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16-05-2006, 15.57.30 | #12 | |
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... strano tono ha il tuo intervento. Faccio fatica a capire quale valore aggiunto darebbe al cristianesimo la sua "superiorità" rispetto ad altre religioni. Però ti sbagli! E parecchio! Esistono religioni molto più altruistiche!!! Il buddhismo per esempio. La scelta del bodhisatva è la forma di altruismo perfetta. Il bodisatva non cerca l'illuminazione per sè, ma per poter aiutare gli altri a raggiugerla a loro volta, e rinuncia al nirvana ma sceglie di rimanere nel ciclo delle reincarnazioni, per poter essere di aiuto a tutti gli esseri senzienti. (mi perdonino i biddhisti per un uso non precisissimo della terminologia, ma ho usato apposta termini noti a tutti). Il massimo dell'altruismo immaginabile, perchè non si aspetta nessuna ricompensa nè teme alcuna punizione. La compassione del buddha (come quella del vero cristiano) non nasce da un calcolo o dalla paura, ma da una pienezza d'amore che non può fare a meno di riversarsi sul mondo. E siccome TUTTE le religioni (e no solo le religioni! anche molte filosofie) sono strade nate per condurre alla pienezza, tutte, se non vengono snaturate, portano alla perfetta compassione e al perfetto amore. Perchè se sei pieno d'amore non puoi che traboccare amore. E' inevitabile. E non c'è bisogno di nessuna esortazione e di nessun comandamento. Infatti nemmeno Cristo ne ha dati. "ama il prossimo tuo come te stesso" significa porprio la stessa cosa. Non significa "sii altruista", ma sii così pieno d'amore da non poter fare a meno di traboccare amore. Il vero amore, quindi, è quanto di meno normativo esista. Si ama per amore e non per dovere o per comandamento. E quando ad amare è un laico o un ateo, non ci resta che pensare che abbia trovato in sè una pienezza di vita e d'amore che trabocca. Ben triste sarebbe pensare che lo fa per un residuo di SuperIo cattolico!! Ed è anche impossibile perchè non si può amare per finta! La "grazia", ovvero la pienezza, è un dono che la Vita fa a chi la ama, indifferente a quale etichetta o nome venga posto su questo amore. Sia questa etichetta comunismo, cristianesimo o culto di dioniso. Ultima modifica di Fragola : 16-05-2006 alle ore 16.03.25. |
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16-05-2006, 16.46.08 | #13 |
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Perdonami Fragola, è veramente una domanda sincera quella che faccio:
ma ci sono missionari buddisti in africa? Un buddista mi consola in situazioni di difficoltà per benevolenza? Rientra nei suoi principi? (magari sì, non lo so, me lo devi dire tu) E’ di questo che si sta parlando. Se il buddismo è veramente come dici il massimo dell’altruismo immaginabile, allora forse è auspicabile una presunta forma degenerata, quella cristiana. Madre Teresa di Calcutta è stata una persona altruista. Presunti calcoli consequenzialisti di madre di Teresa di Calcutta sono irrilevanti. Partire per una missione significa volere assolutamente fare qualcosa per una situazione inaccettabile, bambini che muoiono di fame ad esempio, significa mobilitarsi per essere concreti. La promessa di ricompensa non è affatto presente in ogni atto caritatevole, ma scompare, e il tutto si sposta sull’amore incommensurabile per un bambino con il vaiolo che sta per morire, e alla volontà di efficacia. Insomma, questa forma pura dell’altruismo di cui parli, non è quella che Gino Strada potrebbe condividere. Quella di Madre Teresa di Calcutta probabilmente la condividerebbe. Questo era il senso del mio discorso. E poi scusa, ma se Cristo dice quel che dice, dove risiederebbe esattamente la tua critica? Se ciò che dice significa “sii così pieno di amore da non poter fare a meno di traboccare di amore”, dov’è il problema? Se togli anche le componenti utilitariste, qual è il problema? Un saluto |
16-05-2006, 17.05.00 | #14 | |
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Un'altra breve riflessioni che volevo fare è questa: a sentire il papa, ci sono troppi motivi per non essere cristiani, e molti per crearsi un "bene" per sè, che non solo appare più giusto, per così dire, ma anche più aderente ai principi cristiani di quanto non lo sia la versione ufficiale. Manca molto nella versione ufficiale il riconoscimento pieno di ciò che è diverso ad esempio (si pensi alle ultime affermazioni del papa a dir poco imbarazzanti riguardo l'amore gay). Per questo secondo me, è verissimo ciò che sostiene Vanlag all'inizio sull'esproprio del monopolio del bene, e contemporaneamente si rende conto anche di una continuità laica del principi cristiani. .......forse |
