognerebbe intervenire perché si pronunci e, nel caso di violazione, per bloccare lo “spot” e far ordinare alle emittenti interessate di mandare subito in onda messaggi di compensazione con un’adeguata informazione di tutti i motivi, anche di quelli illustrati e difesi dai sostenitori del “no”. Se violazione c’è stata, i danneggiati siamo tutti noi male informati con un messaggio parziale che altera il quadro complessivo degli argomenti in gioco. In tal modo si cattura l’attenzione e il sostegno di elettori in buona fede non del tutto aggiornati su questa complessa dialettica referendaria di fine giugno e portati in tal modo ad esaminare un solo motivo di facile presa e nessun altro. Con comprensibili riflessi sul voto. Si verte anche e soprattutto nella violazione di diritti dei cittadini elettori ad essere correttamente informati. Diritti innati, direbbe Kant. Come quello di essere liberi, di pensare correttamente e di respirare l’aria: anche l’aria della Costituzione. Da Articolo21 - art. di Massimo Siviero |
16-06-2006, 21.06.01 | #14 |
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Come prima cosa io non direi che la riduzione dei parlamentari sia irrilevante: 518 invece di 630 alla camera; 252 invece di 315 al senato... il 20% di parlamentari in meno!
E come seconda cosa quando parlavo di riduzione degli sprechi non parlavo del denaro derivante dal minor numero di parlamentari da stipendiare (è evidente che questi non riescano da soli a risanare le casse dello stato), ma mi riferivo alla maggior efficenza e trasparenza derivante dall' autogestione dei fondi. Inoltre si avranno leggi realizzate in tempi più brevi, più mirate e con minori costi per i cittadini. Terza ed ultima cosa il governo statunitense è una democrazia presidenziale, e non mi pare proprio sia un "regime" come tu lo chiami... |
16-06-2006, 21.17.20 | #15 | |
Frequentatrice abituale
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Citazione:
Scusa, la parola regime non significa soltanto fascista o dittatura: Intendo il vocabolo regime in senso di sistema, struttura, e non a caso ho nominato il sistema presidenziale americano. Così va meglio? |
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16-06-2006, 21.20.36 | #16 | |
Ospite abituale
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Re: Re: Re: Si vota ...
Citazione:
L’idea degli altri che vivono sulle mie spalle è vera in Italia come sarebbe vera nella singola Lombardia o nel singolo Piemonte o in ogni altra singola regione. Il culto del me e del mio, la difesa del privilegio, è ciò che ci rende diversi dall’Europa. Siamo potenzialmente una grande nazione, ma ci perdiamo nei piccoli giochi egoistici, gettando le nostre immondizie, in strada e dimenticando che anche quella strada forma il me ed il mio. Io voterò NO. |
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16-06-2006, 21.35.44 | #17 | |
Frequentatrice abituale
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Re: Re: Re: Re: Si vota ...
Citazione:
Sempre grande, VanLag Ciao |
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16-06-2006, 21.38.39 | #18 |
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Io non ho mai detto di non credere nella solidarietà, anzi ho concluso il messaggio di prima sottolineando che gli aiuti per il mezzogiorno continuerebbero comunque ad arrivare, volevo solo farti notare che chi pensa al proprio orticello fregandosene degli altri è una cosa soggettiva...
Non pretendo neppure di convincerti a cambiare idea: se tutti la pensassimo uguale, allora con chi potrei prendermela?? Io voterò SI |
17-06-2006, 04.01.17 | #20 |
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Intenzidismi
Intenti e sogni mai realizzati: infinitamente tanti.
Speranze mal riposte: quasi altrettante. Ma questo referendum segna un precedente assoluto dell'inutile e del grottesco. Quando mai un popolo si è emancipato dal giogo cui si sottomette, attraverso l'opinione, referendaria, di chi lo domina? Poichè, scusatemi, vige l'ovvietà, credo ovvia, che il senso di tale riforma costituzionale consegue alle velleità di una, tra le tante, "proteste civili" che nessun organo politico è in grado di recepire e tradurre nell'eventuale dialettica istituzionale... Perciò, eccoci, al più inutile e idiota momento referendario del Paese, da ogni tempo a questa parte. Dificile immaginare una consultazione più inutile ed insulsa. Ma quando mai l'emancipazione di un popolo, vero o presunto, si è posta chiedendo l'autorizzazione burocratica? In questo incredibile Paese, forse, non vi saranno mai rivoluzioni sanguinarie. Non, grazie al cielo, dal momento che qui, prima di "sparare" occorre l'autorizzazione in carta bollata, recante in calce l'ossequio all'iter gerarchico passo passo conseguito ed ottenuto. Del resto, i gruppi che maggiormente aspirerebbero all'emancipazione "more uxorio" con lo Stato da cui vorrebbero ricevere l'autorizzazione ad esistere, sono ormai più spremuti di un succo di frutta. Troppo tardi, amici veneti: dovevate farvi furbi un po' prima. I buoi sono scappati: troppo tardi e troppo inutile e troppo idiota questo "referendum". Ormai domina la regola del "si salvi chi può". |