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16-05-2006, 17.41.28 | #15 | |
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Personalmente non conosco "missionari" buddhisti in Africa, anche perchè il concetto di "missionario" poco si adatta alla pienezza d'amore. Credo che nemmeno Gino Strada possa essere definito un "missionario". I missionari sono quelli che "portano la civiltà a chi si converte", no? Le missioni, storicamente, servivano a diffondere la religione, non a fare del bene. Anche perchè quando le missioni sono nate non avevamo ancora distrutto quelle culture, non le avevamo ancora ridotte come sono oggi. Però le missioni hanno collaborato a distruggerle. Mi pare che Gino Strada aiuti tutti, non solo chi fa la tessera di Emergency Conosco persone di varie estrazioni culturali che lavorano in africa a dei progetti molto più interessanti delle missioni. Non ho mai chiesto se qualcuno di loro è buddhista. Possibile. Ma nemmeno io sono buddhista Se ti consolerebbe "per benevolenza"? Cosa significa per benevolenza? Beh, bisogna anche vedere se è di essere consolato che hai bisogno. Sai, no, la storiella del buddha e dell'uomo che ha fame? Gli regali del pesce o gli insegni a pescare? Il missionario gli regala un pesce al giorno se va a messa, chi lo ama gli insegna pescare. Non so, a seconda del caso io ti consolerei o ti darei una smossa. E' chiaro che l'essere pieni d'amore non è che ti porta a "prendere i voti del bodhisatva" e basta, essere pieni d'amore ti porta a riversare questo amore sul mondo con le mani, in un modo pratico. Che poi tu lo faccia in africa, nel cortile di casa o al telefono azzurro... (lì di buddhisti ne conosco.) Ho un immenso rispetto per Cristo. Trovo che tutte le sue parole siano piene di verità. Nessuna critica alla vera essenza del cristanesimo. Gesù Cristo è la figura storica più vicina a noi che incarna lo spirito della compassione del buddha, per dirla in termini buddhisti. Che meglio incarna la pienezza d'amore per dirla in termini miei. Non c'è differenza di sostanza, solo di nomi. (e sinceramente io credo che se esiste un Dio che si è manifestato nel mondo, e che se Dio è equo, certo non può aver lasciato tutto il mondo (tutto tranne un piccolo popolo) da solo per ere ed ere, ma certamente si è maniferstato in ogni luogo e in ogni cultura nel modo in cui in quel luogo poteva essere riconosciuto! Ogni religione è una via d'accesso alla pienezza d'amore e la pienezza d'amore è la grazia! E dalla grazia sgorga l'amore per gli altri) Moltissime critiche, invece, al modo in lui agisce la chiesa cattolica. Moltissime! Il senso del mio discorso, invece, era che le azioni dettate dall'amore secondo me non derivano da "residui di normativa cristiana", ma che l'amore in un essere umano può nascere e crescere e traboccare e manifestarsi in azioni solo venendo da un'altra fonte: dalla pienezza. Il residuo normativo potrebbe far fare qualche singola azione, ma non può generare la forma di amore di cui io parlo. L'unico che fa del bene senza fare insieme del male. Perchè dalla motivazione nasce questa piccola differenza!!!! Cou una motivazione sbagliata, posso fare per te una buona azione e contemporanemanete, con quella stessa buona azione, farti malissimo!!! E questa pienezza non c'entra con residui normativi. E a questa pienezza si può giungere per strade diverse dal cristianesimo. Diverse, ma uguali. Uguali al Cristianesimo autentico. Di cui però, nella Chiesa Cattolica, non è rimasta traccia. |
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16-05-2006, 17.49.05 | #16 | |
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Volevo inserire questa considerazione, nella diatriba tra Buddismo e Cristianesimo, per quanto riguarda i missionari. Sebbene anche il buddismo abbia il concetto di un ordine di monaci e della diffusione del Dharma, la cosa è molto meno accentuata che nel cristianesimo. Ricordiamo che i missionari cristiani originariamente avevano lo scopo di evangelizzare e solo nel tempo l’evangelizzazione degli altri popoli si è mischiata con l’aiuto agli altri popoli ed ancora più recentemente e non sempre, lo scopo è diventato quello semplicemente di aiutare.
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Anche la diversa enfasi che è data all’aiuto agli altri tra buddismo e cristianesimo è da ricercarsi nel back-ground dei rispettivi fondatori. Cristo nacque in una famiglia povera in una terra povera e quindi era molto sensibile al sollievo dall’indigenza, dalla povertà, del vivere quotidiano. Budda, sebbene fece molta ascesi, era di stirpe reale, nato e cresciuto negli agi e quindi la sua idea di bene era legata più al sollievo dello spirito, preda delle panie della mente. |
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16-05-2006, 17.57.49 | #17 | |
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16-05-2006, 18.59.56 | #18 |
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Scusa Fragola,
premettendo che non capisco l’utilità di un’interpretazione storica della figura del missionario (come portatore di civiltà a chi si converte) quando io ho portato l’esempio di un altro benefattore, che con la colonizzazione del mondo non ha nulla a che fare, e potrei citarne una valanga, mi sembra che tu, dalle argomentazioni che porti, non sia in condizione di negare ciò che dico. Non capisco perché ne dai la parvenza. Se quello che vuoi mettere in evidenza è il male intrinseco della chiesa, siamo tutti d’accordo. Ma il mio discorso verteva sul principio genuinamente cristiano, che tu stessa peraltro affermi, e che a mio parere, dal momento che viviamo da sempre nella patria della diffusione di questi principi (più o meno riuscita, più o meno genuina) ci costituisce come persone di tale formazioni; di conseguenza non è difficile immaginare un’origine di questo tipo alla base dell’impegno laico nel mondo. D’altro canto a parte occidentali, o gente di provenienza cristiana, non se ne trovano di altri. Inoltre non vorrei confondessi il concetto di “derivazione cristiana”, con quello di “il missionario è meglio di Gino Strada”. A parte che il colonialismo è finito da tempo e non so se la situazione sia esattamente come la descrivi tu, non è quella seconda affermazione che io sostengo. Per ultimo: il movimento genealogico che sostengo non può certo essere sotto il sole. Io parlo di forma mentis, di abito d’azione, tutte cose che non si imparano mai direttamente ma che vanno a costituire una visione del mondo. Ecco allora dove si colloca quella derivazione cristiana di cui parlo. In altri termini credo, che anche il concetto di amore di cui parli tu non possa ritenersi indipendente da questa storicità. Non è necessario opporre della resistenza nell’ammetter questa cosa, perché non sto attribuendo del cristiano a tutte le persone, niente paura. Saluti |
16-05-2006, 19.43.38 | #19 |
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Odos, odimi!
Io ho il sospetto che tu proprio non abbia capito cosa sto dicendo. E a questo punto, anche il sospetto di non aver capito io cosa stai dicendo tu. Faccio un riassunto? 1) Da quello che ho capito io, tu hai affermato che il cristianesimo è superiore ad ogni altra religione perchè predica una forma di altruismo pià elevata. Le mie argomentazioni tendono a dire, invece, che OGNI religione predica la stessa cosa, seppure con linguaggi che non sempre noi comprendiamo subito, visto che nascono da altre culture. 2) tu hai affermato che gli atti generosi da parte di laici (presumo che con laici tu intenda che si dissociano dalla Chiesa e non "non consacrati") derivano da "residui normativi cristiani". Normativi significa che riguardano regole. Quindi, regole di comportamento interiorizzate. Insomma, quello che Freud chiamava super io. A questo rispondo che dall'interiorizzarazione di norme non deriva mai un atto veramente altruistico. Può nascere "la buona azione". Ma che la buona azione faccia bene è tutto da dimostrare. Secondo me, invece, l'atto d'amore nasce dalla pienezza di cui ti ho parlato. E se uno trova questa pienezza nel culto di Dioniso o nel comunismo, per me ha lo stesso valore. 3) L'impegno nel mondo è fatto solo da occidentali con radici cristiane? Beh, qui occore un'analisi sociale. Gli occidentali dominano il mondo e a casa loro stanno bene. Quale motivo avrebbe una persona colma d'amore che vive in un paese africano pieno di persone che muoiono di fame, di andare ad occuparsi di orfani insiani o brasiliani? Sarebbe folle ad abbandonare i suoi vicini per andare ad autare i lontani. Non ha già abbastanza da fare a casa sua? Quindi questa non è un'argomentazione valida. Ma poi, scusa, secondo te uno che dedica la sua vita ad aiutare i bambini italiani in difficoltà fa un'azione meno meritoria di uno che aiuta quelli africani? L'impegno nel mondo è impegno nel mondo anche se il pezzo di mondo in cui ti impegni è dietro l'angolo. Attendo risposta. Ti ho frainteso? Ultima modifica di Fragola : 16-05-2006 alle ore 20.02.16. |
16-05-2006, 19.48.47 | #20 | |
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Van, non confondere i miti con la storia. La palestina non era una terra povera e Gesù non era povero. Non era un re, ma non era un povero indigente. E il buddha "storico" è probabilmente un mito. Del resto, il mito buddhista dice che il principe fuggì da palazzo e iniziò la sua vita di ascesi proprio quando venne a conoscienza della povertà e dell'indigenza della gente. |
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